Titolo: Zanzara
Prompt: “zanzara”
per l'iniziativa “un prompt al giorno” indetto da
Fanworld
Parole: 2149
Genere: generale,
comico
Rating: verde
Personaggi: Viral,
Kamina
Avvertimenti: AU,
oneshot
Note: Seconda
oneshot che scrivo per questo fandom, ancora folgorata da un prompt a
sorte che mi ha dato da immaginare questa scena. Non so che dire,
Kamina per me è un maestro di vita ù_u. E le sue
scenette con Viral
nell'anime sono epiche, diciamocelo XD.
Questa
volta mi sono puntata su una alternative universe (uno dei generi che
preferisco) per parlare di due personaggi che mi piacciono molto,
così come il restante cast di Gurren Lagann. Buona lettura a
voi!
- - - - - - - - - - - - - - - - - -
Nel silenzio di un piccolo
e disordinato appartamento di periferia, un uomo – ovviamente
il
padrone di casa – tese attentamente le orecchie in attesa di
un
fantomatico suono che gli dicesse dove fosse finito quel dannato
bersaglio.
Accucciato a terra come un
gatto pronto a balzare sull'inerme topo e vestito solo di semplici
boxer a righe rossoblu e di infradito consumate dal tempo, Kamina
Giha, unico e solo padrone di quel minuscolo appartamento, decise di
alzarsi lentamente da terra per raggiungere con lo sguardo –
e con
una lentezza estrema – il bordo del tavolo della cucina piena
di
bottiglie di birra vuote e semi trasparenti, per osservare
attentamente dove quella stronza fosse andata a
posarsi.
Spostò difatti gli occhi sia a destra che a sinistra con
fare
sospettoso, senza però trovare traccia di quella
dannatissima
zanzara che da circa un'ora non gli permetteva di dormire
tranquillamente.
Tra le altre cose, si
trattava di giovedì notte, sua ultima nottata tranquilla
prima del
fine settimana denso di impegni e di serate senza fine. Ma questa era
la professione che si era scelto e la sua estrema conseguenza. E fare
il barman dopotutto non gli dispiaceva affatto.
Alla fine dei conti si
trattava di miscelare pozioni magiche con fare teatrale –
cosa che
in lui riusciva benissimo – e stare a contatto con un mucchio
di
gente allegra fino all'alba del giorno dopo.
Il problema era che... Per
quanto fosse pure lui un individuo iperattivo doveva comunque
prendere sonno.
E quella dannata zanzara
non lo stava facendo di certo riposare con il suo continuo –
e
fastidioso – ronzio che si insinuava nelle sue orecchie quasi
con
perfidia.
Tra le altre cose – per
giunta non da poco – l'intera città era assediata
da un caldo
soffocante e afoso tipico dell'estate inoltrata, con notti lunghe e
umide che sfioravano all'incirca i trentacinque gradi suonati.
Già era faticoso dormire
su di un letto sfatto e umido, rigirandosi e rigirandosi ancora alla
ricerca di un sonno che non sopraggiungeva mai, ma le zanzare erano
l'ultima stronzata che era disposto a tollerare.
Armato di rivista
arrotolata e stretta come se fosse stata l'elsa di una spada, il
prode guerriero improvvisato si mosse a vuoto più volte in
quella
notte, nell'intento di colpire quel maledetto insetto colpendo
però
soprammobili e foto che puntualmente rovinavano a terra.
In più dalla sua bocca
aperta all'inverosimile, ad ogni colpo andato non andato a buon fine,
uscivano fuori urla di rimprovero e frasi cariche di orgoglio ferito
che letteralmente facevano traballare i vetri delle vecchie finestre
dalla tinta bianca delle cornici ormai scrostata dal tempo.
Se continuava così,
ancora una volta avrebbe svegliato mezza palazzina e fatto infuriare
buona parte degli esasperati condomini. Come se il caldo non fosse
già una brutta piaga di suo, a tutti doveva toccare anche
quella
“piaga” umana di nome Kamina.
Ma di ciò il prode barman
se ne fregava altamente, le sue priorità difatti erano al
primo
posto e si trattava di orgoglio prima di tutto. Prima uccideva
quell'infame creatura, prima sarebbe stato finalmente libero.
E finalmente quando tese
attentamente le orecchie, come un pipistrello che capta suoni sottili
nella notte inoltrata, anche il giovanotto armato di rivista
d'attualità captò il ronzio di quella dannata
zanzara. Sottile e
fastidioso, era inconfondibilmente lei con la sua immensa dose di
stronzaggine che si posava leggiadra sul tavolo.
Proprio li.
Proprio a pochi centimetri
da lui, al centro di quella tavola piena di bottiglie vuote. Vi
furono quelli che si potevano dire attimi di pura tensione, come
quelli che precedono il colpo di un esperto ma nervoso cecchino,
mentre Kamina si mordeva il labbro inferiore e prendeva
magistralmente la mira su quel tavolo ingombro di roba.
Anche se la luce era
scarsa ed era solo fornita dalle insegne al neon che lampeggiavano
fuori dalle finestre, il giovane padrone di casa non trattenne
l'adrenalina di una preannunciata vittoria nell'atto di fiondarsi di
peso – e gridando per giunta – sulla creatura
incurante di
quell'attacco a sorpresa.
“Piccola dannata! Ti ho
stanato finalmente! – berciò l'uomo intento a
fiondare il suo più
potente colpo di rivista – ma con chi credi di avere a che
fare,
eh?!”
nonostante la spavalderia
della sua azione impetuosa, il barman non ebbe modo di calcolare con
che impeto si era fiondato sull'insetto – come un fulmine a
ciel
sereno – finendo quasi di sorpresa letteralmente
addosso al
tavolo e al suo pericoloso mobilio.
Una espressione di puro
stupore si materializzò sul volto del disgraziato guerriero,
al
grido ancor più forte di un “Uhoo”
ben più stupefatto,
perchè nonostante colpo potente sul lucido tavolo di
compensato e
all'arroganza usata per il colpo, quella dannata zanzara gli
sfuggì
letteralmente di mano un paio di secondi prima del colpo fatale.
Come a prenderlo in giro
il piccolo insetto volò via pigramente, mentre Kamina finiva
a gambe
all'aria trascinandosi a terra bottiglie e tavolo compreso. Facendo
per questo, per ovvie ragioni, ancor più fracasso di prima.
“M-maledetta... Ti stai
prendendo gioco di me!”
riuscendo infine a
rialzarsi da terra su quel cumulo di vetri colorati totalmente rotti
e un tavolino con adesso una gamba in meno, il prode giovanotto
gattonò fuori dalla cucina con la testa dolorante per il
colpo
ricevuto da una bottiglia traditrice e con ancora la rivista
sgualcita in mano.
Tuttavia, passati almeno
un paio di minuti da quella che si poteva definire la goccia che
faceva traboccare il vaso per la pazienza di qualunque vicino, oltre
ad avere il tempo di rialzarsi in piedi e massaggiarsi le membra
doloranti, mister Giha venne scosso dal suono stridulo del campanello
di casa.
Il suono acuto e
fastidioso venne poi interrotto da forti colpi di nocche –
quindi
dandogli l'idea che chi suonava di certo non si trovava in portineria
– che portarono la vecchia porta a vibrare destando
così il barman
dal torpore dovuto alla sua patetica caduta.
“Un momento... Sto
arrivando! Ma che avete da suonare a quest'ora?! Razza di
teppisti!”
Un discorso un po'
incoerente dato che il primo teppista nel palazzo era lui, ma era
risaputo che l'orgoglio di Kamina era così forte da non
considerarsi
affatto un ragazzino scapestrato. No anzi, lui era un eroe.
Ma fu la voce di chi stava
bussando con una certa irruenza a stemperare in lui un po' di quel
suo famoso orgoglio.
“Tiratela di meno
scimmia idiota!”
una voce roca e velenosa –
forse anche dovuta alla tarda ora notturna – portarono il
ragazzo
mezzo nudo ad aprire velocemente la porta di casa, rompendo quasi i
catenacci, sbalordito di chi avesse aperto bocca con arroganza
seccata.
Come inizialmente si
immaginò, di fronte a lui un ragazzo della sua stessa
età
troneggiava davanti alla porta aperta con aria decisamente seccata e
stanca – aveva delle occhiaie piuttosto profonde addosso
– e dai
lunghi capelli biondi decisamente spettinati e in contrasto con
l'abito elegante che aveva indosso. Giusto fuori ordine aveva la
cravatta nera sciolta e stesa sul collo, e una mezza sigaretta ancora
accesa che pendeva dalle labbra piegate a ghigno affilato e
contrariato.
“Uh... Viral?!”
il succitato Viral era un
ragazzo che viveva al piano di sotto – e più
precisamente in linea
con il suo appartamento – con cui spesso aveva a che fare per
dispute più o meno importanti, per loro si intende, e spesso
meta di
argomento nelle riunioni condominiali da parte di seccati inquilini.
Tuttavia un confronto a quell'ora tarda della notte Kamina non lo
aveva mai avuto, almeno prima d'ora.
“Per l'amor di Dio... Ma
che hai in testa eh? Sono le due di notte e tu sei ancora qui che fai
casino! C'è gente che vorrebbe dormire se non lo
sapessi!”
le parole fuoriuscirono
velenose e stanche nel nuovo arrivato, che come colpito da
ciò che
aveva appena detto si massaggiò con l'indice e il pollice
l'attaccatura del naso per darsi una calmata.
Parlando in toni civili,
non è che il biondo avesse detto chissà quale
eresia. Era tornato
tardi dal lavoro – ecco perchè non si era cambiato
d'abito per
andare a lamentarsi – e l'unica cosa che chiedeva era di
riposare
in santa pace giusto per un paio d'ore... Ma era quasi impossibile
con un vicino di casa che non aveva nulla da eguagliare con un
primate.
Anzi, il prode guerriero
la prese assai sul personale per quella interruzione alla caccia del
suo nemico letale – la zanzara, non se l'era scordata
–
imbronciandosi offeso e pronto alla replica.
“Dormire? Tzè! A me
sembra che tu non stia affatto per andare a dormire, conciato da
damerino come sei... – allungò le labbra in segno
di sprezzo e
allungandosi con arroganza verso il lagnoso vicino di casa volle
enfatizzare al meglio le proprie parole – ...potrei essere io
a
lamentarmi per il fatto che mi hai disturbato nel momento
più
importante della mia vita!”
Nonostante la teatralità
arrogante e spaccona che accompagnarono ogni singola parola del
giovane impetuoso, nessuno tolse a Viral il diritto di trovarsi con
un tic all'occhio sinistro e una vena pulsante sulla tempia che a
breve sarebbe scoppiata di rabbia.
“Tu... Tu sei una
dannata scimmia nuda! Sono appena uscito dal lavoro se ti interessa
saperlo e... Oh! Piantala di scimmiottare ogni mia parola!!”
Del fatto che il ragazzo
facesse la guardia del corpo e per questo avesse orari più
assurdi
dei suoi, a Kamina proprio non importava nulla. Ritrovandosi per
questo ad ancheggiare come un primate e a mimare ogni parola che uno
stanco e aggressivo ragazzo gli rivolgeva con disprezzo assoluto.
Magari la questione tra i
due si sarebbe risolta con un paio di “vaffanculo”
e niente di
più. Ognuno sarebbe poi tornato nella propria dimora e
avrebbe
cercato di prendere sonno nonostante il caldo opprimente e i vicini
di casa chiassosi all'inverosimile.
Il destino però volle
essere piuttosto malefico quella notte, perchè proprio
mentre
l'ennesima scenetta tra i due si stava consumando velenosa e
isterica, la maledetta zanzara – nemica giurata di Kamina
ormai da
qualche ora – arrivò dritta in volo dal devastato
appartamento
posandosi infine, senza essere notata per giunta, sulla testa di una
guardia del corpo ancora intenta a lamentarsi.
E proprio per tal motivo,
perchè preso dal suo berciare contro ad una scimmia nuda che
altro
non faceva che ignorarlo, non si accorse dell'improvviso cambio di
sguardo del barman spaccone, che inaspettatamente passò
dall'arroganza giovanile alla greve sorpresa nell'arco di fin troppi
pochi secondi.
L'aveva vista, era sulla
testa di quel pescecane con l'ulcera ribelle.
In un impeto che solo un
vero guerriero poteva avere, lo sconsiderato ragazzo strinse
maggiormente la rivista mezza distrutta – arrivando ad
impugnarla
con ambo le mani come una vera spada – e al grido disumano di
un
“Ooh” cupo e selvaggio
abbatté il colpo sulla testa di un
attonito Viral.
Lo colpì così. Quasi a
tradimento dato che poco prima stavano discutendo per futili motivi,
unicamente distratto dal rancore nutrito verso quell'odioso insetto
che così tanto astio gli provocava in corpo, da andare
addirittura a
non curarsi di chi aveva davanti.
Il colpo fu piuttosto
potente – tanto da far si che la rivista si piegasse in due
–
portando lo sfortunato biondino a chinare la testa nelle spalle per
lo sforzo istintivo di contenere il dolore di un gesto improvviso e
poco chiaro, arrivando ben presto a ribollire di rabbia disumana e
silenziosa.
Ci fu silenzio dopo quel
colpo e quel giornale che ancora non voleva andarsene via dalla testa
del povero Viral. Un silenzio disumano e crudele a cui Kamina non
dette minimamente retta come avvisaglia di un feroce combattimento,
troppo impegnato a scrutare la cute spettinata del vicino e capire se
questa volta avesse fatto centro.
Inevitabilmente, ci fu la
goccia che fece traboccare nuovamente il vaso, dettata da parole
incuranti del gesto appena fatto.
“Ah, maledizione... Mi è
scapp-”
“Ti
farai scappare
ben altro dannata scimmia nuda, dopo che ti avrò dato io una
sonora
lezione!!”
Le fauci di Viral si
aprirono furiose mostrando al suo acerrimo nemico una addentatura
quasi affilata come quella di un feroce predatore, ora più
che mai
indisposto ad ascoltare le sue cazzate e furente per l'ultimo
affronto subito.
Si fiondò di peso contro
un barman che accolse quella testata alla pancia – data da un
ragazzo diventato cianotico di rabbia – con un guaito di
sorpresa
mista a dolore, ancora disorientato da quello che stava per accadere.
Era strano, ma sembrava che il pestaggio fosse la cosa che riuscisse meglio ai due uomini quando si ritrovavano a battibeccare tra loro quasi come due vecchie suocere. L'unica cosa da mettere in conto però, è che alla prossima riunione di condominio i poveri inquilini avrebbero catalogato un mare di danni ingenti al terzo piano della palazzina come se fosse passato un intero esercito di marines ben addestrati.