Anime & Manga > Sailor Moon
Ricorda la storia  |      
Autore: Deep Submerge85    13/07/2011    11 recensioni
Haruka e Michiru in vacanza in un luogo speciale...un luogo che scatena tristi ricordi in Haruka, ma sotto le stelle l'amore della sua Michiru saprà cambiare le cose...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
 
 
Problema numero uno: non ricordava assolutamente come si facesse ad accendere un fuoco nel bel mezzo di un bosco e senza accendino.                                                                                                      

Problema numero due: la tenda che aveva montato non la convinceva per niente, doveva assolutamente controllarla più tardi.                                                                                                   

“Aaaaahhhh!!!!” Un urlo sovrumano squarciò l’aria. Perfetto, pensò. Adesso aveva anche un problema numero tre.
Haruka gettò a terra i rami che aveva raccolto per accendere il fuoco e si precipitò verso il punto da cui era partito l’urlo, correndo a perdifiato. Arrivata a destinazione, si fermò alcuni istanti per riprendere fiato, con le mani appoggiate sulle ginocchia, tuttavia non potè trattenersi a lungo per la scena che le si presentò di fronte e scoppiò a ridere.
Al di sotto della tenda miseramente crollata, Michiru bofonchiava ed imprecava proprio contro di lei. “La smetti di ridere?!” tuonò non appena riuscì a tirarsi fuori, con i capelli tutti scarmigliati e il viso rosso per lo sforzo e il caldo. “Scusa, scusa…ma hai gridato per questo?” le chiese la bionda soffocando a stento le risate. “Certo, per cosa altro?! Quella tenda è una trappola infernale!!” rispose la violinista indispettita, precipitandosi a recuperare il suo specchio per sincerarsi delle sue condizioni, per poi reprimere un moto di disgusto nel vedere lo stato dei suoi capelli.
“Adesso la sistemo…evidentemente non era fissata bene…” affermò Haruka sempre sorridendo. “Io odio il campeggio!” sentenziò piccata Michiru, mentre cercava di salvare il salvabile utilizzando il suo beauty-case. “Si, lo so…” fu la laconica risposta che ottenne.
“E allora ricordami perché siamo venute qui, in pieno agosto, invece che andare al mare?”  “Perché una volta tanto è giusto che decida qualcosa anche io…” rispose la bionda ironica.
Michiru roteò gli occhi all’insù spazientita, ripose i suoi strumenti di bellezza e decise di avviarsi verso il fiume poco distante, per rinfrescarsi un po’; Haruka l’avrebbe raggiunta subito dopo. Quando infatti ebbe finito di sistemare la tenda, Haruka raggiunse la compagna: la trovò seduta sulla sponda del fiume, con un piede abbandonato mollemente nell’acqua e non potè fare a meno di notare come la sua Michiru assomigliasse ad una sirena, seppur nello spazio circoscritto di un fiume. Si avvicinò lentamente verso di lei, sdraiandosi accanto, e la violinista solo allora mostrò di averla notata, sebbene in realtà si fosse subito accorta del suo arrivo. “Hai finito con quella cosa?” le chiese ancora un po’ risentita. Michiru detestava trovarsi in situazioni imbarazzanti o che la mettessero minimamente in ridicolo, anche se la sola a poterne dare testimonianza fosse stata Haruka.  “Non si chiama cosa, si chiama tenda… - la rimbeccò la bionda sorridendo – E comunque si, adesso dovrebbe reggere…” Michiru inarcò un sopracciglio. “Dovrebbe?”
Haruka per tutta risposta iniziò a sfiorare lentamente la mano che la violinista teneva poggiata a terra. “Proprio non ti piace stare qui?” La ragazza registrò la nota di sincero rammarico nella voce della compagna, e soprattutto il fatto che non la guardasse negli occhi, cosa che faceva sempre quando era veramente dispiaciuta o preoccupata per qualcosa.
Con la mano libera allora, le sfiorò velocemente una guancia, per poi sollevarle il mento delicatamente, affinchè potesse guardarla dritto in volto. “A me piace qualsiasi posto, purchè ci sia tu al mio fianco…” le disse con una dolcezza e un’intensità tale, che Haruka si sentì letteralmente sciogliere lì sul posto. “E’ solo che… - riprese Michiru staccando lo sguardo da lei – A me piace anche la comodità..!!” concluse con un largo sorriso, che provocò una risata nella bionda, sciogliendo così ogni possibile malumore.
Tra loro era così: bastava una parola, un sorriso, anche solo un piccolo gesto ed ogni cosa si aggiustava.
Dopo alcuni instanti di silenzio, Haruka iniziò a giocare con la mano di Michiru, intrecciando le sue dita nelle proprie. “Sai… - prese a dire fissando le loro mani strette – Io qui ci passavo tutte le estati con i miei genitori, prima che…” Prima che morissero, avrebbe voluto dire.                                             
Prima che un maledetto incidente, proprio sulla strada che conduceva in quel posto, la rendesse un’orfana, completamente sola al mondo, alla tenera età di sette anni. In fondo, era per questo che amava così tanto la velocità, era una sorta di catarsi personale per lei: voleva dominare e plasmare a suo piacimento qualcosa che a suo tempo non aveva potuto controllare. Un’attimo prima era una bambina felice, spensierata, adorata dai genitori e un’attimo dopo, tutto era finito.
Avrebbe voluto dire tante cose, ma non c’era bisogno: Michiru sapeva e soprattutto capiva ogni cosa, anche quello che non diceva; lei sapeva cogliere tutte le sue sfumature e i suoi pensieri più reconditi. “Ho capito.” le disse infatti la violinista, interrompendo il flusso dei suoi pensieri e stringendole più forte la mano; notò i suoi occhi diventare immediatamente di un blu più cupo, oscurati al pensiero della sofferenza patita dalla compagna. “Per questo hai voluto portarmi qui proprio oggi…” sussurrò dolcemente. Non aveva bisogno di fare domande Michiru, come al solito aveva già capito tutto.                                                                                                                                                    
Quel giorno era il dieci agosto e la notte che si apprestava ad arrivare era quella in cui le stelle abbandonano la loro posizione nel cielo, attraversando come scintille la volta celeste e dando agli esseri umani la speranza di poter avverare ogni desiderio. Era proprio quello il giorno in cui i suoi genitori erano morti. Proprio il desiderio di vedere le stelle cadenti, in quell’angolo di paradiso su in montagna, si rivelò fatale per loro.                                                                                                                      
“Per troppi anni sono scappata da questo posto… - prese a dire Haruka non senza una certa amarezza – Eppure è qui che ho trascorso i momenti più belli della mia infanzia…pensavo che venendoci con te, avrei potuto superare la paura e tornare a considerarlo un posto felice, come quando ero bambina…” concluse alzando lo sguardo in direzione di Michiru.                                                                                         
La violinista la osservò per alcuni istanti, poi si allungò verso di lei, senza mai staccare gli occhi dai suoi e le diede un bacio lungo e dolcissimo. “Hai fatto benissimo, amore…” le bisbigliò con la bocca ancora appoggiata a quella della compagna. A quel punto fu Haruka a prendere l’iniziativa e prese a baciarla dapprima con dolcezza, ma poi con un sempre più rinnovato vigore e intanto le accarezzava i fianchi; stava per prendere il sopravvento ormai, quando con uno scatto fulmineo, Michiru la spinse con le spalle a terra e velocemente le si mise addosso a cavalcioni.            
“Che intenzioni ha, Miss Kaiou?” le chiese Haruka divertita.  “Ho intenzione di fare l’amore con te…” rispose languidamente la violinista, sdraiandosi sulla compagna e avvicinando pericolosamente la bocca alla sua. La sfiorò delicatamente, per poi scendere all’incavo del collo, mentre Haruka spostò leggermente di lato la testa per permettere alla compagna un’accesso maggiore: con gli occhi semi-chiusi, si godè ogni singolo momento, mentre con le mani accarezzava i fianchi della violinista.                                                                                                               
Rimasero lì per ore, amandosi e donandosi l’una all’altra completamente, e quando arrivò la notte, giacevano ancora su quella sponda, stremate ma felici, abbracciate strette per non perdere nemmeno un’istante di quel contatto di cui avevano disperatamente bisogno.                                    
Prestò iniziò lo spettacolo delle stelle cadenti e le osservarono spensierate per ore, facendo a gara a chi ne vedeva di più, coccolandosi e scherzando insieme. Ad un tratto però, Haruka si staccò da lei, mettendosi a sedere. “Che c’è?” le chiese subito la violinista, stupita da quell’allontanamento.  “C’è che le stelle cadenti per me sono inutili…” Si voltò verso di lei e le prese la mano. “Io ho già tutto quello che desidero…” Michiru le regalò uno sguardo di pura adorazione e fece per parlare, ma Haruka le fece capire che non aveva ancora finito.                                  
“Questo posto…questo giorno, per tanto tempo sono stati il simbolo della fine per me…la fine della mia infanzia, dei miei genitori, la fine della mia famiglia…per anni ho odiato questo posto e tutta la frenesia che prende le persone, nel giorno delle stelle cadenti… - le disse guardandola intensamente negli occhi - Ma ora che sono qui con te, sento di essermi riappacificata con questi luoghi…con le stelle…sento che, questo non sarà solo un posto dove sono finite tante cose, ma anche il luogo dove molte altre sono iniziate…con te…” Alzò lo sguardo, puntando le sue iridi verdi in quelle blu cobalto della compagna. “Ti amo, Michiru…più di ogni altra cosa al mondo…”     
La violinista le posò una mano sulla guancia e la guardò a lungo, visibilmente commossa. “Ti amo anche io, Haruka…- con il pollice le accarezzò le labbra - E ti prometto che passeremo qui tutte le estati d’ora in poi…”  Poi pensò ai maledetti insetti, a quella tenda scomoda e pericolosa, ai suoi capelli che non volevano saperne di rimanere in ordine, chissà per quale motivo. E rettificò.    
“Bè…facciamo solo per una parte dell’estate, va bene?” chiese timorosa. E la bionda scoppiò in una risata irrefrenabile, cristallina, a cui si unì anche la violinista.                                                                       
Loro si amavano e sarebbe sempre stato così, in qualsiasi posto e in qualsiasi momento, sarebbero sempre state come quella notte benedetta dalle stelle.

 
 
 
Ehm ehm…lo so, questa storia non ha una grande testa e nemmeno una grande coda, ma avevo voglia di fare la romantica, vuoi perché a volte mi sveglio con impulsi irrefrenabili, vuoi perché nelle mie long-fic le maltratto sempre…e quindi ecco il risultato!Spero sia stato almeno in parte di vostro gradimento…^_^ Tra parentesi, so che le stelle cadenti non si osservano solo il 10 di agosto, ma mi sono attenuta alla “tradizione” della notte di San Lorenzo…;) Un bacio a tutti!:)


Protetta da Nettuno, pianeta del mare profondo, sono la guerriera dell'abbraccio Sailor Neptune!
   
 
Leggi le 11 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Sailor Moon / Vai alla pagina dell'autore: Deep Submerge85