Kiss me like you mean it.
Weasley. Il
modo in cui lo dice è fastidioso come far strisciare le
unghie contro la pietra.
Weasley. Percy Weasley. E lui lo pronuncia fiero, il suo nome, come
fosse un
incantesimo disarmante.
- Sono Percy
Weasley, e sono
Prefetto. Un Prefetto perfetto.
Marcus Flint
non riesce a trattenere una smorfia d’insofferenza quando il
ragazzo apre bocca
e comincia a sciorinare tutti motivi per cui non sarebbe dovuto essere
in
quella parte del castello, a quell’ora soprattutto, e tutti i
titoli da lui
ottenuti per avere la facoltà di togliergli punti e farlo
finire in punizione.
Il solito,
dunque.
- Per di
più, Flint – continua con voce acuta –
il fatto che sia la terza volta solo
questa settimana non fa che peggiorare la tua condizione. E se pensi
che
giocare in una squadra di Quidditch può esimerti dai tuoi
doveri, ti sbagli. –
termina con una smorfia
-
Alquanto curioso, lo sai? – lo interrompe, ghignando
– Per essere uno che
detesta il Quidditch, sembra sempre che tu abbia un manico di scopa
infilato
nel culo.
Il
colorito del suo viso supera il rosso dei capelli e i suoi occhi si
sgranano in
modo impressionante.
- Flint!
Giuro su Godric Grifondoro che domani stesso ti farò
convocare dal Preside, e
riporterò esattamente questo tuo linguaggio scurrile e
questo comportamento
irrispettoso nei confronti di chi ha su di te
un’aut…
- E
scommetto non ti dispiaccia neanche poi tanto.- continua a provocarlo,
coprendo
le sue parole. - Allora? Passiamo al dunque o vuoi continuare a
blaterare
inutilmente?
Percy stringe
i pugni che ha abbandonato lungo i fianchi e abbassa per un attimo lo
sguardo.
Si sente
spinto
a forza fuori dal recinto che delinea il suo campo di controllo. E lui
ha bisogno di rimanere entro i
limiti. Potrebbe
impazzire, altrimenti. Potrebbe fare cose che non sono da lui, che
sarebbero folli, come non svolgere
i compiti o dare
del tu ad un’insegnante o ridere
dell’irresponsabilità di Fred e George.
- Non so
nulla di quello che tu chiami “dunque”.
– replica, ma non c’è il tono stizzito
né autoritario di appena qualche minuto
prima. D’improvviso sembra che abbia perso un pezzo
fondamentale dal suo viso. Marcus
non è ben sicuro di sapere quale sia, ma non ne sente la
mancanza. Anzi.
- Oh
sì
invece. Altrimenti non staresti sempre a bazzicare da queste parti, a
quest’ora. Ci vieni perché sai di incontrarmi, non
è così?
Percy pare
riacquistare un po’ di sicurezza e fa scattare di nuovo il
naso all’insù:-
Potrei dire la stessa cosa di te.
Ma
l’altro non si lascia intimidire e gli dedica una scrollata
di spalle prima di
fare un passo nella sua direzione. - Dilla pure, non
m’importa.
Percy fa
un involontario passo indietro. - Che c’è? Hai
paura? – il ghigno che
accompagna la domanda è inquietante accostato alle ombre
delle torce che
ballano sul suo naso e i sui suoi denti.
Sì,
Percy
Weasley, il Prefetto perfetto, ha
paura.
E
d’improvviso vorrebbe essere da tutt’altra parte, a
leggere un libro magari, a
guardare un arazzo, invece che Marcus Flint. Ad essere in compagnia di
qualcosa
che non faccia brutti scherzi, o meglio, che
non si muova per nulla.
Marcus avanza
ancora:- Due minuti fa non facevi che parlare e ora hai perso la lingua?
Gli tocca
il mantello, ne stringe un lembo in un pugno. Non gli fa male, lo tira
leggermente e Percy non prova nemmeno ad opporre resistenza.
- Vediamo
un po’ se riesco a trovarla.- sussurra prima di raggiungere
la sua bocca e, con
prepotenza, infilare la lingua tra le sue labbra.
Percy
rimane immobile come uno stoccafisso.
Il suo
cervello continua a dirgli di non pensare, ma più lo fa,
più sembra tutto
inutile.
“Mano,
dove la metto?, bocca, capelli, i miei piedi?, pietra, corridoio,
Gazza, ci
scoprono, ci scoprono!, Mcgrannitt,
cipiglio nervoso, labbra serrate, ESPULSIONE, e la mia spilla? Oh, Dio, la mia spilla!”
La sua
mano corre verso il suo petto, alla ricerca del tondino metallico.
Lo trova,
ma Flint si è accorto della sua completa assenza, quindi si
allontana. Percy si
ritrova dinnanzi i suoi occhi leggermente adirati ed interrogativi e si
sente
in colpa.
-
Ehm…
io…
“Campo
di
controllo, campo di contro… oh, al
Diavolo!”
- Io
penso che dovresti metterci più impegno. – dice
alla fine, sudato e
terrorizzato, ma deciso.
Flint
ghigna e non se lo fa ripetere due volte.
E questa
volta è diverso. Questa volta lo sente.
Gli
tremano le ginocchia, la schiena gratta contro la pietra e il pollice
di Marcus
gli preme uno zigomo, con così tanta forza che il giorno
dopo avrà sicuramente
un livido. Ma lui non lo sa.
Sente la
schiena del Capitano sotto le dita, le sue mani lungo il corpo, le sue
labbra,
quella bolla di emozione che gli si gonfia nel petto.
Non pensa.
E quando
se ne rende conto non può che essergliene grato.
- Va bene
così?
Percy non
ha fiato per rispondere, si rende conto di avere gli occhi lucidi ed il
fiatone. Ha la divisa scomposta, i capelli scombinati.
Non
è più
un Prefetto perfetto, ma inspiegabilmente non gli sembra la fine del
mondo.
Rimane a
guardare Marcus che si allontana, ancora schiacciato contro la pietra,
ma con
un sorriso sulle labbra.
- Allora
a domani.
- E sii
puntuale!- gli urla dietro, con voce acuta.
La risata
di Marcus rimbalza sulle pareti di pietra e si mescola al buio che gli
inghiottisce le spalle.
Crack, fanon o canon? Slash, Het, Threesome?
GOD SAVE THE SHIP!
I ♥ Shipping è un'idea del « Collection of Starlight, » said Mr Fanfiction Contest, « since 01.06.08 »
Il Collection of Starlight organizza per l'occasione un'evento particolare al quale tutti - anche i non iscritti - possono partecipare!
Accorrete numerosi. ;)