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Autore: lillyre    13/07/2011    4 recensioni
(Ghost Hunt)Il suono del telefono rompe il silenzio quinquennale nello studio dello SPR e Mai Taniyama è di nuovo lì per rispondere. Poi un aereo e l'Inghilerra, insieme agli amici di sempre, per un nuovo caso, per cercare di salvare delle vite innocenti...e di mettere un po' di ordine nella propria vita, di nuovo a soqquadro a causa di un uomo che, ormai sa, porta il nome di Oliver Davis....
Genere: Sovrannaturale, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Salve a tutti! Dopo parecchio tempo ( e grazie anche all'estate e ad un messaggio ricevuto e a tutte le bellissime recensioni che ho trovato su questa storia beh...ho pensato di postare questo piccolo capitolo aggiuntivo  nella speranza che riesca al più presto a rimettermi a scrivere çç )
Purtroppo piano piano mi rendo conto che il tempo è sempre più esiguo...e viene risucchiato dalle più improbabili disavventure XD 
Detto questo spero sempre che tutto quello che scrivo vi piaccia!
A presto!!!!!! ^^






3.


 


 

-Non può dirci qualcosa a proposito di ciò che sta accadendo nel vostro villaggio?- chiese con il suo tono educato Yasuhara-san che per un attimo aveva smesso di riprendere il bonzo. Da quando aveva riassunto la sua classica espressione sembrava non avere più molto interesse per il rampante studente universitario, ormai prossimo alla proclamazione.

- Mi dispiace –rispose l’ometto rossiccio alla guida, sempre preoccupato e sempre terribilmente agitato –anche se volessi non credo che vi sarei di molta utilità -

- Che cosa intende, mi scusi? – chiese John sporgendosi in avanti per farsi più vicino al conducente.

- Nessuno di noi ci capisce molto. All’inizio si trattava solo di qualche gallina….-

- Non mi vorrà dire che ci hanno scomodato per la morte di quattro polli? – esordì Ayako Matsusaki, incrociando le braccia sul petto con un fiero cipiglio da samurai sul piede di guerra –se non fosse stato per questo lord…come si chiama…che ci ha spedito direttamente i biglietti….-

- Throckmorton…- suggerì Mai sfogliando quasi distrattamente degli appunti. Da un po’ aveva preso ad annotare le idee per riuscire successivamente a razionalizzarle con maggiore successo di quanto non facesse ricordandosi tutto a memoria. Certo, era disperatamente disordinata, ma lei riusciva a raccapezzarsi benissimo in quelle pagine di linee e pensieri che aveva scritto velocemente.

Houshou Takigawa si limitò a lanciarle uno sguardo in tralice e a sorridere, poi, socchiudendo gli occhi dorati come quelli di una civetta.

- Ci ha detto per telefono che gli occorreva il nostro aiuto, ne andava della vita di molte persone – aggiunse la ragazza poggiando distrattamente i fogli sulle ginocchia e afferrandosi il mento tra il pollice e l’indice. Posizione davvero consona ad un’investigatrice se non fosse che cinque secondi dopo Mai Taniyama si ritrovava acquattata in quell’ampia Rolls Royce a cercare di recuperare i suoi pensieri e a chiedersi perché le stramaledette strade inglesi dovessero avere tutte quelle buche.

- Purtroppo è così – rispose l’uomo, quasi in un soffio, mentre di nuovo lanciava uno sguardo spaventato in giro.

Tuttavia per quanto dicessero e per quanto facessero non riuscirono più a cavare fuori dal pover’uomo una sola parola sull’argomento.

- Che ne pensi? – chiese Mai a Masako, in un sussurro lievissimo, udibile solo dalla ragazza.

- Che ho una strana sensazione da quando abbiamo incontrato quest’uomo -

Mai annuì muovendo leggermente i suoi capelli castani.

Di nuovo in sintonia a quanto pareva.

Non appena si era avvicinata a quell’uomo aveva sentito odore di sangue.


 

-Oh! Finalmente! – disse Houshou Takigawa stiracchiando le lunghe estremità anchilosate per il viaggio in auto – un po’ d’aria fresca….umida, ma fresca –

- Beh, non è poi così diverso dal Giappone – sorrise Yasuhara –san iniziando a riprendere il panorama con la sua inseparabile videocamera – solo più umido e più…europeo -

- Non si direbbero proprio le parole di un aspirante avvocato! –fece Mai ridacchiando mentre si avvicinava ad un promontorio poco distante, un luogo che le permettesse di spaziare il più possibile su quel nuovo mondo.

Non era mai stata così lontana dalla sua patria. C’era qualcosa di estremamente eccitante in questo…una sorta di senso dell’avventura che ultimamente sentiva di aver perduto. Tuttavia questo significava cominciare di nuovo ad avere visioni di morte. Era parecchio che non ne aveva, anche se un paio di sensazioni sgradevoli di notevole rilevanza le aveva avvertite in uno dei suoi ‘supporti’ a Masako.

La ragazza lanciò un braccio in aria stirando le articolazioni un po’ rattrappite e sorrise. Era un lavoro, un nuovo lavoro e anche ben pagato.

E loro erano di nuovo tutti insieme.

- Come mai ci siamo fermati qui? – chiese Ayako guardandosi intorno con aria di superiorità, quasi disturbata da quella nebbiolina che imperversava sulle loro teste dal momento in cui avevano lasciato l’aeroporto.

- Già. Non siamo ancora un po’ troppo lontani dal centro? – osservò Yasuhara-san leggermente stupito.

- Mi è stato chiesto di portarvi qui prima di andare da Lord Throkmorton – ammise il loro autista, l’aria leggermente più rilassata da quando si erano fermati.

- Chi è stato a chiederglielo? – fece John fissando graziosamente l’ometto con quei suoi occhi lapislazzulo.

- Sono stato io -

Disse solo una voce alle loro spalle.

Allora Houshou Takigawa sghignazzò.

Masako Hara arrossì.

Osamu Yasuhara sorrise.

Ayako Matsusaki sbuffò.

John Brown stupì.

E Mai Taniyama decise di essere semplicemente se stessa.

Dalla oltre l’auto, sbucati quasi dal nulla, due uomini comparvero davanti a loro.

Uno alto, con i capelli che si dividevano sul viso come a formare un sipario.

L’altro completamente vestito di nero.

Come sempre del resto.

Oliver Davis elargì il suo solito sorriso arrogante, restando pazientemente in attesa che quell’ondata di stupore negli occhi gli antichi compagni scemasse. Dietro di lui Lin-san stava diritto, vigile, serio come al solito. E tuttavia quando incontrò i grandi occhi nocciola di Mai Taniyama non poté fare a meno di sorridere.

La ragazza ricambiò il sorriso.

E subito dopo, per un solo secondo, incrociò delle iridi glaciali, di un ametista profondo e scuro, ancora più spaventose di quanto ricordasse.

Ma fu solo un attimo.

Subito dopo Oliver Davis aveva rivolto la sua attenzione a Houshou Takigawa che gli aveva gettato un braccio intorno alle spalle e gli batteva il petto con un pugno, ghignando su come si era fatto grande.

Era vero.

Per quanto somigliasse al diciassettenne terribilmente narcisista che era partito cinque anni fa dal Giappone, tuttavia c’era qualcosa di più maturo in lui, qualcosa di orribilmente affascinante! Molto di più di quanto non era stato da adolescente!

Mai Taniyama si rifiutò di arrossire.

Beh, almeno ci provò, ma distolse per precauzione il volto da quel ragazzo che si era fatto uomo e, di nuovo, prese a fissare il panorama.

E allora lo avvertì.

Accecata dai suoi sentimenti gli era sfuggito.

Quell’odore di sangue.

Identico a quello che portava con se l’autista.

Ma più forte.

E che pervadeva tutta la vallata.

- Senti qualcosa?-

La ragazza annuì continuando a fissare avanti a sé.

Sapeva esattamente chi gli aveva fatto quella domanda. Ma non volle farsi vincere dal ritorno di uno stupido sentimento infantile.

- Odore di sangue. Masako? -

- Si, anche io lo avverto. Tuttavia non mi pare di sentire la presenza di spiriti -

- Siamo ancora un po’ troppo lontani, Masako-chan – disse Houshou Takigawa avvicinandosi anche lui al promontorio che si affacciava sul villaggio di Warboys.

- Vero – rispose pacatamente la ragazza.

- Come mai hai voluto vederci qui, Shibuya-san? – chiese innocentemente John mentre anche lui si faceva più vicino.

- Sicuramente ha già un piano in mente! – sbuffò Ayako sollevando un indice con aria saputa – e non ci hai dato nemmeno il tempo di salutarvi!-

- Come al solito perdi tempo con le tue idiozie, Matsusaki-san! - affermò con il suo solito sorriso sarcastico il giovane dagli abiti neri.

La donna lo fissò con uno sguardo glaciale.

- Ti perdono solo perché ti sei fatto ancora più affascinante – disse la miko con aria di superiorità – alla fine sei comunque rimasto un adolescente! -

Oliver Davis continuò solo a sorridere.

- Sei stato tu a far chiamare tutti noi, Shibuya-san? – chiese Yasuhara.

- Si – e il ragazzo abbassò lo sguardo pensieroso – stanno accadendo cose piuttosto strane in questo villaggio e ho pensato che non sarebbe stato male ritornare ad investigare su situazioni del genere-

- Ci stai dicendo che hai bisogno del nostro aiuto, eh Naru-chan? – sogghignò Mai poggiando una mano sul fianco.

- Più o meno – rispose il giovane fissandola.

Così intensamente e a lungo che la ragazza si spaventò.

Quel doppiogiochista aveva qualcos’altro in mente.

Ne era certa.

  
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