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Autore: sissy88    15/07/2011    1 recensioni
«Preparati a soffrire le pene dell’inferno, Lupin» ghignò sadico Sirius, bacchetta alzata e puntata verso l’amico.
James al suo fianco sembrava deciso ad aiutarlo nell’impresa puntando la bacchetta esattamente al petto del ragazzo.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Vendetta, dolce vendetta



C’è qualcosa che non quadra.
Esattamente in questo angolo del mio baule dovrebbero esserci i miei bellissimi boxer neri con zampettine di cane tutte colorate che mi ha regalato Remus e che mi portano fortuna. Ora che ci faccio caso però non sono solo i miei boxer preferiti ad essere spariti, ma tutti i miei boxer.
Che diamine..?
Eppure sto toccando qualcosa che ha decisamente la forma di un paio di boxer eppure è invisibile.
Essere invisibile non è una caratteristica tipica di un paio di mutande, ne sono sicuro.
«Chi è lo spiritosone che ha disilluso tutte le mie mutande?» sbraito senza un minimo di decenza dopo aver capito quello che è accaduto nel mio baule.
Sento James, ancora sotto le coperte, ridere sguaiatamente mentre mi osserva tenere in mano qualcosa di invisibile.
Ora, se io fossi un bravo ragazzo dall’enorme pazienza riderei con il mio migliore amico di uno scherzo così idiota, ma dato che non mi chiamo Remus e tengo in modo particolare ad andare in giro con mutande dotate di un loro colore allora sarò costretto a farla pagare cara al colpevole.
Sfodero la bacchetta e in meno di cinque secondi quell’ammasso deforme di capelli si trova a testa in giù con le coperte che giacciono ormai abbandonate per terra.
Mai far arrabbiare Sirius Black, mi sembra una regola ben precisa e facile da rispettare.
«Mettimi giù, non mi piace stare così»
Spero capisca dal mio sguardo quanto la cosa mi possa interessare.
«Non ridi più, Ramoso?» chiedo ghignante.
«Non sono stato io, razza di idiota! » mi pare di sentire del risentimento nella sua voce.
Probabilmente era convinto che non avrei mai usato questo incantesimo su di lui.
Illuso, impara a fare del male alle mutande di Sirius Black.
«Non mi fido di te» lo squadro con occhio indagatore. So che cederà, a costo di passare qui tutta la giornata.
Lo torturerò per farlo confessare e poi lo torturerò per aver confessato.
«Bell’amico!» sbotta indignato assumendo il tipico broncio da James Potter che lo contraddistingue.
Nessun essere umano che vada in giro con capelli del genere dovrebbe poter permettersi un’espressione indignata. In realtà nessun essere umano andrebbe in giro con quei capelli e un pigiama con disegnato uno Snaso che rincorre un boccino, il che mi fa pensare che il mio migliore amico non sia umano.
Sento Remus emettere quello che è metà tra uno sbuffo e un risolino. E’ impegnato nella ricerca di chissà cosa sotto il suo letto, ma non ho tempo di occuparmi ora delle sue stranezze: prima devo sistemare i conti con quello che osa definirsi il mio migliore amico.
«Ammettilo, Ramoso! Hai disilluso tutte le mie mutande» mi viene da ridere. Come faccio ad essere serio davanti ad uno scherzo del genere? Perché non ci sono arrivato prima io?
«Sinceramente vorrei davvero essere l’artefice di uno scherzo così geniale, ma non lo sono»
E’ serio ed innocente.
Merda, ma allora…?
«Scherzo così geniale… ma certo, REMUS!» sbraito colpendo Remus ancora intento nella ricerca di chissà quale libro, appunto o qualsiasi altra cosa noiosa sotto il suo letto.
Sorrido estremamente divertito dalla tonalità di colore che stanno assumendo i capelli di Lunastorta.
Sirius Black, in arte Genio.
Vedere Remus Lupin con capelli rosa e la sua espressione davanti ad uno specchio non ha prezzo.
«Ti donano» esclamo non riuscendo a trattenere le risate.
Remus fa in tempo a disarmarmi approfittando della mia distrazione momentanea.
Forse non tanto momentanea, non riesco a smettere di ridere.
Remus con i capelli rosa.
Rosa shocking.
Oddio, ho bisogno di ossigeno. Un giorno o l’altro morirò ridendo, me lo sento.
Ucciso da una risata, che fine ingiuriosa.
Sento James incalzare da bravo malandrino qual è.
«Dovresti andare in giro sempre così» commenta fingendo un’aria pensosa e portandosi la mano al mento. Saprebbe sicuramente fare di meglio, ma credo che ormai tutto il sangue stia confluendo al cervello. Il suo colorito paonazzo potrebbe esserne la prova.
Chissà che non stia uccidendo il mio migliore amico.
Remus mi riporta alla realtà.
«Solo una persona malata di mente andrebbe in giro con i capelli rosa!» sbotta irritato.
No, credo che irritato sia un tantino riduttivo.
Lunastorta è proprio incazzato nero.
«Non oserai spero» commento indicando la sua bacchetta puntata proprio verso di me.
Il suo sguardo omicida mi suggerisce che oserà, eccome se oserà.
Mi colpisce con un Gambe Molli talmente ben piazzato che non riesco neanche a provare a stare in piedi.
«Tirami giù, Lunastorta» sento dire a James alle mie spalle.
Questa è la mia fine, un Lupo Mannaro isterico e un pomodoro umano vendicativo a piede libero.
«No, sicuramente hai contribuito anche tu a mangiare il mio cioccolato!» ribatte Remus con foga.
Bene, non dovrò preoccuparmi di James se continua a rimanere appeso come un sacco di patate a testa in giù.
«Che cioccolato?»
Bella domanda, Ramoso.
Ma conosco troppo bene Lunastorta e temo di aver già capito.
«Mi hai disilluso le mutande per..» mi interrompo e mi correggo trattenendo un’imprecazione non proprio degna di un Black «Stai facendo la donna isterica per del cioccolato?»
«Allora lo ammetti di essere stato tu!» esclama, negli occhi qualcosa di veramente inquietante.
«Ho quantità industriali di cioccolato sotto il letto. Non ho bisogno di rubarlo a te, razza di lurido ammasso di pelo!» se non fossi bloccato qui a terra lo affogherei nel mio cioccolato.
«Piano con le parole, Fufi» mi risponde placidamente.
Proprio in questo momento Peter si è degnato di uscire dal bagno «che è successo? Remus, i tuoi capelli..»
«Vero che gli donano?» chiede James ridendo.
«Sì, particolarmente» scherza Peter tenendogli il gioco.
Non riesco a non ridere, ma penso che Remus sia al limite di una pesante crisi di nervi.
Peter sembra essersene accorto perché sta indietreggiando verso la porta.
«Chi di voi tre è stato a mangiare il mio cioccolato? CHI?»
La vena sulla sua fronte sta per esplodere e io vorrei tanto aver la forza per non ridere.
Oddio, mi ucciderà se non smetto di ridergli in faccia.
«Tsè, come se noi potessimo tradire la tua fiducia mangiando il tuo prezioso cioccolato! Bravo, non ti fidare dei tuoi amici! Moriremmo per te se ce lo chiedessi!» sbotta James indignato incrociando le braccia al petto.
James Potter, colui che non ha il minimo senso della misura. Sarebbe stato più credibile se non fosse appeso a testa in giù. Remus ci fissa uno ad uno scrutandoci intensamente. Quando il suo sguardo si posa su Peter gli bastano due secondi per capire chi è il colpevole.
«Petrificus Totalus» colpisce Peter mentre sta tentando la fuga verso il bagno.
«Peter? Che sporco traditore! Come si può rubare un pezzo di cioccolato?» chiedo sarcastico tentando di alzarmi per l’ ennesima volta e ricadendo come le volte successive «ora che hai ottenuto giustizia ridammi la bacchetta, lupo schifoso»
Giuro che ora gliela faccio pagare! Lui e il suo dannatissimo cioccolato.
«Eh, si inizia con del cioccolato e poi chissà..» scherza Remus tornato alla sua normale calma serafica «No Felpato, non penso che te la darò la bacchetta! Oh, è ora di colazione, sarà meglio che vada.»
«Stai scherzando vero?» sbraitiamo insieme James ed io.
«Remus, non farmi venire lì a prenderti a calci» ringhio.
«Dubito che tu riesca a raggiungermi» lo sento dire mentre esce dalla camera senza alcun rimorso.
Lo ammazzo, prima o poi mi libererò e sarà la fine di Remus Lupin.
«Inizio ad avere un po’ di mal di testa» commenta James, ma non ho tempo per lui.
«Torna qui ammasso di pulci!» urlo nella speranza che quello che pensavo fosse mio amico torni a liberarmi.
«Ramoso, è ora della vendetta»

«REMUS JOHN LUPIN!»
Un urlo squarciò il normale chiacchiericcio della Sala Grande.
Improvvisamente calò il silenzio e tutti si girarono a guardare le porte spalancate della Sala Grande dalle quali si stagliavano due figure minacciose: Sirius Black e James Potter, ancora in pigiama, stavano entrando con le bacchette impugnate e l’espressione di chi vuol dar battaglia.
Molti guardarono spaventati il tavolo dei professori: la professoressa McGranitt era già in piedi allarmata e scandalizzata, Silente sembrava solo sinceramente divertito dalla scenetta. Incredibile come quell’uomo fosse così indulgente quando si trattava dei Malandrini.
Altri si limitarono a chiedersi cosa fosse successo nel dormitorio dei Grifondoro quella mattina e se i capelli dalla stravagante tonalità di Lupin centrassero qualcosa.
«Preparati a soffrire le pene dell’inferno, Lupin» ghignò sadico Sirius, bacchetta alzata e puntata verso l’amico.
James al suo fianco sembrava deciso ad aiutarlo nell’impresa puntando la bacchetta esattamente al petto del ragazzo.
Il silenzio generale fu interrotto solo dalla flebile voce di Remus «Oh merda».

  
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