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Autore: pianomoonflower    15/07/2011    5 recensioni
Remus e Ninfadora quasi si prepararono nello stesso momento, ma ovviamente il licantropo fù più veloce di lei. Scese le scale e aprì il portone di casa sua, dirigendosi verso il parco.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Era da un po’ che si conoscevano. Si erano visti così tante volte all’Ordine, che ormai avevano preso molta confidenza fra di loro. Entrambi provavano interesse per l’altro. Ninfadora era completamente innamorata di lui, mentre Remus aveva solo una cotta che pensava di doversi far passare al più presto, visto che si reputava così pericoloso.
 
Tutto iniziò in una soleggiata mattina del 22 Maggio, arieggiata da un fresca brezza che faceva muovere le foglie degli alberi in un’elegante danza.
Finalmente sabato, i membri dell’Ordine erano a riposo; la notte prima andarono tutti a dormire molto presto, in modo da godersi più ore di sonno possibili fino al mattino seguente.
Remus venne svegliato dolcemente alle nove dai piacevoli raggi di sole che entravano dalla finestra, era molto felice di aver dormito così tanto. Spesso quando era in missione, nonostante fosse andato a dormire tardi, doveva addirittura svegliarsi alle quattro del mattino. Sembrava davvero una giornata perfetta, era stranamente di ottimo umore.
Intanto, in un altro piccolo appartamento vicino a Grimmalaud Place, Tonks dormiva beatamente. Mentre la simpatica Auror era troppo impegnata a baciare Remus in un sogno, il nostro gentile licantropo aveva già finito la colazione ed era sotto la doccia a lavarsi. Aveva intenzione di uscire a fare una piccola passeggiata di pomeriggio e andare a fare una rilassante passeggiata nel parco più grande di Londra “babbana”.
Ninfadora si svegliò molto tardi, alle quattordici ormai passate. Appena sveglia, si alzò dal letto sbadigliando e inciampò nelle sue pantofole…insomma, un classico.
« Bell’inizio! » esclamò innervosita.
Andò in bagno trascinandosi faticosamente, iniziò a lavarsi lentamente i denti con un’aria assonnata e demoralizzata per il sonno e la caduta di prima, poi si spogliò e si mise sotto la doccia; quando accese il pulsante dell’acqua, un litro di acqua fredda gelata le cadde in testa e di conseguenza su tutto il corpo, lasciandola pietrificata e senza parole. Aveva premuto il tasto sbagliato… l’unica cosa che riuscì a dire fù "PORCO MERLINO”, e quando finalmente premette il pulsante giusto si rilassò sotto il rigenerante getto d’acqua calda che proveniva dal tubo, iniziandosi a lavare.
Si erano fatte ormai le quindici, e Remus era seduto sul divano a sorseggiare una fresca tazza di tè alla vaniglia ascoltando la radio.
« Tra un’oretta esco. » Disse fra sé e sé a bassa voce, in modo da riordinare mentalmente tutti i suoi impegni. Finita la bevanda, si alzò e si diresse verso la sua camera da letto, aprì l’armadio e prese un semplice pantalone nero, una maglia marrone e una giacchetta verde oliva, una delle sue preferite. In seguito aprì il primo cassetto del comodino, prese una cravatta scura che si abbinava alla maglietta e appoggiò tutto sul letto, guardando pensierosamente gli abiti.
« Sembra che vadano bene. » Affermò grattandosi il mento.
Tonks era ancora sotto la doccia mezza addormentata, ma fortunatamente si accorse che si stava facendo davvero tardi, e spaventata fece un salto fuori dalla vasca. Si vestì molto bene questa volta: indossò una maglietta a righe bianche e viola con una gonna nera molto corta e cercò le sue calze strappate preferite.
« Dove diavolo sono andate a finire? Ero sicura di averle messe sotto al cuscino… ».
Ninfadora non osava usare incantesimi in casa sua, tutte le volte che aveva provato ad usare Accio erano sempre successi dei guai, e Molly avrebbe dovuto andare a soccorrerla un’altra volta.
Fortunatamente dopo poco tempo le ritrovò; erano sul letto aggrovigliate in un mucchio di lenzuola, coperte e copertine. Tonks era davvero molto disordinata.
Guarda caso, anche lei pensò di uscire per prendere una bella boccata d’aria fresca, dopotutto si meritava un po’ di relax, almeno il sabato e la domenica.
Corse un’altra volta in bagno a mettersi del leggero lucidalabbra al profumo di fragola, si truccò a modo suo e prese dall’armadietto sopra al lavello la sua collana preferita. Era davvero molto semplice, ma colpiva! Il pendente era una pietra color arancia, molto luminosa.
Remus e Ninfadora quasi si prepararono nello stesso momento, ma ovviamente il licantropo fù più veloce di lei. Scese le scale e aprì il portone di casa sua, dirigendosi verso il parco.
Faceva molto caldo, quasi non si respirava. Incamminandosi  verso il verde, Lupin si sentì felice come non lo era stato da tanto tempo, leggero e senza pesi, senza saperne il motivo. Forse l’inconscio stava iniziando a dargli dei segnali… non sapeva ancora che cosa sarebbe successo in quel pomeriggio.
Quando trovò una panchina all’ombra fece un grandissimo sorriso e si sedette all’istante; era molto accaldato, quindi fece apparire una bottiglia d’acqua fresca e aprì il suo libro con interesse, iniziando a leggere con calma.
Tonks era assolutamente troppo pigra per scendere le scale normalmente, così si smaterializzò direttamente all’inizio del verde di quel parco, -rischiando rigorosamente di essere vista da qualche babbano- e visto che la famosa panchina era proprio all’entrata, capitò precisamente davanti a Remus.
A lui andò un sorso d’acqua storto, il libro gli cadde per terra e si dimenò seduto sulla panchina per non morire soffocato.
Lei diventò rossa come un peperone, i suoi capelli cambiarono colore, passando dal rosa cicca al rosso fuoco.
Incredula guardava Lupin, com’era possibile? Entrambi non credevano ai propri occhi.
Dopo un verso assurdo, Remus disse con voce roca: « Grazie per avermi aiutato quando stavo per morire strozzato. » Sembrava quasi irritato.
« Prego, Lupastro. » Ribatté Tonks senza batter ciglio, gelida. Sapeva che quel soprannome gli dava fastidio.
« Non ce di che, Ninfadora. » E sorrise. 
« REMUS JOHN LUPIN… » ringhiò l’Auror.
« Mi dica, signorina che spunta dal nulla. »
« Non…chiamarmi…Ninfadora. »
« Perché dovrei? E' un nome così carino. » Rispose lui sarcastico, fingendo uno sbadiglio.
« PERCHE’?! »
 
Diamine, gli aveva detto un sacco di volte che non voleva essere chiamata in quel modo, come poteva essersene già dimenticato?
 
« Chiudiamo qui il discorso, Ninf- ehm, Tonks. Non ho voglia di litigare. Come mai i tuoi capelli sono diventati rossi? Sembri imbarazzata. »
 
A quanto pare, oggi Remus si sentiva parecchio estroverso e provocatorio.
 
« Volevo semplicemente andare al parco. E tu eri stravaccato sulla panchina davanti a me…e…e… »
 
Non sapeva più che dire, così sparò la prima cosa che le veniva in mente, come al suo solito.
 
« E non è una cosa da sempre trovarsi un lupacchiotto indifeso che legge davanti ai tuoi occhi… »
Affermò con un’aria da bambina maltrattata, arrossendo e incrociando le gambe con fare seducente. I suoi capelli diventarono rosa, azzurri e in fine rimasero viola.
Remus era rimasto lì, seduto, senza parole, l’aveva spiazzato.
Quell’espressione nel volto di Tonks lo colpì parecchio, la guardò fisso e poi si girò da un’altra parte per nascondere il suo evidente imbarazzo.
 
« Oh, Tonks. Smettila immediatamente. » Farfugliò lui.
 
Che reazione meravigliosa… ora come poteva trattenersi e non prenderlo in giro?
 
« Ohohoh! Udite, udite! Il grande Remus John Lupin ha implorato alla migliore Auror di tutti i tempi di smetterla! Godetevi lo spettacolo, adesso inizierà a nevicar- »
Tonks non poté finire la frase -o meglio, urlo…-: Lupin si era alzato di colpo e le aveva messo una mano sulla bocca. Entrambi rimasero in quella posizione per qualche secondo, si fissarono dritto negli occhi e deglutirono nello stesso momento. Lui rimise la mano al suo posto, e…
 
« Scusami. »
« R-Remus… » era evidentemente imbarazzata.
« Sono stato troppo rude, scusami, volevo solamente farti smettere perché… beh, ti stavano sentendo tutti. » Voleva scomparire nel nulla, odiava tantissimo la sua impulsività.
« Non sei stato rude, puoi star tranquillo. »
« Dici sul serio? »
« S-sì… sai Remus, tu sai che io… »
Abbassò lo sguardo, si sentiva così piccola in quei momenti.
« Tonks. Ti prego. Mi sento in difficoltà. » A lei piaceva lui. A lui piaceva lei. Qual era il problema? Tutti e due sapevano che prima o poi avrebbero litigato terribilmente per quel fatto.
« Ah, no? Non dovrei dirlo? »
I suoi occhi iniziarono a inondarsi di lacrime. Abbassò lo sguardo, e in seguito si coprì il volto con le mani. Si sentiva così stupida… era terribile il sentimento che provava, così dilaniante, così distruttivo. I suoi capelli diventarono neri come la notte…continuò a tenere gli occhi chiusi, senza guardare cosa stesse facendo Lupin, forse era anche scappato, quel codardo…
E invece no.
Era ancora lì, a guardarla, a sentirsi impotente. Remus non piangeva più, le sue lacrime si erano prosciugate da anni, ma… cos’era quella scia lucente e umida sulla sua guancia?
Era stato ferito, quel liquido sul suo volto ricoperto da cicatrici rossastre viene chiamato amore. Ed è risaputo, l’amore crea e distrugge tutto in un solo attimo.
Sentì la testa pesante, il cuore gli batteva come non mai, le sue gambe erano senza forze, la gravità stava per sconfiggerlo. La situazione era completamente cambiata da un momento all’altro, era incredibile vedere quanto potessero essere così instabili. Ormai pallido, si avvicinò alla ragazza in lacrime, senza parlare, quando poi...
« Io…io non posso stare con te, Ninfadora… »
Non fece altro che peggiorare la situazione. Tonks si arrabbiò moltissimo e gli tirò uno schiaffo, anche abbastanza forte.
« Perché…perché…sono innamorata proprio di te…perché… » disse tra sé e sé.
Il licantropo si sentì uno schifo. Letteralmente uno schifo. Era una giornata così bella, ed era stata rovinata tutta quanta per colpa sua. Allungò la mano destra per accarezzare il volto rigato dalle lacrime di Ninfadora ma poi la ritrasse. Sfiorò leggermente una ciocca di capelli di Tonks, prese per mano la giovane dirigendola verso la panchina più vicina e si sedette vicino a lei, con ormai una mano rossa stampata in faccia. Improvvisamente l’abbracciò così forte che Ninfadora credette di soffocare, ma si stava così bene intorno a quelle braccia grandi… si sentiva al sicuro… e dopo poco, smise di piangere. Alzò lo sguardo, Remus sorrideva lievemente. Era contento perché aveva smesso di piangere e i suoi capelli erano tornati rosa chiaro… ma soprattutto perché in quel momento era tutta sua.
« Rem…us… » disse Tonks, con voce soffocata.
« Tonks… » rispose lui.
« Potresti…stringere di meno? »
« No. » E ridacchiò con una voce un po’ rotta.
« Oh… » Ninfadora aveva capito. Remus forse si stava convincendo, altrimenti cos’era tutto questo abbraccio caloroso e confortante all’improvviso? Così approfittò della situazione e gli balzò addosso, stendendolo con un colpo sulla panchina: aveva anche sbattuto la testa, povero Lunastorta.
« Ouch, Dora! »
Ora era stesa sopra di lui, come un felino orgoglioso della sua preda.
Remus alzò la testa e vide cos’era quel leggero peso sulla sua pancia, il che lo fece spalancare gli occhi e diventò rosso: una bellissima Auror dall’espressione triste ma furba lo fissava sorridendo.
« Ma… tu prima non stavi piangendo? » Disse incredulo.
« Sei tu che mi hai fatto sentire meglio… a me bastano i piccoli gesti… » e intanto percorse la gamba destra del mago con un dito.
« Ne sono felice, davvero. Però smettila di fare quello che stai facendo ora. Cos’è tutta questa confidenza, novellina? » Arricciò un sopracciglio, aspettando la furiosa reazione della ragazza. Tonks odiava essere chiamata “novellina”, specialmente da lui.
« Nov- novellina? » I suoi capelli iniziarono a diventare rossi, ma subito dopo cercò di auto controllarsi. Sapeva benissimo che Lupin diceva queste cose per infastidirla, allora si alzò con poca grazia, infilandogli un tacco nel ginocchio e si rimise in piedi.
Remus non ci credeva, il suo piano aveva fallito. Era stato davvero umiliante rimanere lì come un pesce lesso, con il palmo della mano di Tonks rosso stampato sulla sua guancia sinistra e un livido nuovo nuovo sul ginocchio. Si rimise su, lanciando un’occhiataccia a Tonks. Sembrava alquanto divertita, lei.
« Ho dolori ovunque, ed è tutto merito tuo. Sei felice? »
« Sì. » Rispose la giovane con aria di sfida.
« Tu in realtà vuoi solamente riempirmi di lividi… » Disse lui cercando di trattenere una risatina, aggiustandosi distrattamente la maglietta.
« Io ti amo. » Affermò improvvisamente Tonks con il naso ancora gonfio e tappato per il pianto di prima.
Incombe un silenzio terribile, causando disagio e imbarazzo.
Ormai Remus aveva il cuore fuori dal petto, e non sapeva cosa rispondere…
Aveva così tanta paura, paura di farle del male durante le notti di Luna piena, aveva paura di amare. Tutte le persone che amava sono morte. I suoi amici più cari, James e Sirius. Poi Lily. Gli mancava anche il traditore, Peter. E se Tonks dovesse morire da un momento all’altro? Lui rimarrebbe nuovamente deluso dalla vita, che era stata così crudele nei suoi confronti. E se dovesse essere proprio lui la causa della morte di Ninfadora? E se fosse stato lui ad ucciderla durante il plenilunio? Questi erano i pensieri di Remus, aveva tutto questo caos nella mente, e doveva ancora rispondere alla metamorfomagus dai capelli viola.

- Angolo dell'autrice. Salve a tutti! Inizio a dirvi che questa è la prima fanfiction che scrivo, perciò siate misericordiosi! Adoro Remus e Tonks, adoro il loro rapporto così divertente eppure così profondo. Cosa succederà nel prossimo capitolo? Cosa risponderà Remus? Se questa storia vi è piaciuta, per favore, lasciate almeno una recensione. Anche piccolina! Grazie, a presto :) -Veronica
  
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