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Autore: Gwen Chan    07/07/2011    2 recensioni
Ilde amava quando Prussia passava da quelle parti. Le portava sempre qualche regalino, gingilli e frivolezze varie direttamente dai negozi e dai salotti di Berlino, che Gilbert frequentava solo per dovere e dopo aver fatto appello a tutta la sua pazienza
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1

Ilde ha i capelli biondi, tiene le maniere brusche dei marinai e non esita a sollevare la gonna, mostrando le gambe per correre nel mare.
Ilde- come la chiamano tutti, perché il suo nome è davvero troppo pomposo per una giovincella- la sera urla peggio di uno scaricatore di porto contro l’oste che non la degna di uno sguardo.
“Tu! Una birra, verdammt!”
“Non servo alle bambine, Ilde”
“Non sono Ilde!” bercia, mentre la collera di non venire considerata inizia ad aumentare “chiamami Konisberg! Porta più rispetto per la tua città!”
E poi dicevano che per delirare bisognava prima ubriacarsi.

2

Ilde amava quando Prussia passava da quelle parti. Le portava sempre qualche regalino, gingilli e frivolezze varie direttamente dai negozi e dai salotti di Berlino, che Gilbert frequentava solo per dovere e dopo aver fatto appello a tutta la sua pazienza.
Ma Ilde non s’interessava di tutto ciò. Le bastava che Prussia estraesse dalle tasche quei nastri, che lei correva a mettersi tra i capelli, felice, nonostante di solito si comportasse come un maschiaccio. Tutta roba che in breve sarebbe finita in un cassetto.
Eppure quando Gilbert se la vedeva correre incontro, Ilde aveva sempre un nastro tra i capelli.

3

Non credeva di aver compiuto un gesto così sbagliato. Davvero, non le sembrava.
Seduta sulla spiaggia, Ilde giocherellava con un fazzoletto rosso scuro, abilmente ricamato, alla cui vista Gilbert si era messo a imprecare, arricchendo di gran lunga il suo vocabolario di insulti.
Perché Ilde amava ricevere regali, di qualunque sorta e da chiunque.
Anche dal “pazzo siberiano”, come Gilbert aveva definito Ivan, in uno slancio di collera perché la sua vicinanza gli rovinava Ilde, che, da brava città prussiana, doveva comportarsi come tale e non cimentarsi in strane danze popolari russe.
Dura la vita di una ragazza di confine.

Note: una cosina pensata in un’ora e scritta altrettanto velocemente prima di partire per le vacanze al mare (Egitto, aspettami!). La definirei una sorta di spin-off della serie “Die Nation un Der Philosph”. Perché non potevo non creare un OC di Konisberg ( si chiama Kalingrad!) Scusate, è Ivan che rompe. Dicevo, si chiama Ilde e ha le maniere spicce di chi è abituato a lavorare, capelli biondi, occhi rossi, colorito sano e meno pudore di quanto dovrebbe avere una brava ragazza del XVIII secolo. Tuttavia quando si tratta di gingilli e frivolezze ritorna una bambina elegante. Alla prossima!

   
 
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