Un giorno una persona mi raccontò una storia. Una storia che parla di paure e timori. Una storia che parla di speranze e sogni. Una storia che parla di vita. Una favola. La mia.
La mia favola
C'è un lungo corridoio. Lungo fin dove non riesci a vederne la fine. E tu inizi a percorrerlo, con curiosità. All'inizio vai piano, e ti guardi intorno, per capire dove ti trovi. Non sai dove sei e cosa devi fare. Solo, ai lati del corridoio, incominci a trovare delle porte. Ce ne sono tante, tutte chiuse, una distante dall'altra. E la distanza varia ogni volta, tra una e l'altra. Sei curioso e inizi a provare ad aprirne una. E quando l'apri trovi qualcosa che non conoscevi. Qualcosa che impari, che ti fa crescere piano piano. Che inizia a farti pensare che ci sia un senso in quel tuo percorrere il corridoio. E continui ad aprire porte, con curiosità crescente, perchè ogni volta trovi qualcosa di diverso. A volte cose belle, a volte cose meno belle, a volte cose terribili. A volte luce, a volte buio. Man mano che avanzi, ti accorgi che nel corridoio non sei solo. Hai l'impressione netta che a distanza qualcosa ti segua. Non sai che cos'è, non la vedi, ma "senti" che c'è. E allora inizi ad andare più veloce ma per quanto tu corra la cosa ti segue sempre. Non puoi distaccarla. Solo, puoi aprire qualche porta e fermarti li perché pensi che lei non possa entrare e ti trovi al sicuro. Ma non riesci a stare fermo, devi uscire e continuare a percorrere il corridoio. Non sai perché, ma lo devi fare. E a volte apri porte che nascondono cose spaventose. Sono le porte che si dischiudono sul buio ma tu le hai aperte perché da fuori non sai mai cosa ci sia dietro. E quando ti capitano, scappi e corri alla ricerca di un'altra porta sperando che ci sia luce e non buio. A volte luce, a volte buio. Poi noti una cosa particolare: solo in alcune la luce è fortissima e filtra dalla fessura sul pavimento. Ma sono le più difficili da aprire. Per quanto tu spinga, non si aprono mai. E non puoi soffermarti a lungo per cercare di aprirle perché la cosa dietro di te incalza e se non prosegui potrebbe raggiungerti. E allora le lasci, con rimpianto e tristezza, e continui a correre per aprirne altre. A volte luce, a volte buio. Poi, un giorno, quando ormai avevi quasi rinunciato a provare, ti soffermi ancora una volta davanti a una di quelle porte dove le luce è immensa e ti promette qualcosa di meraviglioso, che non osi neppure immaginare. E ti soffermi lì davanti perché vorresti provare ad aprirla ma sai che non si aprirà. La cosa è sempre dietro di te, sempre più vicina, e tu non sai cosa fare. Se correre ancora, tanto la porta non si aprirà, o se provare. E alla fine avvicini la mano alla maniglia. L'appoggi con paura. Abbassi la maniglia. Spingi. E la porta, contrariamente a tutte le tue aspettative, cede. Piano piano, inizia ad aprirsi. Quello che prima era un filo tagliente di luce inizia a strabordare con forza dagli spiragli sempre più ampi. Man mano che apri, si dischiude un fiume di luce sempre più imponente e calda. E non pensi più, in quel momento, alla cosa che ti rincorre da sempre. La luce è immensa. Sai che se anche la cosa dovesse raggiungerti la luce la fermerebbe e tu saresti al sicuro. E allora entri, dove mai avresti pensato di entrare. Le porte come quella, sino ad allora, non si erano mai aperte. Ne avevi incontrate poche, erano rare, e per quanto avessi tentato di aprirle non ci eri mai riuscito. Ma ora stai entrando. Non sai cosa succederà. Ma sai che la luce immensa è bene, è gioia, è felicità. Non è buio. E' la netta e totale antitesi del buio. Non sai neanche quanto potrai rimanere lì. Quelle porte non si erano mai aperte, e potrebbero essere diverse da tutte le altre. Forse lì potrai rimanere per sempre, lasciando la cosa fuori, protetto dalla luce. O potrebbe essere per pochi istanti soltanto. Ma non ti importa quanto ci rimarrai. L'importante è sapere che la porta si è aperta. E se anche ne dovrai uscire e riprendere a correre, inseguito dalla cosa che ti rincorre da sempre, sai che è valsa la pena percorrere tutta quella strada per aprire anche solo per pochi istanti quella porta. Nemmeno ti importa più sapere perché la cosa ti insegua ormai. Forse neanche esiste. Non l'hai mai vista, hai solo percepito la sua presenza. Quindi potrebbe essere la tua ombra, parte di te, che ti spinge inesorabilmente da sempre a percorrere il corridoio. E se dovrai uscire continuerai a correre perché non puoi fare altro. Finché un giorno non arriverai alla fine del corridoio. E in quell'istante, in quel preciso istante, ricorderai quei momenti meravigliosi che la luce ti ha regalato, dando un senso, l'unico possibile, a tutta la tua corsa.