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Autore: Aleena    12/07/2011    4 recensioni
Quanto passa prima che la lama tocchi la carne?
Un’eternità.
Il sibilo aleggia nell’aria, la folla trattiene il fiato. Congelo il momento, l’ultimo istante prima della fine, l’ultimo respiro di vita.
Sono morto, già morto; mille volte nella cella buia, solo con i miei fantasmi.
[Ned Stark - Spoiler 1x09]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eddard Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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ALL MAN’S LAND
 
 
Quanto passa prima che la lama tocchi la carne?
Un’eternità.
Il sibilo aleggia nell’aria, la folla trattiene il fiato. Ned congelo il momento, l’ultimo istante prima della fine, l’ultimo respiro di vita.
Sono morto, già morto pensa; mille volte nella cella buia, solo con i miei fantasmi.
Ha salito le scale di quel patibolo decine di volte, sentito migliaia di schegge entrargli nella carne, percepito il lezzo sempre diverso eppure ugualmente dolciastro della morte e del sudore del boia.
Ha già sentito il sibilo dell’ascia, l’ha temuto così tante volte che adesso non c’è paura.
 
La prima volta, il cuore smise di battere.
Ricordo che c’era Robb, tra la folla. Piangeva per me, stingendo fra le braccia Lady, il lupo decapitato di Sansa.
Cat era il boia, e Jon leggeva la condanna.
Arya era vestita di nero, una piccola lady in lutto; reggeva il lungo velo da sposa di Sansa, rosso come il sangue: Joffrey la portava all’altare, vestendo il rosso dei Lannister, a sfregio del fantasma di Robert, che mi piangeva accanto.
E d’improvviso non era più Approdo del Re, ma Grande Inverno, e quella che gridava era la mia gente. L’inverno sta arrivando, ripetevano. Sembrava una nenia funebre.
Poi la mia gamba diede una fitta, e mi risveglia nel buio.
 
Ned chiude gli occhi. C’è Catelyn nei suoi pensieri e, per gli dei nuovi ed antichi! darebbe una mano per poterla riabbracciare, per poter passare un’ultima ora con lei e con i suoi figli.
 
La seconda volta, piansi.
C’era Robb al mio posto, ed io calavo Ghiaccio sul suo collo da ragazzo dell’estate.
“L’ho fatto per te, padre” mi disse.
L’inverno sta arrivando, gli sussurravo con tristezza.
Poi la guardia venne a portarmi il pasto, una brodaglia densa e insapore in cui galleggiava un capello.
 
Ned Stark alza gli occhi.
La folla urla, l’ascia sibila e manda scintille contro la cote del boia.
 
La terza volta mi artigliai un braccio, lacerandolo nel tentativo di sfuggire al sogno.
Mio fratello Brandon bruciava, Lyanna piangeva; c’era lei sul ceppo, al mio posto. “Torna da Bran, è sveglio e ti attende. Và a vedere Rickon” mi diceva, sorridendomi.
L’inverno sta arrivando, piangeva una voce di donna, nel vento. Mai il motto della mia Casa mi sembrò tanto funesto come allora.
Fù la luce della torcia di Varys a svegliarmi, quella volta. “Confessa.” mi disse “Loro hanno tua figlia”
 
Ned Stark alza gli occhi e vede Arya. Un barlume di realtà nell’ennesimo sogno, pensa, o magari il contrario.
Abbassa gli occhi al legno scheggiato; ora sa che entrambe le sue figlie sono lì, a vederlo morire come traditore e spergiuro.
 
Gli altri incubi furono solo voci e sussurri ed ombre della febbre.  Fuori, qualcuno gridava; frasi che non capivo, o che forse semplicemente immaginavo.
Sapevo quel che dicevano.
 
Sansa piange, può sentirla; implora l’abominio Joffrey. Non farlo, vorrebbe urlarle Ned, già io mi sono svenduto, e cosa ne è valso?
Vergogna, dispiacere e paura gli gonfiavano il cuore. Aveva rinnegato tutto alla fine, per la flebile speranza di poter salvare le sue figlie.
Vorrebbe poter avere qualche minuto per dire ad ognuno dei suoi figli, legittimi o meno, quanto di loro sia orgoglioso.
Un minuto per dire a Sansa che è fiero della lady che già la vede essere, e di stare attenta; dirle che ha un cuore troppo dolce ed ingenuo e che deve indurirsi o rischierà di essere schiacciata.
Un attimo per spiegare ad Arya che il tempo del gioco è alla fine, che presto dovrà fare i conti con la vita e con il suo essere donna; dirle che in lei c’è una vera Stark, e che è orgoglioso della sua forza.
Un istante per dire a Robb che è sicuro lui diverrà un grande lord, quale già promette di essere, ed a Jon che sa che la vita gli riserverà grandi vittorie; sa che saranno ricordati in eterno se solo sapranno mantenersi come sono – fieri, onesti, leali.
Infine, abbraccerebbe Bran e Rickon, e piangerebbe, felice solamente di vederli sani e salvi. Direbbe ai suoi figli minori che della morte ciò che lo spaventa e lo abbatte è la consapevolezza che non ci sarà per vederli crescere ed insegnare loro la giustizia e l'onore. Direbbe che lo logora sapere che non ci sarà quando Bran e Rickon andranno a caccia per la prima volta, o quando uno di loro ucciderà il primo uomo ed avrà bisogno delle sue parole. Direbbe ad Arya e Sansa che lo uccide sapere di non poter vedere il loro matrimonio.
 
La folla tace, grida, sussurra… la sua mente distingue ogni suono con chiarezza, aumentandolo o cancellandolo. Anche i suoi occhi sono più acuti, ora; è teso allo spasmo, i sensi al massimo: vuole vivere da morire.
C’è la sua vita che gli passa davanti agli occhi, scandita dal sibilo dell’acciaio che sta per porle fine. Non rimpiange nulla se non la sua ultima, mendace confessione. 
L’ultimo pensiero è per la sua famiglia. Sono i figli dell’estate, e spera di averli preparati per l’inverno, ormai pericolosamente vicino.
L’inverno che lui non vedrà.

 
 

Piccolo spazio-Me: Che dire… adoro questa saga!
Ho provato a scrivere questa one-shot su un personaggio chiave come Ned, provando ad interpretare le sue emozioni in due diversi momenti della sua vita: nella cella, febbricitante e solo, in attesa del giudizio (la parte in corsivo) e negli istanti prima che sia ucciso.
Non è facile scrivere senza spoilerare, ma ho cercato di fare del mio meglio :)
Spero vi piaccia, e spero mi farete sapere con un commentino (anche negativi, no nsi butta mai via un consiglio!)
Alla prossima!
 
Ps: il titolo, una canzone dei Planet Funk, l’ho intesa come “la terra cui tutti gli uomini sono destinati”, ossia l’aldilà. 
  
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