Remember to watch the moon.
“Isabella,
fatevi coraggio. Vedrete che Edward sarà presto a casa con voi, e il vostro
piccolo miracolo!”.
Due
donne dagli abiti ricamati e lussuosi stavano sedute in veranda a parlare,
cercando di non far emergere la loro preoccupazione.
Quello
che parlò per prima, era una donna di venticinque anni, molto magra e dai
tratti raffinati, con capelli lunghi sciolti sulla schiena del colore della
pece, e due occhietti grigi sempre vispi.
La
seconda, stava seduta in posizione eretta, con quell’evidente pancia in bella
mostra: ne era orgogliosa, quella creatura che aveva in grembo, era stata tanto
agognata e voluta che rendeva la donna ancora molto forte d’animo, anche con
l’assenza del marito.
Quella
donna con cui parlava era la cognata, Alice Masen in Whitlock, sposata con un
generale di prim’ordine e da cui aveva avuto ben tre figli: due maschi e una
femmina.
Tutte
e due erano ansiose, perché avevano rispettivamente un fratello e un marito
laggiù a combattere al fronte, non ricevevano più lettere e ogni giorno si
facevano forza a vicenda.
Passavano
i mesi e non si sapeva nulla, l’ansia della famiglia Masen cresceva, poi un
giorno d’estate, arrivò finalmente una lieta novella: Isabella aveva dato alla
luce Emilie Masen, una bambina tanto rassomigliante al padre come nessuno mai,
fatta eccezione per gli occhi del colore del cioccolato fuso.
La
nascita di Emilie portò la felicità tra i membri della famiglia, ma ben presto
la mancanza di Edward s’iniziò a risentire.
Poi finalmente una lettera da Edward.
Amore
della mia vita,
Sono
sicuro che sarai in pensiero e di questo mi pento poiché non ho avuto mai il
tempo di scriverti, mi dispiace.
La
vita qui al fronte è faticosa, e non si sa quali sorprese o pericoli ci siano
ad attenderci, bisogna tenere duro e stringere i denti, e a me viene spontaneo
perché so che a casa ho una bellissima moglie gravida di un bambino frutto del
nostro grande amore.
Ma
voglio lo stesso dirtelo Bella: domani è il giorno dello scontro finale, e
voglio che tu, Alice, e tutta la famiglia stiate riuniti, che vi divertiate e
che non pensiate a me, ve lo chiedo per favore.
Ogni
sera guardo quell’oggetto splendente nel cielo e mi ricorda te: così grande,
forte e luminosa, e soprattutto la paragono a te perché per me è la luce
nell’oscurità, così affascinante e ammaliante che ridesta nella mente sogni
d’amore.
Tu,
Isabella Swan Masen, sei la luce nel mio mondo, e il tuo viso, la tua risata e
le tue labbra sono la cosa che più mi mancano in questo deserto di guerra.
Ti
amo tanto, tuo per sempre,
Tuo marito,
Edward.
La
giovane donna prese in braccio la piccola Emilie e con la lettera stretta al
petto, si recò a casa Masen.
Fece
leggere la lettera e tutti tirarono un sospiro di sollievo perché c’era ancora
la speranza.
Il
giorno seguente, verso l’ora di cena, alla radio annunciarono la fine
definitiva della Guerra e che i soldati sarebbero presto tornati alle loro
famiglie.
Quella
sera anche i Masen fecero festa.
Dopo
tre giorni Isabella vide arrivare verso casa sua un fattorino e aprì la porta
di casa con le lacrime agli occhi.
Era
un telegramma dal Ministero della Guerra. Edward Masen disperso.
Il
dolore della donna, era evidente; nessuno poteva sapere cosa fosse accaduto al
suo amore e ogni giorno, dopo aver messo a dormire Emilie, si coricava nel letto
matrimoniale, si rigirava dalla parte vuota e incominciava a piangere
istericamente.
Passò
il mese, e non ci fu giorno in cui Isabella non versasse lacrime di dolore
fissando la foto del suo matrimonio: lei in abito da sposa e il suo amore in
divisa, era incredibilmente bello.
Il
14 Novembre la famiglia era di nuovo riunita come ogni domenica davanti ad un
pranzo succulento e prelibato, ma nessuno aveva voglia di mangiare.
Qualcuno
bussò alla porta, e la domestica si accinse ad aprire con ancora il vassoio in
mano.
Un
rumore di cocci frantumato.
Isabella
si alzò in piedi, mentre Elizabeth e Alice si limitavano a dare dell’incompetente
alla domestica.
La
giovane donna dai capelli boccolosi si avvicinò alla porta timorosa, e quando
vide chi era si dimenticò delle buone maniere per una signora.
“Edward!”
urlò.
E
quando marito e moglie si riabbracciarono un sorriso spuntò sul loro viso,
sulla porta si accalcarono i Masen che tutti contenti avevano lacrime di gioia
nei loro occhi, accolsero Edward con un caloroso abbraccio.
Tutti
guardavano Bella e sorridevano, e si vedeva nella giovane molta felicità e
amore, come se quei mesi non fossero mai esistiti.
Isabella
prese per mano il suo amato e lo portò in salotto, dove sul divano
giocherellava Emilie con la domestica.
Non
ci fu bisogno di dire nulla perché l’uomo prese in braccio la bambina e la fece
girare in aria guardandola come se avesse tra le mani un tesoro.
Si
abbracciarono di nuovo con la piccola teneramente appoggiata al petto di
Edward, e loro labbra erano ad un centimetro di distanza le une dalle altre
quando…
“Ti
amo”
“Ti
amo”
La famiglia era
riunita, e il loro amore più forte che mai.