Anime & Manga > Anna dai capelli rossi
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Autore: spikeswench    19/03/2006    21 recensioni
Una piccola one-shot sulla prima notte di nozze di Anna e Gilbert. Traduzione by Nisi Corvonero
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anna era nervosa.

Gettò un’occhiata fuori dalla finestra per scrutare l’ambiente circostante avvolto dall’oscurità e si rese conto che non c’era niente altro da fare e che non era più possibile rimandare.

Gli ospiti che l’avevano accolta, ormai se ne erano andati.

Aveva steso il suo copriletto nuovo sul vecchio letto della casa dei loro sogni (questo è il nome che Anna e Gilbert hanno dato alla loro prima abitazione a Four Winds Point. La seconda e definitiva residenza sarà Ingleside NdT)

Si era cambiata ed aveva riposto ordinatamente i suoi abiti da viaggio.

Passò le mani sulla camicia da notte e si pizzicò le guance, nella speranza che riacquistassero il colore rosato che avevano avuto durante tutta la giornata.

Lui stava aspettando nel corridoio.

Non che Gilbert glielo avesse detto, ma Anna riusciva ad avvertire la sua presenza al di là della porta chiusa.

Imprecò contro se stessa e rimpianse di non aver chiesto né a Diana, né a Priscilla a riguardo di “questa” parte del giorno del suo matrimonio.

Rachel Lynde si era preoccupata di farle un discorsetto esauriente proprio quella mattina, un discorso riguardante i Doveri Coniugali.

Incredibile come questo avesse potuto essere così evasivo e deprimente allo stesso tempo! Aveva dovuto reprimere l’istinto di scoppiarle a ridere istericamente in faccia mentre la brava donna concludeva il suo fervorino borbottando: “E’ un’altra croce da portare. Gli uomini hanno certe necessità, punto e basta!”

Quello che le aveva detto Rachel Lynde e le conversazioni delle donne sposate di sua conoscenza le avevano fatto pensare che avrebbe dovuto stringere i denti e lasciar fare.

Poi, si ricordò dei misteriosi sorrisi di Diana Wright. E della lettera che Pris le aveva scritto poco tempo dopo essersi sposata a sua volta. Era piena di sottintesi e di una certa sensualità.

Per non parlare di quel libro che aveva messo da parte perché le vicende si stavano facendo un po’ troppo “calde”.

Ma al di sopra di tutto questo, il ricordo dei baci di Gilbert e delle loro prime carezze.

Questo unico pensiero fu sufficiente ad accendere uno strano desiderio dentro di lei, mentre le guance le si coloravano.

“Annina?” la dolce voce alle sue spalle interruppe i suoi sogni ad occhi aperti.

“Pensavo che fossi nel corridoio.” disse, meravigliandosi di quanto la propria voce sembrasse calma e profonda.

“Infatti.” rispose lui e lei pensò che ci fosse una punta di ilarità nella sua voce. “Ho bussato ma non mi hai sentito.”

“Stavo pensando a quanto sia bella questa notte; sembra quasi che Dio in persona l’abbia creata a questo modo per benedirci.” gli rispose, non completamente sincera.

Alzò lo sguardo verso di lei, la sua silouhette che si stagliava contro il chiarore lunare, i capelli rossi che le ricadevano morbidi lungo la schiena.

“Questa notte non sarà mai bella quanto lo sei tu.” e nella sua voce c’era tutta la sua passione e l’orgoglio che lei, alla fine, fosse diventata sua.

Anna si voltò verso di lui e si accorse che nel frattempo lui si era levato il gilet e che, come lei, era a piedi nudi.

“Oh, Gil!” rispose con una punta di divertimento nella sua voce. “Sono così felice che ci siamo sposati!”

Lui rise e ribatté: “Vorrei ben vedere! Ti ho aspettata per così tanto tempo, piccola sposa fuggitiva!”

Fece una pausa mentre la guardava serio e quando parlò ancora, non c’era più traccia di ilarità nella sua voce, solo passione.

“Vieni qui.”

Anna si mosse verso di lui, come se dei fili invisibili la stessero trascinando verso Gilbert. Non voleva trovarsi in nessun altro luogo se non tra le sue braccia.

E così fu.

Si baciarono a lungo, tanto che i due si sentirono le due parti di uno stesso intero. Si separarono per un momento, accaldati e senza fiato, mentre si fissavano a vicenda, meravigliati.

Anna fu la prima a raccogliere fiato sufficiente da riuscire a parlare.

“Come vedi, tesoro, non sto certo fuggendo!” articolò con evidente piacere. “Dopotutto, io sono qui.” sottolineò accarezzandogli il petto con un gesto tale da fargli pensare che gli sarebbe esploso il cuore dalla felicità.

Gilbert afferrò la mano di lei e se la tirò contro, avvolgendola con il suo desiderio ed accendendoli entrambi con tale passione che quando raggiunsero il letto, non si resero conto di essersi tolti gli abiti.

Eppure, era proprio così e, delicatamente, Gilbert la fece stendere sul letto come se Anna fosse il gioiello più prezioso che potesse esistere.

Anna si dimenticò di tutti i consigli che le erano stati dati e dei discorsi che aveva sentito. Tutte quelle vuote parole furono spazzate via da un oceano di amore, fiducia e passione.

* * *

Il mattino dopo, Anna fu risvegliata da un raggio di sole che filtrava dalle imposte.

Sentiva caldo e si rese conto che, durante la notte, suo marito le si era accoccolato contro, avvolgendola con il suo corpo.

Uscì dal letto con addosso ancora il calore di quel primo risveglio e raccolse la camicia da notte che la notte precedente le era servita tanto poco.

Si trattenne a fatica da passare le dita tra i capelli di Gilbert ed andò a preparargli la colazione.

Ritornò in camera con il vassoio carico di cibo e si concesse il piacere tipico di una moglie di svegliare il marito con una carezza. Gli offrì la colazione e si sedette sul letto accanto a lui per sbocconcellare del pane tostato.

Chiacchierarono del più e del meno e Gilbert propose di farsi prestare una barca da qualcuno e fare una gita nel pomeriggio.

Dopo un attimo, lei lo interruppe con una voce talmente sognante da fargli pensare che Anna non avesse ascoltato una sola parola di quello che le aveva detto.

“Sai, Gilbert… spero tanto che i nostri bambini abbiano i capelli come i tuoi.”

“Davvero?” rispose con un’espressione serissima che veniva però smentita dalla scintilla maliziosa che gli brillava negli occhi. “Io stavo pensando invece che almeno uno di loro debba essere un pel di carota!”

Scoppiarono a ridere, felici. E quella risata rimase a lungo, parte integrante dell’atmosfera della casa dei loro sogni.

* * *

Ecco, alla faccia di coloro che mi accusano di batter la fiacca (vero, Alex?)

Questa one shot che Spikeswench mi ha cortesemente dato il permesso di tradurre, fa da sequel alla fanfic di Emmy, una piccola storia d'amore.

E' tenera quanto basta da soddisfare i cuori teneri in cerca di pucciosità ed allo stesso tempo, è abbastanza diretta, senza mai scadere nel volgare.

Spero solo vi sia piaciuta.

Un grazie a tutti e a presto.

Nisi

  
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