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Autore: ale95    11/07/2011    2 recensioni
Edward e Bella partono per l'Alaska,i loro lavori li allontaneranno molto,così all'improvviso Jake si presentà in Alaska,e Bella non avendo tempo di stare con Edward si dedica interamente a Jake.Tra bugie e falsificazioni qualcosa scatenerà l'ira dei Cullen sui lupi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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   Buongiorno!
Mi presento sono Alessandra,ho deciso di scrivere questa storia
anche con una mia amica Nathalia.
Speriamo che la storia vi piaccia e vorremmo anche trovare delle recensioni
per vedere quali sono stati i nostri sbagli.

BUONA LETTURA!

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Ero lì, pronta per partire insieme a Edward per cominciare la nostra nuova vita in Alaska.
Era strano, io lì in piedi a guardare con lo sguardo perso, le stanze vuote della nostra umile casetta.
La casa era già arredata e Edward aveva trovato un lavoro per tutte due, quindi la mia preoccupazione era:cosa mi aspettava in Alaska?.
Presi coraggio e uscì,trovai tutti ad aspettarmi in lacrime. Odiavo i saluti, ho cominciato ad odiarli da quando ho dovuto lasciare la donna
della mia vita, mia madre.
Salutai uno dopo l'altro, Jessica,Angela,Mike,Erik,Billy e mio padre. Mancava una persona all'appello, Jacob.
Non riuscivo a capire la motivazione delle sua assenza, credevo che le cose tra lui ed Edward si erano aggiustate. Cercai bene tra la folla radunata nel mio giardino,
ma niente. All'improvviso senza volerlo una lacrima scese dal mio viso, tracciando una linea infuocata, erano lacrime di dolore.
Volevo solo abbracciarlo e dirgli "Ciao jake, mi mancherai".
Salì in macchina, Edward acese il motore della Volvo e lanciai un ultimo sguardo alle cose, persone che mi lasciavo alle spalle, per sempre.
In pochi secondi queste cose e persone svanirono. Sospirai profondo. Edward era molto tranquillo, ma appena sentii il mio respiro profondo mi guardò.
-Qualcosa non va Bella?
Cercai di fare un sorriso mezzo goffo.
-No, tutto OK!
Ma come sempre non fui abbastanza convincente.
-Allora perché  sei cosi triste?
 Mi chiese lui con area sofferente.
-Non sono triste.
Mentii, ma capivo che non gliela davo a bere e cambiai subito argomento.
-Edward, non mi hai detto che lavoro farò!
 In quel momento fece il suo sorriso sghembo che amavo tanto.
-Giusto, scusami Amore ma con tutto quelle cose che ho dovuto fare per il trasloco , mi sono dimenticato di dirtelo.
Lo guardai curiosa e dissi.
-Allora?
-Beh...Bella ti piacciono i computer? disse.
Odiavo i computer, odiavo tutto quello che era elettronico.
-Uhm...non esattamente, perché?
lo guardai con paura negli occhi.
-Ho trovato un lavoro negli N.A.!
 disse ridendo per la mia espressione di stupore. Fantastico! Gli "N.A." non altro che News Articles, farò la segretaria,
la cosa non mi rende più felice. Non volevo far notare a Edward che la mia infelicità si era alzata a mille, in quel momento e cercai di dire qualcosa ma quello
che mi uscì di bocca è stato solo un misero -AH!
-Cosa c'è non ti piace? Se vuoi posso cambiare, basta che mi dici cosa ti piacerebbe fare!"- disse lui ostinato a capire cosa c'è che non andava.
Ma quello che non capiva non era il lavoro che non andava bene, ma solo che continuavo a pensare a Jake, del perché non
 è venuto a salutarmi .Per tranquillizzarlo gli dissi calma, cercando di essere il più credibile possibile.
-No, Edward va benissimo, e tu invece che lavoro farai?
-Il dottore, lavorerò con mio padre in uno degli ospedali più famosi in Alaska!
Dall'espressione che aveva sul viso, sembrava molto contento di lavorare in
un ospedale. Però in che senso lavorerà con suo padre?. Lo guardai confusa.
- Ehm...forse non te l'ho detto, ma verrano con noi anche Alice e papà.
Il suo tono di voce sembrava voler avere mille scuse.
-Si beh...non staranno nella "nostra casa", ma lì vicino.
-Quante cose non mi hai ancora detto?!Dissi.
Ma almeno, avrei avuto una compagnia femminile, quella di Alice o almeno qualcuno con cui parlare. Ad un certo punto, il cellulare di Edward suonò, era Carlisle .
Si misero a parlare di lavoro, ed io mi sistemai bene nel sedile dell'auto e chiusi gli occhi.
Il viaggio proseguiva lento, si faceva notte e mi continuavano a sorgere dei dubbi e molte domande, ma nessuna risposta.
Dopo aver fatto una bella dormita, mi stiracchiai per bene e guardai fuori dal finestrino della macchina, era l'alba. Eravamo già arrivati in Alaska.Lo capivo da quelle casette piccole massimo di due piani,ricoperte di ghiaccio e di neve,con quei colori freddi:dal grigio al violaceo.
Le strade con poche macchine e non c’era neanche l’ombra del sole,diciamo…la copia esatta di Forks.Speravo che la nostra casa non fosse una di quelle “case” nanette!
Sentii una mano fredda sulla mia guancia sinistra, quella di Edward.
-Dormito bene? mi chiese.
-Si. gli risposi, sbadigliando grossolanamente.
-Sei curiosa di vedere dove andremmo a stare?Ruppe quel silenzio.
Deglutii e risposi -Uhm...si, certo!
Rise -Bene, eccola qui!
La macchina si fermò. Edward con uno scatto mi aprì la portiera e...eccomi li davanti ad una casa a due piani. Era molto bella, i muri esterni erano pitturati di
un color lilla e le finestre erano enormi con le tende di un celestino chiaro.Edward era già davanti alla porta con le valigie in mano che mi aspettava. Allora uscii dalla macchina e cominciai a
camminare. Almeno, pensavo, non era una di quelle “nanette”. Arrivata davanti alla porta, Edward mi rubò un bacio. Durante quel bacio tutti i miei pensieri,
preoccupazioni, svanirono dalla mia testa. Aprì la porta d'entrata e dentro, la casa era spettacolare. Appena entrati trovai un enorme salotto con mobili tutti moderni.
Al centro della grande stanza c'era un pianoforte nero, certo un musicista come Edward doveva avere il suo strumento. Dopo aver fatto il giro della casa, mancava
un'ultima stanza, la nostra. Entrati c'era un grande letto bianco con due comodini di vetro vicino, sopra a questi comodini c'erano due vasi di rose bianche. La moquette
era grigia, i muri erano d'un bianco perla quasi rosa.
Edward mi abbracciò e mi sussurrò dolcemente nell'orecchio-Vogliamo provarla?
-Si risposi con un filo di voce, ma anche questa volta l'essere umana mi aveva tradita.
 “Driiin”.
Il campanello suonò con uno squillo assordante.
Edward sciolse l'abbraccio e mi guardò.
-Magari sta sera! Dissi sorridendo.
Alla porta era Alice.
-Hey,ben arrivata,vieni a fare due passi?
La mia testa non poté dire no.
Alice non faceva che parlare,era il lato opposto di Edward,questo risulterebbe strano a chiamarli “fratelli”.
Aveva la fissazione per le feste.
-Bella che ne dici di fare una bella festa?Per il vostro arrivo qui?
- Un’altra festa!?Alice non credo che sia una buona idea!
-Allora una domani sera,per la tua assunzione agli N.A!?
-Alice,basta,non voglio parlare di feste,devo prima abituarmi a questa nuova vita!
Alice con la sua forza,mi prese per un braccio e mi trasportò fino ad un concerto dei “Sunshine Brother” il suo gruppo preferito!
Odiavo quella musica,odiavo quei tre fratelli vestiti come…CAFONI cantavo il rock and roll.
Il frastuono finì  quando una povera ragazza ubriaca svenì  e venne l’ambulanza .
Alice a questo punto mi riaccompagnò a casa.
Edward mi aspettava ma,la mia pancia brontolò.
Non volevo mangiare, volevo passare un po’ di tempo con Edward, il suo amore mi faceva dimenticare le cose brutte.
Edward camminò con il suo passo veloce verso la cucina, a prepararmi da mangiare. In quel momento mi ricordai del mio cellulare, mio papà di sicuro mi aveva
chiamato per chiedermi se stavo bene. Presi il cellulare, che era nella tasca destra dei miei pantaloni e in effeti avevo tre chiamate perse da papà.
Ed una di Jacob.

 

  
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