C’è qualcosa che non quadra. «REMUS JOHN LUPIN!»
Esattamente in questo angolo del mio baule dovrebbero esserci i
miei bellissimi boxer neri con zampettine di cane tutte colorate
che mi ha regalato Remus e che mi portano fortuna. Ora che ci
faccio caso però non sono solo i miei boxer preferiti ad essere
spariti, ma tutti i miei boxer.
Che diamine..?
Eppure sto toccando qualcosa che ha decisamente la forma di un
paio di boxer eppure è invisibile.
Essere invisibile non è una caratteristica tipica di un paio di
mutande, ne sono sicuro.
«Chi è lo spiritosone che ha disilluso tutte le mie mutande?»
sbraito senza un minimo di decenza dopo aver capito quello che è
accaduto nel mio baule.
Sento James, ancora sotto le coperte, ridere sguaiatamente mentre
mi osserva tenere in mano qualcosa di invisibile.
Ora, se io fossi un bravo ragazzo dall’enorme pazienza riderei con
il mio migliore amico di uno scherzo così idiota, ma dato che non
mi chiamo Remus e tengo in modo particolare ad andare in giro con
mutande dotate di un loro colore allora sarò costretto a farla
pagare cara al colpevole.
Sfodero la bacchetta e in meno di cinque secondi quell’ammasso
deforme di capelli si trova a testa in giù con le coperte che
giacciono ormai abbandonate per terra.
Mai far arrabbiare Sirius Black, mi sembra una regola ben precisa
e facile da rispettare.
«Mettimi giù, non mi piace stare così»
Spero capisca dal mio sguardo quanto la cosa mi possa
interessare.
«Non ridi più, Ramoso?» chiedo ghignante.
«Non sono stato io, razza di idiota! » mi pare di sentire del risentimento nella sua voce.
Probabilmente era convinto che non avrei mai usato questo
incantesimo su di lui.
Illuso, impara a fare del male alle mutande di Sirius Black.
«Non mi fido di te» lo squadro con occhio indagatore. So che
cederà, a costo di passare qui tutta la giornata.
Lo torturerò per farlo confessare e poi lo torturerò per aver
confessato.
«Bell’amico!» sbotta indignato assumendo il tipico broncio da
James Potter che lo contraddistingue.
Nessun essere umano che vada in giro con capelli del genere
dovrebbe poter permettersi un’espressione indignata. In realtà
nessun essere umano andrebbe in giro con quei capelli e un pigiama
con disegnato uno Snaso che rincorre un boccino, il che mi fa
pensare che il mio migliore amico non sia umano.
Sento Remus emettere quello che è metà tra uno sbuffo e un
risolino. E’ impegnato nella ricerca di chissà cosa sotto il suo
letto, ma non ho tempo di occuparmi ora delle sue stranezze: prima
devo sistemare i conti con quello che osa definirsi il mio
migliore amico.
«Ammettilo, Ramoso! Hai disilluso tutte le mie mutande» mi viene
da ridere. Come faccio ad essere serio davanti ad uno scherzo del
genere? Perché non ci sono arrivato prima io?
«Sinceramente vorrei davvero essere l’artefice di uno scherzo così
geniale, ma non lo sono»
E’ serio ed innocente.
Merda, ma allora…?
«Scherzo così geniale… ma certo, REMUS!» sbraito colpendo Remus
ancora intento nella ricerca di chissà quale libro, appunto o
qualsiasi altra cosa noiosa sotto il suo letto.
Sorrido estremamente divertito dalla tonalità di colore che stanno
assumendo i capelli di Lunastorta.
Sirius Black, in arte Genio.
Vedere Remus Lupin con capelli rosa e la sua espressione davanti
ad uno specchio non ha prezzo.
«Ti donano» esclamo non riuscendo a trattenere le risate.
Remus fa in tempo a disarmarmi approfittando della mia distrazione
momentanea.
Forse non tanto momentanea, non riesco a smettere di ridere.
Remus con i capelli rosa.
Rosa shocking.
Oddio, ho bisogno di ossigeno. Un giorno o l’altro morirò ridendo,
me lo sento.
Ucciso da una risata, che fine ingiuriosa.
Sento James incalzare da bravo malandrino qual è.
«Dovresti andare in giro sempre così» commenta fingendo un’aria
pensosa e portandosi la mano al mento. Saprebbe sicuramente fare
di meglio, ma credo che ormai tutto il sangue stia confluendo al
cervello. Il suo colorito paonazzo potrebbe esserne la prova.
Chissà che non stia uccidendo il mio migliore amico.
Remus mi riporta alla realtà.
«Solo una persona malata di mente andrebbe in giro con i capelli
rosa!» sbotta irritato.
No, credo che irritato sia un tantino riduttivo.
Lunastorta è proprio incazzato nero.
«Non oserai spero» commento indicando la sua bacchetta puntata
proprio verso di me.
Il suo sguardo omicida mi suggerisce che oserà, eccome se
oserà.
Mi colpisce con un Gambe Molli talmente ben piazzato che non
riesco neanche a provare a stare in piedi.
«Tirami giù, Lunastorta» sento dire a James alle mie spalle.
Questa è la mia fine, un Lupo Mannaro isterico e un pomodoro umano
vendicativo a piede libero.
«No, sicuramente hai contribuito anche tu a mangiare il mio
cioccolato!» ribatte Remus con foga.
Bene, non dovrò preoccuparmi di James se continua a rimanere
appeso come un sacco di patate a testa in giù.
«Che cioccolato?»
Bella domanda, Ramoso.
Ma conosco troppo bene Lunastorta e temo di aver già capito.
«Mi hai disilluso le mutande per..» mi interrompo e mi correggo
trattenendo un’imprecazione non proprio degna di un Black «Stai
facendo la donna isterica per del cioccolato?»
«Allora lo ammetti di essere stato tu!» esclama, negli occhi
qualcosa di veramente inquietante.
«Ho quantità industriali di cioccolato sotto il letto. Non ho
bisogno di rubarlo a te, razza di lurido ammasso di pelo!» se non
fossi bloccato qui a terra lo affogherei nel mio cioccolato.
«Piano con le parole, Fufi» mi risponde placidamente.
Proprio in questo momento Peter si è degnato di uscire dal bagno
«che è successo? Remus, i tuoi capelli..»
«Vero che gli donano?» chiede James ridendo.
«Sì, particolarmente» scherza Peter tenendogli il gioco.
Non riesco a non ridere, ma penso che Remus sia al limite di una
pesante crisi di nervi.
Peter sembra essersene accorto perché sta indietreggiando verso la
porta.
«Chi di voi tre è stato a mangiare il mio cioccolato? CHI?»
La vena sulla sua fronte sta per esplodere e io vorrei tanto aver
la forza per non ridere.
Oddio, mi ucciderà se non smetto di ridergli in faccia.
«Tsè, come se noi potessimo tradire la tua fiducia mangiando il
tuo prezioso cioccolato! Bravo, non ti fidare dei tuoi amici!
Moriremmo per te se ce lo chiedessi!» sbotta James indignato
incrociando le braccia al petto.
James Potter, colui che non ha il minimo senso della misura.
Sarebbe stato più credibile se non fosse appeso a testa in giù.
Remus ci fissa uno ad uno scrutandoci intensamente. Quando il suo
sguardo si posa su Peter gli bastano due secondi per capire chi è
il colpevole.
«Petrificus Totalus» colpisce Peter mentre sta tentando la fuga
verso il bagno.
«Peter? Che sporco traditore! Come si può rubare un pezzo
di cioccolato?» chiedo sarcastico tentando di alzarmi per l’
ennesima volta e ricadendo come le volte successive «ora che hai
ottenuto giustizia ridammi la bacchetta, lupo schifoso»
Giuro che ora gliela faccio pagare! Lui e il suo dannatissimo
cioccolato.
«Eh, si inizia con del cioccolato e poi chissà..» scherza Remus
tornato alla sua normale calma serafica «No Felpato, non penso che
te la darò la bacchetta! Oh, è ora di colazione, sarà meglio che
vada.»
«Stai scherzando vero?» sbraitiamo insieme James ed io.
«Remus, non farmi venire lì a prenderti a calci» ringhio.
«Dubito che tu riesca a raggiungermi» lo sento dire mentre esce
dalla camera senza alcun rimorso.
Lo ammazzo, prima o poi mi libererò e sarà la fine di Remus
Lupin.
«Inizio ad avere un po’ di mal di testa» commenta James, ma non ho
tempo per lui.
«Torna qui ammasso di pulci!» urlo nella speranza che quello che
pensavo fosse mio amico torni a liberarmi.
«Ramoso, è ora della vendetta»
Un urlo squarciò il normale chiacchiericcio della Sala Grande.
Improvvisamente calò il silenzio e tutti si girarono a guardare le
porte spalancate della Sala Grande dalle quali si stagliavano due figure
minacciose: Sirius Black e James Potter, ancora in pigiama,
stavano entrando con le bacchette impugnate e l’espressione di chi
vuol dar battaglia.
Molti guardarono spaventati il tavolo dei professori: la
professoressa McGranitt era già in piedi allarmata e
scandalizzata, Silente sembrava solo sinceramente divertito dalla
scenetta. Incredibile come quell’uomo fosse così indulgente quando
si trattava dei Malandrini.
Altri si limitarono a chiedersi cosa fosse successo nel dormitorio
dei Grifondoro quella mattina e se i capelli dalla stravagante
tonalità di Lupin centrassero qualcosa.
«Preparati a soffrire le pene dell’inferno, Lupin» ghignò sadico
Sirius, bacchetta alzata e puntata verso l’amico.
James al suo
fianco sembrava deciso ad aiutarlo nell’impresa puntando la
bacchetta esattamente al petto del ragazzo.
Il silenzio generale fu interrotto solo dalla flebile voce di
Remus «Oh merda».