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Autore: AlenaC    14/07/2011    1 recensioni
Un'altra parte di Alena, all'inizio di questo racconto ho un pò spigato gli avvenimenti avvenuti prima dell'episodio che racconto per far capire un pò meglio i personaggi e la trama. Forse pubblicherò anche alcuni brani durante la prigionia di Isabella nel palazzo di Kail. I personaggi sono sempre tratti da Twilight. Per i fratelli Kail e Ian ho solamente preso i nomi dal libro "l'ospite" di Stephanie Meyer. Leggete e recensite.
grazie :)
AlenaC
Genere: Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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LA FINE DELLA MIA VITA
 
Accovacciata dietro i cespugli del bosco che circondava il palazzo di Kail a Catarsio, non potevo immaginare che la mia vita stava per finire.
 
Ero da poco uscita dalle prigioni del palazzo, dove ero rimasta chiusa per settimane, in compagnia del mio migliore amico James. Durante la guerra da poco terminata tra Alena e le Fisha Edward era stato rapito da Kail e Ian, la motivazione mi era sconosciuta ma non potevo fare a meno di credere che Kail lo avesse fatto semplicemente per farmi soffrire. La guerra era scoppiata a causa mia. Non avevo accettato di sposare Damon e avere un figlio da lui e questo aveva fatto infuriare i Fishani. Aro, il re delle Fisha che avevo ucciso qualche mese fa, aveva scritto una legge che obbligava Damon suo fratello ed erede al trono a sposare e avere un figlio da una vampira che avesse il potere dell’energia per continuare la sua pura discendenza. E l’unica sopravvissuta che avesse quel potere dopo mia zia Kakiri ero io. Quando mi ero rifiutata di seguire la legge la guerra era scoppiata infuriando sui territori di Alena. Fortunatamente era stato coinvolto solamente l’esercito reale e Alena aveva vinto la guerra. Ma Edward si trovava nelle prigioni del palazzo di Kail, sull’isola Catarsio. Kail e suo fratello Ian erano i capi dell’esercito di Aro ma dopo la sua morte avevano assunto il governo dell’arcipelago. Questo perché Damon, vero erede al trono, si era rifiutato di indossare la corona ed era finito per essere un semplice mantenuto del patrimonio della famiglia reale. Poco dopo essermi consegnata nelle mani di Kail per finire in prigione e riuscire a salvare Edaward e Victoria, la ragazza di James anch’essa prigioniera, avevo scoperto che Edward era sotto l’incantesimo di Marco, ennesimo prigioniero di Kail. Marco era un vecchio amico di mio padre Carivan, aveva l’eccentrico potere di far dimenticare alle persone tutto ciò che voleva e inserirgli nella mente falsi ricordi. Edward aveva dimenticato la sua intera esistenza e ora credeva di essere uno dei tanti collaboratori di Kail. Era insomma un terribile strumento nelle sue mani. Con l’aiuto di James e Marco ero riuscita ad escogitare un piano. Avevo finto di essere sotto incantesimo e di credere di essere Celeste, la ragazza di Kail. Avevo atteso che l’effetto dell’incantesimo di Edward finisse ma Kail aveva scoperto il mio inganno prima del previsto ed ero stata costretta a fuggire dal palazzo. Ora ero nascosta nei suoi dintorni e aspettavo Edward per poter fuggire finalmente dall’isola e tornare ad Alena.
 
“Sono felice che tutto si sia finalmente concluso nel migliore dei modi” mi disse James con un sorriso.
“Anche io” sospirai di sollievo.
“E non potrò mai ringraziarti abbastanza per aver salvato Victoria”
“Figurati, senza di te non sarei mai riuscita ad ideare il piano che mi ha permesso di salvare Edward”
Lo abbracciai. Avevamo passato quasi tutto il tempo in cui eravamo rinchiusi in quella gelida cella abbracciati. Le sue braccia muscolose mi davano sicurezza, e mi ricordavano in maniera incredibile l’abbraccio di Edward. Smaniavo dal desiderio di riabbracciarlo. Nel palazzo non avevo mai potuto farlo, dato che fingevo di essere la ragazza di Kail.
“Perché ci mette tanto ?” domandai cercando di nascondere l’ansia nella mia voce.
“Tranquilla, arriverà”
In quel momento avvertii un movimento tra le foglie. Quando lo vidi mi sentii svenire, tanto era bello. I suoi capelli rossicci erano cresciuti durante il periodo di prigionia, e ora incorniciavano ribelli la sua pelle chiara. Scorsi i suoi ochhi verdi e fui colta dal terribile desiderio di correre da lui. Stavo per alzarmi quando James mi trattenne intimandomi di fare silenzio. Rimasi sorpesa e quando mi voltai a guardare nuovamente Edward capii il perché del gesto di James. Dietro a Edwar apparve una ragazza. Il suo volto mi pareva familiare. Aveva i capelli scuri, folti e ricci. Il viso era davvero bello, la pelle olivastra leggermente abbronzata, insolita per un vampiro ma non eccezionale. Era alta e snella, con un sorriso smagliante. Edward la attirò a se e la baciò.
 
Il dolore fu tanto forte da essere fisico. I vampiri provavano raramente dolore fisico, ma quello che provai in quel momento fu… beh fu… ecco in realtà non saprei nemmeno come descriverlo. Se dentro di me esisteva ancora un cuore allora da allora in poi ero certa che non sarebbe più esistito. Sarebbe scomparso con la rapidità del battito d’ali di un pettirosso.
 
“Non dovresti farlo” lo ammonì lei.
“Perché no ?”
“Hai una ragazza, ti ricordo”
“Una ragazza ?” disse attorcigliando il naso come faceva sempre quando era sorpreso.
 
Mi sentii mancare. Come se stessi precipitando.
 
“Si Edward, si chiama Isabella e so che la ami. Non mi mentire”
“Isabella… io non la amo e non l’ho mai amata”
“Come puoi dire questo ? Tutti sanno che siete stati insieme per più di due anni e che lei ti ha fatto cambiare. Tutti ricordano il vecchio Edward, ti ricordo che hai fatto soffrire molte persone e lei è stata l’unica che ha fatto si che tu smettessi di essere quel demonio. E io so anche che uno dei motivi per cui Kail ti ha rapito è per vendicarsi, perché sapeva quanto Isabella avrebbe sofferto. Quindi per favore, non mentirmi.”
“Si è vero, Isabella avrebbe sofferto e Kail lo sapeva, ma io no”
“Tu non avresti sofferto ?”
“No, perché io non la amo. Anastacia io sono sempre lo stesso. Niente e nessuno mi cambierà mai”
“Non capisco cosa vuoi dire” avvertii un po’ di preoccupazione nella voce della ragazza.
 
Sentivo lo sguardo di James su di me. Sapeva ciò che stavo provando. Leggeva nel pensiero, più di chiunque era partecipe della sofferenza altrui. Le lacrime rigavano le mie guance. I vampiri non piangevano, ma io si. Una parte di me era sempre rimasta inspiegabilmente umana.
 
“Voglio dire che è tutta stata sempre e solo una bugia. Lei mi era utile e basta. È un modo per avvicinarmi alla famiglia reale, probabilmente la sposerò, e quando sarò re mi vendicherò della corona che non mi hanno mai dato. Non la amo, lei non è niente per me. E mai lo sarà.”
 
Il resto delle parole scivolarono via come in un fiume in piena. Le immagini intorno a me vennero offuscate dalle lacrime. E il dolore fu così forte da farmi desiderare di morire.
Sempre e solo una bugia.
La mia vita era sempre stata una falsità. Tutto ciò a cui ero aggrappata si era frantumato in un istante. E ora era come se stessi precipitando nel vuoto.
Non la amo.
Lei non è niente per me.
Quelle parole si ripetevano dentro di me come una inesorabile tortura.
Mentre il mio mondo cadeva a pezzi.
Cercavo disperatamente qualcosa che mi portasse in salvo. Un appiglio.
Ma non lo trovavo.
Perché il mio unico appiglio era lui.
Ed ora, non esisteva più.
Non era mai esistito.
 
 
 
  
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