C'era un ragazzo. Era seduto su una delle tante panchine di Central Park.

Un ragazzo dai capelli neri come la notte. Occhi acquamarina, splendenti. Il problema è che in quel momento.. erano spenti. Aveva un'espressione amareggiata. Il suo viso sprigionava dolore.

 

 

-Non mi è rimasto niente..- mormorò - Proprio niente.-

Abbassò la testa. Osservò l'erba per qualche istante e ripensò all'accaduto di quella mattina.

 

 

***

 

 

Eccolo. Davanti a lui c'era la sua fidanzata Gwen, che lo guardava immobilizzata e con un'aria schifata.

Erano in piedi, nel soggiorno della casa di lei.

-Cosa cazzo vuoi? Pensi che io non mi sia accorta di cosa sia successo ieri sera, in discoteca?- sussurrò duramente la dark.

-E' stato solamente un incidente. Quella ragazza..-

-Quella ragazza è un'emerita troia! Come si è permessa a sfiorarti? E poi, tu. Tu stavi al gioco. Tu godevi al suo bacio!- gridò.

-Cosa vuoi fare?- chiese tristemente il ragazzo. Era stato scoperto.

-Io non voglio fare niente. Anzi.. Voglio farti sparire dalla mia vita. Vattene. Vattene da casa mia.-

Detto questo, Gwen, lo prese dalla maglietta e lo sbattè fuori di casa.

 

 

***

 

 

-Gwen. E pensare che l'amavo. E pensare che avrei fatto di tutto per lei.- sospirò affranto il ragazzo -Chi mi rimane?-

 

 

Courtney.

Courtney poteva essere la sua unica speranza. Dopotutto l'aveva amata a lungo.. Anche se, dopo quello che aveva fatto nella terza stagione, non si sarebbe mai aspettato comprensione e amore. Ma perchè non provare?

Si alzò da quella lurida panchina e andò in direzione del luogo in cui aveva parcheggiato la sua moto. Prese le chiavi, le inserì e partì.

-Duncan. Maledetto.. Dov'è che abita Courtney?- si ripetè per una decina di volte, sperando di trovare una soluzione.

Ad un certo punto ebbe un lampo di genio. -Ma certo! Vive sul tratto in cui la 5th Avenue sbocca su Central Park. Perfetto!- disse compiaciuto il diciassettenne.

 

 

Dopo neanche dieci minuti si trovò davanti un graziosissimo palazzo, alto circa venti metri, che pareva fosse di cristallo, data la sua trasparenza.

Duncan scese velocemente dalla moto e corse a controllare i nomi sul citofono.

-Hallen.. Hernandez.. Smith..- sussurrò annoiato il ragazzo -Barlow!!!-

Sfoggiò un sorriso a trentadue denti e suonò. Dopo pochi secondi sentì una voce familiare.

-Si, chi è?- domandò una voce femminile.

-Courtney, sono io : Duncan!- rispose il ragazzo.

-Tu? Ancora tu? Bha.. Non sono felice di rivederti, ma.. entra pure. Terzo piano-.

Detto questo, il grande portone del grattacielo si spalancò. Duncan entrò di corsa e salì velocemente le tre lunghe rampe di scale.

Quando la salita si concluse, davanti a sè, vide una porta, fatta in legno massiccio, con in alto al centro una targhetta dorata.

-Avv. Courtney Barlow- lesse Duncan, mentre suonava il campanello.

La porta sì aprì e dietro comparì una ragazza alta, dagli occhi ambrati e i capelli lunghi e castani.

-Non sei cambiato affatto. Apparte per i capelli.. Hai perso la cresta?- chiese ridacchiando Courtney.

-Molto simpatica, Principessa- rispose sorridendo l'ex punk.

-Cosa diavolo vuoi? Perchè sei venuto..?-

-Per dirti che.. che mi dispiace per quello che è accaduto.- disse ''sinceramente'' il ragazzo.

Courtney stava per sbattergli la porta in faccia, ma Duncan la fermò.

-Ti prego dammi un'ultima possibilità.- mormorò il diciassettene.

-E' troppo tardi.. Mi dispiace, Duncan. Se quella darkettona ti ha lasciato, sono fatti tuoi : non mettermi in mezzo. E poi.. poi sono già fidanzata.- rispose lei, con un filo di dolore. Sapeva che stava mentendo. Sapeva di non avere un ragazzo, ma sicuramente voleva che non fosse Duncan. Non lo avrebbe mai perdonato. Ed avrebbe fatto la stessa cosa con Gwen. Dopo quest'ultima riflessione, chiuse definitivamente la porta.

Duncan sospirò, addolorato. Ora poteva dire benissimo che non aveva più niente e nessuno.

Cominciò a salire le scale. Ma perchè non scendeva?

Continuò a salire.

 

 

Arrivò in cima. Terrazza del diciottesimo piano.

Il ragazzo s'incamminò verso l'orlo del ''precipizio''. Davanti a sè il vuoto totale. Camminò sui bordi con la punta dei piedi.

Fece un giro, un giro e mezzo. Fino a che non perse l'equilibrio.

Era quello che voleva. Voleva farla finita.

 

 

Stava precipitando. Che bella sensazione.. Dopotutto non sarebbe servito niente continuare a vivere. Il cuore, prima o poi, si sarebbe frantumato in mille pezzi, da solo.

Improvvisamente questi pensieri vennero interrotti. Si schiantò al suolo, provando un dolore terribile e atroce. Intorno a sè vide spargersi del sangue.

 

 

Molta gente accorreva o urlava. Quattro o cinque persone lo circondarono e lo guardarono, basiti.

Anche se il cuore stava per spegnersi, il respiro stava per cessare e i suoi occhi, prima o poi, si sarebbero chiusi, vide una ragazza.

La sua ragazza, quella che più aveva amato, gli comparve davanti. I suoi occhi ambrati lo fissavano. Si accorse, nonostante la vista che calava sempre di più, che lo guardava con dolore.

 

 

-Ti amo, Duncan Nelson. Ti porterò sempre nel mio cuore. Sarai un bel ricordo.- riuscì a dire.

 

 

Dopodichè il ragazzo, con un enorme sforzo, sorrise. Voleva risponderle ma.. L'orologio della sua vita battè l'ultimo secondo.

I suoi occhi si chiusero e morì, a diciassette anni, per amore. Una bella fine, dopotutto.

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_Angolo dell'autrice_
Salve a tutti. *Prende scudo per difendersi dai pomodori e da qualsiasi altro tipo di verdura* Perfavore, abbiate pietà! ç_ç
Sono un grande fan di Duncan! Non lo avrei ammazzato apposta.. E' solo una storia! E spero tanto che vi sia piaciuta  :S
Ci vediamo al prossimo capitolo della mia FanFiction 'Never Say the Last Word'.
Bacioni, Micky.