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Autore: eleonora isabelle    15/07/2011    5 recensioni
Ecco un'altra fanfic su Draco e Pansy...Draco ormai è adulto e sposato con Astoria.E' una storia molto triste...ma spero vi piaccia :) ciao!
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Pansy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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REGRETS…
 
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Era una fredda notte d’inverno, il vento ululava in modo agghiacciante danzando insieme ai fiocchi di neve in un valzer infernale, tanto che i vetri della possente finestra si aprirono in un boato. Draco si svegliò di soprassalto da un sonno angoscioso e tormentato. Si deterse la fronte madida di sudore e con sua sorpresa sentì gli occhi gonfi e lucidi di pianto; come testimone,una silenziosa lacrima gli rigò una guancia e cadde nel palmo della mano per poi dissolversi nella pelle diafana. Restò un momento immobile, sgomento per l’accaduto,il palmo ancora aperto.  Si sforzò di ricordare cosa mai avesse sognato da sconvolgere talmente il suo animo, ma invano; a riscuoterlo da questo stato di sorpresa e confusione fu una fitta di gelo che  gli penetrò nelle ossa, come una lama appuntita e si ricordò della finestra aperta. Fece per chiuderla,  badando di uscire dal letto con discrezione per non svegliare sua moglie, che noncurante del frastuono della notte, dormiva serenamente immersa in chissà quali placidi sogni.
 
Già, chissà quali fantasie colorano la sua mente…quali immagini…e la mia? Cosa stava pensando la mia?
 
Ancora non riusciva a liberarsi della sensazione di malinconia e rimpianto che gli gonfiava il cuore  dal momento del risveglio, ma non riusciva proprio a ricordare nulla…solo un insieme di colori, immagini, sensazioni fugaci e indistinte che gli turbinavano in testa come  un carnevale variopinto. Forse era colpa di questo posto,di questa casa, la sua vecchia casa,colma di ricordi ormai sbiaditi dal tempo ma pur sempre dolci al suo cuore. Non respirava l’odore familiare di queste stanze da quasi vent’anni, da quando decise di condividere il resto della vita insieme ad Astoria, in una nuova dimora lontana dall’orrore e dalle macerie della guerra.
 
Ma sono tornato…
 
Si, Draco era tornato. Non sapeva per quale motivo. Era come se un richiamo antico e misterioso avesse sedotto pian piano il suo cuore, fino a farlo desiderare di ricongiungersi con la giovane metà perduta conservata in questa casa. Si diresse verso il suo vecchio studio, non aveva più voglia di dormire, ma solo di riflettere e fare ordine in mezzo alla moltitudine di sentimenti che gli soffocavano l’animo; aveva bisogno di stare solo con se stesso. Accese il lume della lampada accanto alla scrivania e gli spettri dei mobili uscirono dalle tenebre. C’era un enorme e maestoso specchio proprio davanti a lui. Draco rimase immobile a fissare la silente immagine riflessa. Era un uomo alto, di bell’aspetto, i capelli albini che gli ricadevano lisci sulle spalle alternavano qualche striscia bianca come se illuminati dalla pallida luce della luna. Aveva il volto cereo dai lineamenti nobili e delicati, solcato da qualche ruga che non ne deturpava la bellezza, ma gli conferiva saggezza e dignità. Gli occhi erano di un azzurro intenso velato di grigio come il cielo in una grigia mattina d’estate. Scrutavano quelli di Draco in un’espressione intensa, indecifrabile, ora dura e severa, ora malinconica e triste, fredda e indagatrice, dolce e struggente allo stesso tempo. Era l’immagine di un uomo adulto ormai quarantacinquenne, segnato dal peso e dalla fatica degli anni che lo appesantivano e lo consumavano dentro pur non scalfendone l’affascinante bellezza. Soltanto gli occhi mostravano di portare tale fardello. Draco al fine, distolse lo sguardo rimasto come ipnotizzato davanti al proprio duplicato. A lui non piaceva guardarsi allo specchio, questa coscienza fornita di manico, memoria degli anni, dei peccati, delle follie, dei rimpianti... Malgrado l’ improvviso moto di stizza,i suoi occhi indugiarono ancora sul vetro velato di polvere. Gli parve per un istante di scorgere lui stesso da giovane, fiero e altezzoso ancora pieno di vigore e speranza, sicuro della propria invulnerabilità. Un sorriso amaro attraversò in un lampo il suo viso. Odiava guardarsi allo specchio. Fece di nuovo per voltarsi quando la sua attenzione venne catturata dal riflesso di un dipinto seminascosto dall’oscurità. Draco si avvicinò per scrutarlo meglio e gli venne un tuffo al cuore…rappresentava il volto bellissimo di una giovane ragazza dai capelli d’ebano che le scendevano morbidi sul collo delicato, i lineamenti fini e nobili, rosse e sottili erano le labbra,  il nasino spruzzato di lentiggini, aveva grandi occhi color nocciola incorniciati da folte ciglia scure. Il suo sguardo penetrante incontrava quello di Draco con infinita dolcezza…
 
Pansy…mia dolcissima Pansy!
 
Draco cadde in ginocchio prostrato davanti alla dolorosa effigie di lei, scosso da singhiozzi violenti che quasi lo soffocavano, lacrime infuocate gli corrodevano la pelle come acido scorrendo amare e impietose lungo le guance.
Si, ora ricordava ogni cosa.
Maledettamente ogni cosa.
 Aveva sognato Pansy,il loro ultimo giorno insieme, prima che la crudeltà della guerra gliela strappasse via senza misericordia. Uno sciame inarrestabile e violento di ricordi a lungo dolorosamente assopiti investirono il cuore di Draco  trafiggendolo come lame roventi, il doloroso pensiero di Pansy tornò a torturagli l’anima.
Dopo tutti questi anni non l’aveva mai realmente dimenticata…
 
Mai…
 
L’aveva amata perdutamente, l’amava ancora terribilmente…
Più di chiunque altro.
Più di se stesso.
Ora più che mai si rese conto che il suo amore per lei era ancora vivo, intenso, bruciante…
 
Eterno…
 
No non l’avrebbe mai dimenticata,mai,fino alla fine.
Ricordava perfettamente quello splendido pomeriggio d’estate nel giardino di questa casa. L’ultimo giorno che condivise insieme a lei.
Ricordava ancora il delicato vestitino rosa pallido di Pansy che le copriva le forme aggraziate, mettendo a nudo le sue gambe seducenti, i bianchi fiori di pesco tra i capelli corvini, il suo dolcissimo sorriso,il suo sguardo luminoso, le sue labbra umide e rosse che sapevano di mirtillo, il profumo inebriante della sua pelle che inondava la sua…
Ma quel grazioso e amato viso si tramutò ben presto in una maschera di muto terrore, i meravigliosi occhi divennero vuoti, il bel volto incontrò il pallore della morte…e a Draco sarebbe rimasto impresso nell’anima per tutta la vita.
Era ancora rannicchiato su se stesso, scosso da irrefrenabili singhiozzi e lamenti, cercava disperatamente di allontanare dalla mente quest’ultima immagine terribile che lo annientava, lacerava il suo cuore. In un tentativo sovrumano riuscì infine ad alzarsi convulso e tremante, reggendosi alla scrivania e si voltò verso l’altra parte della stanza. Gli occhi annebbiati di pianto incontrarono lo specchio e scorsero in un fugace istante quelli struggenti e nostalgici di Pansy…
Come avrebbe voluto annegare in quegli occhi…perdersi in quel mare color nocciola, farla finita così…dolcemente…
Si accasciò stremato ai piedi dello specchio, lo sguardo vuoto,assente voltato verso il dipinto,le guance inondate di lacrime calde che continuavano a scendere inesorabili.
Il bruciante dolore stava pian piano scemando lasciando spazio ad una tiepida malinconia. Anche il cielo si era calmato, aveva ritirato i suoi soldati di vento e neve da una guerra che era durata per tutta la notte. La luce profusa dal carro di Helios si insinuava fioca tra il vetro della finestra. Era l’alba.
Draco spiccò dalla parete il volto tanto rimpianto e lo strinse delicatamente al petto, accasciandosi  ai piedi del muro.
 
Perché,Pansy, perché…mia piccola Pansy…mia dolce amata Pansy…perché…
 
Perso in fievoli sussurri si cullava lentamente come un bambino,
il dipinto amorevolmente stretto tra le braccia gli scaldava il cuore…
Si addormentò.  
 





Ho aggiunto un disegno che ho fatto io... ^.^
  
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