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Autore: Karyon    11/07/2011    2 recensioni
«Good Morning, Russia» gli fece, con la solita – e quanto mai fasulla – aria allegra.
Russia fece un sorrisino, che sapeva di studiata affabilità «Dobri dien’, America».

Storico/guerra|Flash-fiction|America-Russia|Arrendersi.
Genere: Guerra, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Russia/Ivan Braginski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Resa
Questa sembra andare molto sull’OOC, ma in realtà siamo in piena Guerra Fredda, quindi è anche ovvio che America non sia il solito burlone.
I due blocchi dividevano in pratica in due il Mondo, come da cartina.
Questo patto (Salt II) per contenere gli armamenti, fu siglato a Vienna il 18 Giugno 1979.
Per alcune cose sulle alleanze: Cina non è neutrale, si allea con Russia, ma solo successivamente; idem per Germania con America (ecco perché il distacco con Inghilterra e Francia). Queste due, invece, appartengono all’OTAN – Alleanza Atlantica – con America, mentre Austria è neutrale.
 
Quando Alfred entrò in casa di Austria, una tensione innaturale si spanse tra gli ospiti del grande salone.
Arthur, in un angolo a parlare – stranamente a toni pacati – con Francis, gli rivolse un cenno scocciato e nient’altro, mentre Cina si limitava a un’espressione di studiata neutralità.
Il clima era pesante, ma ancora di più lo era il suo umore.
Il suo unico scopo era di convincere quel gigante pazzo a limitare l’immenso arsenale che si trovava a disposizione; con la metà delle sue armi, avrebbe potuto distruggere il mondo.
Lui era lì esclusivamente per fermarlo, come si addiceva alla più grande Superpotenza dell’intero Universo.
Alfred camminò tronfio e a testa alta per tutta la lunghezza della sala, scrutato da un’Austria piuttosto infastidito, visto come mezzo globo aveva invaso casa sua.
Dopotutto aveva messo a disposizione la sua Nazione come terra neutrale, quindi doveva solo aspettare che quei due si decidessero a firmare.
Fu solo quando Russia fece qualche passo avanti, che Alfred si decise a concentrare l’attenzione su qualcuno in particolare.
«Good Morning, Russia» gli fece, con la solita – e quanto mai fasulla – aria allegra.
Resa.
Quella è l’unica cosa che voleva da Russia. Nonostante l’assoluta fiducia che nutriva nella sua forza, America doveva confessare che sapere tutte quelle armi nelle mani di quello psicopatico non lo faceva dormire tranquillo.
Purtroppo non poteva attaccarlo direttamente, perché ne andava della salvezza di tutti.
E lui avrebbe sempre fatto di tutto per salvare il Mondo, non per niente era l’eroe indiscusso.
Ivan lo guardò, senza neanche provare un cenno di saluto; non era un mistero per nessuno che non fosse esattamente felice di essere lì.
In realtà il blocco orientale che lui dominava era piuttosto compatto, visto com’erano tutti suoi miti sottoposti, tuttavia il blocco occidentale possedeva fin troppe Nazioni influenti.
Con la coda dell’occhio, gettò un’occhiata a Inghilterra e Francia e – però più distaccato rispetto ai primi due – anche a Germania: era solo per loro che aveva deciso di firmare l’ennesimo trattato di “contenimento”, anche se entrambi sapevano che non sarebbe durato.
Resa.
Quella era l’unica soluzione che vedeva nel futuro di America; anzi, distruzione.
Voleva vederlo in ginocchio a reclamare pietà, come si addiceva ad un arrogante presuntuoso che si credeva il padrone del mondo.
Russia fece un sorrisino, che sapeva di studiata affabilità «Dobri dien’, America».
 
 
 
 
 
   
 
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