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Autore: Veronique.    14/07/2011    3 recensioni
Lily Evans e Severus Piton, due bambini che giocavano insieme, due ragazzi che studiavano insieme. Le loro strade così unite si separarono,ma uno dei due non smise mai di amare l'altra.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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“Corri Severus, prendimi” urlava una bambina dai capelli rossi

“Corri Severus, prendimi” urlava una bambina dai capelli rossi. Aveva i capelli lunghi, che le ricadevano morbidi lungo la schiena. Dietro di lei c’era un bambino, poco più alto, magro e dalla carnagione pallida. I capelli neri gli circondavano il viso, erano forse troppo lunghi secondo il suo parere, ma non importava.

L’unica cosa che gli importava era passare del tempo assieme a quella bambina, Lily Evans.

Era timido, non amava la compagnia e non aveva conosciuto quella bambina di sua spontanea volontà.

Ricordava perfettamente quel giorno. C’era il sole, un sole che illuminava il viso di Lily, un sole che a lui non piaceva particolarmente.

Era nascosto dietro ad una siepe e la spiava, lo faceva da un po’ ormai.

“Eccolo!” aveva urlato un’altra bambina “è li ancora Lils, ci sta spiando ancora” aveva continuato stizzita, infastidita da quel bambino. Anzi, era infastidita dal fatto che la sorella potesse fare certe cose, che attirasse le attenzioni di qualcuno.

Severus uscì dalla siepe, scuotendosi per togliere le foglie e rivelando la giacca più grande di lui, accennò un sorriso quando i suoi grandi occhi neri incontrarono quelli verdi della più giovane tra le due “Non stavo guardando te” sussurrò poco dopo, distogliendo lo sguardo “guardavo lei, so fare anche io quelle cose sai?” continuò poco dopo, prendendo una foglia e facendola diventare un uccellino, che volò via poco dopo.

La ragazza dai capelli castani fece una smorfia, era evidente che c’era rimasta male e si arrabbiò “Siete due mostri, mostri!” urlò furiosa, rivolta alla sorellina più piccola.

Gli occhi di Lily si riempirono di lacrime, che iniziarono a correre libere lungo la guancia ricoperta di lentiggini. “Tunia..” singhiozzò “non dire così, non è vero..” ma la sorella maggiore era già scappata via.

“Non sei un mostro..” sussurrò il ragazzo poco dopo, a bassa voce, sempre troppo timido per parlare “sei troppo..” si fermò, non era ancora pronto.

Lei accennò un sorriso e si sedette su una roccia, mettendo i piedi nell’acqua di un laghetto e agitandoli.

È così che divennero amici, lui le raccontava di Hogwarts, di quella magica scuola dove sarebbero andati appena compiuti i fatidici undici anni.

 

 

Qualche anno dopo..

No, non le aveva ancora confessato ciò che provava. Non l’avrebbe mai fatto, non voleva rovinare nulla e lei non approvava la strada che aveva scelto.

Le loro strade erano divise, lei stava per sposarsi.

Aveva scelto, accettato di sposare quel Potter, James Potter.

“Un maiale” l’aveva chiamato un giorno. Non poteva accettare che qualcun altro l’amasse. Ma lui voleva solamente la sua felicità, voleva vedere un sorriso sul volto della ragazza che tanto amava.

L’avrebbe protetta a distanza, avrebbe fatto di tutto per lei.

 

Quella sera la perse. Il Signore Oscuro aveva intenzione di uccidere il giovane figlio di Lily e James e lui non poteva fare nulla, la sua unica speranza era stata riposta in Albus Silente, sperava che lui potesse salvarla, salvarli.

Ma così non fece. Severus salì le scale di legno di casa Potter, percorse quelle scale che anche Lily aveva percorso e la vide.

Adagiata a terra, i capelli rossi che le coprivano il volto.

Lui si fermò, gli occhi appannati dalle lacrime. Le scostò i capelli dal viso, rivedendo quegli occhi verdi, spenti.

La cullò, piangendo. Non era pronto, non poteva essere successo davvero, non doveva essere vero.

Lily Evans era morta, la bambina che aveva giocato con lui, che non l’aveva preso in giro era morta.

Non voleva lasciare quella stanza, ma sapeva che se l’avessero trovato l’avrebbero ucciso, nessuno doveva sapere quella storia, nessuno doveva conoscere il suo lato migliore.

Lasciò il corpo freddo di Lily e il suo sguardo cadde su un bambino, il frutto dell’amore tra lei e Potter. Aveva i suoi occhi, i suoi occhi verdi.

Non erano andati persi.

Lasciò la stanza come l’aveva trovata e prima di smaterializzarsi diede un ultimo sguardo alla donna che aveva tanto amato, alla donna che aveva fatto uscire il suo lato migliore.

 

 

 

[..]

Ogni anno , il 31 ottobre Piton lasciava la scuola, si recava chissà dove.

Nessuno lo sapeva.

Si avvolgeva nel suo mantello nero e si smaterializzava a Godric's Hollow. Camminava nella neve bianca, facendo contrasto con la sua veste nera e si fermava sempre davanti a quella casa semi distrutta, quella casa dove era stato quella sera.

Una lacrima gli scorreva lungo la guancia ogni volta.

Non le aveva ancora detto addio, nonostante fossero passati anni.

Ogni anni prendeva la bacchetta in mano “Expecto Patronum” sussurrava e una cerva argentea correva libera per le macerie.

Era come se una parte di lei fosse ancora li e lui riuscisse a sentirla.
Era difficile pensare a qualcosa di felice in quella circostanza, ma ogni volta, prima di pronunciare quell’incantesimo chiudeva gli occhi, e ripensava alla bambina dagli occhi verdi e i capelli rossi, che tanti anni prima l’aveva invitato a giocare con lei.

 

Dalla casa si spostava sempre al cimitero, lo faceva sempre.
Era come un rito ormai.

Si fermò davanti alla tomba di Lily e James Potter, leggendo la frase incisa sopra “L'ultimo nemico che sarà sconfitto è la morte”. Lui l’avrebbe sconfitto questo nemico?

Si, l’avrebbe fatto per lei.

Dopo tutto questo tempo era ancora innamorato di lei.

Lo era stato sempre.

   
 
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