(another) Yellow Brick Road ~
« Don’t you carry
nothing that might be a load; come on: ease on down, ease on down, down the
road! »
La strada di
mattoni gialli si stende davanti a loro attraverso questa strana città;
Toto trotterella qualche passo indietro, e lo Spaventapasseri continua a canticchiare
e a ballare e a tenerla per mano lungo il cammino. Dorothy ride, quasi
stupendosi del suono della propria voce. Non è mai stata così
lontana da casa e allo stesso tempo così serena: se la zia la vedesse
ora sarebbe fiera di lei.
« Spaventapasseri
» è costretta però a dire, tra le risate e il respiro
affannoso, « ti prego, rallenta. Non riesco più a starti dietro. »
Il compagno si
ferma così all’improvviso che lei rischia di cadergli addosso. Si ferma
con la mano stretta al suo petto morbido, l’altra ancora avvolta dal suo
guanto raffazzonato, e ridono insieme.
« Scusami,
Dorothy! Ti sei fatta male? »
« No, non
preoccuparti. » Si ritrae e si siede a riprendere fiato sui mattoni
gialli; Toto la raggiunge poco dopo con la lingua penzoloni. « È solo
che non sono... abituata a camminare così a lungo » si scusa,
sollevando poi uno sguardo ammirato sulla sagoma impagliata davanti a sé.
« Tu, invece... Guardati! Un’ora fa non eri neppure in grado di
scendere dal palo, e ora sembra che tu non abbia mai fatto altro che ballare. »
Lo
Spaventapasseri si lascia cadere scompostamente al suo fianco, e la sua risata
è sempre più trascinante. La guarda radioso: niente a che vedere
con la gaia riconoscenza dei Mastichini, né
con l’esuberanza sconcertante della Strega Uno. Lui è
semplicemente felice di guardarla.
« È
che... non vedo l’ora di essere dal Mago. Non potrò mai
ringraziarti abbastanza di avermi portato con te! »
Dorothy sorride,
massaggiandosi i piedi fasciati dalle scarpe d’argento. « Se vuoi
puoi andare avanti, non devi aspettarmi per forza... »
Ma lui scuote
vigorosamente la testa, e frugando nel cespuglio che racchiude l’immondizia
che ha al posto del cervello estrae l’ennesimo di quei foglietti che di
tanto in tanto gli piace leggere. Ma chi
gli avrà insegnato a leggere, poi?
« ‘Chi
cammina solo può partire oggi, ma chi viaggia in compagnia deve
attendere finché l’altro non è pronto.’ H. D. Thor... Thora...
Be’, non so pronunciare il suo nome, ma questo signore qui ha ragione. »
Alza lo sguardo, ricambiandola di un sorriso d’un tratto intimidito. « Non andrò mai più da
nessuna parte senza di te, Dorothy. »
Dorothy lo
guarda a lungo in silenzio, sentendosi – per la prima volta in vita sua –
inspiegabilmente e incommensurabilmente felice. Si rende conto di colpo che il sorriso
dello Spaventapasseri è la cosa più bella che abbia visto da
quando la tormenta l’ha scaraventata a Oz.
« Il
successo, la fama e la ricchezza sono soltanto illusioni. La cosa che conta
è la profonda amicizia tra due persone. »
« È
una frase bellissima. Chi l’ha pensata? »
«
Io. Dorothy... Ti penserò sempre; in ogni momento. »
Spazio dell’autrice
Dopo aver toccato ogni versione possibile e immaginabile di questo
capolavoro che è Il meraviglioso
Mago di Oz, era scontato che prima o poi avrei
scritto anche su The Wiz,
giusto? ^^
E anche qui c’è dello Spaventapasseri/Dorothy.
Sarà che Diana Ross e Michael Jackson avevano (non solo sul set) un’intesa
magica, assolutamente unica, o saranno quelle battute finali a farmi fangirlare a mille – il risultato è lo stesso:
fluff puro. E mi sono innamorata di questa
versione del pairing fin dalla scena in cui li si
vede camminare a passo di danza lungo la strada di mattoni gialli, cantando
insieme ease on down, ease on
down the road. Aww. <3
La citazione è dello scrittore Henry David Thoreau. Non sarà un luminare quali Cicerone,
Socrate e gli altri filosofi che Michael Jackson/lo Spaventapasseri cita nel
film, ma quelle parole ci stavano d’incanto.
Siete liberissimi di mandarmi a quel paese; sappiate però
che se vi è piaciuta non mi dispiacerebbe saperlo. :3
Aya ~