13/07/2011
1 recensioniCiò che non cambia.
È così strano, alle volte, credere davvero che dentro a quella ingombrante e vuota – vuota? – armatura ci sia davvero suo fratello.
Al non è mai stato ingombrante, né tanto meno grosso. Non è mai stato rigido – i suoi movimenti, le sue espressioni, i suoi sorrisi sono sempre stati quanto di più plastico e reale ci fosse – e la sua pelle è sempre stata morbida e calda, a contatto con la sua.
Pensare che proprio suo fratello minore – praticamente una parte di lui che se ne va in giro per conto proprio – non riesca, nella sua posizione attuale, a sentire ed avvertire dentro e fuori di sé tutte le più piccole sensazioni che la vita – di tutti i giorni o di un’occasione soltanto non ha importanza – è qualcosa di completamente assurdo. Perché Al è l’apoteosi delle sensazioni, dell’emotività e della sensibilità ed è semplicemente illogico anche solo immaginare che non riesca più a sentire su di sé cose naturali come il calore di una mano o l’odore della pioggia.
Anche dopo tanti anni che Al ha perso il suo corpo e Ed il suo braccio e la sua gamba, Edward è piuttosto restio ad immaginarsi suo fratello semplicemente come un’armatura vuota, un disegno tracciato col sangue che tiene attaccata la sua anima ad un oggetto di metallo.
Alphonse non è questo né lo è mai stato. Anche se suo fratello, nel suo corpo attuale, corre continuamente il rischio che quella grande armatura lo rigetti e che la sua anima ritorni al luogo a cui appartiene, ovvero dentro alla sua carne ed alle sue ossa, disperse in non si sa quale dimensione relativa alla Verità, anche se la sua è un’esistenza che si regge su un filo, suo fratello rimane sempre suo fratello.
E ciò che non cambia è l’affetto che Ed prova nei suoi confronti, il modo in cui Al gli rimbocca le coperte quando trova l’altro con la pancia scoperta, la maniera in cui lo sgrida, il modo in cui ride, i gesti naturali che fa quando lotta, quando tratta delicatamente i suoi gatti e quando lo abbraccia. L’inclinazione che la sua voce prende ogni volta, così diversa e precisa che Ed non impiega neanche un secondo ad immaginarsi come potrebbe essere la sua espressione in quel momento.
Decisamente, anche tolto il fatto di non poter più usufruire del suo corpo, ci sono tante cose che rimangono di Alphonse, e per Edward, di lui rimane essenzialmente tutto.
Per Ed, Al rimane suo fratello; semplicemente, essenzialmente ed immensamente Al. Qualcosa di cui essenzialmente non potrebbe mai non avere bisogno d’avere accanto.
***
N/A: Io loro due li amo, li adoro e li spupazzo, ecco. ;_; *sclera*
La fiction non è nulla di ché, ma prima o poi dovevo scrivere qualcosa su Ed e Al, ed ecco qui un ‘qualcosa’. Spero comunque che possa piacere. Jedjfdjofgdgfglhghlfgds.
Non è una Al/Ed, ma ci si avvicina ed io in futuro ne vorrei scrivere una. Intanto, shippateli come i due fratelli adorabili quali sono. E beccatevi questa.