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Autore: SweetTaiga    13/07/2011    15 recensioni
La signora Weasley alzò gli occhi sull’orologio appeso al muro, lucido come se fosse appena stato comprato, senza alcun segno del dolore a cui aveva silenziosamente assistito.
Solo una lancetta tradiva l’esistenza della guerra appena conclusa.
La lancetta di Fred indicava un punto bianco, una zona vuota, il nulla. (...) Molly aveva organizzato quella cena nella speranza che, insieme, sarebbero riusciti a sorridere.
Eppure tutti si guardavano intorno e, nonostante fossero in tanti, si sentivano incredibilmente soli.
Genere: Generale, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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13.07.2011.
L’hanno chiamato “l’epilogo di un fenomeno mondiale”.
Sentivo di dover fare qualcosa.
A J. K. Rowling.
E a chi, come me, ha compreso tutto ciò che aveva nascosto tra le righe dei suoi libri.
A noi, l’Esercito di J.K.Rowling, che non vediamo alcuna fine.
A noi che piangeremo fino allo sfinimento.
E che, dopo essere usciti dal cinema, torneremo a casa,
e gioiremo trovando la nostra stropicciata, sottolineata, vissuta copia
di Harry Potter e la Pietra Filosofale.
E tutto ricomincerà di nuovo.
Perché siamo “Potteriani”.
Dopo tutto questo tempo, e per sempre.



Non è la fine


La signora Weasley alzò gli occhi sull’orologio appeso al muro, lucido come se fosse appena stato comprato, senza alcun segno del dolore a cui aveva silenziosamente assistito.
Solo una lancetta tradiva l’esistenza della guerra appena conclusa.
La lancetta di Fred indicava un punto bianco, una zona vuota, il nulla.
Il silenzio era riempito solo dal lieve tocco delle posate nei piatti, o dai sospiri dei presenti.
Harry si voltò verso Ginny, pulendole con un fazzoletto candido la guancia macchiata di succo di zucca.
Ron sembrava aver perso per la prima volta l’appetito, e tornò in sé solo quando Hermione gli passò lentamente la mano sulla spalla.
Le sorrise timidamente, e tentò di mandare giù un pezzo di pane.
Il signor Weasley giocava con una pila, facendola rotolare da una mano all’altra; i suoi occhi, però, erano vuoti.
George non era sceso a cena.
Ormai era passato un mese, eppure raramente usciva dalla sua stanza.
Molly aveva organizzato quella cena nella speranza che, insieme, sarebbero riusciti a sorridere.
Eppure tutti si guardavano intorno e, nonostante fossero in tanti, si sentivano incredibilmente soli.
Arthur tossì lievemente, attirando l’attenzione di tutti.
« A Silente. Il più grande mago di tutti i tempi ».
Pronunciò queste parole con solennità, alzando il suo bicchiere.
« A Moody, l’Auror più in gamba del secolo », disse Bill, e poco dopo scoccò un sorriso a Harry. « Fino ad ora, ovviamente ».
« A Lupin e Ninfadora. Nella speronza che sciano ancorainsiome », aggiunse Fleur, tenendo stretto il bicchiere.
« A Colin Canon. Quel ragazzino mi stava simpatico. E a Tiger, perché nessuno merita quella fine », esclamò Ginny, mettendosi in piedi a sua volta.
Harry si fece coraggio, alzandosi con difficoltà, il bicchiere che puntava al cielo.
« A Sirius, che per me è stato un padre, un fratello e un amico ».
Hermione si guardò intorno, e dopo un gesto di assenso da parte di Ron e Harry levò il calice, scostando lentamente la sedia.
« A Dobby, un Elfo Libero ».
Anche Ron si alzò, e con le orecchie rosse sollevò il bicchiere.
« A Edvige, la civetta più sveglia e fedele che abbia mai conosciuto. E a Codaliscia. Perché, in fondo, come topo non era male ».
Si guardarono intorno, poi Hermione tossì lievemente.
« Al membro dell’Ordine di cui così spesso abbiamo dubitato », disse, scoccando un’occhiata a Ron e Harry.
« Al professore che abbiamo sempre odiato », aggiunse Ron.
« All’uomo più coraggioso che io abbia mai conosciuto », completò Harry.
« A Severus Piton », sussurrarono all’unisono, alzando i calici.
« A tutti coloro che sono stati coinvolti in questa assurda guerra », disse Percy con decisione.
« E a Fr…»
« Non dirlo! », esclamò una voce dalle scale, interrompendo la signora Weasley, ormai sull’orlo delle lacrime.
« George… », sussurrò Arthur.
« Non ditelo, aspettate », aggiunse il ragazzo.
Un sonoro tic li distrasse.
La lancetta di Fred, improvvisamente, era scattata versoCasa.
George sorrise.
« Sì, fratello, so di non essere mai solo », sussurrò, alzando il bicchiere verso il nulla.
Molly guardò George, poi l’orologio.
« E’ uno scherzo? », sbuffò, senza la forza di aggiungere altro.
George scosse la testa.
« E’ sempre con noi, mamma. Come tutti gli altri. Questa non è la fine, quindi basta con quei musi lunghi », disse.
Poi si voltò dirigendosi di nuovo verso la sua stanza.
« Devo finire le nuove Merendine che avevo ideato con Fred, altrimenti non mi perdonerà mai », aggiunse, prima si sparire oltre le scale.
Per la prima volta, il signor Weasley sorrise.
« Cin cin », esclamò, mentre accanto a lui Molly rideva tra i singhiozzi.
Tutte le lancette erano puntate sulla parola Casa.
E tutti, mentre brindavano, si sentirono un po’ meno soli.


   
 
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