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Autore: evilangel    09/07/2011    4 recensioni
[Scusate se non aggiorno da un sacco. Ma ora la continuo ♥ E vi prometto che riscriverò i primi capitoli, quindi sarei davvero felice se non snobbaste questa Fic perché all'inizio fa schifo .u.]
Dal Capitolo 6~
Intinse la piuma nell’inchiostro, pulì la punta sul bordo della boccetta.
Quasi una settimana era trascorsa da quando il Cappello Parlante aveva pronunciato l’ultimo nome. Mentre finiva i compiti assegnati, le parve quasi che l’estate non fosse mai trascorsa, dato che ritrovarsi incastrati nuovamente nella routine della scuola non sembrava aver turbato nessuno. Ormai erano tutti così abituati a quella realtà fuori dal comune da non risultare più nemmeno sorprendente. 

[ Pairing: HiroMido, GouenGaze, HerAfu, accenno alla SakuGenda e BanMaki, Shirou*Personanonancorarivelatanellafic ]
Genere: Fantasy, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#Primo Capitolo.
[Risteso il giorno 29.08.2012]

 

Non c’era niente che non andasse quella mattina. Tutto era nella norma.
Si poteva dire che forse era anche un poco noiosa.
Lo sferragliare veloce di quel treno rosso sulle rotaie copriva il suono del vento che sibilava aldilà dei finestrini, da cui un ragazzo guardava il mondo con aria quasi triste.
La divisa della scuola già indossata, che si tormentava con le dita.
Odiava quella specie di mantellina. Forse perché non ci era abituato. Forse perché lo faceva sempre sentire così diverso da quello che fino all’età di dieci anni era stato il suo mondo.
Rivolse per l’ennesima volta lo sguardo al finestrino, ma non per vedere fuori.
Il suo riflesso si stagliava su quei prati e foreste che animavano il paesaggio.
Forse era questo che voleva vedere: sé stesso in un mondo in cui non aveva mai saputo di appartenere, almeno fino a pochi anni prima, quando un gufo gli era piombato elegantemente sulla scrivania.
Il suo sguardo si spostò su un sottile bastoncino poggiato con cura sul posto accanto al suo, come se fosse un amico, un compagno.
Ciliegio e nucleo di crine di unicorno. 14 pollici. Flessibile.
Lo prese tra le mani e la osservò un attimo.
Quella bacchetta se l’era dovuto comprare da solo, dato che i suoi genitori non gli avevano lasciato niente.
Solo un effimera speranza che loro tornassero, ma non era successo.
Non erano mai tornati e perché avrebbero dovuto farlo in quel momento, a sette anni da quando lo avevano abbandonato? Anche uno stupido avrebbe capito che non c’era ragione per farlo.
Premette una guancia contro il vetro, scacciano il pensiero.
Come ogni suo primo giorno di scuola, se ne voleva stare un po’ da solo a guardare quella bacchetta che aveva sempre trattato con così tanta cura da sembrare nuova.
Quell’insulso legnetto gli aveva portato via un sacco di cose, ma non gli riservava alcun odio.
Gli aveva portato via il mondo in cui aveva sempre vissuto, ma gli aveva aperto la porta di un mondo diversamente bello.
Quella bacchetta era quella che gli ricordava il suo essere Mago, un Mezzosangue.
Non sapeva se uno dei suoi genitori fosse stato un Mago, non glielo avevano mai detto, ma non sapeva nemmeno con certezza se fossero stati entrambi dei Babbani.
Sapeva benissimo di doverli chiamare Non-maghi, ma ormai ci aveva preso l’abitudine.
Già molto tempo prima si era concesso il beneficio del dubbio. Non voleva sapere se fossero dei Babbani e non gli interessava. 
Babbani. E' una parola strana da pronunciare.
Si passò una mano tra i capelli rossi, appena in tempo per vedere una cosina verde irrompere nella cabina.
 
   «Hiroto! Cosa stai facendo?
» Lo guardò, in piedi sulla porta della cabina aperta. «Ti stavo cercando»
   «Oggi è il primo giorno di scuola.»
Midorikawa sorrise, in un tentativo di trattenere la risata che ne sarebbe derivata.
   «E il nostro genietto se ne deve stare da solo a pensare. La so la storia.
»
Il suo modo di scherzarci sopra era tipico.
   «E tu che ci fai qui?
»
   «Mi preoccupo per te.»

 Gli gettò sulle gambe un panino e un po’ di Gelatine Tuttigusti+1.

   «E’ ora di mangiare, sai?
»
   «Grazie, ma non ho fame. Prendili tu se vuoi.»
   «Oh, grazie. Sto morendo di fame.»
 Prese il panino e lo spezzò a metà.
   «Ma un metà è tua.
»
Non aveva voglia di mangiare, quando viaggiava non mangiava mai, ma quando il ragazzo gli si sedette accanto prese un pezzo del panino, incapace di riufiutare.
Era il suo migliore amico, sapeva benissimo come abbindolarlo.
Midorikawa addentò il panino. Fece scorrere gli occhi dal bordo del mantello dell'amico fino allo stemma di Grifondoro, poi su fino al colletto.

    «Che c’è?
»
   «Ma non l’avevi detto tu che odiavi la divisa di Hogwarts?»
   «Si, ma non mi piace dovermela infilare quando siamo quasi arrivati. Così faccio con più calma.»
   «Sei strano.»
   «Lo so.»
 
Risero. Forse solo per l’impazienza di attraversare le cinta di Hogwarts, di lasciarsi dietro le spalle la noia estiva.

    «Così questo è il terzo anno.
»
   «Si, inizieremo anche Divinazione.»
   «E non dimenticare Cura delle Creature Magiche.»
   «Sono sicuro che inizieremo con qualcosa di schifoso e rivoltante come i Vermicoli.»
 
Un brivido di disgusto li attraversò entrambi.
Passare ore a infilare nella gola di grassi vermoni verdi strisce di insalata non era proprio il massimo del divertimento…
 
~
 
   «Voglio morire. Voglio morire. Voglio morire.
»
   «Ma cosa dici, Suzuno? Perché dovresti?»
 
I vetri erano segnati dal respiro di Haruya, che interruppe il gioco, iniziando ad ascoltare la conversazione. Suzuno era di cattivo umore, sarebbe stato bello importunarla ancora un po'.
 
   «Perché non voglio passare un altro anno con lui.
»
   «Maddai, non è così male.»
   «Parla per te, Maki. A te non scassa i maroni ogni due secondi.»
   «Non è vero.»
   «Chi ha fatto male la trasfigurazione di una tazza in un topo per colpa sua?» Colpì Haruya dietro alla nuca con una mano, per poco il rosso non lasciò l'impronta del visto sul vetro.
   «Ma io non avevo fatto niente!
»
   «‘Trasformalo in un topolino bianco, Gazelle, trasformalo! Mi piacciono i topolini bianchi!»
   «Ma io non parlo in quel modo!»
   «Non ne sarei così sicura.»
 Una risata di Mercury fermò il povero Nagumo che per poco non saltava addosso a Suzuno.
 
   «Dai, Nagumo, non prendertela. Sai che Suzuno è fatta così
», scompigliandogli con una mano sul ciuffo rosso in cima alla testa, mentre Suzuno distoglieva ostinatamente lo sguardo.
   «Se non volete farmi morire davvero, smettetela.
» Gli occhi slittarono ancora una volta alla coppia. «Vi prego.»
Maki si risistemò sul sedile rosso davanti a loro, sorridendo. Sapeva quanto Suzuno non li sopportasse, e che aveva permesso a loro di stare insieme solo perché in quel modo il rosso sarebbe stato più impegnato, e forse non l'avrebbe più disturbata. Ma c'erano cose che non riusciva a tacere, parlando con quella voglia taciuta per tutta l'estate di infastidire Suzuno. Ossevando Nagumo, aveva imparato quanto fosse divertente farla arrossire.

   «Ho notato come guardavi quello nuovo quando è passato davanti alla nostra cabina.
»
   «Chi? Quel porcospino tutto muscoli e niente cervello?»
   «Proprio quello… Ho sentito che prima andava alla Dumstrang.» disse. Spostò lo sguardo fuori dalla finestra, percependo i primi nervosismi dell'albina che le infastidivano gli occhi.
   «E allora?
»
   «Niente, era solo per informarti.»
   «E cosa me ne frega a me?»
   «Ma niente. Maki si diverte a darti fastidio.» Sorrise, pensando che stesse imparando dal più bravo maestro.
Suzuno li guardò ancora un attimo, truce, poi comprò dalla signorina che passava col bancone qualcosa da bere. La ragazza ringraziò e passò alla stanzetta dopo. Era insolito comprare dell'acqua sul tragitto per Hogwarts.
   Finì di bere. «Che poi non so nemmeno il suo nome.
»
Maki sorrise, nel vederla arrossire nel finire di bere, anche se sapeva che il rossore era dovuto al fastidio di quell'insinuazione.

~
 
Lo sferragliare del treno assordava, ma era come se ci fossero abituati, dopo le ore passate seduti sui divanetti rossi.
Shirou guardava fuori dalla finestra, pur non sapendo cosa, il che lo fece sentire un po' vuoto.
Forse il suo sguardo si posava sul panorama fuori dal treno solo per non vedere i suoi due compagni di cabina impegnati in un’importantissima partita di Flashcards.
Solo le urla del suo gemello riuscivano a riportare per un attimo il suo sguardo alla partita.
 
   «Lo sapevo che avevi Merlino!
»
   «Certo, come no… Comunque finalmente ti ho battuto!»
   «Che soddisfazione, Kazemaru. Siamo uno a cinque per me.»
 
Quei due non sapevano fare qualsiasi cosa senza che non diventasse una gara, e l'aula scolastica era uno dei loro posti preferiti, dopo il campo di Quidditch.
Anche se non sapevano nulla della lezione, anche se non avevano aperto libro il giorno prima, quando vedevano che uno dei due aveva alzato la mano, quella dell’altro schizzava in aria con una velocità impressionante, e poi era sempre Shirou a doverla alzare per dare la risposta corretta perché nessuno dei due era riuscito ad azzeccarla.
Ma, all'infuori dalle competizioni, di solito erano buoni amici, pur riuscendo a litigare anche nella stessa squadra.
Un giorno perché l’altro era troppo lento, un altro giorno perché Atsuya aveva colpito il turchesino con il Bolide o un altro perché Kazemaru si era scontrato in volo con il rosso e gli aveva quasi spezzato in due la Tornado.
 
   «Si! Ho vinto ancora!
»
   «Giuro che appena riniziamo gli allenamenti ti faccio ingoiare un Bolide.»
   «A qualcuno non piace perdere, eh?»
   «Scommetto che hai barato.»
 
Lo sguardo di Shirou ritornò a posarsi su quel sadico gemello in procinto di meditare vendetta per il vincitore della partita.
 
   «Stai tranquillo, Atsuya, è solo un gioco.
»
   «Sempre con questa tua filosofia.»
   «Bhe, ma ha ragione.» Un sorriso di Kazemaru tradì la sua contentezza.
   «Ho deciso. Quando riesco a rimontare su una scopa, il Bolide lo faccio ingoiare a tutti e due.
»
 
Gli altri due risero. Atsuya parlava tanto, ma non avrebbe mai fatto loro del male, soprattutto considerando che uno dei due era suo fratello.
Poi gli occhi del rosso si posarono fuori.
 
   «Ragazzi! Manca poco!
»
   «Oh, è vero! E’ meglio se ci cambiamo.»
 
Il panorama fuori dai finestrini stava lentamente inselvatichendo, i prima boschi diventavano la selva caratteristica attorno al castello.
Nelle cabine i ragazzi iniziarono a prepararsi.
Ormai il profilo del castello si stava delineando in lontananza e tutti stavano tirando giù i bagagli, pronti per un nuovo anno scolastico.
Quando ormai tutti erano cambiati e pronti a scendere, un cigolio risuonò per tutto l'Hogwarts Express, che si fermò in uno sbuffo di fumo.
Lentamente, tutti gli alunni che prima ingombravano le cabine scesero dal treno per disperdersi verso la scuola.
Quelli del primo anno si stavano dirigendo verso Hagrid che agitava la mano per farsi notare, anche se data la sua mole non era decisamente necessario.
Tutti gli altri salirono sulle solite carrozze muffite che si muovevano senza un animale che le trainasse, spinte da una forza invisibile.
 

«Bene, fratello, inizia un nuovo anno.»

 

   _    _   _  _ ___________________________________________________________________________________

Finalmente ho finito :'DD
Probabilmente mi è venuto più difficile ristendere il capitolo dopo tanto tempo che non lo riguardavo, che scriverlo tutto da capo, magari con qualcosa di diverso ùvù
Ma non lo volevo lasciare in quello stato pietoso, ora che ho deciso di finire la Long.
Grazie a tutti quelli che hanno letto/riletto ♥
Vi prego di leggere anche il resto, se lo trovate interessante, e fregatevene se  fino al capitolo 4 (?) sono robe risalenti a quasi un anno fa :'DD
Ristenderò presto anche gli altri capitoli, promesso.

Coomunque .u.
Da come saprete, ci sono quattro Case: Grifondoro, Serpeverede, Corvonero  e Tassorosso.
La nostra cara HiroMido è Grifondoro;
Suzuno e compagnia bella sono Serpeverde;
I due gemellini e Kazemaru sono Corvonero.
Dei Tassorosso ci saranno solo comparse, penso.
Comunque non appariranno solo loro come personaggi, ovvio .u.
Ma questo l'avete già capito leggendo l'introduzione (?).

Io vado, tanto amore per le persone che hanno sopportato fino a qui ♥
Deb.

 

   
 
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