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Autore: Amy_Jones    11/07/2011    2 recensioni
"Kate, non ho mai visto i suoi occhi blu traboccare di lacrime di sicerità". La voce di Jesse si disperse per tutta la casa, così forte nelle mie orecchie, nel mio cuore. Così forte che persino lui avrebbe potuto sentirla.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo primo
- Above the noise ;

 

  

 -Le arriverà una fattura con la merce da lei richiesta. Arrivederci, e grazie per averci scelto.-
Il mio falso entusiasmo per attirare il cliente, sparisce in una frazione di secondo.
Riattacco, sbattendo con forza la cornetta del telefono.
Rimango a contemplare l’ampia sala dei call center con occhi stanchi e alcune gocce di sudore mi grondano sul viso. Tengo le mani incrociate sulle gambe e un imminente dolore di testa inizia ad infastidirmi. Mi rendo conto di non aver guardato per niente il mio cellulare, ma prima di controllare il cellulare dovrei prenderla una pillola. La testa mi esplode.
Sono le quattro di pomeriggio e sto a rispondere e chiamare da questa mattina. E’ il prezzo da pagare se voglio mantenermi l’università a Londra. A ventidue anni, si abbandona la calda capanna per provare a sopravvivere fuori dal guscio protettivo dei genitori. Ci si prova, almeno.
Ingoio velocemente una pillola, sperando che mi distrugga il mal di testa. Se c’è una cosa che mi rende nervosa e che mi impedisce di sopportare le mie interminabili giornate lavorative, è proprio il mal di testa.
Prendo il cellulare fra le mani. E’ un vecchio Nokia, uno dei Nokia preistorici che vendono ai supermercati a prezzi bassissimi che hanno tolto dal mercato da un paio di anni per far spazio alle invenzioni tecnologiche più sofisticate. Ma le cose vecchie sono sempre indistruttibili, e  evidentemente il mondo corre più veloce di me. In tutta sincerità, l’ho davvero comprato in un supermercato qualche anno fa questo cellulare.
La cover è piena di graffi, lo schermo con una crepa in diagonale e pieno di polvere.
Faccio un uso “barbaro” dei cellulari, comprare cose delicate non fa per me.
Le sei chiamate e i quattro messaggi che mi ritrovo sono tutte di Jesse, la mia migliore amica.
Jesse. Non la vedo da un paio di …. settimane. Così impegnata nella realizzazione del suo album ed io sempre incollata in questa maledetta sedia blu distrutta ogni giorno è praticamente impossibile incontrarci. Esatto, proprio così: Jesse diventerà una rockstar.
Già sotto contratto, già con una bella casa discografica sulla testa. Ancora non ci credo.
E’ finalmente riuscita a realizzare il suo sogno. Da bambina cantava per tutta la casa con una voce d’usignolo. Dove si cantava, c’era Jesse.
Ha già conosciuto un paio di tipi famosi, ma non le ho mai chiesto chi fossero o se potesse presentarmeli. La missione di Jesse, in questo momento, non è completare il suo album ma “salvare” me da questa routine noiosa. Per spezzare la noia, mi servirebbero feste, movimenti, concerti.
Alla fine lei sceglie sempre i concerti e la cosa non mi dispiace. Ho ignorato moltissime volte i suoi inviti in quest’ultimo mese. Il mio ragazzo (ex) mi ha mollata, o forse l’ho mollato io.
Si è fatto trovare sotto casa mia in compagnia. Infondo dovevo solo andare a lavoro, potevo andarci con il bus come ogni giorno. Chissà perché quella mattina si è offerto di accompagnarmi con la sua nuova ragazza in auto. Sarcasmo a parte, mi ha spezzato il cuore. Porto il fermaglio che mi ha regalato fra i capelli ogni giorno, mi alzo al mattino inconsapevole, estranea alla realtà che mi circonda.
Lui non c’è più a riscaldare il mio letto, adesso riscalda il suo.
E’ orribile. Frustrante. Stavamo insieme da otto mesi e mi ero affezionata a lui come non mi ero mai affezionata a nessun ragazzo. Beh, il mio ultimo ragazzo prima di lui l’ho avuto in secondo superiore.
Pensavo di aver trovato un ragazzo adulto, e di fiondarmi in una relazione seria come un kamikaze, come una masochista troppo presa dalla voglia di innamorarsi, poco attenta invece a capire la gente.
Chissà quanto male mi ha fatto, chissà quanto di amaro c’era nelle sue parole dolci.
Ma basta pensarci, lui non si fa schifo per ciò che ha fatto. Sta bene, lo dice anche su facebook.
Ed io come una stupida continuo a guardare la nostre foto e tenere la sua in mezzo al mio diario segreto da adolescente confusionaria. Cresci, Kate e smettila di pensarci, mentre lui è ancora nel tuo cuore tu sei nella sua soffitta dimenticata.
Così è da circa un mese che il mio call center è il mio diversivo, una distrazione. A parte l’università.
I libri di chimica organica sono tutti sulla scrivania. Tra poco troverò sopra di essi polvere e ragnatele.
Non so da quanto tempo non li tocco. Studiare la notte mi rende uno zombie al mattino.
I miei capelli sono crespi, lunghi e pieni di doppie punte. Di andare da un parrucchiere non se ne parla! C’è l’affitto, ci sono le bollette e le spese condominiali e il problema dell’aspetto esteriore non si pone, mentre dentro ho un casino. E i miei occhi grigi sono diventati praticamente asciutti e ho le occhiaie. Non ho mai avuto le occhiaie in vita mia. C’è sempre una prima volta, no?
Apro uno dei messaggi di Jesse:
 
“Ehi eremita!”   mi sta rimproverando, a quanto pare “Dobbiamo parlare, ho bisognodi parlare. Vediamoci stasera, offro da bere. Giù i pensieri e su i bicchieri. Ti voglio bene, Jesse”
 
Giù i pensieri e su i bicchieri, potrebbe essere una buona idea. Per mandare giù tutti i miei pensieri, a casa dovrei tornare sbronza. Chissà cos’ha Jesse da dirmi. Esitante, non so se accettare.
Infondo lo fa per me, perché rifiutare sempre. Se la tua migliore amica ti chiede di uscire per provare a tirarti su mentre il tuo ragazzo ti ha lasciata, è una buona cosa no?
 
“Ciao tesoro, beh, non ho molta voglia di intrufolarmi in un bar. Vorrei fare qualcosa di più ‘riservato’ ecco. Matthew mi manca. Ma a parte questo mi sento così spenta per stare sopra al casino.
Verresti a casa mia? Porta tutte le bevande alcoliche che vuoi. Un bacio, Kate.”
 

 
  
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