Messed up sistem.

Un urlo isterico si levò all’improvviso, unendosi alla serie di svariati urli –nomi e soprannomi, insulti e parolacce varie- che lo avevano preceduto nel riempire il corridoio del condominio e poi la stanza dell’appartamento.
Uryu, immobile davanti al tavolo con in mano una tazza piena di caffè e l’altra impegnata a tenere sospesa la pagina del giornale, guardò con occhi sgranati la mora che a passo rapido –e rumoroso grazie agli esagerati tacchi- entrava di prepotenza nel suo appartamento.
Che le parolacce e tutto il repertorio di urli che la ragazza aveva esternato fossero rivolti a lui gli era parso ovvio, insomma quanta gente conosceva che non solo aveva una voce così acuta e dalla potenza così invidiabile ma anche lo chiamava Bianchino o signor Quattrocchi?, infatti non era quello ad averlo sorpreso, quanto sentire lì quella voce.
Quello, era stato per lui shockante.
“Ci-Cirucci-s…” provò ad articolare inutilmente, in quanto la sua voce ben presto fu sovrastata dall’ulteriore grido che quella dannata donna isterica cacciò.
“Tu!!!” tuonò Sanderwicci, finalmente cessando di esprimersi come un’arpia a urli, “È tutta colpa tua!!!” lo accusò prontamente puntandogli addosso uno sguardo rabbioso e stringendo i pugni per la rabbia.
Ishida era ancora immobile, come pietrificato, nella stessa posa che aveva da prima che la furia dai capelli mori gli si fiondasse contro.
Non sapeva sinceramente cosa fare o dire, e ancor più non sapeva cosa pensare.
A ridestarlo un po’ dal suo stato di paralisi fu il suono secco e terribile dell’audace tacco dello stivale della donna che toccava terra con forza.
“Maledizione a te!!! Ti odio” sbraitò subito dopo, la stessa, a squarcia gola.
“M-ma io cos-” prima che potesse finire Uryu fu di nuovo interrotto dall’interlocutrice.
“Tu cosa hai fatto?!?” gli chiese urlando con, se possibile, ancor maggior forza la domanda che aveva intuito l’uomo volesse farle “Mi hai incasinato il sistema!!!” gli rispose in fine con una cattiveria così corrosiva in quella voce così gracchiante che il povero uditore temette che quel suono potesse graffiarlo.
Un attimo di silenzio seguì quell’ultimo grido e per un istante il tempo sembrò fermarsi.
“Quale sistema?!?” chiese in fine Ishida, che pian piano si stava riprendendo dallo stupore anche se era ancora fermo nella stessa identica posa di prima.
“Il mio!!!” urlò in risposta Cirucci.
Uryu se possibile sgranò maggiormente gli occhi restando più basito di prima per le parole che aveva appena sentito.
La donna invece, quasi pentendosi delle parole che aveva appena pronunciato, piegò le labbra dipinte di viola in una smorfia contrariata e incrociò la braccia con astio guardando chi gli stava davanti con rabbia.
Solo dopo alcuni istanti la scena si sbloccò da quella stasi molto precaria, e si sbloccò quando la mora, ruotando sui tacchi, si decise ad andarsene urlando un ultimo “’Fanculo” rivolto al povero Uryu e sparendo dalla sua vista.
Cirucci a lunghe falcate prontamente raggiunse l’ascensore, lasciandolo dietro sé un Ishida sostanzialmente allibito, stupito e pressoché sconvolto da quella fugace, intensa e rumorosa visita che aveva fatto all’improvviso al suo appartamento.
Visita che poi aveva fatto solo per sfogare il nervosismo che le era nato in corpo quando aveva constato che, sì, quello stupido quattrocchi era riuscito a incasinarle davvero il sistema.

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Spero vi sia piaciuta questa piccola flash-fic, anche perché devo ammettere che mi sono divertita parecchio a scrivere qualcosa su Uryu e Cirucci, anche perché come coppia li adoro! =)