Did we create a modern myth?
Did we imagine half of it?
What happened then, a thought for now
Save yourself, save yourself
A secret is out
A secret is out
To buy the truth and sell a lie
The last mistake before you die
So don't forget to breathe tonight
Tonight's the last, so say goodbye
The secret is out
The secret is out
A secret is out
A secret is out
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye, goodbye
Goodbye
E così… tu sei
lontano. Odora di freddo, questa notte, lo sai? Vegliare sui cuscini della
nostra unione è come recitare poesie spezzate, nella tristezza delicatamente
devastante di un coro di voci angolose. Ma vegliare, è come tacere le grida
della morte, è come fingere di non sapere che adesso ogni cosa cambierà, che tu
hai lei, e lei forse, ha te.
Lo sai che questo è
un addio, un addio vero, stavolta.
Perché esistono
tante cose che un uomo può sopportare per amore, Alessandro.
Ma non questo.
Non questo.
E non sono qui a
commiserarmi, né a cercare di ricordare gli anni e gli istanti vissuti con te,
per te. non è più importante, ora. Abbiamo davvero
creato un mito, noi due? Quello che sembrava un sentimento incrollabile, e
invece si è sgretolato, come ogni leggenda, come argilla cruda, fra le mie
stesse mani attonite e il tuo sguardo impassibile. Se tu potessi
vedere il sorriso amaro che increspa la mia bocca, ora, mentre penso a ciò che
stai facendo, penso a ciò che stai pensando, perché lo sai, ti conosco troppo
bene, tanto che posso torturarmi a vederti fra le braccia di quella donna. Mi
hai tradito, Alessandro. Non c’è altro da dire, non c’è altro modo per
definire. Cosa ci è successo, lo sai? Forse nulla. Forse ci è accaduto proprio
quel nulla che io tanto ho temuto, perché non c’è nulla di più umiliante e
doloroso che non riuscire a non amare la mano che ti ferisce. E allora và, va
da lei, salvati, ti prego, dal mio amore inutile e lacrimoso, sottraiti al mio
sguardo, salvati.
Non rimpiango le
tue promesse, re, ma solo i tuoi silenzi assorti, prima di dirmi che d’incanto,
l’incanto era svanito. È solo la velocità con cui è accaduto che mi fa tanto
male da farmi vomitare, solo questo.
Mi hai illuso tante
volte, Alessandro, io lo sapevo, ma che belle bugie mi vendevi per pochi baci,
splendide e pulite come un gioiello egizio che credevo fosse nostro, invece non
appartiene a nessuno dei due. Ma in fondo perché lamentarsi, perché credere di
poter giudicare, quando non si può che chinare la testa e stare ad ascoltare il
rombo del proprio sangue nello stomaco, il gelo farsi strada nei piedi rotti.
Abbiamo tutti diritto a sbagliare, e tu più di tutti, tu che sei
perfetto. Ma non mi chiedere, ti prego, perdono, non lo fare. Non posso
dartelo, non ce la faccio davvero, dovrei uccidere me stesso per riuscire a
dimenticare il dolore che mi infliggi stanotte. Anche perché so già, e a volte
vorrei non essere capace di pensare, che questo non sarà il tuo ultimo errore.
Non sarà il tuo
ultimo errore, con me.
Credo tu abbia
capito tutto già oggi, dal mio sguardo. Hai capito che non ci sarebbero state
altre notti fra di noi, hai capito che avevi scelto
una via per un’altra, che rinunciavi ad un’alternativa, perché una volta tanto
non era possibile avere tutto ciò che vuoi, re. Una moglie nel tuo letto, e me
fuori ad aspettarti fedelmente, nemmeno tu hai ceduto a quest’illusione.
Nemmeno tu hai osato sperarmi più forte di ciò che sono. Questa notte è
l’ultima in cui ti penserò così, in cui lascerò che la malinconia stilli piano,
goccia a goccia, fuori dal mio cuore, ed ogni segreto
si spezzi nell’aria tagliente.
Perché il nostro
segreto era tanto fragile che tu sapevi che non sarebbe sopravvissuto, fuori dalle nostre labbra. Ciò nonostante hai deciso di
sputarlo, e ora io lo guardo frantumarsi in mille scaglie di povera luce, fra
l’erba secca di questo posto.
E allora, con un
sorriso quasi ironico, vorrei dirti di non fare come facevi
come me, sciocco. Mi amavi talmente intensamente che trattenevi il fiato, e più
di una volta mi è sembrato di sentirti morire. Non farlo con lei, te ne prego,
o a quella poverina verrà un colpo. Lei non ti conosce come me, Alessandro.
Nessuno ti conosce come me. Perciò mi raccomando, non fare come al tuo solito,
non dimenticarti il respiro per strada, stanotte, perché non ci sarò io ad
aiutarti a ritrovarlo, mi dispiace.
Il nostro segreto è
violato. Il nostro segreto non è più. Il nostro segreto è morto.
Ed è per questo che
ora me ne sto solo, qui, su questo sperone di roccia della brulla Bactriana,
senza un senso da dare a nulla, senza nemmeno la forza di piangere, né di
odiare. Solo quella di gridare al cielo, alla luna, al niente ostile che sento
nero e freddo attorno a me. La mia voce monta come schiuma marina, parola dopo
parola, un tremore leggero che diviene un grido straziante e grattato dal
raschio spietato della disperazione.
Addio…
Addio…
Addio…
Addio…
Addio…
Addio…
… Addio…