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Autore: Keily_Neko    11/07/2011    5 recensioni
“Sei... sei uno Shinigami vero?”-“Sì...”, rispose freddo, “ne deduco che sai quello che sta per capitare”
Aki non ebbe bisogno di star tanto a pensare.
Questa storia esce dal mio solito stile perché affronta un argomento molto difficile, che è la Morte, dal punto di vista dei due personaggi... spero di riuscire ad esprimere bene questo concetto. ah si, è una YuseixAki
--- 12/01/14 HTML e capitoli rivisti e corretti ---
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Aki/Akiza, Yusei Fudo
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Tadaaaan! Rieccomi con una storia che mi frulla per la testa da un paio di mesi, ancora prima del Reality... Ero in un periodo di crisi, e a pensare storie allegre non ci riuscivo proprio, così mi sono detta "perché non qualcosa di drammatico?", ed ecco quello che ne è venuto fuori XD Non è il mio solito stile, in quanto in questa fiction (che annuncio già da subito, sarà piuttosto breve) non troverete situazioni comiche o demenziali, ma al contrario sarà piuttosto triste, in quanto affronterò a modo mio l'argomento della Morte; per questo ho messo il rating Giallo, in quanto è un argomento piuttosto delicato... Ah si, lettori del mio Reality non disperate, non lo ho abbandonato, mi sono solo presa una piccola pausa, ma credo che aggiornerò le due store contemporaneamente :)
Detto questo, ecco a voi il primo capitolo, sperando che vi possa piacere :)






Il Destino non esiste






Capitolo 1: Quando pensi sia la Fine, è solo un nuovo Inizio





Yusei continuava ad avanzare verso la propria meta, o sarebbe meglio dire verso il compimento del suo incarico; balzava da un tetto all'altro ad una velocità per lui sostenuta, dato che non aveva fretta: in fondo dopo centinaia di anni che svolgeva bene quel lavoro, cosa sarebbe successo se fosse arrivato un paio di minuti in ritardo? Suppose niente, anche se molti dicevano il contrario e altri la consideravano la peggior cosa da fare.
Era l'imbrunire e i lampioni delle strade erano appena stati accesi, come anche alcune luci nelle case e appartamenti. Yusei si fermò su uno dei grattacieli più alti di Neo Domino City e contemplò il paesaggio: a ovest il sole era quasi sparito nelle acque dell'Oceano Pacifico, colorandole di gradazioni dal rosso all'arancione sempre più scure, mescolandosi con il blu intenso del mare; era uno spettacolo che molti avrebbero considerato stupendo, ma non individui come lui, che di tramonti ne avevano visti a migliaia e di molto più belli. Sotto di lui e tutt'intorno la città si estendeva in tutta la sua vivacità in cui si caratterizza una serata di fine agosto, nella quale molti uscivano per appuntamenti o semplicemente per fare una passeggiata. Le migliaia di luci di ogni colore rendevano l'atmosfera molto festaiola e allegra, ma Yusei non riusciva a percepire quelle sensazioni.
Dopo un paio di minuti decise di avviarsi alla destinazione; si assicurò meglio il mantello nero sulle spalle, strinse forte la mano destra sulla sua fedele falce e ricominciò a balzare da un palazzo all'altro, atterrando leggero come un gatto e ripartendo con la stessa agilità. Avrebbe dovuto essere abituato ormai a quegli incarichi, ma non sapeva perché ma a volte gli veniva un nodo alla gola; il tutto passava dopo il completamento della missione, però prima era un altro discorso.
Dovrei esserci..., pensò Yusei avvistando il palazzo di una ventina di metri che corrispondeva alla descrizione di quello dell'incarico, Se non sbaglio dovrebbe avvenire per le 19 in punto... Sono un po' in ritardo, ma pazienza.
In quel momento, quando era ancora a mezz'aria, avvistò un piccolo balcone sul quale una ragazza stava appoggiata alla ringhiera guardando la città.
Eccola.
Yusei atterrò sul terrazzo posto sopra quello di lei, si sedette e iniziò ad osservarla; gli piaceva quella parte del lavoro: osservare le persone lo affascinava sempre, perché aveva ormai capito che non ne esistevano due uguali in tutto il mondo, in qualunque epoca fosse. Per esempio, quella ragazza sembrava tranquilla mentre osservava fuori dal balcone, ma avrebbe potuto essere una pluriomicida per intenderci. Dalle informazioni che aveva però, Yusei era sicuro che non fosse così: era una ragazza sui venti anni, capelli rossi tenuti a bada da una fascia da cui spuntavano due ciuffi; aveva gli occhi color nocciola e in quel momento vestiva con un paio di jeans e una maglia di un colore misto fra il grigio e il blu; da quello che aveva letto, Yusei sapeva che era una ragazza molto testarda e orgogliosa, ma con un'intelligenza acuta e una mente brillante, amata da tutti quelli che l'avevano conosciuta.
Chissà come mai tocca già a lei...
Guardò l'orologio che teneva al polso: le 18 e 58, doveva muoversi.
Balzò giù dal terrazzo e atterrò in perfetto equilibrio sulla ringhiera sottostante. La ragazza si girò di scatto e soffocò un grido mettendosi una mano davanti alla bocca: davanti a lei, non sapeva come, in piedi sulla ringhiera era apparso un uomo completamente avvolto in un mantello nero; aveva i capelli del medesimo colore, con ciocche biondo scuro verso le estremità; l'unica cosa che stonava in quella figura così tenebrosa erano gli occhi, color blu intenso; in mano aveva una lunga falce.
“Aki Izayoi giusto?”, le chiese Yusei in tono neutro.
La ragazza ancora spaventata annuì con la testa incapace di proferire parola.
“Bene, non preoccuparti, fra un po' sarà tutto finito”, disse Yusei sempre in modo pacato; chissà quante volte ormai aveva ripetuto quella frase.
“Sei... sei uno Shinigami vero?”, disse lei ad un tratto; aveva sentito molto parlare degli Shinigami, o Dei della Morte, che apparivano alle persone in procinto di morire, ma mai avrebbe pensato di vederne uno.
“Sì”, rispose freddo Yusei, “ne deduco che sai quello che sta per capitare”
Aki non ebbe bisogno di star tanto a pensare; Yusei iniziò ad avvicinarsi, sempre camminando sulla ringhiera.
“Aspetta!”, esclamò Aki indietreggiando, “Non penso proprio che sia giunta la mia ora, non sto nemmeno male! Non è che potresti ripassare fra un po'?”
Yusei sorrise, ma non uno di quei sorrisi caldi, da essere umano; uno di quei sorrisi freddi e impassibili di un Dio della Morte: “Non decidiamo noi quando una persona deve morire, quello è di competenza del Destino, imprevedibile anche a noi”, rispose semplicemente.
“Io non ci credo!”, esclamò la ragazza, “Il destino non esiste, ognuno si crea la propria strada da solo”
“Pensala come vuoi”, rispose noncurante Yusei guardando l'orologio: le 19 in punto.
Sono in ritardo!
Aki indietreggiò ancora trovandosi con la schiena dalla parte opposta della ringhiera.
“E’ inutile che tu ti opponga, è stato deciso così e sarà così”
“No! Tu non mi avrai oggi!”
Successe tutto molto velocemente: i chiodi che tenevano la ringhiera ancorata al terrazzo si staccarono, forse a causa del troppo tempo in cui erano stati esposti alle intemperie, e Aki perse l'equilibrio, cadendo dal terrazzo.
“Mi domandavo infatti come avrebbe fatto a morire”, disse fra sé e sé Yusei guardando giù sulla strada, dove ora giaceva il corpo della ragazza, “Ora devo solo recuperare la sua anima... Ma cosa diavolo...??!”
Yusei era stato preso alla sprovvista quando il corpo di Aki aveva iniziato a brillare di una luce chiara e abbagliante ai suoi occhi, abituati alla quasi perenne oscurità; sembrava però che solo lui la vedesse. Ad un tratto l'anima di Aki si staccò dal corpo e iniziò a salire volando: delle candide ali bianche le erano cresciute sulle spalle e ora sbattevano su e giù per permettere alla ragazza di risalire.
Yusei impallidì: un Angelo. Quella ragazza era diventata un Angelo, il nemico per eccellenza degli Dei della Morte; per quanto loro fossero considerati degli esseri neutrali, cioè né buoni né malvagi in quanto si limitavano a raccogliere anime destinate a morire, erano spesso in contrasto con quelle entità alate, che si opponevano al Destino cercando di salvare gli umani predestinati alla morte. Yusei sobbalzò ad un pensiero; guardò l'orologio: le 19:02. Era in ritardo. Non era stato un caso che la ragazza si fosse trasformata in un Angelo. Lui aveva creato il suo peggior nemico con le sue stesse mani.









E siamo alla fine della prima parte *^* Prima che mi dimentichi voglio avvisarvi di una cosa: c'è un'altra storia in questa sezione intitolata "il Demone e l'Umana" (che tra l'altro vi consiglio di leggere); prima che qualcuno lo dica, se vedete alcune cose simili, vi assicuro che non è mai stata mia intenzione copiare da quella storia o prenderene ispirazione. Benché mi sembri tutta un'altra cosa, a parte l'ambientazione un po' tetra, volevo dirlo per mettere subito le cose in chiaro XD

Dopo questo vi lascio, spero vivamente che vi piaccia ^__^
  
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