Anime & Manga > Pokemon
Ricorda la storia  |      
Autore: Healer    12/07/2011    8 recensioni
{Ferriswheelshipping - N/White - Pokemon Black & White}
"Ditemi che è solo un sogno. Per favore." disse tra se e se, mentre N avanzava verso di lei, a passo lento, normale, ma con un evidente sorriso triste disegnato sulle labbra, che anche se pensava di riuscire a nascondere bene sotto l'ombra generata dalla visiera del cappello, White notò lo stesso.
Spoiler del videogioco!
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Videogioco
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

All I wanted was you.  

It doesn't matter where we die,
I't doesn't metter that you cry,
We will take you with us




White riuscì, in qualche modo, a mettersi in piedi, nonostante le sua gambe urlassero di dolore. Facendo attenzione, si strofinò con le dita delle mani gli occhi tremendamente azzurri e adesso anche arrossati, per cercare di far andare via i granelli di polvere che le erano entrati dentro questi ultimi. Con un'espressione sorpresa, quasi scioccata, guardò quello che fino a qualche minuto prima, somigliava ad un campo di battaglia. Il campo che era stato protagonista della sua battaglia, della loro battaglia. Quel campo ormai marchiato a fuoco da qualcosa che difficilmente le persone che avevano assisstito - o semplicemente che sapevano - avrebbero dimenticato facilmente.
Quando la polvere si diradò completamente, o almeno quel tanto che bastava per riuscire a farle vedere cosa o chi era rimasto dall'altra parte, la sua mente tornò a funzionare regolarmente, come un tempo -o per meglio dire qualcosa come dieci minuti prima.
C'erano diverse cose, in effetti, che in quel momento avrebbe potuto guardare, osservare, ammirare. Si sentiva quasi un mostro a dirlo, ma il palazzo del nemico era fatto veramente bene, sembrava quasi... un qualcosa di antico, una di quelle case da ricconi che vedeva sempre a scuola, nei libri di arte o di storia. Avrebbe potuto concentrarsi sul soffitto, sulle colonne, sulle mattonelle che sembravano quasi mostrare fiere la loro assurda fantasia, i loro eleganti e molteplici disegni; le loro figure geometriche che sembravano quasi danzare, per come si intrecciavano. 
Ma no, non fu questo, ciò che attirò la sua attenzione, nonostante, secondo una ormai antica legge, avrebbe dovuto sbattersene altamente del nemico.
I suoi occhi vennero rapiti dalla figura imponente - e impotente - del grande Pokèmon nero che stava accasciato a terra, con gli occhi chiusi e il volto sofferente, con il petto che si alzava e si abbassava; dall'enorme Pokèmon bianco che, al contrario del mostro nero, stava in piedi, anch'esso stanco, ma che al contrario dell'altro, aveva dipinta sul volto un'espressione di vittoria, un'espressione trionfante.
E dal ragazzo dagli occhi color verde speranza, che senza far trapelare nessuna emozione dal suo sguardo, dai suoi movimenti, da ogni suo singolo gesto, guardava ciò che lui stesso aveva creato. Prese una pokèball, una di quelle normali, e richiamò Zekrom, per farlo riposare, insieme agli altri suoi Pokèmon.
Appena cinque secondi dopo White fece lo stesso, anche se ancora le suonava strano dover urlare: «Reshiram, ritorna!»
Le faceva strano - ma neanche poco - avere in squadra uno dei tanti soggetti che erano stati protagonista della sua infanzia, di tante storie narrate da sua madre prima di andare a dormire, o semplicemente delle vecchie storie che raccontavano i vecchietti di Soffiolieve, a lei, a Belle e a Komor quanto tornavano da scuola.
"Ditemi che è solo un sogno. Per favore." disse tra se e se, mentre N avanzava verso di lei, a passo lento, normale, ma con un evidente sorriso triste disegnato sulle labbra, che anche se pensava di riuscire a nascondere bene sotto l'ombra generata dalla visiera del cappello, White notò lo stesso.

 

«Ho perso.» sussurrò N, con un tono di voce neutro, come era suo solito fare. A meno di un metro da lei si fermò, per prendere il cappello bianco che le era caduto dalla testa subito dopo l'impatto. Lo prese, e con delicatezza, senza spaventarla ne farla andare nel panico, le si avvicinò, per sistemarglielo come meglio poteva sulla testa.
Fù allora che White sentì il suo respiro sul collo, che per la prima volta dopo tutto questo tempo lo sentì così vicino.
Fù allora che capì che stavolta stava davvero per finire.
Per provare a sistemare da sola il cappello sfiorò le sue mani, che ai suoi occhi erano così perfette, ma le ritirò subito, spingendo via le sue, nonostante le dispiacesse, tanto, troppo.
Fottuto orgoglio, eh, White? Belle ti diceva sempre di non comportarti così, quando andavate a scuola., rimbombò la solita vocina rompicoglioni dentro di lei, come era solita fare ormai da un po' di tempo.
«Faccio da sola, grazie.» gli disse, con quel solito tono antipatico e sarcastico con il quale era solita comunicare, allontanando le sue mani dalle proprie, ma senza lasciarle completamente.
Ma N sembrò non sentire, non ascoltare.
«A quanto pare l'eroe non ero io, non lo sono mai stato. O sbaglio?»
«Cazzo chiedi a me, che... che l'unica cosa che volevo era... era n-non essere coinvolta in questa faccenda e... e...»
Un singhiozzo. Due singhiozzi.
Si accorse solo dopo di stare piangendo. Si meravigliò di se stessa, era da tanto tempo che non lo faceva. White, sei una cogliona. Esci di qui e ucciditi, per favore.
«Non dovresti piangere.»
«Non farmi da segretaria, lo so meglio di te che non dovrei.»
Si staccò dalla sua presa, e fece qualche passo indietro, buttando la testa di lato, per cercare di nascondersi. Proprio lui doveva vedermi in questo stato? Morite tutti. Violentemente.
Lui ridacchiò. Una risata che non ci sarebbe dovuta essere, ma che almeno era sincera. Una di quelle che ti piacciono tanto disse sempre la vocina dentro di lei, facendola alterare ancora di più.
N sospirò, guardando dal varco che si era creato dietro di loro, il panorama. Si avvicinò, prese una pokèball, e fece uscire Zekrom, che ancora non si era ripreso completamente, ma almeno era meno stanco di prima.
White sapeva cosa stava per fare. Lo sapeva, già dalla fine della loro lotta l'aveva capito.
Quasi tutte le reclute erano state catturate dalla polizia che, con grande tempismo, era giunta lì, molto probabilmente i Capipalestra avevano già sconfitto i sette (nani) saggi, Ghecis almeno per quel giorno non si sarebbe più fatto vedere... N non aveva più motivo per restare lì.
«In effetti ci sarebbero davvero tante cose, di cui vorrei parlarti.»
Lei alzò improvvisamente la testa, pensando "cazzo sì, anche io", e tirando su col naso - una cosa che la faceva somigliare molto ad una bambina.
«Come?»
«Però, non posso. Non qui, non ora, non così.»
«Cose di che tipo?»
Lui la guardò dritto negli occhi, facendo affondare il meraviglioso verde dei suoi nel particolare blu di lei. In quello sguardo c'era un che di strano, un qualcosa che White nei suoi occhi non aveva mai visto. Un qualcosa che a poco a poco quel giorno la stava uccidendo.
«...Non lo so bene neanch'io. Probabilmente devo solo cercare di capirlo. Non credi anche tu? Alla fine, tutti dobbiamo cercare di capire qualcosa.»
«Detto da te è tremendamente strano. Sono mesi che cerchiamo di farti capire che i Pokèmon devono stare con gli esseri umani, non perchè sono obbligati, non per usarli, ma semplicemente perchè sono amici. Non ti senti un po' incoerente?»
«Già, forse solo un po' però. Quanti mesi?»
White odiava N quando se ne usciva con queste sparate. Sul serio, lo odiava.
«Mesi di che cosa?»
«Che cercate di farmelo capire.»
Odiava quelle stupidaggini che gli uscivano dalla bocca perchè la spiazzavano, perchè non riusciva a trovargli un senso logico e morale. Lo odi? Non credi anche tu di essere un po' incoerente, White? Belle e Komor te lo dicevano semp.... Mise a tacere quella vocetta antipatica che era nella sua testa tornando a concentrarsi sui discorsi cretini di N, davvero, non la sopportava a volte.
«Dalla prima volta che ti ho visto, o mi sbaglio?»
«Sì, ti sbagli.»


Leaning out into the breeze 
Remembering Sunday, he falls to his knees 

 

«Come, prego?» cercò di ribattere White, facendo qualche passo per avvicinarsi a lui senza però avvicinarsi troppo.
«Ci provi solo... da quando, a Sciroccopoli, ti ho detto di essere il sovrano del Team Plasma. Quando ho detto di essere coinvolto anche io in tutta questa faccenda.»
Oh, sì, pensò White, facendosi strada tra i ricordi, il giorno in cui mi hai fatta salire su quella cazzo di ruota panoramica salutandomi poi con una bella lotta. Certo che me lo ricordo.
Stava per dirgliela ad alta voce, la cosa della ruota panoramica, per fargli sapere quanto c'era stata male, per fargli capire che, da ignara sedicenne che non era altro, si aspettava qualcosa di più, che una lotta. Non un invito a cena, non un bacio, non qualcosa di romantico, perchè queste cose le avevano sempre fatto schifo; non sapeva neanche lei cose voleva aspettarsi da quel giro sulla ruota panoramica. Qualcosa c'era sicuramente, però.
Stava per parlare, quando N saltò in groppa al suo Zekrom. Il momento era arrivato.
«Chissà, magari un giorno avremo tempo per una bella chiacchierata, chi lo sa.»
White ricominciò a piangere. Ma stavolta fece scendere le lacrime, senza tentare di asciugarle e senza vergognarsene.
«Un giorno.»
«White... non dovresti fare così. Sai che significa avere un sogno, giusto?» lei non rispose, non ne aveva la forza. «Si che lo sai, ormai l'ho capito, anche tu hai detto di avercelo un sogno. Beh, se è vero... realizzalo. Non tirarti indietro. Sono sicuro che ci riuscirai.»
«N...»
Lui si voltò di nuovo a guardarla, rivolgendole un sorriso di quelli stupefacenti, di quelli che non si scordano, di quelli che, almeno a lei, scioglievano il cuore.
«Sì?»
White abbassò lo sguardo, rivolgendolo alle sue scarpe, piene di polvere. «Io... io ti aspetterò. Non voglio sapere se effettivamente tornerai, un giorno. Ma io ti aspetterò. Con il sole e con la pioggia, con la neve, con... con gli uragani... io ti aspetterò. Ogni giorno. Sotto la ruota panoramica. Sette giorni su sette. Il pomeriggio.»
Lui la guardò, rivolgendole un altro sorriso, con uno sguardo contento, alla oh-cavolo-allora-non-te-lo-sei-scordato. E come poteva?
«Va bene.»
A quel punto lei fece qualche passo indietro per non essere sbalzata indietro dallo spostamento d'aria che avrebbe sicuramente creato il battito delle ali di Zekrom, e N si sistemò meglio sul Pokèmon.
«Ricordati che se vuoi realizzare un sogno, tutto ciò che devi fare è provarci. Senza arrenderti mai.»
Lei annuì. Qualunque cosa avrebbe detto, lui non l'avrebbe sentita, con il rumore delle ali del Pokèmon che battevano attorno a lui. Ma un'ultima cosa la disse, da lassù.
Un movimento di labbra che fecero soltanto crollare di più White.
«Addio, White.»


Forgive me, I'm trying to find 

«N... grazie.»
E a quel punto il sole se ne andò, tramontando dietro la montagna.


Ogni giorno White si recava a Sciroccopoli, esattamente dalle 14 alle 18.
Anche a lei sembravano tante quelle ore, anche a lei sembrava esagerato all'inizio stare tutti i santissimi pomeriggi seduta su una panchina davanti un laghetto. Ma poi si rese conto che non aveva dato a N un orario preciso, quindi tutto ciò che poteva fare, era stare lì, seduta, aspettando invano qualcosa che non sarebbe mai arrivato. Perchè quello che N le aveva dato non era stato un arrivederci, ma un addio. Due cose ben diverse tra loro.
Ma non si arrese, non ne aveva intenzione. N stesso le aveva detto, quel giorno, di seguire il suo sogno, e di non lasciarlo mai andare, e di realizzarlo.
Quindi decise di seguire il suo consiglio, perchè il suo sogno si chiamava N Harmonia, e non l'avrebbe lasciato andare tanto facilmente. 


My calling I'm calling at night



 



...Dovete sapere che NO, gente, non mi faccio trasportare dalla massa, ma che ad ogni generazione finisce sempre che mi innamoro di uno dei personaggi :'D e per questa, è stata la volta di N. Ma insomma, l'avete visto? *---* con quei capel--- okay basta mi sto rendendo ridicola. Hoi finito il gioco, e anche se sembra stupido ho pianto, cazzo, ho pianto ç__ç insomma, non possono farmi finire un bel gioco con N che ti dice "addio" e poi la scritta FINE, e i titoli di coda, e la musica tragica...no non possono ç.ç
Però boh, niente, non c'è niente da dire su questa FF. Fa schifo, questo si può dire, perchè l'ho scritta in un pomeriggio solo, facendo incavolare il mio migliore amico, che, venuto a casa mia per appunto continuare il gioco e ignaro di quello che sarebbe succeddo dopo, è stato costretto a sopportare 'sta cosa per tutto il pomeriggio :'D Ah, è un santo, è un santo. Io amo 'sti due (di più lui, ma dettagli) e volevo scrivere qualcosa, e fidatevi, non è l'unica cosa in cantiere che ho sulla Ferriswheel <3 Preparatevi perchè probabilmente tra qualche giorno tornerò con qualcosa di nuovo. Muhaha.
Ah, il primo pezzo di canzone proviene da una canzone degli Epica, Façade of Reality, e gli altri, invece, sono dei pezzi di Remembering Sunday, degli All Time Low. Ascoltatela. perchè è meravigliosa. E il titolo viene da All I wanted, dei Paramore. 
E dico che non so neanche io perchè c'ho messo in mezzo le cose che dice nel gioco :'D boh, forse perchè mi piacciono LòL x''D 
Poi boh, nulla, ultima chicca e vado, giuro: ci stavo così male a veder perdere N, che in un momento di non-lucidità mi stavo facendo ammazzare, cosa che, effettivamente, è successa, col mio povero Samurott.
Meno male che qualcuno ha inventato i revitalizzanti e le iperpozioni.

Cià, T.

  
Leggi le 8 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Pokemon / Vai alla pagina dell'autore: Healer