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Autore: ChimicalLove    15/07/2011    3 recensioni
FF ispirata alla canzone meraviglioso dei negramaro.
Natalia ha finalmente capito che il fratello la odia, e così decide di buttarsi.
Che succederà?
Porrà veramente fine alla sua vita?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Bielorussia/Natalia Arlovskaya
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci pensava spesso, forse fin troppo spesso. 
Ogni nuovo fallimento la conduceva sempre di più su quella strada. 
Ogni volta che il fratello correva via, scappando da lei, ogni volta che rimaneva solo lei con della vodka, ci pensava.
Forse quella sarebbe stata la decisione migliore. La più sensata.
Tanto nessuno avrebbe mai sentito la sua mancanza. 
Ma di tutte le volte che ci aveva pensato quella era la prima volta in cui stava veramente andando verso il ponte, contando ogni passo, gli ultimi della sua vita.
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100
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200
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300
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1000
...
1500
...
 
Al 2300 passo arrivò al ponte. 
Cosa l'aveva portata a quella decisione?
Semplice, un altro fallimento con Ivan. Ma questa volta lui le aveva urlato contro, dicendole che la odiava con tutto il cuore. Che lo spaventava, che la considerava un mostro.
Quel giorno aveva sentito qualcosa spezzarsi dentro di lei. 
Solitamente avrebbe continuato a seguire il fratello, anche se lui le avesse urlato contro.
Ma sentire quelle parole dette da lui, le spezzarono il cuore. 
Scappò, e non si voltava neanche indietro mentre piangeva, sulla strada del ritorno verso casa.
Le aveva dato del mostro, della pazza.
Poggiò un piede sul ripiano di marmo della ringhiera, e poi anche l'altro.
Guardò infondo. Era notte, e l'acqua era nera, nera come la morte.
Era covinta che i fratelli avrebbero considerato la sua morte come una perdita di un peso, di una cosa inutile.
E poi, non aveva amici. Non aveva nessuno.
Non aveva niente.
Aprì le braccia e sentì il vento che le carezzava i capelli, e che le sussurrava di buttarsi.
Una lacrima le scese sul volto. Sola, unica lacrima di quel dolore infinito che nascondeva la ragazza. Un dolore che pensava impossibile da curare.
Un dolore antico, che avrebbe avuto fine da lì a poco
 
''Addio mondo crudele''
 
Penso, prima di cadere.
Ma proprio in quel momento, nel momento in cui sarebbe caduta verso l'abisso nero sentì un braccio che le prendeva la vita, facnedola scendere dal cornicione
 
''Natalia sei matta!''
 
Chi era? Chi era che le aveva proibito di buttarsi? E come faceva a conoscere il suo nome?
Si girò, guardando l'uomo che la teneva tra le braccia.
Alfred.
Che cosa ci faceva lì? Che cosa voleva da lei?
 
 
La ragazza lo guardò, prima di abbassare gli occhi. Che senso aveva mentire? Che senso aveva dire cose che non c'entravano nulla, inventarsi scuse inutili
 
''Si''
 
Disse solamente, con lo sguardo basso.
Quella era la verità. e guardando il viso dell'americano vide solo tristezza, un profondo dispiacere. 
Sentì poi i suoi piedi toccare di nuovo la terra, mentre l'americano le prendeva le mani e la fissava dritto nel viso
 
''Perchè vuoi morire? ''
 
Quella domanda la spiazzò. Sembrava preoccuparsi di lei, dei suoi sentimenti
 
''Non sono affari tuoi''
 
Guardò le mani racchiuse in quelle dell'americano. 
Con forze tolse le sue mani dalla presa di lui, prima d'incamminarsi da qualche parte. 
Sarebbe venuta più tardi a buttarsi, se adesso c'era lui lì che l'avrebbe fermata.
Camminava. Dei passi calmi e tranquilli.
Si voltò. Quell'idiota la stava ancora seguendo
 
'' Vattene! ''
 
Ma lui sorrise, non la stava nemmeno ascoltando
 
'' dimmi perchè ti vuoi buttare ''
 
Che testardo.
 
''No''
 
''Comunue non lo devi fare! ''
 
''Non puoi darmi degli ordini! ''
 
'' Allora ti dico meraviglioso. Non ti accorgi di quanto sia bello il mondo?''
 
'' Il mondo è solo dolore ''
 
'' Pensa a quanto è bello! Anche il tuo dolore può guarire?''
 
'' Ma tanto non ho niente, con cosa lo curo il mio dolore? ''
 
Stava parlando troppo con lui, anche fin troppo.
Mise apposto dei ciuffi che le ricadevano sugli occhi, prima di sbuffare un poco annoiata
 
< Ma non può essere che non hai nulla! Hai i tuoi fratelli, hai il sole, la vita! E poi non la devi sprecare, buttandoti da un ponte!>
 
La bielorussa strinse i pugni, prima di girarsi completamente verso di lui, cominciando ad urlare. Odiava essere persseguitata da quell'idiota. Odiava le sue manie di grandezza.
 
'' Smettila di fare l'eroe! Sei solo un idiota! Tu non sai nulla! non sai che Ivan mi odia, non sai che il sole è futile sulla neve? Non sai che questa vita non ha senso?! Cosa serve una vita quando non c'è nessuno che ti ama?!''
 
Strinse di più i pugni, mentre delle lacrime le inondavano il viso. 
Non voleva piangere, ma ora lo stava facendo. Quell'idiota la stava facendo piangere. Stava solo peggiorando la situazione.
Sentì dei passi avvicinarsi. Era ancora quell'idiota.
L'americano asciugò una lacrima che scendeva sul viso diafano della bielorussa
 
'' Non è vero. Io ti amo ''
 
Alfred avvicinò il viso a quello della bielorussa, premendo le labbra contro quelle di lei.
Da parte della bielorussa non ci fu risposta per alcun secondi, finchè anche lei non prese tra le mani il viso di Alfred. Era strano...si sentiva troppo bene.
Infondo aveva rinunciato anche ad uccidersi. 
Aveva qualcuno che l'amava
  
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