Vorrei che tu stringessi forte le mie mani,
Vorrei parlarti di domani e ritornare a ridere.
Fabrizio Moro, Non Gradisco.
Fred corre nel
giardino della Tana e tu lo guardi da dentro casa, attraverso i vetri leggermente
sporchi della finestra in cucina.
Abbozzi un sorriso che sa di amaro, pensando a quanto si
assomiglino e allo stesso tempo siano così diversi.
Hanno gli stessi occhi azzurri, gli stessi capelli rossi
marca Weasley, hanno lo stesso nome.
Eppure, tu non riesci a chiamare tuo figlio con il suo nome e
ti limiti ad un “Junior” che dopo quasi due anni ha iniziato a sciogliersi
sulla tua lingua e a prendere un suono più dolce e meno malinconico. Questo
succede perché per te di Fred Weasley ce n’è solo uno. E non è quello che
corre, spensierato, in giardino.
No, per te l’unico Fred è quello.
è il tuo gemello, la tua metà.
Quella metà persa da sette anni.
Sono passati sette anni e un giorno preciso da quel 2 maggio
1998, da quando lui se n’è andato per sempre.
E intanto il tempo passa e
tu tralasci ogni momento, assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha, perché tu
non vuoi più crescere.
Che poi, senza di lui, che senso avrebbe crescere? Lui era
molto più importante che quello stupido pezzo di carne, conosciuto meglio come
orecchio, che la Magia Nera ti ha staccato. Quel buco è niente, se confrontato al vuoto che quella perdita ha scalfito nel
tuo cuore, che, purtroppo, ancora batte mentre quello di Fred è fermo da anni e
che sai non si risveglierà mai più.
Nemmeno la Tana è più la stessa, da quando se n’è andato, non
è così? Il ricordo di Fred è vivido nei vostri animi e mai smetterà di esserlo;
vaga per la casa come un qualcosa d'indelebile, che nemmeno il tempo può
cancellare o anche solo intaccare.
Fred era importante – è
importante – e non si può dimenticare una persona che per noi ha
significato sempre tutto. E, sebbene sarebbe tutto molto più facile se così non
fosse, per te è ancora tutto. Lui era il tuo mondo, era la tua fortezza, era il
tuo porto sicuro, era l’altra metà della tua mela. Ed è ancora così, per te lui
è ogni cosa.
Non sono poche le volte in cui senti un bisogno impellente di
vederlo, di vedere quel sorriso così identico al tuo, quei capelli rossi come i
tuoi, quel viso più giovane del tuo che non può più vedere la luce del sole a
causa di uno stronzo, ignobile, bastardo Mangiamorte.
Avresti voluto torcergli il collo, a Roockwood, dopo quel che
aveva fatto a Fred. Dopo quel che ti aveva
fatto. Perché toccare Fred, era come toccare te. Perché lui era la parte
migliore di te, ed ora è come se tu fossi rimasto senza quella tassella
centrale che dovrebbe completare il puzzle che è la tua vita. Ma quel puzzle
non sarà completo mai più, perché la parte centrale è andata perduta e sai che
mai riuscirai a ritrovarla.
Molte persone credono tu non sia più il vecchio George, dopo
l’accaduto; hai sentito chiaramente tua madre che, stretta al petto di tuo
padre scossa dai singhiozzi, diceva quando tu fossi cambiato. E sai che è vero,
perché la morte del nostro cuore ti
cambia inevitabilmente, e tu non puoi farci niente.
Junior si gira verso la finestra e ti
sorride, raggiante ed innocente come solo un bambino di un anno e nove mesi può
essere. Ma lui non sa niente, non sa che ieri ricorreva l’anniversario della
morte di tuo fratello, di suo zio.
Non sa che ieri ricorreva anche l’anniversario della morte di
una parte di te.
«George…»
Sussulti quasi a sentire quella voce. Ti giri di scatto, ma
davanti a te non trovi Fred, bensì Bill.
Abbozza un sorriso vedendo un lampo di delusione passare per
i tuoi occhi azzurri.
«Sono Bill, mi dispiace.» dice, e tu ti senti improvvisamente
stupido ad aver anche solo sperato fosse Lui, «George, devi smetterla di fare
così.»
Vorresti urlargli in faccia che non puoi smetterla, che non
possono chiederti una cosa del genere, ma lo lasci parlare mentre nelle tue
vene il sangue ribolle.
«Mamma già non sta bene, dovresti provare ad andare avanti.» continua, finendo la frase in
un sussurro appena udibile.
«Scusa?» chiedi con una nota isterica nella voce.
«Siamo ancora in tempo
per ricominciare a ridere, per scrollarci tutto e vivere la nostra vita.»
dice Bill, stordendoti con la verità sepolta sotto quelle parole comuni ma che,
ammucchiate come aveva fatto Bill, erano di una veridicità disarmante.
Boccheggi, senza trovare niente con cui ribattere.
Sai che ha ragione, che ha centrato il punto in un secondo. È
sempre stato sveglio, Bill, più di Percy, che è tutto libri e saggi. Bill è
quello sveglio, Percy il cervellotico, Ginny la preferita di tutti voi, Ron
quello che aveva aiutato Harry a salvare il Mondo Magico da Voldemort, Charlie
è il più temerario, Fred il più divertente.
E tu? E tu, George, cosa sei? Tu sei la persona che inizia le
battute, in modo che Lui potesse completarle. E te stavi bene quando facevate
così, perché tutti vi adoravano così come tu adoravi lui. Come tu adori lui.
«Ch-che c’entra, adesso?»
Sorride aspramente e si lascia scivolare sulla sedia davanti
alla tua; chiude gli occhi per qualche secondo per poi riaprirli e guardarti
con quel suo sguardo penetrante e chiaro. Limpido. Limpido come lo sono i tuoi
pensieri in questo momento.
«Non fare così, so a cosa stai pensando. Tutti lo sanno, George.» ti rimbecca Bill, deciso, «Lui non
tornerà, è inutile che ti crogioli nel dolore in questo modo. Lui non può
tornare, ma resterà comunque nel tuo cuore. Perciò, scava nel tuo cuore e fa sì
che non sia morto invano. Lui è morto per noi, per dare una mano a tornare
liberi. E grazie a lui ho capito che poi
paghi tutto quello che ti dà la vita, che un compromesso a volte vale la
libertà.»
Ti senti come svuotato e cerchi di fare come ti ha detto lui:
di scavare nel tuo cuore. Ma non è difficile, il suo volto affiora facilmente,
perché non è mai stato difficile per te ricordarti di lui, anzi. A volte hai
pregato perché non fosse più così facile, ma adesso tuo fratello ti ha aperto
gli occhi.
Il nome di tuo fratello non è solo un’incisione su un
monumento di pietra: è un’impronta indelebile sul tuo cuore, e quella non ti è
ancora stata portata via.
Aehm...
beh, questa storia l'ho scritta in omaggio a Forge e a Gred Weasley,
visto che oggi usciva l'ultimo film di una Saga che mi ha insegnato
tantissimo.
Spero vi piaccia, perché ne sono soddisfatta.
Le frasi in corsivo (non tutte) sono citazioni di Fabrizio Moro, un cantante italiano che a me piace veramente tanto. ^^
Eralery.