Drops
~ a metà
strada tra il sole e la pioggia
I can still feel your heart beat fast when you dance
with me.
Non era la musica a
riempire l’aria, ma la danza fresca della Figlia dell’Arcobaleno. Si
muoveva sinuosa, evanescente, quasi al pari di una goccia di rugiada; le
braccia erano libere, i piedi parevano a stento toccare terra. La veste leggerissima
dalle sette tinte accompagnava con grazia ogni volo della sua chioma d’oro
– perché era questo che sembrava fare: volare.
Nel Paese di Oz non s’era mai vista una creatura così
bella: guardandola, a Nick quasi si sciolse il cuore.
Ci fu poi un momento in
cui la fanciulla, ballando, venne verso di lui. Quando lo raggiunse si
fermò, a sorpresa, levandosi sulle punte dei piedi e sfiorando con le
mani impalpabili quelle grandi e forti dell’uomo di latta. Lui la
guardò, stupito, emozionato
dalla sua vicinanza; vide il suo sorriso e capì che Polychrome,
cresciuta nella musica delle sfere, poteva sentire distintamente il suono dei
battiti del suo cuore.
Si alzò e le s’inchinò,
prendendole la mano con delicatezza per accompagnarla in una nuova danza.
Insieme volteggiarono
nel padiglione, accanto alla piccola Dorothy e allo Spaventapasseri, alla
Principessa che osservava con ardore i suoi invitati. Fu come librarsi verso il
cielo: e lacrime commosse scorsero sul volto di latta di Nick, subito asciugate
dalle dita buone di Polychrome, sorridente come una
stella.
La musica sembrava
emanarsi direttamente dal loro abbraccio.
[ 220 parole ]
Spazio dell’autrice
Dei nuovi personaggi introdotti nel quinto dei Libri di Oz, Polychrome, la Figlia dell’Arcobaleno, è indubbiamente
la mia preferita. (Forse perché mi ricorda Luna Lovegood.
Ma proprio tanto, eh.) Amo anche il poetico Uomo Peloso e il povero piccolo Button-Bright, naturalmente – ma la fata del cielo mi
è entrata subito nel cuore: così come ha fatto con Dorothy e con
il Boscaiolo di Latta, che – cito testualmente – [la] dichiarò
essere la visione più bella su cui i suoi occhi di latta si fossero mai
posati.
Questa flash vuole ambientarsi nel capitolo finale, durante la
festa di compleanno della Principessa Ozma cui sono
invitati illustri personaggi da ogni terra di favola (signore e signori, vi
presento Babbo Natale!); nel romanzo non c’è un ballo ad
accompagnare il banchetto, ma poiché la peculiarità di Polychrome è proprio la danza, e poiché
questa sembra sortire un grande effetto in Nick Chopper, non ho potuto fare a
meno di immaginare una scena simile. Con tanto di Dorothy e Spaventapasseri che
ballano sullo sfondo, perché io non mi smentisco mai x3
Il verso iniziale – per l’ennesima volta! –
è tratto da If my heart was a house, Owl City. La canzone più atrocemente fluff che mi sia capitato di sentire da tempi immemori.
Hope
you liked it,
Aya ~