Promise.

Onew chiuse gli occhi, respirò profondamente e cercò di calmare il battito del cuore. Sentiva la testa girare e le gambe tremare. Si sdraiò sul letto, mordendosi le labbra e cercando di trattenere le lacrime. Sentiva un nodo alla gola e gli occhi gonfi. Contò uno, due, tre provando a non piangere ma non ce la fece. Cercò, nel buio, un pacchetto di fazzolettini per asciugarsi il naso: fortunatamente era da solo in quella camera d’albergo. Si soffiò il naso e col palmo della mano asciugò le lacrime, inutilmente perché quelle non volevano proprio smettere di scendere.

Era innamorato, ecco il problema. Problema, sì, perché il suo non era un amore corrisposto, anzi, la persona in questione aveva già un ragazzo. E questa cosa lo uccideva, letteralmente. Vederli insieme, vederli scherzare insieme gli faceva tremendamente male. Sentiva ogni volta un peso sul cuore, un enorme peso, grande come un macigno, schiacciargli il petto. Cercava di non far notare questo suo disagio, sorridendo goffamente. Tanto lui era quello buffo del gruppo, no? Chi avrebbe mai notato che quello buffo stava in realtà soffrendo? Nessuno.

Prese un altro fazzolettino e si asciugò nuovamente il naso. Poi abbassò la testa, prendendosela tra le mani. Ma chi gliel’aveva fatto fare di innamorarsi di Taemin? Lo sapeva che era una cosa sbagliata, che il maknae già stava con Minho. Ma non c’era stato niente da fare, in fondo al cuore non si comanda no?

Il fatto era che lui Taemin lo amava proprio. Avrebbe giurato su qualsiasi cosa che il suo era vero amore. Amore di quello puro, cristallino. Lo amava perché era carino, perché era dolce, perché era una persona stupenda. Lo amava perché era Taemin, punto. Ogni volta che lo vedeva avrebbe voluto gridargli tutto il suo amore, magari aprendo le braccia e poi stringendolo forte, come fa un bambino con il proprio peluche preferito. Poi gli avrebbe sussurrato ad un orecchio che non l’avrebbe lasciato mai, nemmeno tra un milione di anni. Avrebbe preso il suo viso tra le proprie mani, grandi, e poi lo avrebbe baciato con tutta la dolcezza del mondo. Non lo avrebbe lasciato mai, mai, nemmeno per un minuto.

Che stupido, pensò, io non posso fare queste cose, non posso. E non potrò mai.

Alzò la testa, e accese la luce. Si guardò allo specchio: era orribile. Naso rosso, occhi gonfi. Sorrise, ridendo di sé stesso e per come era ridotto.

Spense la luce, perché non poteva proprio vedersi in quelle condizioni. E ripensò a quello che aveva detto a cena a Taemin, prima di correre in camera. “Promettimi che rimarremo amici per sempre” gli aveva detto. L’altro si era limitato a rispondere “Onew Hyung ma cosa dici? Ovvio che lo saremo!” e poi aveva sorriso, come faceva sempre con gli occhi che diventavano piccoli piccoli e gli angoli della bocca fino alle orecchie! Era un sorriso enorme, di quelli che ti riempiono di gioia. Onew amava quei sorrisi. Taemin era troppo innocente per capire il vero senso di quella frase. Promettimi che rimarremo amici, che non mi lascerai. Promettimi che mi amerai come ti amo io. Questo avrebbe dovuto capire.

“Per favore non lasciarmi mai” sussurrò Onew al silenzio della sua stanza. Poi cominciò a singhiozzare, liberando i polmoni e lasciando uscire tutte le lacrime possibili. Pianse per un ora buona, poi finalmente si addormentò, sperando di sognare Taemin. Almeno nei sogni voleva essergli vicino.

Il suo ultimo pensiero, prima di cadere tra le braccia di Morfeo, fu che un amore, anche se non corrisposto, è comunque amore.

Non è vero questo, Taemin?