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Autore: Popnis    09/07/2011    3 recensioni
In una giornata invernale, dopo l'ennesima punizione, Lily e Scorpius decidono di passare un attimo della loro giornata insieme, seduti su una panchina sotto la neve, sconvolti dalle emozioni contrastanti che provano dentro.
Per Scorpius Lily è proebita. Per Lily Scorpius è in nemico.
Quanto a lungo potranno ancora ingannare sé stessi?
Pop
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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E tu non senti freddo?







Erano seduti lì, su quella panchina, e attorno a loro non c’era nient’altro che il bianco della neve e il freddo invernale. Questa volta la punizione era durata poco, e i due ragazzi non avevano la minima intenzione di tornare al castello per raccontare ai loro amici quale enorme fatica era stata dar da mangiare all’unicorno ferito di Hagrid o di sfottersi a vicenda l’una alle spalle dell’altro.
Nel più totale del silenzio si erano recati insieme nel giardino innevato e si erano seduti insieme sulla panchina ghiacciata. Poi Lui si era acceso una sigaretta, senza dire una parola, e Lei era rimasta a guardare il fumo che usciva dalla sua bocca e si andava poi a disperdere nell’aria gelida di Dicembre. E tutto questo nel più totale silenzio.
Quella mattina c’era qualcosa che non andava, si era detta la ragazza appena aveva aperto gli occhi. Il giorno dopo sarebbe stato Natale, il primo Natale che non passava in famiglia, e dopo poco si era resa conto che anche Lui avrebbe trascorso la vigilia ad Hogwarts. Poi era scoppiata, come al solito, l’ennesima lite, e non si ricordava minimamente da cosa era scaturita. Poi la punizione e in fine la silenziosa richiesta di entrambi di passare del tempo insieme.
Arrossì, e si diede dell’idiota, perché Lui non avrebbe mai voluto passare del tempo con Lei. Lui poteva avere tutte le ragazze della scuola e, ne era certa, più o meno le aveva avute tutte; di certo non desiderava proprio Lei, quella stupida mocciosa con la quale non faceva altro che azzuffarsi. Che poi era sempre Lei, in fondo, che se la prendeva con Lui, e non riusciva a spiegarsi il perché. Però in quel momento non aveva la minima intenzione di attaccarlo. Stava bene lì, in silenzio, sola con Lui.
In quel momento ricordò che era da un po’ che si chiedeva come sarebbe stato stargli vicino senza litigare.
Ecco, era proprio così, ed era… bellissimo.
Era bellissimo percepire la sua presenza accanto, sentire il suo odore, il rumore del suo respiro. Era bellissimo poterlo guardare senza che nessuno potesse vederla e farle imbarazzanti domande. Era bellissimo stare lì con Lui, ed averlo tutto per sé.
Si diede nuovamente della stupida, e infilò le mani ghiacciate tra le cosce nude, lasciate scoperte dalla gonna, per riscaldarle.
Intanto Lui, dopo aver aspirato un’ultima volta, gettò via la sigaretta che era ancora a metà, ed espirò piano il fumo dalla bocca. Lei guardò ancora la nuvola grigia infrangersi e scomparire nell’aria gelida e poi, mentre guardava in alto, un puntino bianco che lento scendeva verso il basso attirò la sua attenzione. Presto al primo fiocco di neve se ne unirono altri e cominciò a nevicare, piano, però, non come nevicava solitamente.
Una pallina di ghiaccio cadde sulla sua gamba e si squagliò. Percepì un brivido di freddo che le percorse meschino tutta la schiena e terminò sotto la nuca facendola rabbrividire ancora di più. Si tirò il cappellino di lana un po’ più giù e si maledisse per non aver indossato qualcosa di più pesante. Non aveva nemmeno la sciarpa, quel giorno, e stava morendo di freddo.
Si guardò le mani, più bianche del solito, gelate come due tocchi di ghiaccio e screpolate sulle nocche per il freddo. Doveva cercare i guanti appena tornata in camera, e anche della crema per le mani.
Poi si girò verso il ragazzo che le sedeva accanto e lo trovò a fissare il vuoto, incurante del suo sguardo. Diversamente da Lei, Lui, non sembrava aver freddo, anzi, sembrava dannatamente a suo agio in quell’aria gelida e tra quei soffici fiocchi di neve. Sembrava proprio fatto a posta per l’inverno, Lui.
Con i suoi capelli chiari, quasi come la neve, la sua pelle candida e sempre perfetta, i suoi occhi così intensi, spettacolari, tra l’azzurro e l’argento, così magnetici, così simili al cielo offuscato invernale, così dannatamente… freddi. Tutto di lui emanava freddezza, non solo il fisico, anche il carattere raggelava le persone; e poi la voce, inespressiva, distaccata, indifferente… così fredda.
Era un brivido continuo guardarlo. Ma Lei continuava a farlo, persa nella sua testa, incurante del febbrone che le sarebbe venuto dopo averlo studiato così tanto.
Ad un certo punto si chiese come sarebbe stato toccarlo. Era strano, sì, ma Lei non lo aveva mai fatto e, nonostante il desiderio continuo di sentire il contatto con la sua pelle, temeva che fosse congelata come il ghiaccio. Rabbrividì ancora a quel pensiero.
Improvvisamente Lui si voltò per guardarla, e il nocciola degli occhi di Lei incontrò le sue iridi tremendamente gelide e straordinarie. Per l’ennesima volta si lasciò cadere nella profondità del suo sguardo. Trattenne il fiato e lasciò che il suo corpo si ghiacciasse sotto la vista fredda e impassibile di Lui. Lasciò che la studiasse, come mai prima di allora. Si sentì nuda mentre i suoi occhi chiari la scrutavano attenti, e dove passavano, sentiva come se la toccassero, procurandole mille brividi freddi e una dolorosa scia di ghiaccio che bruciava come nulla al mondo.
Non l’aveva mai guardata così intensamente, e Lei si chiese se fosse quello lo sguardo che rivolgeva alla ragazza che voleva portarsi a letto. No, non ci voleva pensare. Distolse lo sguardo e l’alchimia finì. Finì, come del resto ogni volta, e ogni volta Lei si spingeva sempre un po’ oltre: lasciava che Lui la guardasse sempre pochi secondi in più, gli permetteva di farla rabbrividire sempre un po’ di più, si lasciava libera di vagare nei suoi occhi limpidi sempre un po’ di più. Ma poi finiva tutto, e si tornava alla realtà.
Lei si chiese che cosa avrebbe provato se lo avesse lasciato fare, se si fosse lasciata toccare, se Lui si fosse lasciato toccare. Forse sarebbe stato come immergersi nell’acqua ghiacciata, pensò, e si ricordò di quando, il primo anno che giunse ad Hogwarts, era caduta nel Lago Nero mentre era ghiacciato perché proprio Lui l’aveva spinta. Era stata un’esperienza così terribile che, appena uscita dall’acqua, era svenuta. Quando poi si era svegliata lo aveva trovato lì, accanto a Lei, preoccupato, e le aveva chiesto, con una voce così dispiaciuta che non sembrava neanche la sua, di perdonarlo. All’inizio aveva pensato che Lui stesse scherzando, ma poi, guardandolo negli occhi, aveva scoperto che non mentiva e lo aveva perdonato, raccontando in giro che nel lago era caduta accidentalmente, per non farlo espellere. Lei era stata poi così stupida da pensare che il loro rapporto sarebbe mutato, che sarebbero diventati amici, ma tutta la magia si era infranta un paio di settimane dopo l’incidente, quando si era creato il primo vero e proprio fan club per Lui e Lei, indignata, aveva ricominciato la lotta continua.
Ed in quel momento era là, desiderosa di poterlo toccare, di poter godere del suo sguardo, ma temendo la freddezza che sembrava far parte di Lui.
Per un periodo Lei aveva pensato che fosse così solo in sua presenza ma poi, chiedendo in giro, aveva scoperto che Lui era proprio così con tutti, e in realtà ne era stata anche felice.
Si girò nuovamente verso di Lui, giusto un attimo per vedere se la stesse ancora guardando, come se non lo sapesse, e sì, lo stava facendo. E la stava facendo morire di freddo, per altro.
Se non voleva entrare in ipotermia non lo avrebbe dovuto guardare negli occhi, si disse, e così fece. Ma guardò nel punto più sbagliato.
Socchiuse la bocca un po’ sbalordita notando quel dettaglio che fino ad allora non aveva colto: in tutto quel candore, quel gelo, quella freddezza, risplendevano calde e rosse le sue labbra e Lei si chiese se fossero realmente calde, come sembravano essere, in contrasto con il gelo tipico di Lui.
Desiderò quindi toccarle, o almeno sfiorarle, e nemmeno se ne accorse quando si ritrovò così vicina a Lui da poterlo fare. D’altro canto Lui non aveva accennato a muoversi e, fermo come una statua, aveva lasciato che Lei si avvicinasse. Un bagliore di sorpresa passò veloce nei suoi occhi chiari notando la ragazza così presa a fissare le sue labbra.
Piano e senza neanche capirlo, come si era avvicinata, poggiò la sua bocca socchiusa sulle labbra morbide di Lui e un brivido diverso dal solito percorse il suo corpo. Un bacio casto, come se fosse stato sulla guancia, o sulla fronte, nulla di più, ma non per loro due. Durò poco, pochissimo, giusto il tempo che Lei capisse che diavolo stesse succedendo. Si scostò brusca, spaventata, rendendosi conto di ciò che aveva appena fatto. Arrossì e sentì gli occhi pizzicare. Il suo sguardo impaurito, confuso venne subito catturato da quello impassibile di Lui e si accorse di star piangendo solo quando le lacrime che le scendevano sulle guance si congelarono per il freddo, provocandole un fastidioso bruciore.
Lui non lasciava trapelare mai nulla delle sue emozioni. Mai. Ma era rimasto sbigottito quanto lo era Lei di quel gesto così improvviso e… desiderato. Perché Lui non lo avrebbe mai ammesso, ma quelle dannate labbra rosse, piene, morbide, le aveva desiderate sin dal primo momento che le aveva viste. E così era stato per la proprietaria.
Ma no, era sbagliato, non era giusto, era proibito. Sì, Lei era proibita. Era proibita per tante, troppe, stupide ragioni. Era proibita per il suo cognome, per suo padre, per i suoi fratelli, per la sua casa, per il suo sangue, per la sua parentela, per i suoi occhi, per la sua pelle, per le sue dita, per le fossette che le uscivano sulle guance quando rideva, per i capelli così rossi, per le sue gambe, per il profumo e il modo di parlare, per la sua voce, per la camminata e le scarpe da ginnastica rosse sotto la divisa, per la sua limpida risata, per la luce nei suoi occhi, per il vizio di mordersi le labbra, per il semplice ed unico sorriso che avrebbe scaldato il cuore persino a chi un cuore non lo aveva. Per questo e mille altre ragioni Lei era proibita.
Ma si sa: si desidera sempre e solo ciò che è proibito, no?
La guardò ancora, fisso, cercando di apparire più distaccato possibile, ma dentro di Lui il suo cuore pulsava come mai prima di allora e il suo corpo fremeva per un nuovo ed emozionante contatto.
Calò un freddo silenzio, come se tutto di per sé non fosse già abbastanza freddo. Nessuno dei due osava respirare, per paura di infrangere un’atmosfera così fragile e delicata, ed entrambi maledicevano ogni minimo fiocco di neve che, cadendo al suolo, li faceva distrarre e agitare pensando che quell’impercettibile rumore potesse rompere tutto. Non si rendevano conto che tutti i loro sensi erano in subbuglio, che un singolo fiocco di neve non sarebbe bastato a ridurre in pezzi quell’atmosfera di stasi, che il vento non sarebbe riuscito a portar via l’essenza di quel momento, che il freddo non avrebbe congelato le loro anime calde e folli che si rivoltavano nei loro corpi, desiderose di unirsi, di gridare, di correre, di piangere, di vivere.
Una domanda, una sola, vorticava nella mente di Lui. Non capiva. Non sapeva. Per Lui era infattibile una cosa del genere. Sì, aveva valutato tante, troppe, volte quell’ipotesi, ma aveva decretato che fosse categoricamente impossibile. E allora perché? Perché quella dannata ragazza doveva rovinargli la vita in quel modo? Perché era così importante starle vicino senza approfondire il rapporto? Perché non ne poteva più di litigare con Lei? Perché? Perché non si era mai sentito così prima di allora?
E lo doveva sapere, perché Lui sapeva tutto, non gli importava se questo voleva dire spezzare quel controverso rapporto che si era creato tra di loro. In realtà gli importava, eccome, ma non ce la faceva proprio più: quella ragazza gli stava logorando la vita un pezzetto alla volta, tutti i giorni, tutti gli anni, e Lui doveva fermarla assolutamente.
Fu devastante come non mai sentire la sua voce dopo tutto quel silenzio, e inizialmente le risuonò nella testa come un eco. Le parole gli uscirono calme, composte, fredde come al solito, ma nella sua voce fece trapelare una parte del suo turbamento, e questo non le sfuggì.
-Perché lo hai fatto?- chiese Lui, e Lei sussultò. Arrossì violentemente e trattenne l’aria nei polmoni, poi espirò piano e le sfuggì un singhiozzo, che represse con un acuto gemito.
-Io… ecco…- balbettò, confusa. Perché lo aveva fatto? Non era abbastanza palese? No. Non lo era. Per Lui nulla era mai sufficientemente ovvio. Cercò quindi di calmarsi, e respirò a fondo. Le sfuggì nuovamente un singhiozzo, ma stavolta non lo nascose, occupata com’era a cercare di mettere in ordine le idee.
-Volevo… Io… È che… sembravano calde, volevo sentirle. Sembra sempre tutto freddo in te… Ma… Sembravano… calde…- farfugliò ancora, distratta, veloce, confusa. Le lacrime ormai scendevano a fiotti, non riusciva a controllarle, e si mescolavano ai gelidi fiocchi di neve che le atterravano sul volto. Faceva freddo, sì, e anche tanto, ma Lei non ci badava più, era solo attenta ad ogni minimo gesto di Lui. Pronta a scappare, a ridere, a piangere, ad urlare. Era pronta a tutto… ma questa era una bugia.
Si sentì scrutata ancora dagli occhi chiari di Lui. Rabbrividì, ma non le importava. Singhiozzò ancora, ma non le importava neanche questo. Non si sentiva più le mani, ma questo era il minimo: non si sentiva neanche le gambe, le braccia, la testa, non aveva più il controllo di nulla, né degli occhi, che continuavano a lacrimare imperterriti, né della mente, che faceva frullare nella sua testa mille ricordi e emozioni provate; l’unica cosa su cui riusciva a concentrarsi era l’irregolare battito del suo cuore, e di certo questo non l’aiutava a calmarsi.
Raggelò e tremò ancora quando Lui parlò di nuovo, lasciandola di sasso. L’alito caldo, a contatto con l’aria gelida, procurava nuvolette bianche ad ogni sbuffo.
-E lo erano?- sussurrò in un soffio gelato Lui.
L’aria le si ghiacciò nei polmoni, e raggelò dentro, tremando come una foglia. Si perse di nuovo negli suoi occhi enigmatici mentre Lui si avvicinava.
Scorpius le sfiorò le labbra fredde e Lily riuscì a sussurrare un flebile “Si”, prima che la sua bocca venisse catturata in un nuovo, caldo bacio.








~Angolo dell'autrice:

Che dire? Eccoci qui con una nuova, più malinconica ma anche più in là con il tempo, LilyxScorpis. Sono TROPPO innamorata di questa coppia, decisamente TROPPO, e la mia mente delirante li immagina in tutte le più probabili e improbabili situazioni e con tutti i più probabili e improbabili caratteri.
Qui troviamo una Lily decisamente più matura ma con ancora sulle spalle il suo lato infantile e il ricordo dell’infanzia che, quasi perennemente, rivela la sua frustrazione del rapporto tanto conflittuale tra lei e Scorpius. D’altra parte, il rampollo Malfoy, vede la sua miglior nemica come qualcosa di severamente vietato da toccare o possedere tanto ché, come si addice ad un vero ragazzaccio, la anela ma cerca di combattere questo suo sbagliato desiderio; lui è decisamente più freddo rispetto al mio immaginario ma ho voluto paragonarlo proprio all’Inverno, mentre lei è più birichina e vivace, un po’ come l’Estate, e più che altro è lei che cerca sempre la scusa per litigare, proprio perché desidera un rapporto (di qualunque genere esso sia) con Scorpius.
Difficili, differenti, totalmente opposti, si legano perfettamente e coincidono in tutto e per tutto, ognuno con il proprio carattere, chi freddo e scostante, chi frizzante e accogliente.
Spero che abbiate gradito tutti questa one-shot e vi ringrazio di cuore anche solo per aver dedicato un attimo del vostro tempo a leggerla.


Prendo l’occasione di ringraziare le ragazze che hanno recensito l’altra mia fic sempre su questa coppia ma in versione infantile (Goldiemalfoy, Ariel_Malfoy, S h i okaze, e small e Gnam_Gnam), le sette che hanno messo la storia tra le preferite, le dodici che l’hanno messa tra le ricordate e le tre che l’hanno messa tre le seguite. In più un grazie anche a iceathena che mi ha messo tra gli autori preferiti! :)
Un bacio grande

Pop

   
 
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