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Autore: eloisa_    12/07/2011    2 recensioni
[Partecipa al concorso One Shot dell'estate!]
Che il ragazzo che ami abbia una tresca con la tua migliore amica alle tue spalle è roba vecchia, trita e ritrita.
Ma non quando accade a te.
Io gli sorrido e immagino la purezza del mio sentimento insozzata, lacerata, abusata, calpestata, sofferta, distrutta, uccisa. Adesso è un sentimento inesistente, brucia come una sigaretta accesa premuta sul petto, sul cuore.
«Sicura vada tutto bene?»
Annuisco convinta. «Mai stata meglio. Viva l’estate.»
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Esco accaldata di casa. Il sole picchia forte, oggi; è estate da un pezzo ma per me è iniziata solo stamattina. Sono tornata da poche ore nella mia città natale, dove avevo lasciato affetti, parenti e amici. Non ho nemmeno disfatto la valigia: ho chiamato il mio migliore amico e gli ho proposto –o meglio, ordinato perentoriamente- di passarmi a prendere per andare al mare. Immediatamente. Scendo le scale e apro il portoncino di ingresso: una macchina è parcheggiata davanti alla porta, la sua macchina. Apro la portiera e non mi curo nemmeno di chiudermela alle spalle, la felicità di vederlo soverchia tutto: la distanza, il caldo, i mesi a discutere e non capirsi, le email chilometriche, le telefonate nel cuore della notte solo per sfogarsi, le confessioni e i dettagli imbarazzanti, tutto, tutto, tutto, come se non fossi mai andata via.
«Sai che lo sportello non si chiude da solo, vero?» Scherza lui, con la terribile capacità che ha di gettare tutto sul ridicolo, di far rivestire da una coltre ironica ogni dimostrazione di affetto.
«Idiota.» Lo insulto scherzosamente, chiudendo obbediente la portiera e dandogli un leggero pugno sulla spalla. «Mi sei mancato.»
«Tu no.» Ma sorride e mi fissa, con quegli occhi verdi e buoni, e so che scherza e vorrei tanto che mi stringesse tra le braccia ancora un po’.
Ha messo il mio cd preferito, lo riconosco, cantiamo a scquarciagola e tra una strofa e l’altra chiacchieramo, raccontandoci le nostre vite –che in fondo conosciamo già a menadito- e gli ultimi avvenimenti, le sensazioni sul tempo, sul futuro e sul presente, su come certe cose non cambino mai. Rievochiamo il passato, quando trascorrevamo assieme le serate sdraiati sulla sabbia a guardar le stelle, a prometterci di esserci sempre l’uno per l’altra, a giurarci che un sentimento c’era e resterà, se saremo bravi a coltivarlo. Quando lo dice assume un’espressione preoccupata, corruga la fronte e i suoi occhi assumono un cipiglio malinconico, quello che conosco tanto bene. «C’è qualcosa che non va?» Gli chiedo, sapendo già cosa mi risponderà ma non cosa in realtà vorrebbe rispondermi. E lui soddisfa le mie aspettative. «No, niente.» Niente, ovviamente, che non è mai tale.
Mi dico che non importa e sarà un qualcosa di poco conto, adesso sono tornata, è estate e lui è con me e nulla potrebbe andar male.
Scendiamo dall’auto e ci avviamo al nostro solito chalet. Incontriamo Sis, amica comune, mia ex compagna di classe del liceo. Sorrido a trentadue denti, mi è mancata anche lei, tanto. Adesso studiamo distanti e non ci vediamo così spesso, ma quando abbiam tempo ci chiamiamo e ci aggiorniamo a vicenda sulle ultime novità. è una delle poche a conoscere il reale sentimento che mi lega a lui e poterne parlare con qualcuno è spesso un sollievo. Sì, perché lui sa ma non ne fa cenno: io lo amo. Lo amo dell’amore più puro che possa esistere al mondo, quell’amore incondizionato, gratuito e irrefrenabile, quell’amore che si legge nei romanzi e che tanto ci fa commuovere, quell’amore che supera ogni ostacolo, quell’amore in cui non ho mai creduto e in cui ancora oggi stento a credere, se non lo provassi giorno dopo giorno sulla mia pelle. Li guardo sorridente. «Vado a tuffarmi, è il primo bagno della stagione. Venite?» Sis scuote la testa, declinando il mio invito, lui invece accetta e mi segue sul bagnasciuga. Camminiamo in acqua, cercando il punto più adatto in cui immergerci. «Devo parlarti.»
Il cuore salta un battito, ho sempre detestato questi incipit plateali, presuppongono o un qualcosa di molto bello o un qualcosa di molto brutto. Scruto il suo volto e opto per la seconda opzione.
«C’è una cosa che non ti ho mai detto.»
Mi fermo immobile, tento di ironizzare con una battuta, ma per una volta non è il caso e sto ad ascoltarlo in silenzio, pronta al peggio.
«Io e Sis ci frequentiamo. Da due anni.»
Il sorriso resta immobile sul mio volto per circa una trentina di secondi, quelli che mi servono per rielaborare la frase appena ascoltata. Alzo meccanicamente gli occhi verso lo chalet, dove riesco a distinguere chiaramente i ridicoli shorts bianchi di Sis. O forse li sto solo immaginando.
Crack.
«Bene.» Commento, sperando che il mio volto tradisca meno emozioni di quante ne senta io in questo momento.
«Non sei arrabbiata?» Esita. Si stropiccia nervosamente le mani.
Valuto bene le opzioni prima di rispondere. «No.»
Poi mi tuffo. Immergo la testa sott’acqua e una sensazione di refrigerio mi invade. No, non sono arrabbiata.
Sono furente, sono delusa, sono disgustata, sono perplessa. Penso che potrei iniziare a respirare per riempire i polmoni d’acqua e non di bile, che potrei anche annegare adesso per quel che mi importa, che vorrei riemergere e trovare la spiaggia deserta ma soprattutto non lui e non lei.
Torno in superficie. Lui mi guarda preoccupato. Io gli sorrido e immagino la purezza del mio sentimento insozzata, lacerata, abusata, calpestata, sofferta, distrutta, uccisa. Adesso è un sentimento inesistente, brucia come una sigaretta accesa premuta sul petto, sul cuore.
«Sicura vada tutto bene?»
Annuisco convinta. «Mai stata meglio. Viva l’estate.» E gli volto le spalle, impedendogli di vedere le due grosse lacrime che mi solcano il viso.
  
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