Un metro e settanta, capelli perennemente spettinati di un biondo spento non ben identificato, divoratore di unghie, effemminato, magrolino e in completa assenza di muscoli: non proprio il tipo di ragazzo che può permettersi di vantare grande popolarità oppure una miriade di ragazze ai suoi piedi. Beh, tutto questo scompariva quando stavo con Elen. I miei atteggiamenti aggrazziati e poco mascolini diminuivano, la necessità di guardarsi nelle vetrine sentendomi a disagio con me stesso diveniva un ricordo lontano e sopratutto non mi interessava di quello che poteva pensare la gente di me. Elen era bassa, piu di me, questo in un certo senso mi faceva sentire bene, superiore, forte. Stupido? Si, abbastanza. Indossava sempre vestitini graziosi, pareva una bambola di porcellana dai lunghi capelli boccolosi che perennemente erano raccolti in una coda di cavallo. Le scarpe, gli ampi capelli, i cerchietti, e qualsiasi abito Elen indossase, spesso riportava motivi floreali sulla tinta del rosa o del viola. Frequentava un corso di violino da diversi anni dove io prendevo lezioni di pianoforte e canto. Graziosa si, gentile, delicata, pulita, una specie di suora, una timorata di Dio forse: mi faceva letteralmente impazzire.