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Autore: emme30    13/07/2011    10 recensioni
FutureFic Kurtofsky al limite della dolcezza e fluffosità con un pizzico di Orgoglio e Pregiudizio.
“In vain have I struggled, it will not do. My feelings will not be repressed. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you.”
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Dave Karofsky, Kurt Hummel | Coppie: Dave/Kurt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In vain have I struggled, it will not do. My feelings will not be repressed. You must allow me to tell you how ardently I admire and love you.”

 

Kurt rimase come al solito rapito da quella frase. La lesse una volta con occhi sognanti, la sussurrò a bassa voce una seconda volta, immaginandosi di essere un perfetto gentiluomo inglese come era Mr. Darcy; cercò addirittura di recitarla, togliendosi gli occhiali per la lettura e guardando il suo profilo nello specchio di fianco al grande letto matrimoniale. Dopo averla riletta ancora una volta, si strofinò un poco le palpebre, chiuse gli occhi e si appoggiò con la schiena alla testata del letto. Lasciò la mente vagare per quelle verdi distese inglesi descritte nel libro, come un fantasma che cerca la via di casa; cercò di entrare completamente nell'ottica del romanzo e dei personaggi che tanto lo affascinavano. Non era la prima volta che leggeva Orgoglio e Pregiudizio, ma ogni volta che immergeva il naso in quelle pagine ingiallite dal tempo e si perdeva nei discorsi della sua Jane, scopriva qualcosa di nuovo di cui rimanere affascinato. E quella sera, anzi, quella notte, era toccato alla dichiarazione d'amore di Mr. Darcy.

Si passò una mano tra i capelli e appoggiò il libro sulle gambe coperte da un lenzuolo, tenendo sempre gli occhi chiusi per non perdere l'immagine del suo perfetto Mr. Darcy. Fece un sospiro profondo e cominciò a ricostruire nella propria mente la scena di quella dichiarazione, ma proprio sul più bello, quando quel bellissimo e nobile gentiluomo inglese pronunciava quelle dolcissime parole, qualcosa lo distrasse e tutta l'immagine che aveva creato sparì nel nulla.

Aprì gli occhi, leggermente infastidito dalla luce della lampada sul comodino e diede uno sguardo truce alla persona di fianco a lui che aveva appena rovinato tutte le sue fantasie da nobildonna inglese di metà ottocento russando forte e contorcendosi nel letto.

Kurt appoggiò libro e occhiali ordinatamente sul comodino e spense la piccola abat-jour che utilizzava per la lettura, ma rimase seduto al suo posto, ad osservare la figura di fianco a se.

Dopo qualche minuto si abituò alla timida luce della luna che filtrava dalla finestra semi aperta e riuscì a distinguere chiaramente i contorni della persona che stava dormendo al suo fianco. Si sedette a gambe incrociate e si scostò le coperte di dosso, senza smettere mai di guardare il marito che riposava vicino a lui. Senza rendersene propriamente conto, cominciò a giocherellare con la piccola fede argentata che aveva all'anulare della mano sinistra, come faceva sempre quando si ritrovava ad ammirare senza alcuna ragione la stupenda persona che aveva deciso di condividere la propria vita con lui.

Burt aveva sempre detto che era un pazzo. Sì, perchè solo qualcuno con qualche tipo di problema mentale avrebbe voluto trascorrere volontariamente il resto della vita con un Kurt Hummel che pretendeva di avere il controllo su qualunque cosa riguardasse la vita familiare. Almeno, il suocero la pensava così.

Finn diceva sempre che il cognato era un santo, sempre per lo stesso motivo del patrigno. Solo un santo poteva sopportare le visite mensili di Kurt all'IKEA o il delirio del periodo dei saldi.

Rachel lo considerava un po' tonto, perchè lasciava sempre decidere qualunque cosa a Kurt, la maggior parte delle volte sbuffando e provando a fargli cambiare idea, ma in fin dei conti sempre acconsentendo a qualunque mania del marito. Ma sapeva bene che la testardaggine di Kurt andava contro ogni limite, quindi preferiva lasciargli credere di essere al comando, d'altronde non è che gli interessasse più di tanto essere chiamato tonto da Rachel Berry.

Santana lo chiamava spesso “cioccolatino al cocco”, ma solo per farlo arrabbiare, arrossire e imbarazzare allo stesso tempo. Tutto per colpa di Kurt che si era fatto sfuggire quanto a lui piacesse il suo shampoo al cocco. Quando Kurt usava quel tipo di prodotto per i capelli, Santana sghignazzava sotto i baffi e passava le giornate a chiamare Kurt “Piña Colada” e suo marito “cioccolatino al cocco”.

Mercedes diceva che era dolcissimo e che Kurt non si meritava tutte quelle attenzioni, perchè era solo uno psicopatico. Kurt sapeva che aveva ragione, ma non avrebbe mai ammesso di essere uno psicopatico.

Ma a Kurt non importava più di tanto quello che pensavano gli altri della sua dolce metà, che di dolce aveva davvero ben poco. Kurt amava David Karofsky più della sua stessa vita e niente avrebbe mai potuto fargli cambiare idea.

Inclinò la testa e cominciò a sfilarsi la fede dall'anulare mentre constatava quanto stesse bene la luce della luna sul viso del suo Dave; la sua carnagione, né troppo scura, né troppo chiara, risplendeva al soffice tocco di quella flebile luce. Kurt posò il dorso della mano sulla sua guancia e la carezzò lentamente, fino a che non incontrò un accenno di barba sul mento. Dave grugnì disturbato al suo tocco, ma non si svegliò e continuò a russare e dormire beatamente. Kurt accennò un sorriso e gli scostò un ciuffo di capelli da davanti agli occhi. Avrebbe voluto immergersi in quelle iridi, perdersi in esse e non tornare mai più alla realtà. Ma purtroppo Dave stava dormendo come un angioletto e non era il caso di svegliarlo. Beh, quasi come un angioletto: Kurt era sicuro che gli angeli non russassero.

Rimase a guardarlo ancora un altro po' mentre continuava a passarsi la fede tra le mani, prima di portarsela all'altezza del viso per leggere il nome del suo David all'interno di essa. Ovviamente riuscì a distinguere solo la D, visto che la stanza non era per niente illuminata. Con un sospiro e un sorriso se la rimise al dito e la rimirò luccicare. Era ancora bella come il giorno in cui Dave gliela aveva data, anche se erano passati molti anni.

Kurt raccolse le gambe al petto e si immerse nei ricordi di quel giorno di giugno in cui finalmente lui e Dave si erano detto di sì. Kurt stava già muovendo la testa a tempo con la canzone che aveva fatto da sottofondo al primo ballo con suo marito, quando un altro grugnito interruppe l'immagine di loro due che danzavano alla loro festa di matrimonio.

Spostò di nuovo lo sguardo su di lui e arricciò il naso. A quel punto c'era un'unica cosa da fare.

David” lo chiamò Kurt scrollandogli il braccio.

Dave grugnì, ma non rispose, allora Kurt cominciò a muovergli il braccio con veemenza. “David Karofsky, svegliati!”

Kuuuuurt...cosa vuoi?” disse lui con la bocca impastata dal sonno.

Svegliati!”

Cosa vuoi, lasciami dormire.”

Voglio parlare.”

Parliamo domani ok? Buonanotte.” Dave si voltò dall'altro lato, dando le spalle al marito; era troppo addormentato per accorgersi che quella era l'ultima cosa che avrebbe dovuto fare. Infatti, proprio mentre si stava assopendo di nuovo sentì un peso sopra il suo fianco e due braccia cingergli il petto.

Daaaaave! Svegliati!!” Kurt si attaccò al suo orecchio e cominciò a mordergli il lobo, punzecchiandogli la pancia e lasciandogli ogni tanto qualche bacio veloce sul collo.

Dave cominciò a dimenarsi per cercare di scrollarsi via il più piccolo da sopra di lui, ma Kurt non cedette e cominciò a fargli il solletico, così, nel giro di due minuti era sveglio come un grillo.

Si mise a sedere, Kurt con le gambe incrociate di fianco a lui, si stropicciò gli occhi e guardò la sveglia sul comodino, sospirando rumorosamente.

Kurt, sono le 3 e mezza del mattino e io domani ho una riunione importante. Spero che il motivo per cui mi hai svegliato sia di vitale importanza, perchè se scopro che hai fatto ciò perchè dobbiamo andare assolutamente a comprare quel fantastico divano all'IKEA giuro che ti chiudo in cantina e non ti faccio più uscire.” Dave provò a usare il tono più minaccioso che aveva, ma fare il bullo non gli veniva più così bene, infatti sbadigliò un paio di volte mentre minacciava il marito di farlo vivere per una settimana in mezzo agli attrezzi da giardino.

Kurt gli lanciò uno sguardo sornione e ridacchiò. Sembrava uno di quei gatti dal pelo lungo che ti vengono a cercare solo ed esclusivamente quando hanno voglia di coccole. E mentre si immaginava un Kurt versione gatto, constatò che mai una descrizione era stata più appropriata.

Dimmi qualcosa di romantico.” disse con un sorriso e sbattendo furiosamente le palpebre.

Dave lo guardò con occhi sgranati e si portò una mano sulla fronte.

Tu mi avresti svegliato per sentirti dire qualcosa di romantico?”

Sìììì! Dai dimmi qualcosa di dolce, tenero e romantico!” Kurt si accoccolò al suo fianco e cominciò a strusciarsi sul suo petto imitando un gatto. Gli mancavano solo le fusa.

Oh ma piantala! Lasciami dormire! Devo svegliarmi presto domani...” Dave provò a sdraiarsi di nuovo ma Kurt glielo impedì, aggrappandosi a un braccio e scuotendoglielo forte.

Dai dai dimmi qualcosa come direbbe Mr. Darcy!”

Dave lo guardò stranito. “Come chi, scusa? Cos'è ti sei fatto l'amante?”

Kurt gli lanciò uno sguardo truce e gli diede una gomitata nello stomaco, facendolo ridere. “Mr. Darcy dai! Abbiamo visto Orgoglio e Pregiudizio la settimana scorsa! Quella storia d'amore bellissima, con Keira Knightley e Matthew Macfadyen!”

Ah, quello. Ma mica me lo ricordo.”

Ma avevi detto che ti era piaciuto!” Kurt lo guardò risentito e si allontanò da lui.

Mi dispiace moltissimo dirtelo, ma quel 'mi è piaciuto' era molto simile al tuo 'sì è bello' di quando ti ho fatto vedere Star Wars.”

Kurt fece una smorfia e gli fece il verso, ripetendo l'ultima frase di Dave e facendoli scoppiare a ridere entrambi. A quel punto Dave provò a tornare a dormire, ma Kurt gli fu di nuovo addosso, appoggiandogli il mento sulla spalla e guardandolo con occhi sognanti.

Dai dimmi qualcosa di romantico. Sii il mio Mr. Darcy!”

Oh cristo...” Dave alzò gli occhi al soffitto, esasperato. Amava Kurt, lo amava alla follia, ma quando soffriva di insonnia a quel modo voleva solo legarlo, imbavagliarlo e chiuderlo nell'angolo più remoto della casa.

Fatina ho sonno, sono stanco, devo svegliarmi presto e voglio dormire. Piantala.” Senza ulteriori indugi si distese a letto e lanciò uno sguardo torvo Kurt, che lo guardava con l'espressione più cucciolosa che aveva. L'unica espressione che faceva sciogliere Dave come la neve al sole.

Fece roteare gli occhi ancora una volta prima di prenderlo per un braccio, farlo accoccolare al suo fianco e abbracciarlo. Kurt sorrise soddisfatto e affondò il viso nel collo di Dave, inalando il suo buon profumo e facendosi solleticare dalla barba sul mento.

Allora? Cosa vuoi sentirti dire?”

Kurt protestò mordendogli una spalla. “Ma non te lo devo dire io, deve venirti dal cuore. Però mi piacerebbe qualcosa di dolce ma non troppo. Meglio se in un inglese raffinato e con qualche bella metafora all'interno.”

Sì, e poi?”

Poi potresti provare ad avere un accento inglese, da gentiluomo ottocentesco che deve dimostrare tutto il suo amore alla donna della sua vita.” Kurt lo guardò soddisfatto mentre l'altro gli accarezzava dolcemente i capelli, azione che poteva fare solamente quando erano a letto, perchè tanto la capigliatura di Kurt era già abbondantemente spettinata.

Ma se ti dicessi semplicemente che ti amo e che sei la mia vita? Risparmieremmo tempo e il messaggio sarebbe sicuramente lo stesso.”

Ma le metafore...” Kurt provò a replicare affranto, ma Dave lo zittì con un bacio inaspettato. Gli portò una mano sulla guancia e cominciò ad accarezzargliela con il pollice, seguendo i lineamenti dello zigomo e del mento, facendo vagare i polpastrelli su quella pelle morbidissima e delicata.

Kurt rispose al bacio con entusiasmo, assecondando i movimenti di Dave e accarezzandogli dolcemente la schiena.

Dopo qualche minuto interruppero il bacio e si guardarono negli occhi; si persero l'uno nell'altro come facevano quando si erano appena fidanzati, l'ultimo anno di liceo. Erano passati tanti anni da quei giorni spensierati in cui si chiudevano in aule vuote o ripostigli, ma l'amore che riuscivano a individuare in quegli occhi era sempre qualcosa che gli faceva battere il cuore all'impazzata.

Ti amo, rompiscatole. Ti amo e ti amerò per sempre, anche se mi svegli nel bel mezzo della notte perchè vuoi farmi diventare il tuo Lord inglese.”

Kurt gli sorrise raggiante, e fece per rispondergli quando sentì la porta scricchiolare ed aprirsi. Si tirò su di scatto in direzione del corridoio, e nonostante la poca luce riuscì ad individuare l'esserino che li fissava mordicchiandosi la manica del pigiama.

Papà, state litigando?”

Dave si tirò su a sedere e ridacchiando guardò Kurt. “No tesoro, il tuo papà è solo un po' pazzo. Ora vai a dormire che è tardi.” Dave si distese di nuovo, indicando a Kurt di fare lo stesso, ma lui rimase seduto con le gambe incrociate a fissare la sua creaturina che stava indugiando sull'entrata della camera.

Ma ho fatto un brutto sogno. C'è un drago sotto il mio letto che mi vuole mangiare, ma mi ha detto che domani se ne va. Posso dormire con voi stanotte?”

Prima che Dave potesse risponderle che era abbastanza grande per dormire da sola dopo aver fatto un incubo, Kurt lo precedette e le fece segno di avvicinarsi.

Ma certo tesoro, non vogliamo mica che quel drago cattivo ti mangi, dai, vieni.”

La piccola non se lo fece ripetere due volte e corse saltellando sul grande letto matrimoniale dei suoi papà. Dopo essersi arrampicata ed essersi accoccolata a Kurt notò il cipiglio leggermente contrariato sul viso di Dave. Si voltò verso Kurt e lo guardò con un'espressione incerta.

Papà Dave non mi vuole?”

David fece schioccare la lingua prima di tirarla a se e abbracciarla. “Cathy, lo sai che io ti voglio sempre, ma sei abbastanza grande per dormire da sola quando fai un incubo. Inoltre papà domani mattina si deve svegliare presto e vorrebbe...” Dave non riuscì a finire la frase che Kurt lo interruppe ridacchiando.

Veramente papà Dave vorrebbe che tu andassi a chiamare tua sorella, così almeno ci siamo tutti.”

David lo guardò con occhi sbarrati, incredulo di come Kurt l'avesse messo nel sacco un'altra volta. Prima che potesse rispondergli e dire alla figlia che voleva solo dormire, sentì tirare le coperte dal suo lato del letto. “Guarda papà, io sono già qui. Non sei contento?”

Dave si portò una mano sulla fronte prima di cominciare a ridacchiare e prendere la sua piccola Lizzie per la vita per metterla al centro del letto di fianco alla sorella. Entrambe batterono le mani contente e si accoccolarono tra i loro papà in un abbraccio. Kurt e Dave si scambiarono uno sguardo mentre entrambi coccolavano le due piccole per farle addormentare. Sì, Dave aveva un sonno tremendo, e il mattino dopo si sarebbe sicuramente addormentato a quella noiosissima riunione, ma non avrebbe mai rinunciato a quel momento perfetto con l'amore della sua vita e le loro piccole creature. Elizabeth, la più piccola delle due si addormentò subito, accoccolata a Kurt, dal quale aveva preso il colore degli occhi e le manie da prima donna. Aveva solo tre anni, ma riusciva già a mettere a dura prova la pazienza di entrambi.

Catherine si addormentò poco dopo di lei, tra le braccia di Dave succhiandosi la manica del pigiama, gesto che avevano cercato di non non farle fare, ma senza particolare successo, dopotutto era cocciuta tanto quanto Dave. Da lui aveva preso anche la riservatezza, fortunatamente. Nonostante avesse 5 anni e l'età del fare mille domande al secondo, spesso rimaneva zitta e preferiva ascoltare la sorella che le raccontava cosa avrebbe fatto quando sarebbe diventata principessa, o il padre lodare i nuovi acquisti fatti per le sue piccole stelle durante il periodo dei saldi.

Quando entrambe caddero nelle braccia di Morfeo, Kurt si sentì accarezzare la guancia, alzò gli occhi e si allungò verso Dave per dargli un bacio sulle labbra. Si perse ancora una volta in quelle iridi illuminate dalla luce della luna e sorrise contento.

Anche se non sarai mai un Lord inglese che mi fa dichiarazioni d'amore struggenti, sappi che tu rimarrai per sempre il mio Mr. Darcy.”




 


Questa cosa è tremendamente ed esageratamente fluff, ma ci sta. Il Kurtofsky fluff ci sta sempre, voglio sfidarvi a credere il contrario.

La frase all'inizio del testo è, come spero si sia riuscito a capire, la dichiarazione d'amore di Mr Darcy a Elizabeth Bennet. L'ho messa in inglese perchè le parole della mia Jane saranno sempre mille e mille volte più perfette di quelle di un qualsiasi traduttore e poi perchè non riesco a trovare la traduzione in italiano e non ho voglia di mettermi a sfogliare il libro. In inglese la so a memoria perchè Pride and Prejudice l'ho letto così tante volte da riuscire a citarne dei pezzi così a caso, ma devo ammettere che in italiano non l'ho mai letto, quindi non saprei proprio dove andare a pescarmela XD Comunque credo che il senso si possa capire :)

Non ho voluto dare un riferimento di tempo preciso, non so quanti anni sono passati da quando i due piccioncini hanno lasciato la scuola, però le bambine hanno un'età ben definita :) Entrambe hanno il nome delle mie due eroine preferite dei romanzi scritti da donne. Elizabeth viene ovviamente dal mio amato Orgoglio e Pregiudizio, mentre Catherine da Cime Tempestose della mia Emily Brontë. E io le trovo davvero adorabili, come trovo adorabili Kurt e Dave come papà *__*

Spero di aver reso Kurt e Dave almeno un po' IC, almeno, io ci ho provato! :)

Grazie alla Miky per averla letta e avermi tolto tutti i dubbi che avevo :3 <3

Mi è piaciuto tantissimo scrivere questa scenetta familiare, fatemi sapere se è piaciuta anche a voi :3

Marti

   
 
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