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Autore: Pantesilea    13/07/2011    3 recensioni
Finalmente è tornata, con tutto il carico di “seccature” che questo si porta dietro. Ecco qui la seconda parte di “E adesso che faccio”, esattamente da dove l’avevo lasciata, ma con un bel cambio del punto di vista! Questa volta sarà il genio di Konoha a dover gestire il suo stato.
Genere: Commedia, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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I personaggi qui descritti non sono opera mia, ma del mangaka Masashi Kishimoto
 
 
Shikamaru sotto scacco
 

 
Shikamaru aprì gli occhi controvoglia.
Si era allenato per alcune ore, partendo presto, poi aveva deciso di regalarsi qualche minuto di meritato riposo, sulla collinetta erbosa dalla quale poteva vedere l’intera Konoha.
Era stato il caldo e opprimente alito di Akamaru a svegliarlo. “L’hokage mi ha chiesto di cercarti, vuole vederti subito”, gli disse Kiba, che torreggiando su di lui lo fissava con quel suo sorriso un po’ sbruffone.
“Che palle, gliel’avevo detto che mi prendevo un po’ di giorni per allenarmi…”
“Vedi, credo proprio che ti stia cercando per questo…” detto ciò, Kiba si fece da parte aspettando che l’amico si risollevasse da terra. Fu un’operazione che durò almeno qualche minuto. Shikamaru dovette sbadigliare, stirarsi la schiena, sbadigliare di nuovo, scacciare Akamaru che nel frattempo sperava di aver trovato un nuovo compagno di giochi, poi fu pronto a seguire l’altro.

Arrivati di fronte l’ufficio di Tsunade bussarono e questa li invitò ad entrare. In piedi, alla destra e alla sinistra della donna, stavano Temari e Lee. A Shikamaru ancora non andava molto giù che il suo posto fosse stato preso da quel ciclone verde, ma alla fine era giusto così: era la conseguenza di una sua scelta.*
“Ecco fatto, voi potete andare” disse l’hokage firmando di fretta le ultime scartoffie che Lee le stava mettendo sotto il naso, mentre con la mano libera faceva segno a Shikamaru di avvicinarsi a lei.
“Con il suo permesso me ne vado anch’io” si congedò Kiba, ancora sulla porta. Ora, a onor del vero l’Inuzuka non fece nulla di sconveniente. Si limitò a far uscire Temari prima di lui, aprendole la porta, come si confaceva a un ninja ben addestrato che si trova nell’ufficio del suo hokage. Neanche in Temari ci fu niente di strano. Semplicemente gli sorrise compiaciuta. Un sorriso di circostanza, forse. O forse no. Forse era uno di quei sorrisi che la kunoichi di Suna aveva riservato a Shikamaru in rare occasioni e che lui aveva creduto fossero sinceri.
Il chunin osservò di sottecchi il teatrino e finse indifferenza, forse anche noia. Tentò uno sbadiglio e improvvisò l’espressione scocciata che gli riusciva così naturale. “Allora? Perché voleva vedermi?” domandò a Tsunade.
Mentre parlava, però, le orecchie tese captarono frammenti della conversazione che si stava svolgendo dietro la porta chiusa alle sue spalle. Una risata cristallina, e una frase che suonava come qualcosa di simile a ‘che piacere rivederti’.
Shikamaru, ad ogni modo, era bravo a controllare le emozioni. La sua abituale strafottenza si rivelava una maschera eccezionale in situazioni come quella. Incrociò le braccia al petto, spostò il peso su una gamba sola, osservo di sbieco Tsunade ed attese che questa gli rispose, semplicemente.
Ma Tsunade non era esattamente quella che può essere definita una kunoichi nata ieri; tutt’altro. Possedeva già i suoi sospetti e il sospiro leggermente troppo pesante del ragazzo li fomentò.  Aveva osservato molto il figlio di Shikaku e ora poteva dire di aver capito il perché di tanto impegno nel voler diventare jonin proprio in quel periodo. Quello era il momento giusto per agire. Con un po’ di fortuna sarebbe riuscita a sbolognargli quella missione che tutti cercavano di evitare. “Ho riflettuto molto sulla tua decisione di metterti sotto con gli allenamenti, ma credo che per te ottenere la carica di jonin in questo mese sia impossibile. Non fraintendermi, so bene che per le tue qualità la meriteresti, ma non puoi dosare l’impegno ad intermittenza, se mi capisci…”
Shikamaru sbuffò sorpreso. Cosa voleva dire quella donna? Così tutti i suoi piani, tutte le sue teorie su cosa avrebbe detto in merito alla biondina di Suna, su cosa lei avrebbe risposto, su come lui avrebbe colto l’occasione per offrirle qualcosa da bere, tutti i suoi viaggi mentali, insomma, non si sarebbero potuti realizzare. Avrebbe dovuto pensare a una soluzione alternativa alla svelta, se non voleva che qualche bell’imbusto come Kiba lo precedesse.
“Certo…” stava continuando intanto Tsunade, “se tu svolgessi una certa missione…”
Shikamaru allora strinse gli occhi, come se così facendo potesse riuscire a fulminare la donna. Aveva capito il suo gioco, non era stupido, ma aveva altra scelta forse?
“E di che missione si tratterebbe?”

 


 
*Questo presupposto nasce dalla conclusione dell’episodio “Lo strano sapore delle frittate”, della serie che precede temporalmente questa, nel quale viene spiegato che questa volta il posto di organizzatore degli esami di selezione dei chunin viene preso da Lee, che quindi affiancherà Temari, proprio perché Shikamaru ha voluto prendersi del tempo per i suoi allenamenti.
 

Grazie mille a tutti quelli che hanno letto l’episodio precedente e a chi ha inserito la serie nelle seguite. In particolare, poi:
 
Rolly Too: Anche io adoro Shikaku! Sarà l’effetto genetico dei Nara :D
RainbowBaddy: Spero di aver mantenuto le aspettative, anche se in realtà pure questo primo capitolo è un po’ di passaggio!

  
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