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Autore: AlenaC    15/07/2011    0 recensioni
Il primo bacio tra Isabella e Edward..
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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QUANDO HO APERTO GLI OCCHI….
Il sole rendeva tutto così bello.
Alena era davvero splendida, me ne ero innamorata sin dal primo istante. Li in piedi, sulla cima di una collina, ammiravo la costa. Da li sopra si scorgevano le torri dello splendido palazzo che sorgeva accanto alla scogliera, dove il mare si infrangeva con violenza. Il mio palazzo. Il mare era particolarmente burrascoso quel giorno. Il rumore delle onde contro gli scogli si sentiva fin da li sopra. Adoravo ammirare quella natura. Sulla terra gli uomini avevano distrutto tutto ciò che si sarebbe potuto avvicinare a quella bellezza. Mi godevo la pace e la serenità di quel luogo. Era un modo per fuggire ai miei pensieri. Erano accadute troppe cose. Ero diventata vampira, avevo scoperto che le mie migliori amiche Alice e Rosalie erano mie sorelle. Avevo conosciuto il mio vero padre, Carivan. La mia vera madre, Susan, era invece morta anni fa.
Davvero troppe cose.
“Bella !” mi sentii chiamare. Quando mi voltai non riuscii a trattenere una smorfia di fastidio.
Edward.
Un’altra delle tante novità. Si era subito addossato il compito di aiutare me e le mie sorelle nel drastico cambiamento da umane a vampire. All’iniziò ne ero stata felice, Edward mi piaceva. Ma avevo imparato a conoscerlo ed ero stufa dei suoi raggiri, del suo egoismo, della sua arroganza. Era presuntuoso, stronzo ed egocentrico. L’unico suo pregio era la sua innaturale bellezza.
“Edward.. che ci fai qui ?” domandai.
“Ti ho cercata dappertutto. Ho bisogno di parlarti”
“Proprio adesso ?” chiesi palesemente infastidita.
“Per favore.. è importante”
Sbuffai.
“Mi auguro lo sia davvero”
“Credimi, lo è”
“Allora avanti, dimmi”
“Ehm veramente.. vorrei portarti in un posto”
Rimasi davvero sorpresa. Io e lui da un po’ di tempo non avevamo nessun tipo di rapporto. Se non di fastidio reciproco. Era insolitamente gentile, quel giorno. Un altro dei suoi raggiri, pensai.
“Non puoi dirmelo qui ?”
“è una cosa davvero importante e vorrei dirtela in un posto che è.. si beh è… ecco speciale”
“Uhm, speciale dici ?” chiesi scettica.
“Si, speciale”
“Va bene, andiamo in questo posto speciale allora. Come ci arriviamo ?”
Cercai di evitare di guardare il sorriso di trionfo che era apparso sul volto, era esasperante.
“A cavallo” disse superandomi e scendendo per la collina.
Rimasi sconvolta.
“A cavallo ? Ma non ho ancora domato Havana !”
“Tranquilla penserò a tutto io”
“Ehm.. okey”
Davvero molto strano.
 
Scendemmo la collina e raggiungemmo il palazzo. Senza scambiarci una parola. C’era uno strano silenzio tra di noi. Un silenzio quasi.. si direi proprio un silenzio di imbarazzo.
Arrivammo alle scuderie. Erano enormi, e i cavalli erano uno più bello dell’altro. Tutti di razza, stalloni e giumente provienenti da ogni parte del mondo. E la cosa più interessante erano i loro nomi, davvero assurdi. Su Alena i cavalli erano come delle specie di divinità, si diceva che ognuno era predestinato ad un cavallo. Io ero predestinata a una cavalla chiamata Havana, anch’essa aveva in corpo una fonte di energia. Persino alcuni cavalli, come i vampiri, possedevano una sorta di “poteri”. Il cavallo di Edward si chiamava Vinur.
Prese una sella e sellò Vinur. Era molto simile ad Havana. Erano entrambi particolarmente grandi ed avevano un manto lucido e nero come la pece. L’unica differenza era che Vinur aveva una stella bianca sul muso. E Havana aveva un corpo più slanciato. Ma per il resto davvero sembravano gemelli.
“Su, monta” disse Edward con un sorrisetto compiaciuto.
Sembrava molto a suo agio tra i cavalli.
“Su Vinur ?” chiesi sbalordita.
Gli aleniani credevano che ogni cavallo potesse essere montato solamente dal proprio cavaliere.
“Si, tranquilla salirò anche io su di lui. Andrà tutto bene. Vinur è un cavallo mansueto”
“Okey ma.. forse è meglio che monti prima tu”
“Va bene”.
Saltò agilmente sulla sella e mi tese una mano per aiutarmi a salire.
Evitai la sua mano di proposito. Salii dietro di lui.
“Tieniti pure” disse accennando ai suoi fianchi.
Appoggiai le mani sui suoi fianchi, il più leggermente possibile.
“Vinur kà! Schaissè”. Con i cavalli si parlava esclusivamente aleniano.
Vinur galoppava per l’isola.
L’aria dal sapore di salsedine soffiava in torno a noi.
Gli alberi scorrevano di fianco a me confondendosi in unica macchia di colore.
Avevo dimenticato di non essere sola.
 
“Non guardare”
“No non guardo, me lo hai ripetuto dieci volte!”
“Lo so è solo che non devi guardare se no ti rovini la sorpresa”
“Ok va bene ma tra quanto arriviamo ?”
“Ecco, siamo arrivati”
Smaniavo dal desiderio di sapere dove mi avesse portato. Non appena avevamo abbandonato i cavalli avevo perso del tutto l’orientamento.
“Posso aprire gli occhi ?”
“Si, aprili”
Aprii gli occhi.
Era la cosa più bella che avessi mai visto.
Avevamo attraversato la foresta ed ora eravamo ai piedi di uno scoglio che si protendeva verso il mare. La cosa spettacolare era il sole.
Era enorme e di un rosso acceso, stava tramontando e sembrava annegare nel mare.
La linea che divivideva il cielo dal mare si distingueva appena. Entrambi erano striati di rosso e rosa. I gabbiani volteggiavano in lontananza.
Era.. magico.
“Io.. non ho parole. È meraviglioso”
“Lo so”
“Ma.. perché mi hai portato qui ?”
Chiesi senza staccare gli occhi dal sole.
“Perché ti devo parlare”
“Si questo lo so ma perché proprio qui ?”
“Sinceramente non lo so, ho pensato fosse il posto giusto”
Non capivo. Era tutto così assurdo.
“Beh allora cosa mi dovevi dire ?”
“Volevo chiederti scusa ”
“Chiedermi scusa ? E per cosa ?”
“Per essere uno stronzo. Per trattarti come non meriti di essere trattata. Mi dispiace, io sono fatto così. Cerco di essere diverso ma non ne sono capace. Quando ti ho conosciuto non ho potuto fare a meno di pensare che saresti stata utile a realizzare il mio sogno. Io ero.. folle! L’unica cosa che mi importava era il potere. Non so perché sono diventato così. Mi dispiace averti usato. Non avrei mai dovuto farlo”
“Tu mi hai usato ? Non capisco..”
“Bella io.. io miravo al trono di tuo padre”
Indietreggiai. Non potevo crederci. Provai un senso di repulsione. Mi sentii ridicola.
“Non posso crederci..”
“Bella mi dispiace” disse afferrando il mio braccio per trattenermi.
Spinsi via la sua mano
“Non mi toccare”
“Bella ti prego io ho provato a cambiare. Mi sono pentito di ciò che ho fatto. Ho sbagliato ma ora non ti sto più usando. Il potere non mi interessa più lo giuro. Io non sono più così, da quando..”
“Da quando cosa ?” domandai sprezzante.
“Da quando.. mi sono innamorato di te”
 
Avrei voluto avere un cuore, per sentirlo battere.
 
Aveva abbassato lo sguardo. Mi avvicinai. Non mi rendevo nemmeno conto di ciò che stavo facendo. Volevo solo sapere se stava dicendo la verità. Gli sollevai il mento e lo guardai negli occhi. Quanto ero cretina. Si era arrogante, presuntuoso, stronzo, egoista, egocentrico. Ma mi era piaciuto sin dal primo istante. Con quegli occhi verdi e quei capelli rossi perennemente spettinati. Amavo i suoi difetti semplicemente perché erano suoi.
“è la verità ?” chiesi titubante.
Lui annuì. Sembrava un bambino spaventato.
“Ti amo” sussurrai.
Appoggiai delicatamente le mie labbra sulle sue.
 
Fu come se avessi aperto gli occhi solo allora. 
  
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