Anime & Manga > Tengen Toppa Gurren Lagann
Ricorda la storia  |      
Autore: ElderClaud    14/07/2011    2 recensioni
Accucciato a terra come un gatto pronto a balzare sull'inerme topo e vestito solo di semplici boxer a righe rossoblu e di infradito consumate dal tempo, Kamina Giha, unico e solo padrone di quel minuscolo appartamento, decise di alzarsi lentamente da terra per raggiungere con lo sguardo – e con una lentezza estrema – il bordo del tavolo della cucina piena di bottiglie di birra vuote e semi trasparenti, per osservare attentamente dove quella stronza fosse andata a posarsi. Spostò difatti gli occhi sia a destra che a sinistra con fare sospettoso, senza però trovare traccia di quella dannatissima zanzara che da circa un'ora non gli permetteva di dormire tranquillamente.
[Kamina & Viral] [non yaoi] scritta per "un promt al giorno" indetto da Fanworld
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kamina, Viral
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Titolo: Zanzara
Prompt: “zanzara” per l'iniziativa “un prompt al giorno” indetto da Fanworld
Parole: 2149
Genere:
generale, comico
Rating: verde
Personaggi: Viral, Kamina
Avvertimenti: AU, oneshot
Note: Seconda oneshot che scrivo per questo fandom, ancora folgorata da un prompt a sorte che mi ha dato da immaginare questa scena. Non so che dire, Kamina per me è un maestro di vita ù_u. E le sue scenette con Viral nell'anime sono epiche, diciamocelo XD.
Questa volta mi sono puntata su una alternative universe (uno dei generi che preferisco) per parlare di due personaggi che mi piacciono molto, così come il restante cast di Gurren Lagann. Buona lettura a voi!

- - - - - - - - - - - - - - - - - -


Nel silenzio di un piccolo e disordinato appartamento di periferia, un uomo – ovviamente il padrone di casa – tese attentamente le orecchie in attesa di un fantomatico suono che gli dicesse dove fosse finito quel dannato bersaglio.
Accucciato a terra come un gatto pronto a balzare sull'inerme topo e vestito solo di semplici boxer a righe rossoblu e di infradito consumate dal tempo, Kamina Giha, unico e solo padrone di quel minuscolo appartamento, decise di alzarsi lentamente da terra per raggiungere con lo sguardo – e con una lentezza estrema – il bordo del tavolo della cucina piena di bottiglie di birra vuote e semi trasparenti, per osservare attentamente dove quella stronza fosse andata a posarsi. Spostò difatti gli occhi sia a destra che a sinistra con fare sospettoso, senza però trovare traccia di quella dannatissima zanzara che da circa un'ora non gli permetteva di dormire tranquillamente.
Tra le altre cose, si trattava di giovedì notte, sua ultima nottata tranquilla prima del fine settimana denso di impegni e di serate senza fine. Ma questa era la professione che si era scelto e la sua estrema conseguenza. E fare il barman dopotutto non gli dispiaceva affatto.
Alla fine dei conti si trattava di miscelare pozioni magiche con fare teatrale – cosa che in lui riusciva benissimo – e stare a contatto con un mucchio di gente allegra fino all'alba del giorno dopo.
Il problema era che... Per quanto fosse pure lui un individuo iperattivo doveva comunque prendere sonno.
E quella dannata zanzara non lo stava facendo di certo riposare con il suo continuo – e fastidioso – ronzio che si insinuava nelle sue orecchie quasi con perfidia.
Tra le altre cose – per giunta non da poco – l'intera città era assediata da un caldo soffocante e afoso tipico dell'estate inoltrata, con notti lunghe e umide che sfioravano all'incirca i trentacinque gradi suonati.
Già era faticoso dormire su di un letto sfatto e umido, rigirandosi e rigirandosi ancora alla ricerca di un sonno che non sopraggiungeva mai, ma le zanzare erano l'ultima stronzata che era disposto a tollerare.
Armato di rivista arrotolata e stretta come se fosse stata l'elsa di una spada, il prode guerriero improvvisato si mosse a vuoto più volte in quella notte, nell'intento di colpire quel maledetto insetto colpendo però soprammobili e foto che puntualmente rovinavano a terra.
In più dalla sua bocca aperta all'inverosimile, ad ogni colpo andato non andato a buon fine, uscivano fuori urla di rimprovero e frasi cariche di orgoglio ferito che letteralmente facevano traballare i vetri delle vecchie finestre dalla tinta bianca delle cornici ormai scrostata dal tempo.
Se continuava così, ancora una volta avrebbe svegliato mezza palazzina e fatto infuriare buona parte degli esasperati condomini. Come se il caldo non fosse già una brutta piaga di suo, a tutti doveva toccare anche quella “piaga” umana di nome Kamina.
Ma di ciò il prode barman se ne fregava altamente, le sue priorità difatti erano al primo posto e si trattava di orgoglio prima di tutto. Prima uccideva quell'infame creatura, prima sarebbe stato finalmente libero.
E finalmente quando tese attentamente le orecchie, come un pipistrello che capta suoni sottili nella notte inoltrata, anche il giovanotto armato di rivista d'attualità captò il ronzio di quella dannata zanzara. Sottile e fastidioso, era inconfondibilmente lei con la sua immensa dose di stronzaggine che si posava leggiadra sul tavolo.
Proprio li.
Proprio a pochi centimetri da lui, al centro di quella tavola piena di bottiglie vuote. Vi furono quelli che si potevano dire attimi di pura tensione, come quelli che precedono il colpo di un esperto ma nervoso cecchino, mentre Kamina si mordeva il labbro inferiore e prendeva magistralmente la mira su quel tavolo ingombro di roba.
Anche se la luce era scarsa ed era solo fornita dalle insegne al neon che lampeggiavano fuori dalle finestre, il giovane padrone di casa non trattenne l'adrenalina di una preannunciata vittoria nell'atto di fiondarsi di peso – e gridando per giunta – sulla creatura incurante di quell'attacco a sorpresa.
“Piccola dannata! Ti ho stanato finalmente! – berciò l'uomo intento a fiondare il suo più potente colpo di rivista – ma con chi credi di avere a che fare, eh?!”
nonostante la spavalderia della sua azione impetuosa, il barman non ebbe modo di calcolare con che impeto si era fiondato sull'insetto – come un fulmine a ciel sereno – finendo quasi di sorpresa letteralmente addosso al tavolo e al suo pericoloso mobilio.
Una espressione di puro stupore si materializzò sul volto del disgraziato guerriero, al grido ancor più forte di un “Uhoo” ben più stupefatto, perchè nonostante colpo potente sul lucido tavolo di compensato e all'arroganza usata per il colpo, quella dannata zanzara gli sfuggì letteralmente di mano un paio di secondi prima del colpo fatale.
Come a prenderlo in giro il piccolo insetto volò via pigramente, mentre Kamina finiva a gambe all'aria trascinandosi a terra bottiglie e tavolo compreso. Facendo per questo, per ovvie ragioni, ancor più fracasso di prima.
“M-maledetta... Ti stai prendendo gioco di me!”
riuscendo infine a rialzarsi da terra su quel cumulo di vetri colorati totalmente rotti e un tavolino con adesso una gamba in meno, il prode giovanotto gattonò fuori dalla cucina con la testa dolorante per il colpo ricevuto da una bottiglia traditrice e con ancora la rivista sgualcita in mano.
Tuttavia, passati almeno un paio di minuti da quella che si poteva definire la goccia che faceva traboccare il vaso per la pazienza di qualunque vicino, oltre ad avere il tempo di rialzarsi in piedi e massaggiarsi le membra doloranti, mister Giha venne scosso dal suono stridulo del campanello di casa.
Il suono acuto e fastidioso venne poi interrotto da forti colpi di nocche – quindi dandogli l'idea che chi suonava di certo non si trovava in portineria – che portarono la vecchia porta a vibrare destando così il barman dal torpore dovuto alla sua patetica caduta.
“Un momento... Sto arrivando! Ma che avete da suonare a quest'ora?! Razza di teppisti!”
Un discorso un po' incoerente dato che il primo teppista nel palazzo era lui, ma era risaputo che l'orgoglio di Kamina era così forte da non considerarsi affatto un ragazzino scapestrato. No anzi, lui era un eroe.
Ma fu la voce di chi stava bussando con una certa irruenza a stemperare in lui un po' di quel suo famoso orgoglio.
“Tiratela di meno scimmia idiota!”
una voce roca e velenosa – forse anche dovuta alla tarda ora notturna – portarono il ragazzo mezzo nudo ad aprire velocemente la porta di casa, rompendo quasi i catenacci, sbalordito di chi avesse aperto bocca con arroganza seccata.
Come inizialmente si immaginò, di fronte a lui un ragazzo della sua stessa età troneggiava davanti alla porta aperta con aria decisamente seccata e stanca – aveva delle occhiaie piuttosto profonde addosso – e dai lunghi capelli biondi decisamente spettinati e in contrasto con l'abito elegante che aveva indosso. Giusto fuori ordine aveva la cravatta nera sciolta e stesa sul collo, e una mezza sigaretta ancora accesa che pendeva dalle labbra piegate a ghigno affilato e contrariato.
“Uh... Viral?!”
il succitato Viral era un ragazzo che viveva al piano di sotto – e più precisamente in linea con il suo appartamento – con cui spesso aveva a che fare per dispute più o meno importanti, per loro si intende, e spesso meta di argomento nelle riunioni condominiali da parte di seccati inquilini. Tuttavia un confronto a quell'ora tarda della notte Kamina non lo aveva mai avuto, almeno prima d'ora.
“Per l'amor di Dio... Ma che hai in testa eh? Sono le due di notte e tu sei ancora qui che fai casino! C'è gente che vorrebbe dormire se non lo sapessi!”
le parole fuoriuscirono velenose e stanche nel nuovo arrivato, che come colpito da ciò che aveva appena detto si massaggiò con l'indice e il pollice l'attaccatura del naso per darsi una calmata.
Parlando in toni civili, non è che il biondo avesse detto chissà quale eresia. Era tornato tardi dal lavoro – ecco perchè non si era cambiato d'abito per andare a lamentarsi – e l'unica cosa che chiedeva era di riposare in santa pace giusto per un paio d'ore... Ma era quasi impossibile con un vicino di casa che non aveva nulla da eguagliare con un primate.
Anzi, il prode guerriero la prese assai sul personale per quella interruzione alla caccia del suo nemico letale – la zanzara, non se l'era scordata – imbronciandosi offeso e pronto alla replica.
“Dormire? Tzè! A me sembra che tu non stia affatto per andare a dormire, conciato da damerino come sei... – allungò le labbra in segno di sprezzo e allungandosi con arroganza verso il lagnoso vicino di casa volle enfatizzare al meglio le proprie parole – ...potrei essere io a lamentarmi per il fatto che mi hai disturbato nel momento più importante della mia vita!”
Nonostante la teatralità arrogante e spaccona che accompagnarono ogni singola parola del giovane impetuoso, nessuno tolse a Viral il diritto di trovarsi con un tic all'occhio sinistro e una vena pulsante sulla tempia che a breve sarebbe scoppiata di rabbia.
“Tu... Tu sei una dannata scimmia nuda! Sono appena uscito dal lavoro se ti interessa saperlo e... Oh! Piantala di scimmiottare ogni mia parola!!”
Del fatto che il ragazzo facesse la guardia del corpo e per questo avesse orari più assurdi dei suoi, a Kamina proprio non importava nulla. Ritrovandosi per questo ad ancheggiare come un primate e a mimare ogni parola che uno stanco e aggressivo ragazzo gli rivolgeva con disprezzo assoluto.
Magari la questione tra i due si sarebbe risolta con un paio di “vaffanculo” e niente di più. Ognuno sarebbe poi tornato nella propria dimora e avrebbe cercato di prendere sonno nonostante il caldo opprimente e i vicini di casa chiassosi all'inverosimile.
Il destino però volle essere piuttosto malefico quella notte, perchè proprio mentre l'ennesima scenetta tra i due si stava consumando velenosa e isterica, la maledetta zanzara – nemica giurata di Kamina ormai da qualche ora – arrivò dritta in volo dal devastato appartamento posandosi infine, senza essere notata per giunta, sulla testa di una guardia del corpo ancora intenta a lamentarsi.
E proprio per tal motivo, perchè preso dal suo berciare contro ad una scimmia nuda che altro non faceva che ignorarlo, non si accorse dell'improvviso cambio di sguardo del barman spaccone, che inaspettatamente passò dall'arroganza giovanile alla greve sorpresa nell'arco di fin troppi pochi secondi.
L'aveva vista, era sulla testa di quel pescecane con l'ulcera ribelle.
In un impeto che solo un vero guerriero poteva avere, lo sconsiderato ragazzo strinse maggiormente la rivista mezza distrutta – arrivando ad impugnarla con ambo le mani come una vera spada – e al grido disumano di un “Ooh” cupo e selvaggio abbatté il colpo sulla testa di un attonito Viral.
Lo colpì così. Quasi a tradimento dato che poco prima stavano discutendo per futili motivi, unicamente distratto dal rancore nutrito verso quell'odioso insetto che così tanto astio gli provocava in corpo, da andare addirittura a non curarsi di chi aveva davanti.
Il colpo fu piuttosto potente – tanto da far si che la rivista si piegasse in due – portando lo sfortunato biondino a chinare la testa nelle spalle per lo sforzo istintivo di contenere il dolore di un gesto improvviso e poco chiaro, arrivando ben presto a ribollire di rabbia disumana e silenziosa.
Ci fu silenzio dopo quel colpo e quel giornale che ancora non voleva andarsene via dalla testa del povero Viral. Un silenzio disumano e crudele a cui Kamina non dette minimamente retta come avvisaglia di un feroce combattimento, troppo impegnato a scrutare la cute spettinata del vicino e capire se questa volta avesse fatto centro.
Inevitabilmente, ci fu la goccia che fece traboccare nuovamente il vaso, dettata da parole incuranti del gesto appena fatto.
“Ah, maledizione... Mi è scapp-”
Ti farai scappare ben altro dannata scimmia nuda, dopo che ti avrò dato io una sonora lezione!!”
Le fauci di Viral si aprirono furiose mostrando al suo acerrimo nemico una addentatura quasi affilata come quella di un feroce predatore, ora più che mai indisposto ad ascoltare le sue cazzate e furente per l'ultimo affronto subito.
Si fiondò di peso contro un barman che accolse quella testata alla pancia – data da un ragazzo diventato cianotico di rabbia – con un guaito di sorpresa mista a dolore, ancora disorientato da quello che stava per accadere.

Era strano, ma sembrava che il pestaggio fosse la cosa che riuscisse meglio ai due uomini quando si ritrovavano a battibeccare tra loro quasi come due vecchie suocere. L'unica cosa da mettere in conto però, è che alla prossima riunione di condominio i poveri inquilini avrebbero catalogato un mare di danni ingenti al terzo piano della palazzina come se fosse passato un intero esercito di marines ben addestrati.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Tengen Toppa Gurren Lagann / Vai alla pagina dell'autore: ElderClaud