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Autore: DreamOn    15/07/2011    0 recensioni
come potrebbe svolgersi un'altra consulenza di Emma dalla sua psicologa?
cosa si direbbero?
quali sono le incertezze di Emma?
perché è così triste?
cosa sente riguardo la sua ossessione?
ha avuto dei miglioramenti?
secondo la Dr.Shane, quali?
spero vi piaccia, leggete e recensite
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Pillsbury
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Born This Way

 

Emma entrò nell'ufficio della dottoressa Shane con aria stanca, sguardo smorto e tristezza, per la consapevolezza di essere li.

Buongiorno Emma, si accomodi!-la Dottoressa sorvolò sull'espressione della donna, capiva cosa provava. Le appoggiò una mano sulla spalla facendola accomodare sulla poltrona.

Quando Emma si fu seduta, la donna capì che non era il caso di partire subito con la consulenza, aveva molta esperienza e sapeva come sfruttare quei sessante minuti di consulenza.

Vuole un caffè?-chiese versando un caffè in una tazza e bevendone un sorso, dopo aver rimescolato un paio di volte quei due cucchiaini di zucchero che ci aveva messo.

No no.. grazie..-rispose placidamente Emma, con lo sguardo sul legno del pavimento.

Sentiva di non poter sostenere lo sguardo della dottoressa, aveva quindi deciso di ridisegnare mentalmente, ogni crepa del legno scuro che ricopriva il pavimento.

Sicura?-chiese la donna sedendosi nella poltrona davanti ad Emma, appoggiando la fumante tazza nel comodino accanto alla sua poltrona. Lei annuì e provò a farsi forza, alzò leggermente lo sguardo per vedere l'espressione della dottoressa.

Allora direi di cominciare, dunque Emma, mi dica... come si sente? So che ha cominciato a prendere le pastiglie che le ho indicato..-provò a dire la dottoressa.

Si si.. due al giorno, già..-rispose con tono spento, lei.

E quindi, come si sente? Meglio?-chiese porgendosi verso di lei, inclinando la schiena, incrociando le gambe e mettendo un gomito sul ginocchio, per poter appoggiare il viso alla mano.

Si meglio, si...-annuì nervosamente.

Allora che c'è che non va?-chiese materna, sentiva che Emma aveva bisogno di conforto; e sperava di poter contribuire a colmare il suo stato.

Non lo so.. mi sento..-le si era formato un nodo in gola, ed singhiozzio le aveva appena impedito di finire la frase.- una..drogata a prendere tutte queste pastiglie..-disse placida mentre una lacrima le rigava il viso.

Oh Emma, ma lei non è una drogata! Sono pastiglie che le servono per guarire, per essere se stessa! So perfettamente che è un momento orribile per lei, detesta "pasticcarsi" e crede che non serva a niente tutto questo, non vede miglioramenti, sente che non cambierà niente, crede di aver perso tutto.. e tutti, ma non è così! È solo uno stato mentale; quando lei accetterà i benefici delle pastiglie, lei comincerà a sorridere di nuovo!-disse con tono dolce, ma comunque in modo deciso, severo.

Emma si prese il viso tra le mani, appoggiando entrambi i gomiti alle ginocchia.

no.. non deve piangere..-la dottoressa le mise una mano sulla spalla, e la massaggiò affettuosamente.

È solo che..-balbettò Emma tra le lacrime.- ho paura che.. tutto questo non possa finire mai.. e non voglio passare il resto della mia vita a prendere pastiglie...-disse, senza smettere di singhiozzare, lottando contro l'enorme nodo che le si era formato in gola.

Io credo che lei smetterà di prendere pastigli prima di quanto creda... e lo sa perché?-chiese dolcemente, Emma scosse il capo per dire di no, asciugandosi con un fazzoletto gli occhi.

Per esempio.. non si è accorta quando è entrata di non aver lucidato la poltrona?-chiese gesticolando.

Emma sorrise mentre con le mani spiegazzava il bordo della sua gonna.- e mi ha stretto la mano..-aggiunse bevendo un sorso di caffè.- mi ascolti, lei è forte abbastanza da poter affrontare tutto questo, come io ho affrontato la depressione, come milioni di persone ogni giorno affrontano altre malattie, e ce ne sono di peggiori, mi creda! Sono sicura che nella prossima consulenza accetterà di bere del caffè o del te.. senza pensare se la tazza sia pulita o meno, e comunque lo è.- disse appoggiando una mano sul suo braccio.

Lo crede davvero?-chiese esitante.

Si.- sussurrò la donna incrociando le mani ed appoggiandole sopra il ginocchio.

Emma sorrise ed alzò lo sguardo.- grazie..-balbettò.

È il mio lavoro, sono qui, per parlare con te, di tutto quello che senti di dover parlare, sono qui per ascoltarti, per aiutarti, sempre!-la donna sentiva che Emma era bloccata, che si era formato un muro di confine dentro di lei che le impediva di aprirsi, di urlare al mondo il suo sconforto.

Sapeva che le faceva male tenersi tutto dentro, ma sapeva anche che non doveva sforzarla ad aprirsi, quando sarebbe arrivato il momento lo avrebbe fatto di sua spontanea volontà lei.

Bene, anche questa consulenza è finita, diciamo... mercoledì prossimo alla stessa ora ok?-chiese la donna porgendosi in avanti; sapeva che ne valeva la pena, credeva in Emma.

Lei annuì e provò a sorridere, anche se non era proprio dell'umore giusto per rendere vero quel sorriso.

Aveva smesso di piangere ma aveva ancora un nodo in gola, come sempre d'altronde dopo le consulenze dalla Shane.

Si mise una ciocca di capelli dietro l'orecchio e fece un respiro profondo, anche se molto incerto.

Si alzò tirnando su con il naso e strinse la mano alla Shane.

Arrivederci- disse con voce tremolante.

Ciao Emma.- rispose affettuosamente la donna, congedandola.

   
 
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