Piume
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Soffia il vento, che non
riesce ad asciugare le lacrime dai volti delle creature riunite a piangere la
morte dell’uomo più grande che sia mai esistito. Quelle sul viso
di Ginny Weasley sono le
più difficili da mandar via; e lei non si vergogna del fatto che c’è
dell’egoismo, nel suo pianto: dopotutto, forse, non lo vedrà mai più.
« Sento che vorrei
odiarti » sussurra alla superficie immobile del lago; « ma non ci
riesco. »
Alle sue spalle, Harry
sospira: lei sa che è un sospiro
di rabbia e impotenza, così come sa
che la sua mano è stata sul punto di sfiorarle i capelli, per un attimo
soltanto... prima che il peso della realtà la spingesse di nuovo
giù.
« Dovresti farlo. »
Lo dice come se ci credesse –
senza un’esitazione. « Sarebbe molto più giusto per te
tornare a una vita normale... con un ragazzo normale... senza la paura di
vederlo morire il giorno dopo. Senza la paura di morire con lui, il giorno dopo. »
Ginny si volta. Lascia che il
vento cerchi ancora di sferzarle via le lacrime, e nell’accoglierlo si
avvicina al ragazzo che ama e che la sta uccidendo e fa sì che la
realtà – per il tempo di un abbraccio – se ne stia di nuovo
zitta e li lasci in pace a piangere insieme. E non è una sorpresa che a
farla sorridere sia solo la stretta disperata
di Harry, là dove le sue certezze diventano piume al vento.
Preferisco
morire domani che vivere cento anni senza conoscerti.
Spazio
dell’autrice
L’atmosfera
febbrile da ultimo film ha contagiato anche me, e ieri – dopo essermi ripresa
dal fiume di lacrime – mi è venuta una voglia viscerale di tornare
a scrivere su Harry Potter, fandom
che in genere ho l’autentico terrore di toccare – ogni mostro sacro
mi fa questo effetto, ma il capolavoro della Rowling è così... completo che scriverci su mi sembra poco
meno che un’eresia. Per parte mia, naturalmente. Non sarò mai in
grado di rendere giustizia a personaggi di un tale spessore emotivo.
Ma, come dicevo, la
febbre da Doni della Morte Parte II
non mi ha risparmiata: e per quanto non abbia voluto cimentarmi prima con
raccolte multipairing potteriane,
questa volta ho deciso di provarci. Ma da brava idiota quale sono mi sono
complicata la vita andando a scegliermi dodici pairing,
dodici citazioni da film, e facendo i dovuti accostamenti. Questa prima flashfic è appunto basata sulla celeberrima frase di
John Smith in Pocahontas.
Vi dico subito che l’Harry/Ginny non è tra i miei pairing
preferiti: ho deciso di includerlo soltanto perché, be’,
ci stava. Una raccolta senza Harry/Ginny sarebbe un’altra
eresia – e lo dice una che non ama la coppia; perciò pensate a che
livello si trova la mia adorazione nei confronti di quest’opera!... Comunque,
ero partita nel dirvi questo soltanto per giustificarmi sul fatto che, se la
flash non è esattamente un capolavoro, in parte dipende anche dalla
freddezza dei miei gusti nei confronti del personaggio qui trattato. Ginny mi pare un po’ troppo Mary Sue. Ma d’altro
canto, in quel momento de Il Principe
Mezzosangue in cui Harry le dice chiaramente che deve lasciarla perché
Silente gli ha lasciato un compito, in fin dei conti posso capire come debba
essersi sentita. Posso capirlo molto più di quanto sia disposta ad
ammettere, a dirla tutta.
Il titolo della
raccolta è un verso della canzone Prelude
12/21, AFI. Si rifà al fatto che ogni capitolo avrà dell’angst e/o del fluff, e ‘baciami gli occhi e mettimi a
dormire’ mi sembrava una frase adatta a entrambe le interpretazioni.
... Rileggendole,
queste note mi paiono tanto malinconiche. Immagino sia ancora l’effetto
della fine di un’era. ;_; Oh, be’.
Ringrazio chiunque
sia giunto fin qui; se vorrete seguirmi, alla prossima coppia! <3
Aya ~