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Autore: mrsdarcy    08/07/2011    2 recensioni
Era l'anniversario della vittoria del mondo magico su quel folle di Voldemort, che aveva trovato la morte nella grande battaglia finale avvenuta ad Hogwarts, circa tre mesi dopo la morte di colui che più di chiunque altro aveva contribuito affinché ciò accadesse ma...
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Da VII libro alternativo
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Salve a tutti, mi presento, sono mrsdarcy, vero nome Emilia, e questa è la mia prima storia che pubblico. L'ispirazione per questa storia è, quasi interamente, da ricondursi nell'ascolto per l'ennesima volta di "Fix you" dei Coldplay (da qui anche il titolo per questa mia piccolisima storia). Vi consiglio vivamente di ascoltarla, anche durante la lettura.
Piccola noticina:in parte del flashback presente nella storia,sono riportanti fatti così come sono descritti nel capitolo "Villa Malfoy" del settimo libro della saga, segnalati in corsivo; altri, invece, sono stati completamente modificati per il normale prosieguo della storia.
Vi lascio alla lettura.



                                                                                                 “When you lose something you cannot replace”
 
 
Maggio,Godric’sHallow
 
Era l’anniversario della vittoria del mondo magico su quel folle di Voldemort, che aveva trovato la morte nella grande battaglia finale avvenuta ad Hogwarts, circa tre mesi dopo la morte di colui che, più di chiunque altro aveva contribuito affinché ciò accadesse, ma che risultasse assente proprio all’ultimo atto.

Con Voldemort trovarono la morte anche molti dei maggior esponenti dei Mangiamorte, tra cui quella squilibrata di Bellatrix Lestrange.
 
INIZIO FLASHBACK
 
[…] Bellatrix balzò in piedi, i capelli svolazzanti, e brandì il pugnale d’argento.
[…]Harry afferrò la mano di Dobby e girò sul posto per smaterializzarsi. Mentre vorticava, nel buio, ebbe un’ultima visione del salotto: le pallide figure di Narcissa e Draco, la chioma rossa di Ron, una macchia d’argento in volo, il pugnale di Bellatrix che sfrecciava per la stanza verso il punto in cui lui si stava smaterializzando.[…]

E poi colpirono il suolo e inalarono aria salata,ripensandoci gli riusciva difficile respirare, ma in un lampo di lucidità avvertì di essere arrivati alla loro destinazione: Villa Conchiglia.

Harry con la vista appannata, tentava di guardarsi attorno nel buio… poi barcollò, riuscendo a distinguere a malapena le figure di Ron e Hermione, in compagnia di Dobby; il piccolo gruppo si fece attorno ad Harry, e insieme con lui abbassarono lo sguardo all’impugnatura d’argento che spuntava dal petto di… Harry.

Il primo ad urlare aiuto fu Ron, mentre ancora sotto shock Hermione si portò le mani al volto, con le lacrime che iniziavano a solcare il suoviso.
<  Harry… no… Aiuto!! > continuava ad urlare Ron verso l’abitazione di suo fratello.
<  Aiuto!!! >.

Ma tutto sembrava vano, anche quando Hermione, nonostante non riuscisse a vedere nulla per via delle lacrime copiose, tentava di tamponare la chiazza di sangue che si allargava sempre più sul
petto di Harry.

Egli, con un ultimo stipendio di energie e di forze, che ormai si andavano affievolendo sempre più, tese le braccia verso di loro, mentre Ron continuava a ripetere come fosse un mantra:
 <  Harry, no, non morire, non DEVI morire!  >.
< Harry Potter, signore… >, continuava, invece, a ripetere l’elfo.

“E’ stato tutto vano”, questo continuava a ripetersi Harry in quelli che, ne era ormai certo, fossero i suoi ultimi istanti di vita.
Aveva fallito; non era riuscito a terminare il compito datogli da Silente, ed ora era lì, tra le braccia tremanti dei suoi migliori amici, ma con la mente altrove, infatti, non si sorprese nel pensare a due occhi magnetici che appartenevano a: < Draco… Draco… >. 

Dopodiché con quest’ultima parola ancora sulle labbra, ebbe un fremito, per poi restare immobile; ora i suoi splendidi occhi verdi non brillavano più di luce propria, ma solo di quella riflessa delle stelle che non potevano più vedere, come invece erano abituati a fare, quando si rifugiava sulla Torre d’Astronomia ripensando al suo amore e alla disperazione che ne conseguiva, perché il suo era un amore impossibile e non corrisposto.
 
In quel preciso momento, nel salotto, devastato dalla recente battaglia, del maniero dei Malfoy, una certa figura dalla chioma biondo-argentea, ebbe una piccola ma dolorosa fitta al cuore, e capì che era successo qualcosa di veramente orribile e funesto, crollando poi sulle proprie ginocchia.
 
Urla di disperazione si levarono nel cielo stellato e nel petto di Draco.
 
FINE FLASHBACK
 
Ma di tutto ciò, dei festeggiamenti che ormai andavano avanti da tre giorni, in tutta l’Inghilterra e nel resto del mondo magico, ad una figura comparsa dal nulla proprio sulla piazza dove si stagliava quello che ai babbani appariva come un semplice monumento ai Caduti, non importava niente di quello che avveniva attorno; era, invece, risoluta nel raggiungere la sua destinazione.

Essa fu distratta proprio da tale monumento; non era mai stata in quel luogo, tanto venerato da tutta la comunità magica. Ma sapeva ciò che l’aspettava, infatti, dopo aver attraversato il suddetto monumento, esso si trasformò in una statua raffigurante tre persone; un uomo, una donna, ovvero i coniugi Potter, dove quest’ultima teneva in braccio un neonato, senza alcuna cicatrice a forma di saetta in fronte. Harry.

Un piccolo sorriso si distese sulle sue labbra, ma senza arrivare ai suoi occhi, velati di tristezza e rammarico.
Si allontanò subito dopo, non voleva rimanere lì, incantata al volto felice di quel bambino spensierato, sapendo tutto ciò che aveva subìto nella sua vita, e maledicendosi per aver molto spesso contribuito a rendere la sua breve vita, un inferno.

Così la figura dai capelli biondi tendenti al platino e due occhi che sembravano argento fuso, proseguì verso la chiesetta, e quindi il cimitero appena dietro di essa.

Era appena arrivato all’entrata del cimitero, dove si stagliava un cancello dall’aria obsoleta, ma come gli capitava raramente nella propria vita, Draco prese coraggio e attraversò l’ingresso per addentrarsi all’interno di quel luogo che, poco fa, gli aveva messo una tale soggezione, da fargli quasi abbandonare il suo intento. Ma no, non avrebbe ceduto. Era pur sempre un Malfoy; ed era lì per un motivo; non sapeva neanche lui quale esattamente fosse, ma non sarebbe scappato di fronte alla verità che gli si stava rappresentando davanti ai suoi occhi.

S’inoltrò nel cimitero. Quasi senza guardarsi attorno. Non era mai stato sulla tomba dei Potter, o nel suo caso, meglio dire di Harry, sepolto accanto ai genitori, nonostante fosse passato più di un anno dalla sua scomparsa, ma il suo istinto, (e qualcos’altro, che lui ancora oggi si ostinava a zittire, ma già il fatto della sua presenza lì, era un punto a favore del suo inconscio o cuore, a discapito della ragione… e di tutto questo, Draco ne prese atto) sapeva, dove dirigere i suoi passi.

Quindi continuò a camminare senza sapere realmente dove stesse andando; poco dopo arrivò alla sua destinazione; quella stessa destinazione che, quella stessa mattina, appena sveglio e ancora nel suo enorme letto a baldacchino a Malfoy  Manor, lo aveva fatto scattare così frettolosamente per i suoi ritmi, ed esprimendo la voglia di recarsi a Godric’ Hallow, o meglio da Harry; forse tutto ciò era riconducibile al fatto che per la quinta notte consecutiva, aveva sognato nuovamente due occhi smeraldi.

Era lì, con un forte magone, e con, se ne accorse solo ora, la vista offuscata per via delle lacrime che, inevitabilmente, presto avrebbero solcato il suo volto pallido.
Con molta difficoltà lesse ciò che vi era inciso con un’elegante scrittura, che di sicuro non fosse appartenuta ad Harry:

                                                                                         A Tutte Quelle Anime Perdute
                                                                    Che Hanno Smesso Di Credere
                                                                             Nell’ Immensità Dell’
                                                                                     AMORE…*


Questo fu il definitivo colpo all’altezza del cuore per Draco, che s’inginocchiò e, per quanto stupido o sdolcinato o entrambe le cose, gli sarebbe parso solo due minuti prima, tracciò con l’indice destro la parola “amore”, cacciando un urlo straziante che corrispondeva ad un:
< Harry >.

Pianse, pianse tanto, e non si curò affatto di asciugare le proprie lacrime, perché era tutto inutile, in quanto ne sarebbero presto seguite altre.

Ad un certo momento, avvertì un brivido lungo la schiena, che ricondusse alla paura; c’erano ancora dei Mangiamorte che si erano dati alla latitanza, quindi essere colui che aveva, sorprendendo tutti o quasi, spedito all’altro mondo sua zia, nonché braccio destro di Voldemort, vendicandosi inconsciamente allora -ma adesso era tutto così chiaro-, lo rendeva un bersaglio da eliminare.

Ma tutto ciò duro il tempo di un battito di ciglia, poiché quando avvertì uno strano formicolio alla sua mano destra ed uno strano benessere invadergli tutto il corpo e con esso la mente, sorrise come non faceva da tempo, cosicché da fargli brillare i suoi occhi, ora gonfi e cerchiati di rosso, ma pur sempre meravigliosi, come quelli del Suo, pensò in quell’istante, Harry.

Ancora sorridendo, si alzò per congedarsi, ma prima mormorò, guardando il sole sparire all’orizzonte:

< Ti amo… tornerò presto, magari portando qualcosa da offrirti >, e ripetendo per l’ultima volta…

 < Ti amo >, andò via sorridendo.

Anche uno spirito, lo stesso che aveva causato il formicolio alla mano di Draco, che aleggiava nelle sue vicinanze sorrideva, mormorando:

< Mi basterà la tua presenza, Draco… ti amo >.



(*) vorrei mi appartenesse, ma è una citazione del telefilm One Tree Hill, che io amo...

Sarei ipocrita se dicessi che non mi interessi il vostro parere, che sia favorevole o tutt'altro, ciò mi farebbe solo crescere... KISS... mrsdarcy.
  
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