Non so cosa sia, né lo voglio sapere. È uscita così, questa one shot. Spero vi piaccia, è una parte di me. Buona lettura.
Silenzio
Ho appena finito la maturità. Oggi escono i quadri, sono tranquilla. Il mio voto dovrebbe essere tra 75 e 80, nessun problema insomma. “O forse il problema c’è” penso guardandoti di sfuggita. Oggi è l’ultimo giorno in cui la 3° A si riunisce come classe attuale del Regio Liceo Ginnasio Statale Classico G. Verga. E so che un sacco di gente mi mancherà. Abbiamo fatto, per fortuna, l’esame di maturità con la 3° C, frequentata per lo più da mie grandi amiche. È con loro che faccio l’Inter Rail, gentilmente offerto dai miei genitori. Mi guardo attorno, sono arrivata ai quadri.
Respiro profondo.
Guardo la mia classe, cerco il mio nome e lo vedo. Il numerino che mi seguirà a vita. Mi porterà fortuna, spero. Che c’è di meglio di 77? Osservo anche il Tuo nome, vedo che sei passato con 82. Che bravo sei stato. Mi mancherai parecchio, più di tutti gli altri. Anche se non siamo mai stati amici. Io non ero, né sono, quella popolare. Oddio, non sono neanche la sfigata, o una nerd. Non siamo in uno stupido telefilm americano del cazzo. Questa è la vita vera. Lo sport non ti porterà da nessuna parte, non esistono cheer leader o stronzate varie. Solo i fatto contano. Collettivi, giornalini. E basta. Sono stata bene qui. Mi mancherà. Mi fanno i complimenti, mi danno abbracci freddi. Ci diciamo “ci sentiamo a settembre”, anche se tutti sappiamo che non sarà così. Dicono che al liceo si formino la migliori amicizie. Mi voglio proprio vedere a coltivare queste amicizie all’università, con tanto di studio e esami. Si faceva già fatica al Liceo. Ma sai qual è la cosa peggiore? Il sapere che non ti rivedrò più. Perché so, sento, che è così. E basta. L’estate è la stagione dei cambiamenti. Il periodo dell’anno in cui uno si rilassa, si reinventa, si diverte e fa follie. E tu farai così. Ma senza di me. Ti guardo ancora. Sei bello. Mi avvicino a te. Ti abbraccio, come non ho mai osato fare in questi 5 anni, e ti sussurro le mie congratulazioni. Ti ringrazio. Perché eri tu quello che, quando ero agitata alle interrogazioni, mi facevi capire che credevi in me. Era il tuo sguardo che cercavo prima di rispondere alle prime domande di greco, tu e il tuo occhiolino che mi facevate sentire speciale. Erano le nostre chiacchiere su face book, occasionali, ma intense. Abbiamo condiviso i nostri sogni, su face book, e ti ho consolato quando hai rotto con Tecla. Troia. Quando abbiamo vinto a pallavolo, tu sei quello che mi ha coinvolto nei festeggiamenti, e quando abbiamo perso in finale io ti ho fatto sfogare l’incazzatura. Però non siamo mai stati amici. Non so che gelato ti piaccia, cosa preferisci bere o cosa cerchi in un amico. Non so quale sia il tuo colore preferito, né il lavoro dei tuoi genitori. Non so niente, tranne ciò che conta davvero. Quello che, alla fine, non varrà. Purtroppo.
Questo è un addio, lo so. È un anno che spero questa estate non arrivi mai. Perché se per gli altri questa sarà l’estate delle follie, per me sarà l’estate dei rimpianti, delle parole non dette e dei sentimenti non svelati. Questa sarà la Tua estate, non la mia.
Mi concedo un ultimo momento e vi abbraccio con lo sguardo. Tutti. Ma ora è il momento di andare. Mi allontano dal gruppo, dal rumore e, una volta uscita, scompare il chiacchiericcio, come scompari tu. Silenzio.