Lui dovrebbe essere la mia pedina ma in realtà sono completamente nelle sue mani... La mia anima, il mio corpo...Ogni cosa appartiene a lui.

Sono come un uccello in gabbia e non c'è modo di poter scappare via...

Le sue mani mi toccano, riempiono di carezze il mio viso e il mio sguardo è perso nel vuoto mentre nella mia mente c'è solo caos.

Sospiri di piacere riempiono la camera, l'imbarazzo e l'umiliazione che provo mentre lo sento entrare dentro di me facendomi provare una gradevole sofferenza.

Non posso guardarlo, non posso...sarebbe solo compiaciuto nel vedere il suo padrone sottomesso proprio da lui, il mio servitore.
Che vergogna, che tormento.

Un istante dopo sento nuovamente il tocco delle sue mani guantate sul mio viso; lo ignoro, mi chiama, in quel modo così sensuale facendo rimbombare la sua voce nella mia testa.

Non rispondo e il mio sguardo resta fisso nel vuoto.

Spinte e carezze... Angoscia e disordine... Mi chiama ancora una volta... Brividi sul corpo e poi un bacio...

Un bacio carico di passione... Dolore, distruzione...

L'uccello non sarà mai in grado di scappare via dalla gabbia, quella gabbia infernale. Mai.

Quando si fa una scelta non si torna più indietro e se cedi alle SUE tentazioni, sei in trappola.

Non una trappola qualunque, la trappola del demone.

Un attimo di oscurità e poi il silenzio.

Anzi no.

“Bocchan”

Spalanco gli occhi.

“Bocchan...E' da molto che vi sto chiamando, vi siete di nuovo addormentato sul divano...[...]”

Un sogno. Solamente un sogno.

“...Avanti Bocchan vada a letto...Questa notte fa molto freddo e poi non crede che sia più comodo dormire lì?”

Una sua mano si avvicina lentamente al mio viso. Mi alzo evitando persino che mi sfiorasse solamente.

“Si...Sebastian”

Mi allontano senza voltarmi, lasciando che lui resti lì, dietro le mie spalle a fissarmi e il silenzio ci divide.

Come se fosse possibile poterci dividere...

So di non poter scappare in nessun modo da lui, la mia anima è imprigionata e la mia vita trascorre dentro una gabbia. La sua gabbia.