Lo guardo, gli sorrido, gli faccio l’occhiolino.
Che è come dire “So long, Watson. It’s been a hell of a journey.”
Perché sì, questo è un addio, lo sappiamo entrambi.
E lui ricambia lo sguardo, sorride a sua volta, solo un pochino, prima di volgere di nuovo lo sguardo al prete.
So long.

‹‹ It was perfect, Rob. Jude, great job you too. Next scene, com-››
‹‹ I-I need five, Guy. ›› rispondo, la voce che maledetta mi trema in gola sulla prima parola. Mi odio.
Il mio amico mi guarda scettico, un’aria esasperata sul viso mentre inclina leggermente la testa verso Jude, a significare un’addizione confermata della quale fortunatamente solo lui è a conoscenza.
Sospiro e scuoto appena il capo, guardandolo negli occhi per provare a trasmettergli almeno un po’ di quella morsa che mi sta bloccando tutto il corpo.
‹‹ Please... ›› aggiungo, e di nuovo la voce mi fotte, incrinandosi a metà strada.
E gli devo fare veramente pena a quel punto, perché annuisce e chiama la pausa, consentendomi di andare.

Cammino veloce, quasi corro, non voglio incrociare sguardi di nessuno, soprattutto non voglio che lui mi fermi, non lo sopporterei. Voglio stare da solo, e basta.
Ma non sono così fortunato, non due volte di fila.
Perché mentre faccio per afferrare la maniglia del mio trailer una mano si poggia sulla mia spalla, e la fragranza che mi prende subito dopo la conosco troppo bene per illudermi.
‹‹ Hey, Robert, what’s wrong? ›› e l’accento inglese mi dà il colpo finale.
Non mi giro verso di lui, anche se so che è un errore non potrei mai reggere i suoi occhi in questo momento, mi priverebbero dell’ultima goccia di autocontrollo di cui dispongo.
‹‹ No-Nothing, Jude, everything’s fine... ›› bugiardo ‹‹ don’t worry… ››
‹‹ It doesn’t seem to me… ››
Sospiro profondamente e mi volto giusto un po’, quel tanto che basta a lasciarmi intravedere l’altra sua mano, protesa forse inconsciamente verso la mia.
‹‹ I... just need to be alone for a couple of minutes, that’s all... ››
‹‹ Alone? ››
Magari davvero non capisce, magari fa solo finta, ma non m’importa in questo momento. Tutto ad un tratto mi volto verso di lui e gli grido contro, il dolore represso e appena portato fuori dalla scena mi colpisce così forte che è impossibile trattenermi un secondo di più.
‹‹ JUST LEAVE ME ALONE, WILL YOU? ››
Mi fissa per una manciata di secondi, gli occhi sorpresi e improvvisamente tristi, e poi lascia cadere la mano che era sulla mia spalla come un peso morto lungo il suo fianco.
‹‹ Sure... ›› sussurra quasi impercettibilmente, ed io mi odio profondamente per ciò che ho appena fatto, non avrei mai dovuto permettere una cosa del genere.
Scappo dentro il trailer e chiudo a chiave la porta senza una seconda esitazione, abbandonandomi contro la sua superficie fredda e lasciandomi lentamente cadere sul pavimento, stringendomi nelle ginocchia.
Respiro a fondo per tentare di calmarmi e tutto quello che entra nelle mie narici è il suo odore.
O meglio, il nostro.
Il mio e il suo mischiati insieme, in ricordo di troppe notti passate dove non avremmo dovuto, di nuovo.
Insopportabile.
Troppo.
Così alla fine cedo.
So long, Watson.