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Autore: CUCCIOLA_83    20/03/2006    5 recensioni
[...]«e tua madre cosa ne pensa di.. questo?» disse indicando le loro mani che si stavano ancora stringendo, «è felice per noi» rispose Tonks con aria di sfida, «ma certo, è di Andromeda che stiamo parlando, lei è sempre andata matta per certe cose» sbottò Narcisa con un sorriso acido, «cosa vorresti dire?» chiese Tonks alzando un poco la voce, «semplice, se io avessi una figlia non le permetterei di frequentare uno come lui» disse indicando Remus[...]
Provate a mettere nella stessa stanza Tonks e Narcisa, vi assicuro che lo scontro è assicurato. ma se una delle due fa il primo passo per chiarisi è possibile che le cose si possano sistemare.
Spero che questa FF vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate.
Tao tao
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Narcissa Malfoy, Nimphadora Tonks, Nuovo personaggio, Remus Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non avete alcun diritto di tenermi qui!» ogni giorno la stessa storia, Narcisa Malfoy urlava contro chiunque avesse davanti. Poco le importava se la tenessero alla Tana per salvarle la vita.

Una settimana prima era stato ritrovato il testamento di Silente che disponeva la suddivisione dei suoi beni, ma la cosa più importante che ci trovarono fu una postilla aggiunta probabilmente lo stesso giorno in cui morì:

Nota per i membri dell’Ordine della Fenice:

Se Draco, o chi per lui, riuscisse a portare a termine la missione che Voldemort gli ha affidato, mi rimarrebbero ben poche possibilità. Quindi affido a voi un’ultima missione, dovrete nascondere in un posto sicuro Narcisa Malfoy, sono certo che sia in grave pericolo e lo sarà fino a quando Voldemort sarà vivo.

A Narcisa però mancava casa sua, e tutte le comodità che aveva Lì. Non era abituata a vivere in un posto piccolo come la Tana, e soprattutto non sopportava dividere gli spazzi con tutte quelle persone che andavano e venivano. A poco servivano gli sforzi di Molly nel cercare di convincerla che quella era solo una sistemazione momentanea, per la signora Malfoy, come voleva essere chiamata, il lamentarsi sembrava essere diventato il suo passatempo preferito.

Molly era al limite della sopportazione, tra il matrimonio di Fleur e Bill da organizzare, e le continue lamentele di Narcisa stava davvero impazzendo. Fu probabilmente la disperazione che la indusse a chiedere aiuto a Tonks, scrisse velocemente un biglietto che affidò ad Errol il quale partì alla volta della casa della ragazza.

Tonks e Remus ormai passavano tutto il loro tempo libero insieme. La casa di Remus non era ancora considerata sicura, quindi, quando non si trovavano al quartier generale lui viveva a casa di Tonks.

Quella mattina mentre i due erano in cucina per fare colazione un poco stabile gufo andò a sbattere contro la porta della cucina, «mi chiedo come mai Molly non si decide a mandare in pensione questo povero gufo» disse Tonks prendendo in braccio il gufo che a causa del colpo aveva perso i sensi, lo posò su un cuscino e prese la lettera che teneva ancora stretta tra le zampe:

Ciao Tonks,

Non ce la faccio più!! Questa donna è insopportabile! Ti prego vieni ad aiutarmi oppure non ci sarà più nessuno da proteggere.

Baci Molly

Tonks rimase immobile per qualche istante, poi passò la lettera a Remus, dopo una rapida lettura sorrise tra se e se, «povera Molly, tutto questo stress non le fa bene. Cosa intendi fare?» chiese a Tonks che nel frattempo era tornata a sedersi vicino a lui, «non lo so. Sinceramente ne farei volentieri a meno di vedere quella donna che agli occhi di molti potrebbe sembrare… mia .. zia…» disse appoggiando la testa tra le braccia incrociate sul tavolo, Remus le accarezzò il volto e le sorrise dolcemente, «le tue paure sono del tutto comprensibili, Narcisa e il resto della famiglia Black hanno voltato le spalle a tua madre quando ha deciso di sposare tuo padre. Ma prima o poi dovrai affrontarli» le disse, «hai ragione, ma preferirei affrontarli in battaglia» ripose con uno sbuffo, Remus la prese per mano, l’attirò a se e la fece sedere sulle sue gambe per confortarla, «fallo almeno per Molly, hai letto il messaggio, poverina è al limite della sopportazione, le serve aiuto e noi possiamo darglielo» disse abbracciandola, «cosa? Vuoi venire anche tu?» chiese stupita, «ma certo, so che non sarà un’incontro facile per te, quindi se vuoi verrò anche io» le disse sorridendogli, «grazie amore mio! Come farei senza di te?» disse buttandogli le braccia al collo e stampandogli un grosso bacio sulla bocca.

*****

Dalla Tana provenivano una sacco di urli e strilli, quando Remus e Tonks apparvero sul sentiero che conduceva alla casa, a passo spedito risalirono in pochi metri che li separavano dalla porta della cucina. Quando Molly aprì la porta aveva un’aria decisamente malridotta, i suoi capelli erano tutti arruffati e delle grosse occhiaie da stress erano comparse sotto i suoi occhi, «ragazzi che bello vedervi! Entrate » disse facendoli accomodare, «Molly ma cos’è successo? Sembra che tu sia appena uscita da una battaglia» chiese Tonks, «quella donna è insopportabile! Pretende che tutti noi la serviamo e la riveriamo come una regina» disse Molly lasciandosi cadere su una sedia, mentre Remus si mise a preparare del tè per tutti «per me con due zollette di zucchero mescolato con un cucchiaio d’argento, sempre che in questa casa ce ne sia uno» disse una voce glaciale, Narcisa entrò in cucina con il suo fare aristocratico, «di certo non sprecherò le stoviglie d’argento per te» sbottò Molly, «è così che vi comportate con gli “ospiti” da queste parti?» chiese Narcisa visibilmente scocciata, Molly stava per alzarsi per darle una lezione quando Tonks la trattenne per un braccio «ora basta, calmatevi tutte e due» disse, «e tu chi saresti? Hai un aria famigliare, a parte quei capelli»disse quasi inorridita fissano di capelli rosa di Tonks, «ci credo che non mi conosci, tu come il resto della tua così detta rispettabile famiglia d’origine avete voltato le spalle a mia madre solo perché ha avuto il fegato di seguire il suo cuore e non le ragioni del sangue che voi definite puro» disse Tonks fissando la parente con occhi quasi infuocati.

Narcisa era incredula, quella che aveva davanti era la figlia di Andromeda, la sorella che per tanti anni aveva cercato di dimenticare, la osservò più attentamente, sì non c’erano dubbi era davvero chi diceva di essere. Sentendosi così attentamente osservata Tonks provò un fortissimo disagio, come se quegl’occhi glaciali le entrassero dentro, percependo il suo disagio Remus le si avvicinò e la prese per mano, mano che lei strinse forte come per darsi coraggio. La donna si accorse di quel gesto, passò il suo sguardo attento su Remus, «e se non sbaglio tu sei Remus Lupin, uno dei migliori amici di quel reietto di mio cugino Sirius, giusto?» chiese, «vedo che hai buona memoria Narcisa» le rispose Remus, Narcisa tornò a guardare la nipote, «e tua madre cosa ne pensa di.. questo?» disse indicando le loro mani che si stavano ancora stringendo, «è felice per noi» rispose Tonks con aria di sfida, «ma certo, è di Andromeda che stiamo parlando, lei è sempre andata matta per certe cose» sbottò Narcisa con un sorriso acido, «cosa vorresti dire?» chiese Tonks alzando un poco la voce, «semplice, se io avessi una figlia non le permetterei di frequentare uno come lui» disse indicando Remus, il quale però non mostrò alcun segno di cedimento nell’udire quelle parole, al contrario, Tonks, si alzò di scatto «non credo che con tuo figlio tu abbia fatto un così buon lavoro se si è lasciato incantare da quell’assassino di Voldemort, vero?» disse Tonks avvicinandosi pericolosamente al Narcisa, «come osi dire una cosa del genere!» urlò la donna, «come osi tu giudicare gli altri! Comincia a guardare quello che resta della tua famiglia prima di sputare sentenze su quello che fanno o non fanno le altre persone! Tuo marito è finito ad Azkaban per sua fortuna, altrimenti a quest’ora sarebbe morto per mano di Voldemort in persona, Tuo figlio è finito chissà dove sempre in balia di un branco di mangiamorte. Meglio che tu rifletta su questo cara.. Zia…e non ti permettere mai più di giudicare la mia vita!» disse Tonks arrivando vicinissima al viso di Narcisa, la quale era atterrita dalle parole che le aveva appena sentito pronunciare.

Fu Remus a doverle separare, prese Tonks tra le sue braccia ormai al limite delle lacrime, e la strinse a se, «amore ora calmati. Lo sai benissimo che lo ha fatto di proposito per provocarti» disse dandogli un bacio, Tonks annuì ma rimase ancora tra le sue braccia, «ma che bel quadretto..» Commentò Narcisa che nel frattempo si era ripresa, «zitta!» disse Molly, «ora mi hai davvero stancata, farò pressioni per fare in modo che tu sia trasferita il più presto possibile, non ti permetto di trattare così i miei ospiti!» disse ancora, «Benissimo! Non vedo l’ora di andarmene da questo buco!» e così dicendo girò su i tacci e si diresse al piano di sopra. Rimasti soli in cucina finalmente Tonks cominciò a calmarsi, «mi dispiace davvero tanto Tonks, dovevo prevedere che sarebbe successo qualcosa tra di voi. Non avrei mai dovuto chiederti di venire qui» disse Molly mortificata, «no Molly non ti preoccupare. Prima o poi avrei dovuto affrontarla, ora devo dire che mi sono tolta un gran peso dallo stomaco, erano anni che volevo dire ad un membro qualsiasi della famiglia Black, a parte Sirius naturalmente, quello che pensavo di loro e delle loro stupide idee» disse sorridendo, passando il suo sguardo da Molly a Remus come per far capire loro che stava davvero bene ora. Entrambi si sentirono sollevati nel vederla sorridere, Remus le diede un altro bacio prima di andare a prendere il bollitore dell’acqua, orami calda, per il Tè.

*****

Tonks era contenta di essere tornata a casa sua, lontana da quella odiosissima donna. Appena riapparve in casa si buttò sul divano con fare stanco, Remus si sedette vicino a lei, «ma ti rendi conto che quella dovrebbe essere mia parente?» disse Tonks guardandolo, «lo so, e devo ammettere che non è cambiata molto dai tempi di Hogwarts, ha sempre avuto quell’aria di superiorità che ti faceva sentire sempre inadatto in ogni circostanza» commentò Remus, «ci credo, quegl’occhi sono glaciali. Ma poi, come si permette di giudicarci così?» chiese ancora irritata, «dai non te la prendere, non è la prima che fa commenti, e non sarà nemmeno l’ultima, dovremo abituarci se vogliamo continuare a stare insieme, non trovi?» disse Remus con il suo solito fare comprensivo, «questo è vero.. uffa va beh credo che andrò a preparami per il lavoro» disse alzandosi, ma Remus la prese per mano e la fece risedere vicino a lui, «a me sinceramente non va di andare al quartier generale, cosa ne dici se restiamo qui ancora per un po’» disse baciandola, «Remus Jhon Lupin questa si chiama istigazione alla disertazione dal lavoro lo sai?» commentò con una finta aria scandalizzata «lo so bene…allora cosa ne dici?» le chiese ancora, «dico che è meglio se ci alziamo da questo divano ora o non lo faremo più, non vorrai mica che Moody arrivi qui a prenderti per un’orecchia?» disse ridendo «ok va bene, andiamo..» Disse fingendo di essere triste, «bravo bambino..» Disse Tonks prendendolo per mano.

Quando arrivo a casa Black, un brivido percorse la schiena di Remus. da quando Sirius era morto, aveva sempre cercato di evitare di ritrovarsi da solo in quella grande case, in ogni stanza sentiva la presenza dell’amico ormai scomparso, però non poteva sottrarsi al suo dovere.

Moody non era ancora arrivato, quindi Remus ne approfittò per fare un giro. Evitò accuratamente di entrare nella camera di Sirius, nessuno ci aveva più messo piede da almeno un anno. Camminando, camminando, si ritrovò in una parte della casa dove nessuno dell’ordine aveva mai messo piede c’erano una lunga serie di porte, alcune di esse erano chiuse a chiave, altre invece erano completamente vuote. Si fermò un attimo per riprendersi da tutta la povere che si era alzata dopo aver aperto una porta, appoggiò una mano sulla parete dalla parte opposta del corridoio, ma quella improvvisamente si spostò facendolo cadere rovinosamente a terra.

Quando rialzò lo sguardo capì di trovarsi in una sorta di camera segreta, prese la bacchetta e con un gesto rapido fece illuminare la punta. Cominciò a girare per la stanza, al suo interno c’erano pochi mobili, un piccolo armadio, una scrivania piena di pergamene e fogli da disegno, una libreria, alcune sedie e tanti cuscini. Si avvicinò alla libreria, prese alcuni libri, molti erano di origine babbana, questo lo lasciò perplesso «libri babbani in questa casa? Capisco perché si trovano in questa stanza» disse tra sé e sé, dopo aver rimesso a posto i libri si avvicinò alla scrivania, le pergamene erano rovinate ma qualcosa si riusciva ancora a leggere, ma la sua attenzione fu attirata da dei disegni molto belli, guardò le firme “Cissa B.” “Bella. B.” e “Andromeda B.” fu allora che capì, quella doveva essere una stanza segreta che le tre sorelle usavano per giocare, dato che normalmente in quella casa raramente i bambini avevano il permesso di giocare. Sì fermo ancora qualche minuto poi si rese conto che forse Moody sarebbe arrivato da un momento all’altro, uscì dalla stanza e mentre chiudeva il muso si ripromise di portarci Tonks, forse le avrebbe fatto piacere vedere dove la madre, da bambina, giocava.

Sceso al piano terra vi trovò Moody che lo aspettava, «allora ci sei, dov’eri finito?» chiese il vecchio Auror «ero andato a controllare un paio di cose al piano di sopra» disse Remus, in fondo era vero, «ok, mettiamoci al lavoro» e così dicendo i due si misero a scagliare incantesimi di protezione antichissimi in varie stanze della casa. Terminati gl’incantesimi più urgenti, Remus e Moody cominciano a parlare, l’Auror ci mise poco ad intuire quello che era successo quella mattina «cos’è successo tra Tonks e Narcisa oggi?» chiese, «cosa?» fece finta di non capire, «Remus, si vede lontano un miglio, non penserai davvero di tenermi nascosto qualcosa vero?» disse ancora Moody, «no certo che no, ero solo soprappensiero.. Beh oggi Molly chi ha mandato un messaggio via gufo, era davvero al limite dell’esasperazione, e ci ha chiesto aiuto. Noi siamo andati alla Tana, ma l’incontro tra Tonks e Narcisa non è stato.. idilliaco.. hanno cominciato a lanciarsi sfrecciatine, e c’è mancato poco che arrivassero alle mani quando Narcisa ha fatto commenti… poco carini.. sulla nostra relazione» disse Remus con un sorriso amaro, «capisco.. beh era prevedibile una cosa del genere…» commentò Moody, «già, ma dovremo abituarci non trovi? Sapevamo fin dall’inizio che non sarebbe stato facile, sia per quanto riguarda la nostra relazione, sia per quanto riguarda la convivenza forzata con Narcisa» disse ancora Remus, «questo è vero. Comunque credo che domani dovremmo procedere con il trasferimento di Narcisa, orami qui è tutto pronto. E spero che tu e Tonks siate disponibili per dare una mano, naturalmente non sarete soli..» disse Moody guardandosi in giro, «per me va bene, ma per quanto riguarda Tonks non saprei…» disse Remus, in quel momento arrivò Tonks, «ciao! Eccomi qui, avete gia finito? O vistate solo riposando?» chiese sedendosi vicino a loro, «ciao Tonks, ormai è tutto a posto, quindi domani procederemo con il trasferimento» le disse Moody, «ok, beh non invidio chi dovrà scortarla qui..» commentò la ragazza, «hem, tesoro…veramente..Moody mi stava giusto chiedendo se noi..» tentò di dire, «no vi prego! Non vorrete ancora farmi passare del tempo con quella..» disse Tonks, ma poi guardando Remus capì che non poteva lasciarlo con quella donna, lui si era sacrificato per lei quella mattina, sopportando gli insulti di Narcisa, ora lei doveva ricambiare, «uffa ok.. contante pure su di me..» disse con un mezzo sbuffo, «bene allora è deciso, ci vediamo domani alla Tana. Buona serata» così dicendo Moody si congedò dai loro.

Quando Moody se ne fu andato rimasero ancora per un po’ nel salone, Tonks sembrava irrequieta, «sei sicura di voler venire a farle da scorta?» chiese Remus preoccupato, «sì certo, in fondo fa parte del mio dovere..» disse appoggiando la testa sulla sua spalla, «ok.. allora cosa facciamo? Torniamo a casa o restiamo qui?» disse guardandosi in giro, «beh se te la senti possiamo restare qui, potrebbe essere l’ultima sera che potremo trascorrere in santa pace qui dentro» disse Tonks guardandolo, per un attimo gli sembro di scorgere negl’occhi di Remus un velo di tristezza, «è vero, qui da domani ci sarà un gran via vai di persone, e sarà destinato ad aumentare dopo il matrimonio di Bill e Fleur» disse cercando di sorridergli, «già, quindi.. vieni! Andiamo in cucina.. ho una fame..» disse Tonks con tono allegro cercando di coinvolgerlo, «va bene, cucino io?» chiese Remus, «no, no.. ci penso io» disse Tonks correndo in cucina, Remus rimase a fissarla un poco perplesso, sapeva come cucinava e questo lo mise un poco in allarme, si decise a seguirla in cucina.

Come aveva previsto Remus la preparazione della cena si rivelò molto “pericolosa” tanto che alla fine si sostituì a lei ai fornelli. Quando si misero a tavola cominciarono a parlare del più e del meno, evitando accuratamente l’argomento “Narcisa”, «il lavoro d’ufficio è sicuramente il più noioso da fare. Ma fino a quando non riprenderà la scuola il mio capo preferisce tenermi lì» disse Tonks, «capisco, però sono contento che alla fine Minerva abbia deciso di riaprire Hogwarts quest’anno» commentò Remus, «sì anche io, ora non ci resta che vedere quanti genitori decideranno di rimandarci i propri figli» disse Tonks, «questo è vero, però non è che la situazione sia più sicura a casa, tutti siamo in pericolo, ovunque ci troviamo» disse ancora Remus, «ma tu cos’hai deciso in proposito?» chiese Tonks,

«riguardo a cosa?» chiese a sua volta Remus

«in merito alla proposta della McGranitt.. vuoi tornare ad insegnare?» disse Tonks

«non lo so, è complicato.. ci ho gia provato e sai com’è andata a finire..» disse Remus

«ma questa volta sarà diverso, cioè ormai il tuo segreto non è più un segreto..»

«è questo il problema, pensi davvero che qualche genitore sapendo che io torno a Hogwarts sarà felice di mandarci i suoi figli?» chiese Remus fissandola con sguardo triste

«beh non lo puoi sapere.. la McGranitt ha detto che ha provveduto anche a questo, ma non so come» disse prendendogli la mano

«già, va beh non ci resta che aspettare altre notizie da parte sua.. ma per ora non voglio pensarci..» disse infine Remus,

«ok va bene…ma ora tu vieni con me..» disse decisa a fargli tornare il buon’umore..

«ma dove vuoi andare? Ci sono ancora i piatti da lavare!» disse Remus, ma Tonks non lo ascoltò e lo trascinò fuori dalla cucina.

Senza dire nemmeno una parola Tonks lo portò in quella che avevano eletto come loro camera da letto. Una volta entrati Tonks chiuse accuratamente la porta, «e ora prova a scappare per lavare i piatti se ci riesci..» disse, «ok mi arrendo..» disse ridendo e prendendola tra le braccia. Si misero sul letto e cominciarono a parlare, «pensa a cosa direbbe Molly se ci vedesse.. “fino a quando in questa casa ci saranno i miei figli nessuno che non sia legalmente sposato dormirà insieme!”» disse Tonks imitandola, «già, ma la cosa importate è che credano che noi dormiamo in camere separate, ma la notte è lunga, ed entrambi sappiamo smaterializzarci» disse a sua volta Remus, «Remus Jhon Lupin ma la vuoi smettere di istigarmi a infrangere le regole?» disse Tonks mettendosi seduta, «e tu la vuoi smettere di dire il mio nome per intero? Altrimenti mi costringerai a chiamarti per nome» disse Remus, «non ci provare!» disse Tonks buttandosi sopra di lui e tenendolo fermo per le mani, poi lo baciò per non farlo controbattere, Remus cercò di liberarsi, quando ci riuscì le cinse la vita con le braccia, «tu prometti di non dire più il mio nome per intero e io non ti chiamerò per nome..» le disse, «ok, ok.. posso chiamarti RJ?» disse ridendo, «vedremo..» questa volta fu lui a baciarla, e con fare lento cominciò a toglierle i vestiti, lei fece altrettanto con lui, cominciando a baciarlo da tutte le parti, entrambi avevano il potere di far dimenticare all’altro i problemi, quando chiudevano la porta della loro camera lasciavano al di fuori tutti i problemi, le preoccupazioni e i ricordi dolorosi, esistevano solo loro due.

*****

Quando la mattina seguente si svegliarono, scoprirono di essere entrambi riluttanti all’idea di recarsi alla Tana «ti prego facciamo finta di esserci dimenticati.. non me la sento di andare a scorta quella…» disse Tonks, mentre se ne stava ancora tra le braccia di Remus, «nemmeno io muoio dalla voglia di vederla, ma ormai abbiamo preso un impegno.. sinceramente preferisco sopportare Narcisa piuttosto che sorbirmi una ramanzina da Moody» le rispose, «questo è vero.. è una scelta molto difficile…ok facciamo così io vengo alla Tana, ma tu mi devi dare qualcosa in cambio» disse guardandolo con uno sguardo malizioso, «e sentiamo.. cosa vorresti in cambio?» le chiese, «vieni qui che te lo dico..» lo attirò a sé e cominciò a baciarlo.

Arrivarono alla Tana con quasi mezz’ora di ritardo e appena entrarono in casa trovarono un Moody parecchio irritato, «vi sembra questa l’ora di arrivare? A quest’ora dovevamo gia essere a destinazione! Spero che abbiate una scusa più che accettabile..» disse, «hem, vedi abbiamo scovato un paio di mollicci in una delle stanze del secondo piano..e.. non potevamo lasciarli lì.. solo che si sono rivelati piuttosto restii ad andarsene e ci abbiamo messo più del previsto» tentò di dire Tonks, Molly non riuscì a trattenere le risate, «ok per questa volta passi..» disse Moody ormai rassegnato, non avrebbe mai capito la gioventù del giorno d’oggi. In quel momento arrivò Narcisa, «bene, siete arrivati, probabilmente ai lupi mannari non hanno mai insegnato a leggere l’orario..» disse con fare acido, «che cos’hai detto??» le urlò contro Tonks, «io? Assolutamente niente perché?» le rispose con finta aria innocente, «dai lascia perde lo fa di proposito..» disse Remus trattenendo Tonks per un braccio, «calmatevi tutti quanti.. Emmeline, Hestia è tutto tranquillo fuori?» i due annuirono, «bene, allora possiamo andare» disse ancora Moody.

Una volta usciti si recarono in una piccola radura vicino alla Tana nascosta da una collina, «ho deciso che la materializzazione è molto più sicura da compiere in pieno giorno, quindi tutti pronti?» chiede, «ma io non so dove dobbiamo andare..» disse Narcisa, «non ti preoccupare tu verrai con me, anzi ora che mi ricordo dovrò bendarti» disse ancora Moody, «cosa? non osare toccarmi con quelle manacce!» tentò di dire, ma Moody non si fece tanti scrupoli e la bendò con uno straccio che aveva preso in prestito da Molly, per tutti i presenti quella scena fu molto divertente. Una volta bendata Moody la prese per un braccio, i primi a scomparire furono Remus e Tonks, seguiti da Moody e Narcisa e ancora Emmeline e Hestia. Riapparvero in una piazzetta circondata da palazzi dall’aspetto poco piacevole, tutti e cinque erano all’erta, pronti a sfoderare le bacchette al minimo sentore di pericolo. Si diressero nella famigliare direzione dove sapevano di trovare l’antica casa dei Black, e, infatti, eccolo, il grande portone dall’aspetto poco rassicurante.

Un volta entrati si sentirono tutto un poco più al sicuro, si recarono subito nel soggiorno per evitare che il quadro della vecchia signora Black cominciasse ad urlare, «ehi qualcuno si ricorda di me?» disse Narcisa che ancora era bendata e alquanto spazientita, pur di farla smettere di urlare, Moody si decise a sbendarla. Appena la donna riaprì gli occhi riconobbe immediatamente la casa dove aveva vissuto da bambina, «e così è qui che vi nascondete..questa è sicuramente opera di Sirius..traditore fino alla fine» disse con certo tono di disprezzo nella voce, «noi non ci nascondiamo, ed è meglio che non ti senta più parlare così di Sirius» la minacciò Moody, «e nel caso ti venisse in mente di metterti in contatto con qualcuno all’esterno, ti dico subito che è impossibile, questa casa è completamente isolata dal resto del mondo.. in tutti i sensi» le disse Tonks sedendosi su una poltrona, «e con chi dovrei mettermi in contatto secondo te?» le chiese, «non lo so, con le persone che tu chiami amici. O è vero, non le stesse persone che probabilmente hanno ricevuto l’ordine di ucciderti..» disse Tonks, «tu piccola….» disse carica di odio, «io cosa? finisci la frase se ne hai il coraccio» Tonks si alzò di scatto, prontamente Remus la bloccò, mentre Hestia teneva ferma Narcisa, «tua madre non ti ha insegnato l’educazione?» chiese ancora Narcisa, «certo che me le ha insegnate, ma non le spreco per una come te!» le rispose Tonks cercando di divincolarsi dalla braccia di Remus, «signore ora basta!» urlò Moody, «Emmeline accompagna Narcisa di sopra nella sua camera, Remus cerca di calmare Tonks» disse uscendo dal salone, stanco di dover assistere a quei continui battibecchi.

Rimasti soli nel salotto Remus sgridò Tonks, «non la devi provocare così, devi rassegnarti, Narcisa dovrà rimanere qui, punto e basta» le disse, «è lei che mi provoca, e io rispondo di conseguenze, odio quel suo modo di darsi delle arie di superiorità» gli rispose, «lo so, ma più vece che ti arrabbi, più ci prova gusto, in questo è tale e quale alla sorella, fidati, devi riuscire a controllarti, solo così non le darai altri spunti per attaccarti» le disse abbracciandola, «hai ragione.. ma non è facile..» disse Tonks lasciandosi coccolare, «vero, non è facile, ma so che ce la puoi fare..» la incoraggio, «amore, ma come fai ad essere così saggio?» gli chiese e subito dopo lo baciò. L’orologio dell’ingresso suonò le tredici, «oddio, è tardissimo! Devo andare al lavoro!» disse all’improvviso Tonks, «come sempre arriverai in ritardo.. ora sbrigati, ci vediamo questa sera» disse Remus dandole un altro bacio, «ok, a dopo» e così dicendo uscì velocemente dalla casa, per poi sparire in uno schioppo.

Remus per quel giorno non aveva molto da fare se non rimanere a fare da guardia alla nuova abitante della casa, prese un libro dalla libreria che aveva rifornito personalmente, si mise sul divano e cominciò a leggere. Dopo circa un’ora fu interrotto bruscamente dall’arrivo di Narcisa, «dov’è finita la tua fidanzatina stramba» chiese, «Tonks non è affatto stramba, e gradirei se non la chiamassi più così. Comunque è andata al lavoro» le rispose, «a sì? E dove lavora, al circo?» lo provocò, «no, veramente è un Auror, ed è anche molto brava» le rispose in tutta tranquillità, «a ho capito quindi è lei che ti mantiene, beh non sei proprio così stupido come credevo» commentò ancora Narcisa, «in effetti, in questo periodo non lavoro, ma credo che di questo dovrei ringraziare Lucius, ho sentito che in passato ha fatto molte pressioni sul ex ministro della magia per approvare la legge che impedisce alle persone come me di lavorare» disse mantenendo sempre un certo controllo ma tenendo sempre gli occhi puntati verso il libro, «beh è una legge più che giusta, i lupi mannari sono esseri riluttanti» disse, «è vero, molti di noi lo sono, ma mi risulta che alcuni di loro siano vostri amici, ti ricorda niente il nome Grayback? Ma certo che lo conosci è un vecchio amico della famiglia Malfoy, o così dice lui» disse Remus alzando finalmente lo sguardo dal libro e fissando Narcisa negli occhi, «è stato più come un cane da guardia, un’assicurazione sui favori che la gente ci doveva» rispose lei, «capisco, ma facciamo un altro esempio, ora sei qui, nella stessa stanza con un lupo mannaro» disse fissandola ancora negli occhi, «potrei ucciderti con un semplice gesto della bacchetta» gli disse, «si potresti, ma non lo farai, tu non sei un’assassina come tua sorella, o come tuo marito. In oltre sai benissimo che io sono qui per proteggerti, nonostante i continui insulti che io, Tonks e tutti gli altri siamo costretti a sopportare da te. Abbiamo fatto un giuramento a Silente, e porteremo a termine l’ultima missione che ci ha affidato. E ora se vuoi scusarmi, vado a cercare Moody, dobbiamo pianificare i turni di guardia qui al quartier generale» e così dicendo se ne andò senza lasciarle il tempo di controbattere.

*****

Quel pomeriggio Tonks rimase sempre di cattivo umore, era inutile lei e Narcisa non sarebbero mai andate d’accordo, ogni su gesto, ogni sua parola le faceva salire dentro una rabbia mai provata in vita sua. Non sapeva spiegarsene il motivo, forse era per com’era stata trattata la madre, oppure per come aveva osato insultare Remus, ma una cosa era certa, prima o poi le avrebbe detto in faccia tutto quello che pensava di lei, quello che era successo alla Tana il giorno prima era solo l’inizio.

Arrivata a casa, a notte ormai inoltrata, si rese conto di essere davvero a pezzi, non vedeva l’ora di mettersi a letto. Stava per avviarsi su per le scale quando notò una luce provenire dal soggiorno, entrò e trovò Remus addormentato sul divano con un libro aperto appoggiato sul petto, sorrise nel vederlo così, probabilmente voleva aspettarla sveglio ma il sonno aveva preso il sopravvento, prese il libro mise il segnalibro tra le pagine aperte e lo ripose sul tavolino, poi si avvicinò a Remus e gli diede un bacio, lui si mosse nel sonno e poco dopo si svegli, «ben svegliato. Sai, dicono che il letto sia molto più comodo del divano per dormire» disse sorridendogli, «sì, credo che tutti quelli che lo dicono abbiano ragione» disse mettendosi seduto, «dai vieni, andiamo a dormire, domani sarà una giornata lunga, molto lunga» infatti, il giorno dopo sarebbero stati di turno tutto il giorno al quartier generale, Moody le aveva dato la “bella” notizia al lavoro, «già, puoi dirlo forte, ma fino a quando non sarà celebrato il matrimonio toccherà a noi fare i turni più lunghi» e così dicendo si avviarono verso la loro camera da letto.

*****

Prima di entrare al quartier generale entrambi fecero un grande respiro, era facile intuire che nessuno dei due moriva dalla voglia di cominciare il turno di sorveglianza.

Una volta entrati trovarono Narcisa che parlottava con il quadro della vecchia signora Black, appena il ritratto li vide entrare cominciò ad urlare ogni tipo d’insulti «mezzosangue! Schifosi mezzosangue in casa mia!! Imbratteranno tutte le mie cose!!» Narcisa sorrideva compiaciuta, pur di evitare di controbattere, o di andare a prenderla a schiaffi Narcisa, Tonks cominciò a fare dei grandi respiri, Remus le cinse la vita con un braccio come per incoraggiarla a calmarsi. Narcisa colse l’occasione al volo e bisbigliò qualcosa al quadro, la donna era sconvolta «tu! E tu dovresti essere parte di questa famiglia? Tu frutto del tradimento! Per di più accoppiata ad un lupo mannaro!» urlò, tra le risatine gelide di Narcisa, Tonks non riuscì a trattenersi si avvicinò a Narcisa e al Quadro, mollò uno schiaffo alla donna poi si rivolse al quadro, «io non faccio parte di questa famiglia, e sono fiera di non esserlo!» il quadrò si zittì immediatamente, poi si rivolse a Narcisa che nel frattempo si era portata una mano sulla guancia arrossata e la guardava inorridita, «ti diverti a prenderci in giro? Ti diverti a prendere in giro due persone che si amano? Almeno noi sappiamo amare, tu sei così arida e piena di odio che non sai nemmeno cosa sia l’amore. Ha fatto bene mia madre a lasciarvi tutti alle spalle e seguire mio padre, l’ammirerò sempre per il suo gesto! Se l’unico modo che hai per sentirti soddisfatta della tua vita è quella d’insultarci fai pure perché non m’importa delle cose che dirai sul mio conto o sul conto di Remus, io lo amo e tu con la tua lingua biforcuta non riuscirai mai a cambiare questo fatto. È vero Remus è un lupo mannaro, ma non m’importa perché è l’uomo più dolce e coraggioso del mondo!» urlò con tutto il fiato che aveva in corpo. Remus corse da lei, era quasi commosso dalle parole che le aveva sentito pronunciare sul suo conto, l’allontanò da Narcisa e la strinse a sé, in quel momento Tonks si sciolse in un pianto liberatorio «vieni, andiamo di sopra» disse Remus tenendola ancora tra le braccia. Narcisa li seguì con lo sguardo, era rimasta impietrita da quelle parole, mai nessuno era stato così diretto con lei, si girò verso il quadro, ma le tende si tirarono da sole nascondendo così il dipinto. Dopo essersi calmata Narcisa andò a stendersi sul divano del salotto.

Arrivati in camera Tonks stava ancora piangendo quando si sdraiò su letto, Remus si sedette vicino a lei e la lasciò sfogare «lo so che avevo promesso di non provocarla, e di non reagire alle provocazioni, ma non ce l’ho fatta, se non avessi parlato sarei esplosa» disse stringendosi a lui, «beh a questo punto hai fatto bene ad “urlarle” in faccia quello che le hai urlato, sai che fatica ripulire tutta la casa?» disse Remus cercando di tirarla su di morale, «amore, lo sai che certe volte sei davvero stupido» disse lei abbozzando un sorriso di gratitudine, e lanciandogli il cuscino in faccia, «si lo so, ma almeno sono riuscito a farti sorridere, giusto?» disse ridendo, «questo è vero…grazie» disse allungandosi per dargli un bacio, «sono io che dovrei ringraziare te» le disse Remus, «e perché?» chiese lei stupita, «per quello che hai detto sul mio conto» disse un poco imbarazzato «beh ho detto semplicemente la verità, sei davvero l’uomo più dolce e coraggioso del mondo» disse, Remus diventò rosso in volto, «hem.. grazie..» Disse imbarazzato, «ma guardati sei tutto rosso.. e da quando sei un timidone?» chiese, «beh se Sirius e James fossero qui ti direbbero da sempre..» gli rispose, lei lo baciò ancora una volta, «dovrò aggiungere tenero e timido alla lista di prima.. la prossima volta che urlerò contro Narcisa gli elencherò tutti e quattro» disse, «non ci provare…» disse lui stringendola tra le sue braccia.

Dato che Tonks si era calmata entrambi decisero di scendere al piano di sotto. Arrivati in fondo alle scale si divisero, Remus andò in cucina per controllare se c’erano messaggi da parte di Moody, mentre Tonks andò in salotto, entrando però trovò Narcisa ancora sdraiata sul divano, stava per andarsene quando la donna la fermò, «ferma, non te ne andare» disse, mettendosi seduta, Tonks si fermò di colpo, «vieni qui, siediti» disse indicando la poltrona, la ragazza non era abitata a ricevere ordini quindi si avvicinò ma non si sedette «ok fai come vuoi..ma ora mi devi ascoltare..» disse, fece un grande respiro poi cominciò

«davvero credi che io non sia in grado di amare? Come credi che mi sia sentita quando Voldemort è tornato e a ha richiamato Lucius? Sedici anni fa pensavo che finalmente eravamo liberi e che Lucius avrebbe abbandonato la strada dei mangiamorte. Invece no, Voldemort è di nuovo qui e a causa sua mio marito è finito ad Azkaban, come hai precisato tu qualche giorno fa. Io l’ho pregato fino a mettermi in ginocchio pur di no farlo partecipare a quella missione ma non mi ha dato retta, non so se per paura del suo padrone o per chissà quale assurda convinzione. Draco, d’altro canto è identico al padre, sempre a voler emergere, essere visto e ammirato da tutti. Nemmeno lui mi ha dato retta. Non volevo che diventasse un assassino, come purtroppo è diventato Lucius, è per amore che mi sono spinta fino a casa di Piton per implorarlo, l’ho obbligato a stringere il voto infrangibile. Tutto questo però non è servito a farmi riavere mio figlio. Loro sono la mia famiglia e nonostante i loro errori io li amo, che tu ci creda o no» concluse.

Per tutto il discorso di Narcisa Tonks rimase immobile e in silenzio, poi decise di sedersi sulla poltrona che prima la donna le aveva indicato, «questo lo capisco, ma non ti da il diritto di giudicare la mia vita, e le persone che amo» disse Tonks ancora sulla difensiva, «hai ragione, non e ho il diritto, e mi dispiace di averlo fatto» disse Narcisa. Tonks era incredula, Narcisa Malfoy a suo modo le stava chiedendo scusa, Remus era rimasto un poco in disparte per lasciare il tempo alle due donne di chiarirsi, anche lui come Tonks era stupido dalle scuse di Narcisa. Decise di farsi avanti «tutto bene?» chiese sedendosi vicino a Tonks, le due donne lo guardarono come se venisse da un'altra dimensione tanto erano assorte nei loro pensieri scaturiti da quella discussione, «se sono di troppo basta dirlo che torno di là» disse sorridendo, «no certo che non disturbi» disse Tonks, «Remus senti, volevo scusarmi anche con te. Lo so sono stata.. odiosa in questi giorni» disse Narcisa, «non ti preoccupare, è normale che tu abbia reagito così, in fondo ti abbiamo strappata dal tuo mondo.. anche io sarei un poco contrariato se fossi stato nei tuoi panni» disse sorridendogli comprensivo, «sei sempre il solito Remus, non cambierai mai vero?» disse Narcisa sorridendo a sua volta, «no non credo, sono fatto così» rispose Remus, «già. Ora se volte scusarmi dovrei andare in camera mia a sistemare le mie cose» così dicendo si alzò e uscì dal salotto.

Tonks era ancora stupefatta da quello che era appena successo, di distese sul divano appoggiando la testa sulle gambe di Remus,

«ma ti rendi conto che Narcisa Malfoy chi ha chiesto scusa?» gli chiese,

«sì, ma speravo che succedesse. Infondo non è mai stata davvero cattiva, o almeno non ai livelli di sua sorella Bellatrix» disse Remus,

«sembri conoscerle molto bene» disse a sua volta Tonks,

«beh eravamo tutti a scuola insieme anche se in anni diversi, Narcisa era l’unico membro della famiglia Black, a parte Sirius, a parlare con tua madre. Sebbene di nascosto» le disse,

«dici davvero? Non lo sapevo» commentò Tonks,

«Non mi stupisce questa cosa. La famiglia Black è sempre stato un “Clan” particolare, ogni volta che arrivava una lettera, o qualcosa di simile, che portava il sigillo Black, sia Sirius che tua madre rimanevano di cattivo umore per giorni. Ma nonostante questo tra Andromeda e Narcisa c’è sempre stato un non so che di particolare che impediva loro di odiarsi» le raccontò

«forse è perché mia madre la sentiva sempre come la sorellina piccola, impossibile da odiare» disse Tonks,

«può darsi, fatto sta che mi sembra strano che non si siano più tenute in contatto dopo Hogwarts, soprattutto dopo quello che ho visto nella stanza segreta» disse un poco soprappensiero,

«camera segreta? Quale camera segreta?» chiese improvvisamente Tonks mettendosi seduta,

«cosa? O è vero non ti ho più parlato della mia scoperta, ma con tutto quello che è successo in questi due giorni mi è passato di mente. Vieni con me!» disse prendendola per mano e conducendola su per le scale.

Arrivarono così nel corridoio dove Remus aveva fatto la sua scoperta, «ma qui non ci siamo mai stati.. credi che sia sicuro venirci?» chiese Tonks guardandosi in giro, «sì, ho aperto tutte le porte, almeno quelle che non sono chiuse a chiave, e non ho trovato niente di pericoloso. Eccoci arrivati, fai attenzione» le disse, e facendo un poco di pressione sulla parete con una mano, il muro si aprì. Remus la fece entrare per prima e Tonks cominciò subito a guardarsi in giro, sfogliò alcuni fogli di pergamena, in cui riconobbe la scrittura della madre, e i fogli da disegno poggiati sulla scrivania, poi andò verso la libreria e anche lei come Remus si stupì di trovarici tantissimi libri babbani, si girò verso Remus che la stava osservando, «hai gia aperto quell’armadio? Sai cosa contiene?» chiese, «no, ci sono stato solo una volta qui, non ho avuto tempo di guardare..» le rispose, Tonks decise di andare ad aprirlo. Quando spalancò le ante una grossa nube di polvere la investì, «oddio.. sono secoli che nessuno apre questo coso!» disse Tonks, Remus scoppiò a ridere vedendola completamente ricoperta di polvere, «e non ridere tu!» lo rimproverò, poi tornò a guardare l’armadio. Al suo interno erano custoditi alcuni abiti particolarmente colorati, alcuni giocattoli e altri libri, «guarda che carini questi vestiti hanno dei colori fantastici» disse Tonks, «è vero, ma come mai sono qui dentro?» chiese Remus, «mia madre una volta mi ha detto che i colori erano quasi banditi in questa casa, soprattutto colori così allegri, stessa cosa vale per i giocattoli. Le uniche cose importati in questa casa erano le buone maniere e il rispetto per il sangue puro. Probabilmente questo è uno dei pochi luoghi, a parte Hogwarts dove poteva essere se stessa» commentò Tonks, «e non solo lei» disse una voce alle loro spalle, Narcisa entrò nella piccola stanza e cominciò a guardarsi in giro, «tutte e tre ci sentivano più libere qui dentro. E pensare che l’avevamo scoperta un pomeriggio, per caso. Stavamo scappando da Regulus che come al solito se la prendeva con noi, senza fiato ci appoggiamo al muro, ma questo improvvisamente si aprì. Sentimmo i passi pesanti di Regulus richiudemmo subito il muro dietro di noi così che non ci potesse vedere. Da quel giorno eleggemmo questa stanza come il nostro posto segreto. Appena avevamo un momento libero correvamo qui per giocare o a disegnare e scrivere. Ma come tutte le cose belle della nostra infanzia anche questo posto col tempo fu quasi dimenticato, fino a degenerare del tutto quando Andromeda se ne andò per seguire Ted, subito dopo Bellatrix si unì ai mangiamorte e io, decisi di sposarmi con Lucius» mentre Narcisa raccontava tutte questa cose passò in rassegna tutta la stanza, sfiorando con tocco leggero i fogli di pergamena, i cuscini e anche i vestiti, «questi li ha fatti tua madre lo sai? Ha avuto sempre una grandissima passione per i colori» disse a Tonks, «già, è ancora così, vedessi casa nostra, ogni stanza ha un colore diverso» disse sorridendo, «lo posso immaginare, da piccola diceva sempre, “da grande voglio una casa tutta colorata” ma ho notato che anche a te piacciono» disse ancora Narcisa, «è vero, potevo scegliere di tenere i capelli del mio colore naturale, ma mi piace troppo cambiarli» le disse dandogli alcune piccole dimostrazioni, «molto interessante, così non ti serve il parrucchiere» disse ridendo, era la prima volta che la sentivano ridere e Tonks non poté fare a meno di notare che la sua risata era simile a quella di sua madre.

Subito dopo decisero di uscire dalla stanza, «eravate molto unite da piccole vero?» chiese Tonks, «sì, lo eravamo. Ma quello era tanto tempo fa» rispose e senza dire altro se ne andò. Tonks la osservò mentre se ne andava, mentre Remus guardava lei, «amore, sento le tue rotelle girare.. cos’hai in mente…» chiese sospettoso, «chi io? Niente perché?» chiese a sua volta Tonks, facendo la faccia innocente, «sì proprio tu.. stai pensando a qualcosa.. ma preventivamente ti dico.. non farlo.. qualsiasi cosa tu abbia in mente non farlo» disse Remus fissandola attentamente, «come sei sospettoso..» disse ancora Tonks, e corse via, «vieni qui!» disse Remus correndogli dietro.

*****

La mattina seguente Tonks si alzò molto presto, «amore cosa ci fai gia sveglia a quest’ora?» le chiese Remus, «mi sono ricordata di avere un impegno, ci vediamo oggi pomeriggio» rispose dandogli un bacio e uscendo dalla camera alla velocità della luce. Remus non era tranquillo, la conosceva bene e come il giorno precedente sentiva che sarebbe successo qualcosa, ma non riusciva a capire se si trattava di qualcosa di buono o meno. Decise di rimanere al quartier generale, ora che le acque si erano calmante con Narcisa, non sentiva più il bisogno di fuggire da quella casa.

Nel frattempo, Tonks, con uno schioppo apparve in una piccola stradina secondaria di un paese di campagna, si avviò con passo spedito verso a una casa in cima a una collina. Arrivata davanti al piccolo cancello bianco che circondava tutto il giardino si fermò qualche istante a contemplare la casa della sua infanzia dove per anni aveva vissuto felice e spensierata. Dopo aver percorso il vialetto bussò alla porta, dopo pochissimi istanti una donna piuttosto alta, con i capelli castani e gli occhi verdi «ciao tesoro! Ma che bella sorpresa» disse Andromeda facendola entrare, «ciao mamma, te l’avevo detto che prima o poi sarei tornata a trovarti» disse Tonks accomodarsi nel piccolo salotto,

«come mai Remus non è venuto con te? Sono anni che non lo vedo» disse la donna,

«non è potuto venire, è di turno al quartier generale, ma mi ha detto di salutarti» mentì Tonks, non voleva svelare subito il vero motivo per cui si trovava lì,

«e come vanno le cose tra di voi? Non puoi immaginare quanto mi ha sorpresa la tua lettera in cui mi dicevi che stavate insieme» confessò

«lo posso immaginare. Devo ammettere che all’inizio ero convinta che tu e papà ve la sareste presa per questa storia» disse a sua volta Tonks,

«e per quale motivo?» chiese stupita Andromeda,

«beh forse per la nostra differenza d’età, o forse perché è un lupo mannaro» disse ancora Tonks,

«no certo no. Niente di tutto questo, è solo che mai avrei pensato che qualcuno riuscisse a sopportare tutti i tuoi disastri» disse Andromeda,

«tante grazie mamma…» disse risentita,

«ma dai, scherzavo! Sono davvero contenta per voi due» disse ridendo Andromeda.

Le due donne parlarono ancora a lungo, di tutto quello che era successo negli ultimi mesi, Andromeda era ancora addolorata per la scomparsa di Silente, anche lei come tutti gli altri lo aveva sempre stimato e sapere che ora non era più tra loro era stato un duro colpo, «manca a tutti, era come una guida per noi, ora invece dovremo andare avanti senza di lui, non sarà facile ma con Moody e Remus siamo in buone mani» commentò Tonks, «sì ne sono certa. E come vanno le cose al quartier generale?» chiese Andromeda, Tonks esitò per qualche istante, «beh, vanno bene ora, anche se non nego che fino a ieri mattina ci sono state parecchie tensioni…» Disse, «come mai?» chiese incuriosita Andromeda, «beh Silente ci ha affidato un ultima missione.. abbiamo dovuto portare Narcisa al quartier generale» disse tutto d’un fiato. Andromeda si paralizzò al suono del nome della sorella, per anni aveva cercato di dimenticarla, anzi, di dimenticarli tutti. Capendo il suo stato d’animo Tonks le raccontò della stanza segreta, convinta che le avrebbe risollevato il morale, «davvero? E come avete fatto a trovare quella stanza?» chiese incuriosita Andromeda, «l’ha scoperta Remus per caso l’altro giorno. Ho trovato anche dei vestiti in un armadio. Narcisa mi ha detto che li hai fatti tu» disse ancora cauta, «si me la cavavo come sarta. Ma dimmi.. come sta? Narcisa dico..» chiese improvvisamente Andromeda, «beh a parte che il marito è ad Azkaban, il figlio è chissà dove con i mangiamorte e Voldemort e lei ha dovuto lasciare il suo maniero.. direi che sta bene» disse Tonks, «capisco, non deve essere facile per lei» commentò, «perché non vieni al quartier generale? Sono sicura che le sarebbe d’aiuto» disse Tonks, «cosa? stai scherzando vero?» chiese stupita per la richiesta della figlia, «hai capito benissimo, oggi ho parlato con lei, e dalla sua faccia ho capito che le manchi, e so che anche lei manca a te, solo che no lo vuoi ammettere» disse ancora Tonks, «no, tu non capisci, ho giurato a me stessa che non avrei più avuto a che fare con quella famiglia, e nemmeno con quella casa» disse alzandosi di colpo dalla poltrona su cui era seduta, «mamma, ma le cose cambiano, anche le persone cambiano e anche i tempi cambiano» la imitò Tonks, «io.. io non posso rivederla..e non posso rimettere piede in quella casa» disse Andromeda stringendo i pugni, «mamma, ti prego, dammi retta. Se non la incontri ora non lo farai mai più, e se fosse così sono certe che un giorno te ne pentirai» le disse Tonks prendendole una mano, «tu credi?» le chiese, Tonks annuì, «ok va bene, mi sistemo un poco» disse dirigendosi verso le scale.

Nel giro di un paio d’ore si ritrovarono davanti al portone di casa Black, Andromeda esitò parecchi minuti prima di decidersi a seguire la figlia. Appena mise piede nell’atrio la donna ebbe un fremito l’ungo la schiena, fin da piccola aveva considerato quella casa una sorta di prigione da cui era scappata volentieri, e ora eccola lì in procinto d’affrontare almeno uno dei numerosi fantasmi del passato. A distrarla dai suoi pensieri ci pensò Remus, «Ciao Andromeda, che piacere rivederti!» disse abbracciandola, «ciao Remus, era da tanto tempo che volevo venire a trovarvi.. ed eccomi qui» disse poco convinta, «capisco..» commentò Remus che però in quel momento posò il suo sguardo su Tonks, la quale la guardava con un’arida da finta santarellina, «vieni, spostiamoci in salotto, non vorrei che il quadro della vecchia arpia ricominci ad insultarci» disse Remus facendo strada, «vecchia arpia?» chiese Andromeda, «sì, la madre di Sirius come ultimo desidero prima di morire ha fatto appendere un suo quadro. E al minimo rumore le tende si aprono e comincia ad insultare qualsiasi persona non ritenga degna di abitare casa sua» le rispose Tonks, «simpatica come sempre..» disse infine Andromeda.

I tre rimasero a parlare nel salotto per qualche minuto poi, improvvisamente, la porta si aprì e Narcisa fece il suo ingresso nella stanza. Il silenzio calò tra i presenti come un pensate drappo di broccato. Le due sorelle si guardavano senza dire una parola, come se non potessero credere ai loro occhi, Remus e Tonks continuavano a posare lo sguardo prima su una e poi sull’altra aspettando che si decidessero a parlare, fu Andromeda a interrompere quell’imbarazzante silenzio «ciao Narcisa, ti trovo bene» disse con tono freddo, ma che sotto sotto lasciava trasparire un certo nervosismo, «Grazie. Anche io ti trovo bene» rispose Narcisa, e il silenzio ricadde nella stanza. Remus prese per mano Tonks e le fece segno di alzarsi, «noi due dobbiamo assetarci per qualche minuto, se volete al nostro ritorno possiamo portarvi qualcosa» disse, ma le due donne sembravano non ascoltarlo, così i due sparirono dietro la porta, lasciandole sole.

La situazione sembrava ad un punto morto, nessuna delle due sembrava non aver nessuna intenzione di fare il primo passo, quando finalmente

«che assurdità, non ci vediamo da ventitre anni e l’unica cosa che siamo in grado di dirci è “ ti trovo bene”» sospirò Andromeda,

«è vero, possibile che ci siamo ridotte a questo punto?» commentò Narcisa,

«è incredibile come il tempo cambi le persone, abbiamo seguito strade diverse e questi sono i risultati» disse Andromeda,

«già da quando ci hai abbandonate sono cambiate molte cose» disse piano Narcisa,

«abbandonate? cosa credi che io mi sia divertita ad andarmene così? Non potevo fare altrimenti, sono stata messa davanti ad una scelta, non potevo continuare a vivere così. Quello, anzi questo, mondo non mi è mai appartenuto e tu lo sai, preferivi avermi qui ma infelice o sapermi lontana ma finalmente appagata? Probabilmente ai tuoi occhi sarò sembrava egoista, ma volevo essere felice, e qui non lo ero» le disse,

«lo so, lo capisco. Ma ciò non toglie che io mi sia sentita abbandonata, sono rimasta qui, in questa casa da sola dopo che tu te ne sei andata» disse guardandola dritta negli occhi,

«ma come da sola? E Bella?» chiese stupita

«Bella, appena te ne sei andata lei si è aggregata ai mangiamorte con quel suo fidanzato Rodolphus Lestrange, che poi ha sposato. Così io mi sono ritrovata qui da sola, fino a quando non mi sono sposata con Lucius» disse Narcisa,

«non ne avevo idea, mi dispiace» le rispose Andromeda abbassando lo sguardo,

«già, ma come dici tu, abbiamo seguito tutte strade diverse» disse Narcisa, per poi far ripiombare il silenzio tra loro.

Narcisa però si rese subito conto di essere stata troppo dura con la sorella, quindi tentò di rimediare, «tua figlia ti assomiglia molto» disse, «è vero, anche se lei è molto più esuberante di me, chissà se Remus sarà in grado di calmarla un poco» commentò con un lieve sorriso,

«non credo che ce ne sarà bisogno. Devo ammettere che mi ha sorpreso molto» disse

«cosa intendi dire?» chiese Andromeda,

«diciamo che all’inizio ci sono stati parecchi scontri tra me e lei. E devo ammettere che forse in parte è anche colpa mia, ma lei vi ha difeso sempre a spada tratta» le rispose

«ha difeso me e chi?» Andromeda continuava a non capire

«te, tuo marito e anche Remus» disse infine

«cos’hai contro Remus? è sempre stato un ragazzo adorabile, fin dai tempi della scuola» disse con una nota di stupore nella voce

«lo so ora comincio a conoscerlo un poco meglio.. è solo che..beh ecco.. all’inizio, sapendo che lei era tua figlia, e sapendo che Remus è un.. un lupo mannaro sono rimasta un poco scioccata» disse Narcisa un poco mortificata, «capisco. Beh lui è così solo per una notte al mese. Per il resto è una persona per bene» le disse,

«è la stessa cosa che ha detto Tonks. È proprio tua figlia. Ma ora che ci penso, perché si fa chiamare per cognome?» chiese

«dice che non le piace il nome che le ho dato, eppure a me Ninfadora sembra un bellissimo nome» disse Andromeda

«bene ora capisco perché si fa chiamare per cognome. Grazie per il chiarimento» rise Narcisa.

Nel frattempo in cucina, Remus cercava di fare il punto della situazione, «lo sapevo che avresti fatto una cosa del genere» le disse, «cosa vorresti dire?» chiese Tonks, «beh, semplicemente che immaginavo che non saresti stata a guardare senza fare niente. Solo che non pensavo che avresti agito così in fretta» le rispose, «diciamo che è stata una sorta di ispirazione del momento» si giustificò con un sorriso, «beh non ci resta che sperare che la tua “ispirazione del momento” non si riveli potenzialmente disastrosa» disse Remus, «no, io sono convita che sistemeranno le cose, certo non sarà facile superare ventitre anni di silenzio, ma dovranno pur cominciare da qualche parte» sorrise Tonks, «questo è vero. Vedremo cos’accadrà» sospirò Remus, «ma secondo te cosa si staranno dicendo?» chiese Tonks pensierosa, «non ne ho idea. Forse si staranno chiarendo» le disse Remus, «si è probabile. Speriamo almeno che non si mettano a litigare… Amore…» disse Tonks guardandolo con la sua solita aria da bambina che usava quando voleva convincerlo a fare qualcosa di poco ortodosso, «quel tuo sguardo non mi suggerisce niente di buono..» commentò Remus, «mi spieghi perché pensi sempre male?» disse quasi offese, «semplice, perché ti conosco.. comunque cosa vuoi?» le chiese, «andiamo a vedere cosa succede» disse con gli occhi che le brillavano dalla curiosità, «no. No e ancora no. Lo hai detto anche tu che non si vedono da ventitre anni, non credi che abbino bisogno di un poco di privacy?» disse Remus «no, sono stata io a farle incontrare. Credo di avere il diritto si sapere come sta andando» disse incrociando le braccia, «non ti è passato per la mente che quando saranno pronte te ne parleranno?» le chiese ancora sorridendo tra se e se, l’adorava quando faceva così, «e pretendi che io aspetti così tanto» lo guardò stupita, «beh, in effetti, ci speravo» sospirò ancora Remus, «eddai, andiamo a vedere.. dai, dai.. cosa ti costa… fallo per me…» disse avvicinandosi e abbracciandolo, «no, non riprovare… Tonks, questo è molto sleale da parte tua..» disse cercando di resistere, ma Tonks aveva tutte le armi necessarie per convincerlo «amore, lo sai che non mi puoi resistere, quindi smettila di opporre resistenza e vieni con me a vedere cosa succede in salotto» disse ancora Tonks, «tu sei diabolica..ok, ok.. andiamo» disse Remus rassegnato.

Arrivati davanti alla porta del salotto, Tonks accostò un orecchio alla porta, «non riesco a sentire niente.. chissà se i gemelli hanno lasciato da qualche parte alcune di quelle orecchie oblunghe» disse, «Ora non ti sembra di esagerare? Se stanno zitte vuol dire che non hanno niente da dirsi» le disse Remus stando un poco lontano dalla porta, «no, non ci credo..ora provo ad aprire un poco la porta.. magari si riuscirà a sentire qualcosa» disse, e così fece, con una lentezza infinita abbassò la maniglia e la spinse per qualche centimetro, ma accostandosi di nuovo alla porta non sentì ancora alcun rumore, «ma si può sapere cosa sta succedendo?» bisbigliò, poi senza che Remus ebbe il tempo di rispondere Tonks perse l’equilibro e con un tonfo entrò nel salotto, «scusate! Non volevo….» disse per giustificarsi ma guardandosi in torno non vide nessuno, «tutto bene?» le chiese Remus aiutandola ad alzarsi «ecco svelato il mistero..non sono qui..» disse ancora, «lo vedo anche io che non sono qui.. ma ora la domanda è.. dove sono andate?» chiese Tonks, «beh io una mezza idea ce l’avrei» disse Remus, «e cioè? Non tenermi sulle spine..» lo incalzò «beh probabilmente sono andate nella loro stanza segreta, non credi?» rispose, «è vero! Presto, andiamo» e prendendolo per mano lo trascinò fino al corridoio che ormai conoscevano anche fin troppo bene «ora zitto…» disse premendosi il dito sulla bocca, Remus sospirò guardando in alto.

La parete era aperta e finalmente Tonks riuscì a sentire le voci della madre e di Narcisa che parlavano tranquillamente «e quella volta che io e Bella ti abbiamo travestita da bambola?» disse Andromeda, «e chi se lo scorda, quel trucco ci ho messo giorni e giorni per toglierlo.. per fortuna che i nostri genitori non erano in casa..» le rispose Narcisa, «però devo ammettere che eri davvero carina conciata in quelle modo» rise Andromeda, «si certo.. come no..» disse a sua volta Narcisa.

Tonks continuava ad ascoltare ma Remus la prese per una mano e l’allontanò dalla stanza, «ma che fai?» chiese Tonks, «hai ascoltato abbastanza. Stanno bene, parlano tra loro e non abbiamo sentito nessuna maledizione, quindi ce ne possiamo andare» le disse con fermezza, «non è vero! Devo chiedere loro una cosa..» disse tentando di liberarsi, «e che cosa?» chiese Remus, «ecco.. devo chiedergli se vogliono cenare, ormai è tardi stanno parlando da tutto il pomeriggio, avranno fame» disse, «scenderanno se e quando ne avranno voglia, ora tu vieni con me» disse portandola fino in cucina, dove mangiarono qualcosa prima di andare nella loro stanza. Una vota entrati Tonks si rese conto di essersi comportata come una bambina, «amore, scusa per prima. Lo so certe volte mi comporto come una bambina capricciosa, è solo che ero curiosa di sapere come andava tra quelle due» disse, «non ti preoccupare, lo capisco benissimo. In fondo anche io ero curioso, lo devo ammettere» disse senza guardarla, «e poi ti amo anche per questo, amo tutto di te. Anche la tua incontrollata curiosità» disse ancora questa volta guardandola dritta negli occhi, Tonks divenne tutta rossa in viso, gli si avvicinò e lo baciò, «grazie..» disse, staccandosi, «e di cosa?» le chiese, «di tutto. Per essere qui, per sopportarmi con infinita pazienza e per amarmi così come sono» rispose e lo baciò ancora e ancora.

Narcisa e Andromeda passarono tutta la sera e la notte a parlare nella loro “stanza segreta”. I ventitre anni passati lontane l’una dall’altra erano stati lunghi e pieni di avvenimenti che ora sentivano il bisogno di condividere. Certo non sarebbero riuscite a raccontarsi tutto in una notte ma quello era gia un piccolo passo. Finalmente dopo anni di lontananza le due donne si sentivano di nuove due sorelle.

   
 
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