Autore:
Airo-pearl sul forum, Koisha Sokujo su efp.
Titolo: Ace’s
love
Genere: fluff, generale, romantico.
Personaggi (a parte Ace): Rufy,
nuovo personaggio.
Tipologia
(one shot, long, ecc): one-shot.
Avvertimenti: het, what if?
Paring (se presenti): AcexNuovo personaggio.
Note: dal punto di vista cronologico l’ultima parte della storia si svolge nei due anni seguenti la scomparsa di Ace. Essa non è contemplata ma era giusto farlo presente. Inoltre, il Nuovo Personaggio è spudoratamente ispirato a Coco di “Mermaid melody”. Fare un cross-over era troppo complicato, almeno per me.
Ace’s love
Dodici anni prima.
Nel
villaggio
di Foosha vi era la solita calma piatta. Il sole splendeva radioso, il
mare
accarezzava la riva con le sua morbide onde e la pace regnava sovrana.
Almeno
questo in apparenza. Accanto alla spiaggia vi erano due bambini intenti
a rincorrersi
ed a combattere con bastoni di legno. Giochi piuttosto particolari per
dei
bambini della loro età.
<<
Un
giorno diventerò il “re dei pirati”!
>> disse il più piccolo tentando un
breve affondo che però venne facilmente evitato. Allora si
lanciò in una specie
di corpo a corpo gettando per aria l’arma.
<<
Come
no! >> lo schernì il ragazzino più
grande. << E io diventerò un
ammiraglio della marina. >> schivò il colpo
del fratellino gettandolo a
terra e bloccandolo col proprio corpo. << E tu vorresti
diventare il “re
dei pirati”? Ne hai di strada da fare. >> rise
dalla sua postazione, ovvero
seduto sopra la schiena di Rufy.
<<
Lo
diventerò invece, vedrai! Ora alzati e combatti.
>> il sorriso Ace
aumentò ma si modificò una piega interrogativa
quando udì un:
<<
Ehi!
>> anche il fratellino voltò il capo verso
sinistra e notò una persona n
lontananza che correva verso di loro.
<<
Coco!
>> la chiamarono insieme felici di vedere la loro unica
amica. Lei aveva
i capelli biondi, lisci e dritti sino a meta schiena. Gli occhi erano
dello stesso
colore e la pelle era rosata. Al collo portava un ciondolo a forma di
conchiglia.
<<
Finalmente vi ho raggiunti. Potevate anche dirmelo prima che venivate
in
spiaggia a giocare. >> la piccola gonfiò le
guance con espressione
contrariata.
<<
Veramente ci stavamo allenando. >> le fece presente Ace
aiutando l’altro
ad alzarsi da terra.
<<
Infatti, non sono cose da bambini. E poi tu sei lenta. >>
si spolverarono
gli abiti curandosi poco della nuova venuta.
<<
E’
vero, sono più lenta e debole di voi. Però in
acqua sono imbattibile. Vi ho
sempre sconfitto. >> preciso senza vanto ma con vena
polemica.
<<
Questo
è vero. >> puntualizzò a sua volta
il piccolo. <<< Ma solo perché
io non posso nuotare. >>
<<
Senza
contare che tu sei una sirena. >> a quel punto Coco
puntò l’indice verso
di loro e li bloccò.
<<
Non
una sirena qualsiasi. Io diventerò la prima sirena pirata al
mondo! >> disse
con aria raggiante e convinta. Rufy, entusiasta per natura, si
unì subito a
lei.
<<
Io
invece sarò il “re dei pirati”!
>>
<<
Sì!
Faremo grandi cose. >> la bambina rise felice, lei e il
nipote di Garp
avevano sempre sognato in grande. Avevano grandi aspirazioni per il
futuro e le
avrebbero realizzate a qualunque costo. << E tu, Ace? Chi
diventerai?
>> lo guardò con una bellissima luce negli
occhi. Anche se il ragazzino
non l’aveva ancora capito lei provava una forte simpatia per
lui.
<<
Io
diventerò un grande pirata e basta. >>
<<
Solo
questo? >> domandò perplessa. Per tutta
risposta il sorriso sul volto di
Ace si accentuò.
<<
Certo
che no. Sto facendo da guardia ad un futuro re dei pirati che non sa
nuotare ed
a una sirenetta lenta come una lumaca. Meriterei un premio per il mio
impegno.
>>
<<
Ace!
>> lo chiamarono a gran voce i due bambini facendolo
ridere enormemente.
Amava la sua vita ed amava loro due. Il suo fratellino e la sua
migliore amica
erano le due persone più importanti al mondo.
Due anni prima.
Ace
si sentiva
fortunato, estremamente fortunato. Aveva scampato la morte per un
soffio. Suo
fratello l’aveva salvato da Marineford e da
un’ingiusta condanna. Erano passati
due mesi e lui aveva ripreso il largo come se niente fosse. Non era da
lui
rimuginare in un letto d’ospedale. Infatti Ora si trovava in
un bar a tracannare
birra a spese di alcuni suoi compagni.
<<
Alla
salute! >> li senti gridare da vicino al bancone. Sorrise
per la loro
consueta allegria, quanto gli erano mancati nella sua breve prigionia.
<<
Ace?
Sei tu, Ace? >> sentendosi chiamare si voltò.
Si stupì non poco nel
trovarsi di fronte una bellissima ragazza. Capelli biondi, pelle rosata
e un
seno prosperoso. Per un attimo rimase perplesso non capendo chi fosse
poi, notò
una catenina con un ciondolo dorato a forma di conchiglia, e tutto gli
fu chiaro.
<<
Coco!
Quanto tempo è passato. >>
<<
Puoi
ben dirlo! >> la ragazza rise allegra. <<
Ti trovo bene, speravo di
rivederti, sai sono stata molto in pensiero per te ultimamente.
>> il
sorriso rimase al suo posto ma il ragazzo vide nelle
profondità dei suoi quanta
angoscia doveva aver provato per lui.
<<
Mi
dispiace, riesco sempre a farti preoccupare. >>
<<
Nessun
problema, l’importante è che tu stia bene.
>> si accomodò accanto a lui senza
spettare un invito.
<<
Una
birra? >>
<<
Si,
grazie. >> mentre la ragazza beveva Ace si prese tutto il
tempo per
osservarla. Fisicamente era cresciuta e in meglio, indossava un top
giallo con
un pantalone dello stesso colore con cintura e scarpe arancioni.
<<
Questo colore ti ha sempre donato. >> alzò il
suo boccale come a voler
brindare.
<<
Be,
dopotutto sono una sirena dalla coda gialla, che ti aspettavi?
>> lo
rimbeccò scherzosamente. Poggiò il mento sul
dorso della mano e si mise ad
ammirarlo con calma. << Sei cambiato Ace.
>> disse solamente.
<<
In meglio
o in peggio? >>
<<
Tutte
e due. >> rispose stando allo scherzo.
<<
Di un
po’, cosa hai fatto in questi anni? >> lui era
partito da Foosha tre anni
prima e non aveva più ricevuto sue notizie. Sapeva solo che
si era unita ad una
banda di donne pirata, poi più nulla.
<< Allora? >> la incoraggiò
visto che non sembrava propensa a
parlare. Lo sguardo della ragazza era stranamente triste ma, prima che
Ace
potesse farsi una qualunque domanda, essa riprese il suo solito buon
umore.
<<
Niente
di che. Mi sono unita alle “Mermaid sisters” e sono
rimasta con loro per pochi
mesi. Sfortunatamente le nostre idee erano troppo diverse.
>> prese un
sorso di birra e tenendo lo sguardo basso proseguì:
<< Ho cercato delle
sirene disposte ad unirsi a me, ma hanno troppa paura. Purtroppo noi
siamo
ricercate come l’oro e temono di finire a una di quelle
disgustose aste per i
nobili mondiali. >> strinse il bicchiere con un certa
rabbia per il solo
pensiero.
<<
Capisco. >> poggiò il boccale sul tavolo.
<< Usciamo? >> le
chiese. I suoi compagni avevano appena dato vita ad una rissa ed era
meglio
levarsi dai piedi prima che la cosa degenerasse. Non che lui avesse
problemi su
questo, tutt’altro, ma non voleva coinvolgere la sua amica in
queste cose.
<<
Certo.
>> uscirono all’aria aperta della sera. La
frescura della notte era un
toccasana per chi come loro solcava il mare ed era in costante balia
del sole.
<< Che meraviglia! >> Coco si
stiracchiò con tutta calma prima di
sedersi su uno sprazzo erboso e perdersi ad ammirare le stelle. Ace si
stese
portando le mani dietro la testa in una posa di totale relax. Restarono
in
silenzio per alcuni minuti ognuno immerso nei suoi pensieri.
<<
Che ti
succede? >> le domandò ad un certo punto.
<<
Cosa?
>> la domanda la prese alla sprovvista.
<<
Non sei
la solita Coco tutta sole e allegria. Ti vedo abbattuta.
>> la ragazza
sorrise lievemente chiudendo gli occhi per un attimo..
<<
E così
te ne sei accorto? >> sospiro e la sua espressione
divenne seria.
<< La verità è che non sono
più sicura di riuscire a realizzare il mio
sogno. >>
<<
Mh?
>> Ace inarcò un sopraciglio con fare
interrogativo.
<<
Non
fraintendermi, non vuol dire che abbia smesso di lottare,
tutt’altro. E’ solo
che è difficile combattere da soli. I sogni sono
più belli quando si lotta
insieme. >> pronunciò l’ultima frase
con voce bassa e rosa. Si lasciò
andare all’indietro stendendosi sul manto erboso accanto al
ragazzo. <<
Secondo te, che dovrei fare? >> lui parve rifletterci
seriamente mentre
le rispondeva calmo e placido.
<<
Tu hai
detto una cosa giusta. Se io e Rufy siamo in parte riusciti a
realizzare i nostri
sogni è perché al fianco avevamo ed abbiamo
tutt’oggi dei validi compagni. Per
il momento sei sola ed hai poche risorse, ma vedrai che un giorno
troverai
qualcuno disposto a combattere insieme a te. >>
<
Hai
ragione. >> sorrise dolcemente mentre ritornava a
rimirare le stelle. <<
Tu e Rufy siete eccezionali. >> disse tutto
d’un colpo. Ace la guardò
senza capire, non trovava nulla di così fantastico in
ciò che lui era, anche se
Rufy era davvero un terremoto, in tutti i sensi. << Avete
una ceca
fiducia in voi e nei vostri sogni, siete forti, coraggiosi e gentili.
Sono
felice di essere amica di entrambi. Io vi adoro! >>
confessò in uno
sprazzo di felicità assoluta. Niente e nessuno
l’avrebbe mai allontanata dai
suoi migliore amici, neppure l’immenso e sconfinato mare. Si
rimise in piedi
più agguerrita che mai. << Non
smetterò di combattere, per nessuno motivo
al mondo. Viva la sirena pirata! >> alzò il
pugno destro verso il cielo
per enfatizzare al massimo il suo grido do battaglia.
<<
Vedo
che hai recuperato la tua allegria. >> le sorrise prima
di diventare
serio d’un tratto. << A proposito di questo,
Coco… >> fece una
pausa non ben sicuro della sua idea..
<<
Dimmi.
>> lo osservò curiosa.
<<
Ti andrebbe
di unirti alla ciurma di Barbabianca? >> buttò
lì senza alcun tono in
particolare.
<<
Eh?
>> lo fissò come se avesse di fronte un pazzo.
<< Scherzi, vero? >>
anche se in cuor suo sperava di no.
<<
Affatto. Potresti restare con noi fino a quando non troverai una ciurma
tutta
tua, anche se dubito che riuscirai a separarti da noi una volta
affezionatati a
tutto l’equipaggio. >> ritornò a
sorriderle dal suo posto in basso.
<< Ci stai? >>
<<
Altroché! >> in un impeto di gioia gli si
gettò praticamente addosso abbracciandolo
e schiacciandolo col suo peso. << Grazie. >>
<<
Non mi
sembra il caso di esagerare. >> il ragazzo era contento a
sua volta, gli
piaceva vederla felice e si era sempre impegnato affinché
lei e suo fratello lo
fossero. << Coco? >>
<<
Sì?
>> squittì alzando la testa per guardarlo
negli occhi.
<<
Ti
alzeresti? Non che mi dispiaccia ma qualcuno potrebbe pensar male.
>> la
ragazza, rendendosi conto della sua audacia, si staccò
immediatamente da sopra
il ragazzo.
<<
Scusami
Ace. >> era in profondo imbarazzo. Dimenticava troppo
spesso che ormai
non erano più bambini e che certe dimostrazioni
d’affetto erano facilmente
fraintendibili da occhio esterno.
<<
Di
nulla. >> si alzò in piedi con calma
togliendosi l’erba dai pantaloncini
e dal petto nudo, cosa che non sfuggì alla sirena che
distolse lo sguardo in
preda all’imbarazzo. Non ci aveva fatto caso fino a quando
lui non glielo aveva
fatto notare, ma era cresciuto davvero molto. Non solo nel fisico ma
anche come
persona. Sorrise con tenerezza ripensando alla loro infanzia. Vide il
suo amico
avvicinarsi ed allungare una mano nella sua direzione.
<<
Benvenuta nella ciurma di Barbabianca. >>
<<
Grazie. >> e gli strinse la mano sperando che quello
sarebbe stato
l’inizio di una fantastica avventura.
Presente
Ace
si
stiracchiò tranquillo dalla sua postazione sul fianco della
gigantesca polena
appartenente alla ciurma di Barbabianca.
<<
Sempre
a battere la fiacca, eh? >> si voltò sentendo
quella voce ormai sin
troppo familiare. Sorrise trovandosi di fronte Coco.
<<
Non
c’è niente da fare, dovremmo aspettare ancora un
paio di giorni prima di
raggiungere la prossima isola. >>
<<
La
solita scusa. >> lo rimproverò seria prima di
distendere le labbra nel
suo più bel sorriso.
<<
Non è
una scusa. >> le fece presente. << Vieni
qui. >> allungò una
mano che lei subito prese andando a sedersi sulle sue gambe.
<<
Cosa
c’è? >> gli chiese notando che la
fissava senza proferir verbo.
<<
Niente, ancora non mi capacito di ave sposato una donna meravigliosa
come te.
>>
<<
Come
siamo romantici oggi. >> gli circondò il collo
con le braccia con
espressione languida.
<<
Io
sono sempre romantico. >> avvicinò il suo
volto a quello della moglie,
stavano per scambiarsi un bacio quando udirono una serie di schiamazzi
provenire
dal ponte. << Che succede? >>
domandò senza capire.
<<
Non lo
immagini? >> a parlare stavolta era stato Marco che si
era avvicinato con
la sua solita flemma. << Gli altri stanno giocando con
Rouge. Sono tutti
impazziti da quando è nata quella bambina. >>
<<
Già.
>> il primo comandante si riferiva alla bambina che lui e
Coco avevano
avuto tre mesi prima. Il suo nome era un chiaro omaggio alla sua
adorata madre.
In passato non avrebbe scommesso un solo berry sul fatto che si sarebbe
sposato, ne tanto meno che avrebbe messo su famiglia. <<
Sono proprio un
uomo fortunato. >> sospirò felice.
<<
Almeno
lo riconosci. >> la donna gli schioccò un
bacio sulla guancia.
<<
L’unica cosa che manca è che Barbabianca diventi
il nuovo “re dei pirati” ed
allora sarò, oltre che felice, anche appagato.
>>
<<
Questo
è e sarà sempre il nostro sogno. >>
<<
Giusto.
>> e si baciarono come solo loro due sapevano fare. Alla
fine anche Ace
era riuscito ad avere il suo lieto fine con tanto di moglie e figlia.
Fine
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