Serie TV > Sherlock (BBC)
Ricorda la storia  |      
Autore: redalertbd    11/07/2011    3 recensioni
"Hai intenzione di prendere quelle medicine, prima o poi?" "Presumibilmente. Me ne sono semplicemente scordato, John."
"Non sia mai che tu ti preoccupi di qualcosa di così triviale come la tua salute"
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson , Quasi tutti, Sally Donovan , Sherlock Holmes , Sig.ra Hudson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Storia scritta su prompt "Medicine non prese" cortesemente fornito da Levy :*




Se c'era qualcosa che poteva innervosire il sergente Sally Donovan più dello strambo che si aggirava per la scena del crimine, con quelle sua aria di superiorità, il suo modo di fare rigorosamente menefreghista di qualunque procedura, e la sua capacità di lasciar cadere osservazioni totalmente a sproposito su quello che la gente che lo circondava aveva fatto la notte prima, era lo strambo intento a fare tutte le attività sopraddette, e in più starnutire a ogni piè sospinto. Anderson sembrava sul punto di strozzarlo a ogni soprassalto delle spalle ossute, ma dato che quantomeno aveva la decenza di starnutire dentro un fazzoletto il raffreddore non era ancora abbastanza per cacciarlo per il rischio di inquinare le prove.
Ovviamente, se lo si fosse chiesto a lui, il grande consulente investigativo sarebbe stato benissimo in grado di affermare che un po' di dna in più non era poi di così gran conto, del resto non era certo con le analisi microbiologiche della scientifica che si risolvevano i casi, nossignore, al massimo annusando un po' di terriccio sotto le scarpe della vittima, e affermando che l'individuo in questione aveva due cugine nubili solo osservandone la pettinatura, o qualcosa del genere... Sally lanciò un 'occhiataccia al cagnolino da compagnia dello strambo, che come al solito le restituì uno sguardo vagamente apologetico.
"Non puoi prescrivergli qualcosa, almeno?"
"Non sono esattamente il suo medico personale"
"Bè, sei un medico, e non voglio dettagli su quanto di personale ci sia tra di voi"
"Non..."
"Oh, fagli prendere qualcosa e basta!"


"Le hai prese, quelle bustine per il raffreddore?"
"No"
"..."
"..." Sternuto.
"..."
"...?"
"Hai intenzione di prenderle, prima o poi?"
"Presumibilmente. Me ne sono semplicemente scordato"
"Non sia mai che tu ti preoccupi di qualcosa di così triviale come la tua salute"
"Sono certo di mantenere un adeguato livello di attenzione al riguardo." Sternuto. Soffiata di naso
"Come quando non ti ricordavi nemmeno se avevi mai fatto l'antitetanica?"
"Non vedo come questo possa avere a che fare con la questione." Sternuto.
"Stavi rovistando in un magazzino pieno di ferri arrugginiti!"
"Continua ad essere non pertinente"
"E taglienti"
"John, sono riconoscente per la tua preoccupazione, ma mi sembra alquanto sporporzionata" Sternuto. "Si tratta solo di un semplice raffreddore, passerà in un paio di giorni.


C'erano poche cose in grado di far innervosire Mrs. Hudson. Di natura già molto paziente di suo, Dio solo sapeva se non aveva dovuto sviluppare una notevole capacità di sopportazione durante gli anni, finchè la sedia elettrica non aveva felicemente posto fine al suo matrimonio con Mr. Hudson, pace all'anima sua. Ma doveva ammettere che quel benedetto figliolo a volte le dava davvero pensiero...
"Sherlock, caro..." L'anziana donna posò il vassoio con il te sul tavolino, poi si avvicinò all'uomo intento a fissare con concentrazione i graffi che aveva appena fatto su un osso, presumibilmente una tibia, con una forchetta.
"Sì, Mrs. Hudson?"
"Sei sicuro di stare bene? Hai un viso così lucido..."
"Sto ben-" fu interrotto da un interessante miscuglio tra uno starnuto e un accesso di colpi di di tosse. "Benissimo. Bene." Si corresse. 
"Mi sembra tu abbia la gola un po' gonfia, anche... sei sicuro di non volere un po' di the caldo con il miele?"
"Grazie, ma sono certo di no. Mi servirebbe una forchetta da pesce, però. Abbiamo una forchetta da pesce in casa?"
"Oppure un bel bicchierone di latte caldo con un goccio di cognac. Era il rimedio preferito della mia povera mamma, funzionava sempre, per il mal di gola, e anche per parecchi altri mali, a seconda di quanto abbondante era il goccio... vuoi un bicchiere di latte caldo con il cognac, caro?"
"Mi basterebbe che lei mi passasse il mio cellulare. Lì, sopra il tavolo".
Mrs. Hudson scosse la testa, prendendo il cellulare che si trovava appena cinque centimetri fuori dalla portata di Sherlock. Benedetto ragazzo...

 
"Sai qual'è la mia diagnosi?"
"Raffreddore degenerato in infezione alla gola e alcune linee di febbre. Trentotto, probabilmente, anche se in aumento. Forse trentotto punto. Mal di testa. Un principio di sudori freddi."
"...lo fai apposta per innervosirmi."
"No, ho solo risposto alla tua domanda." Suono di forchetta che stride contro un osso.
"...così come mi auguro che sia sempre solo per innervosirmi che tu mi hai telefonato e fatto venir qui fin da casa di Sarah solo ed esclusivamente per farmi frugare nei cassetti della nostra cucina."
"Mrs. Hudson si è dimostrata estremamente poco collaborativa al riguardo"
"Vedo che le medicine sono ancora lì intonse sul comodino, eh? Dovrò aggiungerci anche della tachipirina, e un antinfiammatorio..."
"..." Forchetta che stride. Sternuto.
"Ci sono speranze che tu le prenda o le devo sbriciolare e mettertele nel cibo?"
"..." Ancora forchetta.
"Sai che quel rumore che stai facendo è la cosa più fastidiosa che abbia sentito?
"Ci siamo!!"
"...eh? Ehi, dove stai andando... Dannazione, Sherlock, aspetta!"

 
Alec Cunningham aveva superato il nervosismo che l'aveva attanagliato per giorni nel momento stesso in cui avevano suonato al citofono e aveva riconosciuto la voce del bizzarro "consulente" che l'aveva interrogato appena il giorno prima, insieme all'ispettore Lestrade. Aprì il portone, anche i pochi secondi che ci avrebbero messo a raggiungere la porta del suo appartamento sarebbero stati un vantaggio, poi si infilò la giacca, sentendo il peso del portafoglio, delle chiavi della macchina e del coltello a serramanico, e si slanciò verso la porta del terrazzo. Era un uomo atletico, e non fu difficile per lui passare al balcone adiacente, e da lì a quello successivo, e alla scala antincendio. Scese rapidamente, urtando le ringhiere laterali con i gomiti e saltando gli ultimi pioli. Da un lato il vicolo dava sulla sua strada, dall'altro su un viottolo laterale. Scattò nella direzione del viottolo, se solo fosse riuscito a raggiungere la macchina... 
Una figura alta gli si parò davanti, barcollando. Cunningham frenò la sua corsa, per poco non inciampò ma recuperò in tempo l'equilibrio, e fissò incredulo l'uomo ansimante, che aveva dovuto appoggiarsi al muro. 
"Come diavolo...?!"
"Direzione di fuga... facilmente prevedibile..." Ma Cunningham non stava nemmeno più ascoltando, non si sarebbe fatto catturare così! In preda alla furia estrasse dalla tasca il coltello e lo aprì con uno scatto, balzando in avanti, la lama diretta verso il viso del suo avversario. Come intontito, l'uomo si limitò a fissare il movimento del suo braccio, senza accennare a levarsi dalla traiettoria.
Poi il dolore esplose dalla mano di Cunningham e l'uomo urlò, perdendo l'equilibrio. Si girò, in tempo per vedere un altro uomo raggiungerli di corsa dall'altra imboccatura del vicolo, con una pistola spianata.
"Non ti muovere!"
John si fermò a pochi metri dall'omicida in fuga. Il vicolo iniziò a riempirsi del suono delle sirene in avvicinamento. Una volta assicuratosi che Cunningham fosse troppo impegnato con la mano ferita per tentare di recuperare il coltello schizzato via parecchio più in là, o per fuggire, John lanciò un'occhiataccia letteralmente furibonda all'uomo intento a sforzarsi di non svenire.
"Ora basta!"
 
La mattina dopo Sherlock aprì gli occhi e si trovò davanti al naso, allineate sul comodino, una serie di pillole e un bicchiere d'acqua, accanto ad un vassoio con una ciotola di latte e weetabix.
"Devi avere lo stomaco pieno prima di prenderle" annunciò John, seduto in poltrona accanto al letto e apparentemente intento a leggere il giornale.
Sherlock corrugò la fronte, ricostruendo mentalmente i movimenti della sera prima, annebbiati dalla febbre ma che avevano incluso, ad un certo punto, anche un momento in cui qualcuno gli aveva tappato il naso per fargli ingerire qualcosa, mentre una voce in sottofondo si lamentava che "era peggio di un gatto". Si tirò appena un po' su, provando un certo malessere e una fitta alla testa, ma niente di paragonabile al dolore che aveva provato il giorno prima correndo intorno all'isolato per intercettare Cunningham una volta insospettito da come aveva immediatamente aperto la porta. Fece per dire qualcosa.
John girò la pagina del giornale. Non alzò nemmeno lo sguardo.
Obbediente, Sherlock iniziò a fare colazione.




Grazie per la lettura! XD Se avete voglia di lasciare un commento su quel che vi è garbato e quello che no mi farete felicissima ^__^
  
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Sherlock (BBC) / Vai alla pagina dell'autore: redalertbd