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Autore: despicableandri    12/07/2011    4 recensioni
Il sole splendeva alto e raggiante nel cielo azzurro pastello, facendo cadere leggermente i suoi raggi su tutto ciò che li circondava. L’unico rumore era quello delle onde che si infrangevano sugli scogli un po’ distanti e sulla riva.
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P.s.: dopo più di seicento visualizzazioni almeno una recensione non farebbe male. cwc
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Finalmente noi.

Il sole splendeva alto e raggiante nel cielo azzurro pastello, facendo cadere leggermente i suoi raggi su tutto ciò che li circondava. L’unico rumore era quello delle onde che si infrangevano sugli scogli un po’ distanti e sulla riva.
Sembrava tutto estremamente calmo,e in effetti lo era, a parte due ragazzi che si rincorrevano urlando sul bagnasciuga. Un ragazzo dai capelli neri e disordinati correva alle spalle di una splendida ragazza dalla carnagione chiara e una sorprendente chioma rossa. Rivedano, fin quando il ragazzo non le cinse i fianchi per poi baciarle delicato il collo. S’amavano, e nessuno poteva negarlo.
Avevano un modo tutto loro di farlo, ma sul fatto che s’amassero nessuno avrebbe mai potuto dire niente. Avevano passato momenti terribili, insieme e poi separati; ma erano sempre tornati uno nelle braccia dell’altro, amandosi.
Ma tornando alla bollente sabbia, quei due ragazzi non erano l’unica presenza sulla spiaggia deserta. Una ragazza, stesa a pancia in giù sul suo telo leggeva l’ennesimo libro del mese, assorta come se da quelle parole ammucchiate su un foglio bianco dipendesse la sua vita. I capelli arruffati e dannatamente ricci le ricadevano sulle spalle e lei cercava invano di riportarli dietro le orecchie.
Ed era questo ad attirare l’attenzione del rosso, unica altra presenza sulla spiaggia. La fissava con i suoi occhi azzurri come il mare, concentrato sulle onde dei suoi capelli, la curvatura delle spalle magre, le gambe perfette e bianche e perché no, anche sulla perfetta linea del fondoschiena.
Anche loro s’amavano, decisamente, ma erano ancora più strambi degli altri due, ora abbracciati nel bel mezzo del mare. Nessuno dei due sembrava avere il coraggio di dire all’altro che l’amava.
“Herm?” il rosso richiamò l’attenzione della riccia, che parve non accorgersi neanche della sua presenza. “Herm, avanti, so che mi senti” ribatté lui, senza perdersi d’animo e con tono sciuro, infatti Herm sbuffò, posò un segnalibro tra le due pagine che stava leggendo e si mise a sedere, faccia a faccia con il ragazzo. “Cosa c’è, Ron?” chiese lei, scrutandolo.
“Niente, mi sentivo solo” sussurrò lui imbarazzato. No, bugia. Aveva ben altro per la testa, lui.
La riccia sbuffò ancora, stendendosi questa volta a pancia in su e portando le mani sotto la nuca.
“No” sbottò improvvisamente il rosso. Lei tornò a fissarlo, sorpresa.
“Si può sapere cos’hai, Ronald?” chiese, sottolineando il suo nome e l’effetto sul ragazzo fu immediato. Le orecchie gli si dipinsero di una vivace tonalità di rosso che Hermione amava da anni segretamente.
“Non chiamarmi Ronald, sai quanto lo odio!” sbottò infatti poco dopo, spostando lo sguardo sui due piccioncini che nuotavano beatamente.
“Si, lo so. Ma tu continui a chiamarmi Herm, adesso siamo pari” rispose lei, tornando con la schiena sul telo.
“Ma anche Harry ti chiama così” disse Ron portando ancora lo sguardo in quello della ragazza.
“È il tono in cui lo dici tu che da ai nervi!” mormorò arrossendo lei. Il ragazzo sospirò e si stese accanto a lei, sulla sabbia a fissare l’immensa distesa azzurra sopra di loro interrotta solo da qualche batuffolo di nuvola.
“Ti piace di più ‘Mione?” chiese, cercando di non finire di nuovo a litigare. Odiava litigare con lei, anche se non facevano altro. Battibeccavano su ogni cosa, ci stavano male un po’ ma poi finivano col fare pace, e lui era stufo di tutto questo. La ragazza sorrise al cielo.
“Va meglio, Ron” rispose lei, sottolineando quel ‘Ron’. Qualcosa balenò nella mente del rosso, che subito si trasformò in quelle parole che uscirono frenetiche dalle sue labbra.
“Mione, non so cosa sia, forse è il caldo, o forse mi è andata a finire della sabbia al cervello. O peggio ancora sono stato morso da qualcosa, se non sono sotto incantes…” iniziò a farneticare, ma lei lo fermò con un gesto della mano.
“Credo di aver afferrato il concetto” disse.
“Okay, beh, devo dirti una cosa” sussurrò di risposta lui, cercando di sprofondare nella sabbia, con scarsi risultati.
“Sai, qui c’ero arrivata” rispose lei, facendo sorridere entrambi, anche se quello di Ron era molto più simile a una smorfia che a un sorriso vero e proprio.
“Credo di essere innamorato di te Hermione” sussurrò lui, in quella che sembrò un eternità, ma furono pochi secondi. Il cuore della ragazza prese a battere freneticamente, seguendo il ritmo incalzante di quello del rosso. Ma entrambi sembravano impassibili.
“E me lo dici così, Ron?” chiese lei.
“Cosa dovrei dirti?” mormorò imbarazzato sentendo le orecchie andare a fuoco e il cuore che rischiava di uscirgli dal petto.
“Sforza il cervello” gli sussurrò lei all’orecchio. Quel poco bastò per accendere qualcosa in Ron.
“Ti amo, Hermione. Quando sei assorta su un libro o concentrata a fare i compiti. Amo quella fossetta che ti si forma tra le sopracciglia quando lo fai. Amo il tuo sorriso quando dico qualcosa di carino, quelle rare volte che ci riesco. Amo quando mi dici che non mi aiuterai mai più con i temi, ma alla fine me li finisci sempre tu. Amo quando mi dici che sono insopportabile, testardo, egoista ma che infondo tieni a me così come sono. Hermione, amo tutto di te” disse d’un fiato lui, rimanendo così, un tutt’uno con la sabbia sotto di lui. La ragazza, tornata seduta lo fissava dall’altro. Aveva voglia di mettersi a piangere o urlare dalla felicità. Erano anni che aspettava quel momento. Ma non fece nessuna di tutte e due le cose.
“Posso dire una cosa io, adesso?” chiese invece, cercando di non pensare al fatto che il ragazzo che amava era lì, accanto a lei e che le aveva appena detto di amarla.
Ron la guardò sorpreso. Si mise a edere anche lui, scrollandosi la sabbia dai capelli rosso fuoco.
“Non accetterò un no come risposta Mione. Ho aspettato anni, ho notato ciò che ci succede, quando stiamo insieme. So che sarebbe un no per nulla sincero” confessò lui, convinto che le sue povere orecchie ora erano due peperoni belli e pronti.
“Infatti, non avevo minimamente intenzione di dirti questo, stupido” gli rispose tranquilla. Ron pensò che in quella strana sincerità assomigliava a Luna. La incitò a parlare con un pigro gesto della mano, anche se dentro di lui c’era un incessante voglia di averla più vicina.
“Quando ho scoperto che provavo qualcosa per te, volevo auto-convincermi che fosse solo una forte amicizia o nel peggiore dei casi una cotta passeggera. Ma niente da fare. Ti ho amato Ron, dal primo momento. Da quando mi hai rinchiusa nel bagno delle ragazze con un troll di montagna al secondo anno, per poi salvarmi. Più o meno da lì. Oppure semplicemente da quando ti dissi che avevi dello sporco sul naso. O forse chissà, da sempre,anche da prima di conoscerci. So solo che adesso ti amo, Ron, e voglio che tu sia mio” lui la lasciò parlare, mentre lei si torturava una ciocca di capelli. ‘Si, assomiglia decisamente a Luna quando fa così’ pensò ancora lui, per poi capire bene il significato delle parole.
Qualcosa gli strinse tutte le viscere in una morsa soffocante. Si chiese se fosse l’amore, ma poco importava. Le prese una mano e se la posò sul cuore, dopo averle baciato il palmo.
“Ti faccio questo effetto?” constatò poco dopo la ragazza, sentendo il cuore di lui. Ron annuì, avvicinandosi. “Mione, giurami che questo non è solo un altro dei miei stupidi sogni, che tra poco non mi sveglierò nel mio letto, da solo. Morirei se fosse così”
“Ma non dire sciocchezze! Se fosse un sogno non sentiresti la mia mano sul tuo petto” gli rispose lei, fissandolo dritto negli occhi.
Occhi nocciola di lei contro quelli azzurri di lui, capelli ricci e castani che toccavano capelli rossi e lisci.
Ormai anche Ron si convinse.
Non era un sogno. Erano semplicemente loro due. Ronald Weasley e Hermione Granger.
Ron, preso dallo stesso strano coraggio che gli fece confessare quelle due semplici parole – “Ti amo” – le si avvicinò cauto, mentre lei gli sorrideva, incoraggiandolo.
Quando finalmente le loro labbra si sfiorarono, tutto sembrò più semplice. Ron la strinse a se mentre le chiedeva il permesso di entrare e lei glielo concedeva felice.
Stettero così ore, forse, o magari passarono pochi minuti. Ma finalmente erano uniti, e tutto il resto poco importava.

*

“Gin?” la chiamò il ragazzo dai capelli disordinati abbracciando la ragazza, ancora immersi nel’acqua. Lei mugugnò qualcosa in risposta.
“Secondo te litigano ancora?” chiese poi, indicando con un gesto del mento Ron ed Hermione sulla spiaggia, lei seduta, lui steso.
“Spero di no, sarebbe un altro colpo duro per Hermione, non ce la fa più, sai? “ confessò la rossa rigirandosi tra le braccia del proprio ragazzo, lui annuì e la strinse ancora di più.
“Anche Ron sembra disperato” sussurrò, prima di posarle un bacio gentile sulle labbra piene.
“Harry, ti ricordi quando mi dicesti che mi amavi, la prima volta dopo la battaglia?” chiese lei, allacciando le braccia sul collo del ragazzo.
“Come farei a dimenticare una scena del genere” le sussurrò lui, sfiorando il naso di Ginny col suo.
“Quanto vorrei che quei due zucconi facessero lo stesso, una buona volta. Non credi che stiano esagerando?! Sono anni che sanno di amare l’altro, eppure non si decidono..” sospirò sconsolata.
“Bene, allora dovresti guardarli ora” le rispose divertito il ragazzo, facendola rigirare nell’acqua tiepida.
Fissando la scena che le si parò dinanzi, Gin portò entrambi le mani alla bocca, sorridendo e allo stesso tempo facendo un espressione sorpresa.
“Era ora!” sbottò, sprizzando felicità da tutti i pori alla vista di suo fratello che avvinghiava Hermione.
Tornò faccia a faccia con Harry.
“Vieni qui” le disse lui, attirandola a se e baciandola così delicatamente che Gin perse quasi l’equilibrio, facendolo sorridere.
“Anche io ho una specie di confessione da farti” disse arrossendo.
“Spara” rispose lei, con il suo solito sorriso sulle labbra.
“Vorresti rendere la mia vita migliore più di quanto lo sia adesso sposandomi, Ginevra Weasley?” chiese timido, abbassando lo sguardo.
“E me lo chiedi anche, sfregiato?!”sbottò lei per poi stringerlo fra le sue braccia esili. Harry sospirò, decisamente tranquillizzato. Si baciarono ancora, e di nuovo con quella dolcezza che un po’ li caratterizzava.
“Però non hai neanche l’anello” sussurrò lei, con una finta espressione scandalizzata. Lui per poco non scoppiò a ridere.
“Scusami amore, se siamo nel bel mezzo del mare” le sussurrò all’orecchio facendo ridere entrambi.

Il sole splendeva alto e raggiante nel cielo azzurro pastello, facendo cadere leggermente i suoi raggi su tutto ciò che mi circondava. L’unico rumore era quello delle onde che si infrangevano sugli scogli un po’ distanti e sulla riva.
Adesso quella spiaggia invasa dal sole racchiudeva le due cose più importanti per quelle quattro persone, finalmente unite da qualcosa che non riguardava maghi oscuri o guerre del mondo magico.
Finalmente anche le loro vite, come la spiaggia soleggiata, sembravano tranquille e indisturbate.
   
 
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