La
morte del cigno
Ungaria è
un’ottima ballerina.
Romania non
gliel’ha mai detto, ma ama guardarla di nascosto danzare,
quando scende la
notte.
Un passo
dopo l’altro, punte stese, un arabesque, uno
chassé, un assamblé en tournant.
Glissad,
cabriole.
I suoi
occhi bevono ogni suo singolo movimento dal suo nascondiglio tra i
cespugli, in
mezzo all’oscurità.
Di giorno
litigano, di giorno la odia con tutto sé stesso.
Di notte
si innamora di quei passi, perché quella che volteggia non
è Ungaria. È
come se fosse una Iele, una
Signora.
Non vi
è
niente di umano in quella leggiadria, simili movenze sono degne di una
creatura
fatata.
E dunque,
se colei che danza non è la sua acerrima nemica, lui non
può odiarla. Può forse
temerla e ammirarla, come fa con Loro, può amare ogni
singolo respiro che
scuote il petto della ragazza.
Ma
odiarla no, proprio no.
È
perfetta
in ogni suo singolo movimento, con quei capelli tirati in una crocchia
adornata
con un fiore, il body nero aderente scollato che lascia scoperto il
solco della
spina dorsale e le scapole.
Quell’assenza
di colore che fa sembrare ancora più candida la sua pelle.
La morbidezza
della schiena
che si curva in un cambré,
la gamba che
ruota in un
rond de jambe,
un ginocchio che
crea
un angolo perfetto in un attitude derrière
che si trasforma
in un
nuovo arabesque,
per poi vederla
voltarsi e trasformare il tutto in un passé.
Mantenendo un
equilibrio
impeccabile.
‘ Si
chiamano Danze dell’Inferno, queste… ’
ha mormorato un
giorno Vaticano, quando si è
finalmente deciso a
parlargliene.
Radu ha
capito subito, lasciandosi sfuggire un sorriso melanconico.
Benedetto
ha sempre le intuizioni migliori. Peccato che lui ogni volta non gli
dia retta.
‘
Dovresti smettere di andarla a cercare. ‘ aggiunge, spiando
Piazza San Pietro
gremita di persone da dietro una grande finestra.
‘ Non
penso lo farò- ‘
Un solo
mormorìo, prima di andarsene. Un solo sospiro, prima di
sentire le parole di
Vaticano.
‘
Allora
vedi di prendere una posizione, e mantenerla. ‘
E una
notte la stoffa degli indumenti della ballerina si è
trasformata in pizzo,
tulle, piume.
Piume
nere ovunque; sul corpetto,
intrecciate
nei capelli, sulla gonna.
Piume
nere lucenti.
Se dunque
sono Danze dell’Inferno, perché non prenderne
parte?, si dice mentre i suoi
occhi invidiano quei movimenti sinuosi, mentre vedono dissiparsi il
temperamento irascibile della ragazza per trasformarsi in un qualcosa
di
superiore, di qualcosa che di divino ha ben poco.
Nera,
nera come il peccato. Come la morte, come la superstizione, il
pregiudizio e la
calunnia.
Come tutto
ciò che precede Romania ogni volta che esce di casa.
La cattiva
fama.
La ragazza
è voltata, Radu ne può vedere la bianca nuca.
Stavolta indossa delle punte di
gesso, sono di raso lucido. Com’è bella.
Però
non sorride
come al solito. Il volto è una maschera seria, il volto ha
il rimprovero
dentro, il volto ha una traccia oscura che la limba
maghiară1 di solito non ha.
Balance,
balance,
piqué, piroette.
Il movimento che
finisce in un giro su sé stessa, le braccia che imitano cupe
ali.
SIssonne
fermé, sisson fermé, sisson ouverte.
Jetè,
assemble, changement.
Poi
accade una cosa mai successa prima.
La ballerina
si volta. Lo vede, gli sorride.
Uno straziante
senso di appartenenza invade Radu, che trasale. Quella non è
Ungaria.
Le sue sclere
sono nere.
Cigno nero.
‹ Bună seara, România2.
›
Le labbra
scandiscono, crudeli, mentre un sorriso animalesco si fa strada sul suo
volto.
‹ Cat timp nu se vedea, Valvă Negru 3.
›
•
«Άποθνησκομαι
υπό τής
χορείας»
1Ungherese.
– Non so perché, ma ogni traduttore che trovo mi
da’ questo risultato.
2 Buona
sera, Romania. – è scontato, su! :’
3 Quanto
tempo che non ti vedevo, Valva Nera.
Spazietto
dell’autrice rompiscatole ♥
Allora,
inizio col dire che chiunque inizi con la solita storia del
‘eh, sì, ora c’è la
moda di Romania’ può avviarsi: Fanculo
è da quella parte. Non avreste nemmeno
dovuto aprire questa pagina – e mi scuso per la poca finezza,
ma sono giorni
che mi sento dire che il mio personaggio l’ho creato per
tendenza, perché
vampiro fa figo e tutto il resto. Non fanno che dirmi che sono
omologata, che
carini~
In ogni
caso. Sì, ho cercato di fare un salto nella tradizione
popolare rumena
attraverso la danza, anche se non è specificato che le Iele
danzino. Ho voluto
usare l’immagine del cigno nero perché mi
è rimasto impresso in mente il tutù
che aveva una ragazza al mio saggio, tutto nero con le piume. Mi ha
affascinata, in un certo senso. E se il solo vestito mi ha fatto
sentire piena
di ammirazione nei suoi confronti – per il portamento, per
come lo indossava,
per come le faceva risaltare la pelle già chiara di suo
– non appena l’ho vista
ballare mi sono veramente emozionata.
Non sto
scherzando. Mi batteva forte il cuore.
Ho cercato
di rendere l’immagine della Valva Nera il meglio possibile
– e anche se di
solito queste hanno l’aspetto di vecchiacce brutte e cattive
di fatto sono
mutaforma, secondo i pochi documenti a riguardo che ci sono su internet.
Il fatto
che abbia l’aspetto di Ungheria non so nemmeno se
è un caso o altro, visto che
inizialmente era progettato come Romania (oh, Radu~! ♥) che si
innamora della Ungheria ballerina – solo di quella, eh! Di
fatto tra i due non
scorre buon sangue.
Orbene. La frase
in greco antico vuol dire ‘sono ucciso dalla tua
danza’ –
o anche ‘sono uccisa’ – ma non
c’entra niente con la fic. E’ l’inizio
dell’angolo
dell’autrice c:
Sperando che
‘sta roba non sia troppo oscena, vi lascio ~
Infiammabile
Ah,
un’ultima cosa: Vaticano l’ho immaginato come lui,
che è un
OC di El-mon-amour. Pertanto non è mio –
così come Romania, che appartiene a
Himaruya, dal momento che è apparso nel manga.