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Autore: pinksidfloyd    09/07/2011    0 recensioni
Cosa ha in comune la matematica con le relazioni umane?
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dal diario di una ragazza normale 11/05/2011

 

Nella teoria degli insiemi, dati due o più di questi (A,B), si dice intersezione l'insieme formato da tutti gli elementi che appartengono sia all'insieme A sia all'insieme B contemporaneamente.

Ciò che caratterizza il concetto di insieme e lo differenzia dai concetti analoghi sono essenzialmente le seguenti proprietà:

  • un elemento può appartenere o non appartenere a un determinato insieme, non ci sono vie di mezzo;
  • un elemento non può comparire più di una volta in un insieme;
  • gli elementi di un insieme non hanno un ordine di comparizione 
  • gli elementi di un insieme lo caratterizzano univocamente: due insiemi coincidono se e solo se hanno gli stessi elementi.

 

Le principali operazioni tra insiemi sono:

L'unione di due insiemi A e B: si indica con A∪B ed è l'insieme formato da tutti gli elementi di A e B presi una sola volta.

L'intersezione di due insiemi A e B: si indica con A∩B ed è data dall'insieme formato da tutti gli elementi che appartengono sia all'insieme A che all'insieme B contemporaneamente.

Due insiemi A e B si dicono:

  • coincidenti: se sono lo stesso insieme; questo si verifica se e solo se hanno gli stessi elementi
  •  disgiunti: non hanno nessun elemento in comune.

Si chiama insieme vuoto l'insieme che non contiene nessun elemento. 

 

Dicono che la matematica sia il linguaggio di Dio. O Destino, o come lo volete chiamare. Un linguaggio difficile, certo, come sono tutte le lingue straniere alla tua: la Sua però è la più difficile, la più complicata, la più insidiosa, ma anche la più bella, la più affascinante, la più completa e la più perfetta (non nascondo che molte volte sia anche noiosa). Dio è perfezione, non gioca a dadi con l’Universo. Ci sono dei giorni in cui ci si perderebbe in quell’impeccabilità, che è assicurata, perchè i conti devono sempre tornare e non c’è scampo, per nessuno. Se ci si sofferma un attimo a pensare scopriamo che  tutta la nostra vita è influenzata dalla presenza da numeri: date di nascita, oroscopi, il tempo, lo spazio, l’indirizzo civico e il proprio numero di cellulare.

Studiando materie come fisica e biologia mi è capitato molte volte (tutte a dire il vero) di riconoscere e di attestare questa impeccabilità numerica, essendo, per caso o per volontà, tutto calcolato nei minimi dettagli: non c’è niente di imperfetto, di fuori posto. Potreste controbattere che esistano gli errori della Natura: beh io penso che anche l’essere più imperfetto, abbia nella sua essenza una propria perfezione e un proprio ordine. 

E proprio l’ordine è la condizione che cercano la maggior parte delle persone: Petrarca usava il filtro della letteratura per tentare di sfuggire e di sanare il suo dissidio interiore. Io personalmente preferisco la matematica, sistema molto più meccanico, però con il quale si rischia di ridurre tutto a una misera formula, uno scheletro di quello che è carne, sentimento e vita. Mi considero l’insieme Z.

Passando dalla microvisione alla macrovisione, volete mai che questa perfezione non si rifletta anche nella nostra vita, magari perchè l’entità che io considero Dio, qualche volta ci mette lo zampino, cambia qualche elemento, mettendo qualcuno sulla nostra strada, intersecando la nostra vita con quella di un’altra persona, che magari si rivelerà un elemento fondamentale oppure un insieme disgiunto o vuoto?

Infatti noi, esattamente come gli oggetti che ci circondano, possiamo essere rappresentati da insiemi, e le nostre vite man mano che avanzano, diventano giganteschi diagrammi di flusso pieni zeppi di bolle con numeri all’interno che si intersecano, si uniscono e si sottraggono.

Sono fermamente convinta che l’incontro con tutte le persone che conosco non sia casuale, che per ognuno di noi sia già stato assegnato un certo percorso di vita, non inflessibile, bensì modificabile... una sorta di linea generale, che si può trasformare in qualsiasi figura geometrica, dal triangolo al cerchio a una vita tutta vissuta in prospettiva. Come diceva Platone, le idee geometriche sono prive di materia, perfette e imperiture e come tali vanno contemplate e assimilate per cercare il più possibile di assomigliarli; io penso che le figure geometriche della nostra vita non siano poi perfette come le idee di Platone, bensì si possono plasmare, trasformare, ruotare e modificare, per raggiungere la propria perfezione. La nostra vita e la nostra anima sono materia in continuo mutamento, e le scelte che facciamo modificano in parte il sentiero già prestabilito, anche se in realtà qualunque strada che noi decidiamo di prendere ci porterà sempre alla meta che era già prescelta per noi... Diciamo che Dio, anche lasciandoci il libero arbitrio,  certe volte ci mette del suo facendoci incontrare certe determinate persone: poi sarà nostra scelta su come approfondire quel rapporto e come sfruttarlo... diciamo che alcune volte ci arriva un piccolo aiutino dall’alto o dal trascendente.

 

Mi sono accorta che la mia vita è caratterizzata dalla ricorrenza periodica del numero 4 e da un particolare nome. La somma delle cifre della mia data di nascita da come risultato il numero 41, sono nata nel 1994 in agosto (mese multiplo di 4), mio padre è nato il 4 marzo, mia mamma il 13 agosto (1+3=4), il primo ragazzo che mi ha “svegliata” dalla mia innocenza di bambina, facendomi precipitare alla velocità della luce dal mondo delle favole al mondo reale, facendomi provare un sentimento diverso dall’affetto per un familiare o per un’amica (per quanto questo sentimento fosse debole e superficiale, da ragazzina di terza media e per quanto tra me e lui non ci sia stato nulla, anzi quasi indifferenza,  il ricordo rimane piacevole) è nato il 4 febbraio, un altro ragazzo che si è intersecato con la mia vita, pur in realtà non avendo mai avuto una vera e propria conversazione con lui è nato il 31 gennaio (3+1=4), altri due ragazzi che sono entrati nella mia vita, senza mai farne realmente parte, vivendo intersecati con me ma percorrendo due percorsi paralleli che hanno poche possibilità di incontrarsi, sono nati uno è nato il 4 settembre e l’altro sommando le cifre della sua data di nascita da come risultato 4;al liceo sono nella sezione D, la quarta lettera dell’alfabeto, il prefisso della mia città termina con due 4, e la differenza delle cifre del mio numero civico da 4 (la somme da 8, multiplo di 4).... dimenticavo: tutti i test su i numeri fortunati che faccio mi danno come risultato il 4. 

So che molto probabilmente sono coincidenze, che voglio vedere dati e fatti dove in realtà non ce ne sono, però il numero 4 rimane per me un numero emblematico.

La verità è che ho talmente tanta confusione in testa che si riflette su tutto, dalla scuola (riesco a esprimere male le mie nozioni, cosa che non mi era mai successa) ai rapporti interpersonali. Non mi rimane in testa niente e mi sembra di essere totalmente vittima del corso del tempo, aspettando che qualcosa accada o che scenda dal cielo per scuotermi dalla balìa dell’accidia in cui sono totalmente immersa. Mi sembra di non avere punti fissi a cui aggrapparmi oltre ai miei genitori, che per un sedicenne non sono proprio le prime persone con cui ci si confida. Oltre a non rimanermi in testa quasi nessuna nozione o impegno, a meno che non sia perfettamente concentrata, mi restano indifferenti anche le persone che mi circondano: i genitori della mia migliore amica stanno divorziando e neanche tanto pacificamente ma a me non mi sta importando più di tanto... l’unico fatto che mi reca disagio è il fatto che lei non parla praticamente più con me (non che prima parlasse molto). L’altra mia migliore amica, quella più autentica, quella che considero come la sorella mai avuta, anche vedendola non troppo raramente, per vari motivi non riesco mai a parlarle come vorrei. Da fuori però non sembra che dentro di me ci sia questa apatia, quasi noia per quello che mi circonda: dall’esterno sembro solare e con pochi problemi.

 

 

Ma passiamo agli insiemi che attualmente sono intersecati con il mio insieme.

Escludendo gli insiemi famiglia, amici e compagni di classe, che comunque creano una rete che si può anche prolungare all’infinito mettendo in relazione tutti gli abitanti della Terra in un modo o nell’altro, ci sono 4 insiemi, intersecati con me, alcuni disgiuntivi, altri no, che riescono a farmi provare una scintilla di sentimento che mi risveglia dall’apatia.

Prima però una piccola parentesi

  • L'insieme N dei numeri naturali
  • L'insieme Q dei numeri razionali
  • L'insieme dei numeri reali (anche i numeri irrazionali come il pigreco)
  • L'insieme C dei numeri complessi (è l’insieme che contiene tutti gli altri)

 

 

 

 

  • Insieme A -> A∩Z. ⦃a∈N,R(anche se a volte risulta piuttosto innaturale e irreale)| Nato il 31 gennaio (3+1=4); ragazzo, alto biondo, occhi verdi, che ho incontrato per caso(premetto che la memoria è piuttosto ballerina) il primo o secondo anno di abbonamento al festival cittadino estivo della musica e del teatro: faceva la maschera ed era bellissimo con in dosso lo smoking nero. Ad ogni serata, come la più stupida delle ragazzine, andavo a domandargli dove mi dovessi sedere, anche se naturalmente sapevo benissimo dove fosse il mio posto, data la mia passione per il teatro... ma come dice Petrarca che quanto piace al mondo è breve sogno, anche il festival finì. Quell’estate passò velocemente e nonostante che con le amiche che venivano con me a teatro ci fossimo ripromesse di cercare di capire chi fosse questo fantomatico ragazzo attraverso il più fantasmagorico e a volte santo database di Facebook, l’estate ce lo fece passare di mente e in men che non si dica arrivò Settembre e così ritornò anche il tempo e il clima adatto per rimanere ore e ore attaccate al pc. Non nego che durante l’estate non mi sia domandata più volte chi fosse e che avessi cercato per rudimentali vie traverse di capire chi fosse... la mia città non è molto grande. Il vero problema era che di lui non sapevamo proprio un fico secco, né il nome -che sarebbe stato già un grande passo avanti-, né l’età, compresa secondo i nostri “calcoli” probabilmente tra i 18 e i 22 anni, né chiaramente se frequentasse ancora la scuola e soprattutto quale. Diciamo però che il mio era più che altro una distrazione utile per non pensare sempre ai soliti discorsi che si discutono al mare ed era anche una piacevole novità, una piccola scossa alla, a parer mio, noiosissima routine estiva di metà luglio.
    Comunque ritorniamo alla fine dell’estate... spulciando un giorno, per puro caso (?) negli amici del social network blu mi accorgo improvvisamente che nella foto della chat c’è la persona “conosciuta” e che mi aveva impegnato piacevolmente i pensieri nei momenti di stagno dovuti alla calura estiva. Inutile a dirsi che quella piccola miniatura nella finestra della chat era proprio il pluri ricercato A, che avevo nella lista degli amici di Facebook da molto tempo; sinceramente non mi ricordo neanche se lo avessi aggiunto io o lui me. Scoprii così che, sempre casualmente (?), frequentava il mio stesso istituto, che aveva SOLO tre anni in più di me e che quell’anno sarebbe ritornato in sede per frequentare la quinta (avevo scoperto anche la sezione!!). Credo che sia superfluo ribadire che la mia voglia di tornare a scuola crebbe in maniera esponenziale così come anche l’entusiasmo: purtroppo però restò incompreso anche alle mie due migliori amiche, una delle quali in classe con me. Iniziai a osservarlo da lontano quasi tutti i giorni scendere le scale per andare a fumare nel cortile della scuola -era diventato circa un rito -:la mia classe era davanti alla porta sul retro che conduce nel piccolo cortiletto di cemento, meta fondamentalmente per gerarchia degli studenti del triennio. All’epoca ricordo che era ancora fidanzato. Ma come già detto il mio non era un interesse che copriva una buona maggior parte della giornata, era solo un diversivo alla quotidianità, alla noia della vita adolescenziale. Fu bocciato, sorte sottintesa, e decise di non cambiare scuola; ma questo lo seppi solo a settembre. Nel frattempo a volte controllavo il suo profilo per verificare se avesse messo nuove foto o nuove notizie...insomma qualcosa che mi facesse sapere qualcosa in più su di lui. Visitando molte volte la sua pagina avevo scoperto che A era il tipico borghesotto, a cui non manca niente, a cui piace divertirsi -ubriacarsi se necessario- come un qualunque ragazzo di 18/19 anni.
    A settembre dell’anno dopo cambiò la disposizione delle aule e la mia si affacciava, e si affaccia, proprio su quel piccolo cortile di cemento con al centro una piccola zona di verde, con due alberelli solitari. Come cambiai l’aula, cambiai anche la mia piccola distrazione quotidiana: ogni ricreazione mangiavo il mio pacchetto di cracker, che tra l’altro mi facevano anche schfio, affacciata alla finestra, cosicché potessi allo stesso tempo rinfrescarmi un po‘ e osservarlo sempre da lontano, pardon, dall’alto: infatti destino volle che insieme ai suoi amichetti di sigaretta (tra cui c’era anche il figlio del migliore amico di mio babbo, persona taciturna e con cui è fatica parlare) si fermasse proprio sotto la “mia” finestra. Gli appuntamenti quotidiani solitamente sono due: a ricreazione e fuori dalla scuola subito dopo la fine delle lezioni. Lì si che lo vedo da vicino! Nonostante tutto non mi ricordo assolutamente la sua voce, anche se a volte l’ho sentita: è più forte di me. Naturalmente oltre agli “incontri” durante la pausa e dopo la fine delle 5 ore, a volte ci sono anche gli incontri casuali nel corridoio. Io non so se mi abbia mai guardata veramente, a volte forse (e spero) l’ha anche fatto. Io mi ricordo di lui e spero che lui si ricordi di me,anche non al mio stesso modo e di non essere solo una persona qualunque che non sapresti dire dove l’hai già vista, anche se ha una faccia familiare.
    L’anno scolastico deve ancora finire e c’è anche qualche probabilità non che venga ammesso all’esame anche quest’anno; francamente però sarebbe un tantino ridicolo frequentare per la terza volta la quinta liceo...
    Quindi fu a teatro quindi che il suo insieme si intersecò con il mio e sinceramente, anche se passati questi due mesi non lo rivedessi mai più, conserverei sempre un bellissimo ricordo del secondo e terzo anno di liceo. Poi se sarà destino probabilmente lo incontrerò di nuovo (lo spero molto), quando sarò pronta.⦄;  A∩Z. ⦃Città d’origine, teatro, Enya, Coldplay, Scuola (insegnanti e amici in comune compresi)⦄
  • Insieme F1 -> F∩Z ⦃a€N,C| Nato il 4 febbraio del mio stesso anno e mio ex compagno di classe delle scuole medie. Anche lì fu uno di quegli interventi, quelle indicazioni stradali per condurti sulla tua via? Pensate se non foste capitati insieme ai compagni di classe con sui siete/eravate capitati: sarebbe probabilmente cambiata la maggior parte della vostra vita.
    Il rapporto con lui è sempre stato quello che mi ha confuso di più. E’ stato il ragazzo che mi ha fatto precipitare alla velocità della della luce dal mondo fatato e innocente dell’infanzia a quello brusco e malizioso dell’adolescenza. Tutto iniziò quando una mia compagna di classe iniziò a confidarsi con me sulla cotta che aveva preso per F... io all’inizio non sapevo neanche cosa dirle a riguardo, mi limitavo ad ascoltare; poi come spesso accade, iniziai a interessarmi anch’io a lui visto considerato che ero stata “incaricata” di sorvegliarlo data la disposizione dei banchi. Come mio solito, arrivo sempre alle cose più semplici con una buona dose di ritardo: le mie, numerosissime, compagne di classe si erano “svegliate” molto prima di me e lui-come l’ultimo dei cliché- era il più bello della classe: fisico da giocatore pallanuoto come era, occhi di un verde bottiglia con pagliuzze marroni, capelli castano chiaro e delle mani da paura: tutte insomma, prima o poi, si erano prese una cottarella per lui che chiaramente consapevole di ciò.
    Io sono sempre stata una persona piuttosto taciturna sia con le femmine sia con i maschi... risultato: pochissime amiche, poche smancerie tipo TVTTTTTTTTTTTTTTTBXS∞,poca conversazione con la componente maschile della classe. Loro poi non erano neanche calcolati nella mia mente: li evitavo come la peste, credo quasi che avessi una specie di odio/paura di loro, ma allo stesso tempo non sentivo l’esigenza di parlare con loro. Mi ricordo solo che se dovevo telefonare per qualche raro motivo a un maschio della mia classe facevo di tutto per non farlo. E non ho ancora capito il perchè.
    Verso la fine della seconda media e inizio terza le cose cominciarono a cambiare, infatti gli ormoni si risvegliarono dal loro sonno, non a caso io sono una gran dormigliona. La nostra coordinatrice di classe ebbe la malaugurata (?) idea di mettermi vicino al suo migliore amico e proprio dietro di lui, con a fianco della mia migliore amico; naturalmente lui era quasi sempre girato e le occasioni di parlare ce ne furono. Visto che i banchi di scuola non sono proprio l’archetipo della comodità, spesso e volentieri, visto che ero anche attaccata al muro, mi ci appoggiavo, tentando di stare più comoda a quelle noiosissime lezioni: così a volte lasciavo dondolare la mano al di fuori del banco e lui a volta me ne prendeva una, la destra di solito e mi accarezzava le dita. Due minuti poi, non di più. Questo gesto pur non essendo uno di entità stratosferica mi è sempre rimasto dentro. Ovviamente, da bambina ingenua ero solita guardarlo spesso e il mio interessamento, pur cercando disperatamente di tenerlo nascosto, credo che un pochino evidente lo fosse... sicuramente lui, furbo, se ne era molto probabilmente accorto.  Per lui sono arrivata a desiderare di andare a scuola, cosa che non mi era mai successa.  Come tutte le cose, anche il periodo delle medie finì, dopo una gita in cui ci ignorammo: in effetti non avevamo poi molto da dirci. Fino ad oggi l’avrò rivisto si e no 6 volte. Lui già durante l’ultimo periodo delle medie aveva iniziato a frequentare ragazzi più grandi che non percorrevano già allora una buona strada. Una volta arrivato alle superiori, in un istituto differente dal mio, anche se aveva qualche dubbio se venire a nella mia stessa scuola, cambiò aspetto: si tagliò i suoi bei capelli in un taglio stile marines, diventò più muscoloso (nel frattempo passò al pugilato) e iniziò a comportarsi sempre più da duro, strafottente, e per fare il figo a fumare. So che non me ne dovrebbe importare più di tanto, comunque mi dispiace sempre vedere che comunque un ragazzo che di problemi ne ha ben pochi, dirigersi su una strada che raramente porta buone cose. Spero per lui che ritorni a essere quel ragazzino che vivrà finché potrò nei miei ricordi: ormai infatti nella mia mente è rimasta solo il suo ricordo idealizzato. (a volte mi capita di sognarlo ancora)⦄

  • Insieme FM-> FM∩Z ⦃a€N,Q| Nato il 26 (dove il 4 è ben presente); incontrato solo quest’anno, siccome si è candidato alla rappresentanza d’istituto, vincendo oltretutto. Non bello secondo i canoni classici, anzi diciamo che tende al bruttino: capelli castano scuro ricci come fusilli, naso grosso, faccia leggermente da pesce lesso, occhi scuri, occhiali alla Mika, vagamente con l’aria gay. Un tipo interessante insomma. Per lo meno stimola la curiosità, non cadendo nel banale “borghesotto” come l’insieme A sopra citato. Aspettative rispettate: si è dimostrato simpaticissimo e abbastanza competente nel suo incarico di rappresentante degli studenti. L’autogestione di quest’anno infatti è stata una delle meglio organizzate degli ultimi anni con alternati in uguale misura interventi di esperti ed esilaranti sketch comici.  Credo, e sottolineo credo, di averlo incontrato per la prima volta nella biblioteca comunale (le mie amiche mi avevano tirato un bidone colossale), un giorno di fine estate. Era pomeriggio, e io l’avevo notato prima di tutto per la sconosciuta abitudine (ahimè com’ero ingenua) degli studenti, che vanno in biblioteca solo per dare una fittizia tranquillità alle famiglie circa il loro studio-Mamma vado in biblioteca A STUDIARE!- mentre invece è solo un’ottima scusa per gironzolare nel chiostro della vecchia biblioteca, guadarsi in giro, e perfetta per il chase skirt. Mi ricordo che ci siamo guardati per pochi istanti due o tre volte, lui con la faccia da mezzo matto/alternativo, io con la faccia forse un po‘ stupita e allo stesso tempo divertita. E io che credevo che in biblioteca ci fossero solo dei noiosissimi ordinarissimi studenti! Quel giorno sembrava quasi Mika, magro, capelli riccissimi, occhiali alla Mika appunto, pantaloni neri attillati, Vans e credo una maglia piuttosto stravagante. Il fatto è che all’inizio dell’anno, quando la scuola sembrava la sede del partito del PD in piena campagna elettorale (vedi poster con i nomi di liste di persone per lo più sconosciute naturalmente, rozza propaganda e promesse per lo più immantenibili) io non lo avevo affatto riconosciuto! Capelli tagliati, vestiti molto meno appariscenti, nonostante i 3 cardigan che indossava. Insomma poteva passare per un normale studente del liceo scientifico, che a forza di numeri e lettere è andato un po’ fuori di testa, tanto da ribellarsi alla dittatura borghese si Fred Perry e Lacoste. Ho inoltre scoperto che con lui si potrebbe stabilire un rapporto di buon vicinato, secondo le mie indagini da investigatrice in erba. Penso che sia stata una meteora nel mio universo mentale e un piacevole diversivo alle noiosissime assemblee di istituto.⦄

  • Insieme E-> E∩Z ⦃a€N,R,C| Nato il 4 settembre 1992 e come FM frequenta la mia stessa scuola, anche lui però in succursale, purtroppo. Mediamente carino, occhi cangianti, a volte verdi screziati di marrone, a volte verdi, a volte azzurri, alto, magro e con i capelli biondo scuro. A differenza di FM e di A, ho avuto modo di parlare con lui per circa 5 minuti della questione della religione, Chiesa, omosessuali, durante una conferenza organizzata dai rappresentanti d’istituto. Incredibile ma vero, è un ragazzo intelligente, simpatico, che a prima vista non se la tira come un carro merci (vedi A). All’inizio di quest’anno lui era nell’edificio che funge da sede al nostro liceo ma a seguito di un cambio di sezione a metà anno (pazzo a farlo in 5, solo per il secondo quadrimestre!), ho avuto occasione di vederlo solo poche volte. Almeno quando mi vede mi riconosce! (o sembra riconoscermi; la speranza è l’ultima a morire). Purtroppo non ho neanche avuto il coraggio di continuare a parlare con lui su Facebook, data la mia naturale timidezza e per il fatto che dubitavo, e dubito ancora, che si ricordi precisamente chi io sia. Non ci vorrei fare una figura di merda insomma. Lui è il ragazzo per il quale nutro meno interesse dei quattro. L’unica cosa di cui sono dispiaciuta è che credo che sarebbe potuta nascere una bella amicizia...credo che se sia in programma per la mia vita, avrò altre occasioni da sfruttare.⦄

 

 

 

 

Auguro a tutti e 4 il meglio che la vita gli può offrire e mi auguro di rincontrarli, non nella vecchiaia inoltrata magari, ma in un’età ancora fresca, cosicché possa sfruttare a pieno le occasioni che mi sono proposte. Sono fermamente convinta che la “fortuna” non bussi solo una volta nella vita. Non voglio far passare tutti i treni che mi corrono davanti, non voglio diventare spettatrice della mia vita, anche se non ho ancora capito bene forse come diventare la protagonista della mia esistenza. 

A: Da adesso manca esattamente un mese alla fine della scuola. Devo sfruttare a pieno quei 5 minuti scarsi nei quali ti posso guardare da lontano. È sempre vero che in un mese tutto può succedere (come ho detto prima la speranza è l’ultima a morire); in ogni cado spero di rincontrati, magari all’università, magari per caso come la prima volta.

F: Spero che la mia idea platonica di te, cominci per il tuo bene a riflettersi e a fondersi con il tuo essere, in modo tale che la tua vita non vada in rovina, come quella di molti ragazzi prima di te. 

FM: io credo che tu diventerai ancora più matto di quello che sei adesso, ma che un giorno troverai la persona giusta che riuscirà a farti mettere la testa a posto pur riuscendo a conservare la tua simpatia, il tuo umorismo e quel pizzico di follia che è il sale della vita.

E: Spero semplicemente di rincontrarti. Ti auguro comunque le migliori cose.

 

Caso mai non vi rivedessi, buon pomeriggio, buona sera e buona notte! 

 

Solo se sarà destino.

 

 

 

Angolo dell’autrice.

Mi rendo conto che questo è un vero e proprio delirio. Non so perchè io l’abbia scritto, anche perchè non è esattamente autobiografico. E’ uno sfogo, ne avevo bisogno, forse per mettere un po’ in ordine la mia mente. Ringrazio tutti quelli che sono arrivati in fondo senza crollare sulla tastiera sul pc.

Aveva ragione Mufasa quando diceva che siamo tutti collegati nel grande cerchio della vita.  Proprio nell’ultimo festival è comparsa una nuova maschera...

Alla prossima

Queenbee

  
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