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Autore: Alexys_Tenshi    16/07/2011    0 recensioni
[Fic classificata seconda al contest "Yuri World" indetto da Ghen sul forum di EFP]
Il treno arrivò alla stazione ed io scesi, cercando di non farmi investire dalla folla di gente che saliva. Scesi le scale ed imboccai il corridoio per l’uscita. Fuori il tempo non era dei migliori, infatti nuvoloni grigi si avvicinavano sempre più nella mia direzione.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa fic si è classificata Seconda al contest "Yuri World" indetto da Ghen sul forum di EFP.

• TITOLO: Quando
entrasti nella mia vita.
• RATING: Verde
• GENERE: Generale
• AVVERTIMENTI: One-shot
• COMMENTO DELL’AUTORE:

N.d.A:Davvero molto felice di essere arrivata seconda! Non me l'aspettavo. Complimenti anche a Talismaa e TuttaColpaDelCielo che hanno partecipato con me [ :) ]. Spero che qualcuno riesca ad arrivare fino alla fine della fic XD
Saluti, Killuale

Quando entrasti nella mia vita.

Il treno arrivò alla stazione ed io scesi, cercando di non farmi investire dalla folla di gente che saliva. Scesi le scale ed imboccai il corridoio per l’uscita. Fuori il tempo non era dei migliori, infatti nuvoloni grigi si avvicinavano sempre più nella mia direzione.

Attraversai la strada ed arrivai alla piazza centrale. Questa era attorniata da vari negozi dove, dopo una ventina di metri, vi erano cinque scalini che percorrevano tutta la piazza nel cui centro vi era una fontana a forma circolare.

Vidi un uomo con un carretto di hot dog e, constatando che erano le due ed io non avevo mangiato dalle sette di quella mattina, decisi di comprarne uno. Pensai di andare a sedermi vicino alla fontana, ma con mio grande dispiacere, una fitta pioggia cominciò a cadere dai nuvoloni visti all’uscita dalla stazione.

Corsi a ripararmi sotto un ampio corridoio al coperto che si trovava al lato della piazza, e mi sedetti sotto la porta del vecchio cinema. Presi dal mio zaino il libro che stavo leggendo e, stando attenta a non sporcare le pagine con la mostarda del panino, continua la lettura aspettando che finisse di piovere.

Dopo un quarto d’ora la situazione non cambiò di una virgola. Mi trovavo sotto quel corridoio con un uomo che suonava un sassofono, mentre ad una decina di metri da me un gruppo di ragazzi con skateboard cercavano di eseguire delle acrobazie davvero difficili.

Mi era perfino passata la voglia di leggere così posai il libro nel mio zaino ed iniziai a guardare le acrobazie del gruppo. Dovevo dire che alcuni erano davvero bravi, mentre altri cadevano di continuo.

Tra di loro, qualche metro più vicino a dove mi trovavo io, notai due ragazzi. Uno aveva corti capelli castani, del mio stesso colore, ed occhi nocciola; indossava una maglietta nera, un pantalone nero un po’ rotto sulla gamba destra e scarpe da ginnastica. Cercava di insegnare un acrobazia all’altro ragazzo che indossava una felpa blu scuro, dei jeans larghi e delle scarpette blu. In testa portava un cappello con visiera blu.

Il secondo ragazzo prese velocità con lo skate e si diede lo slancio cercando di girare in aria. Purtroppo la cosa non andò per il meglio ed il giovane cadde a terra perdendo il cappello. E fu proprio questo a far scoprire che il ragazzo in realtà era una ragazza. Una ragazza dai capelli neri e lunghi.

Questa si rialzò subito e, dopo aver recuperato il cappello da terra, venne nella mia direzione. “Cosa? Perché quella ragazza si stava avvicinando a me?”

A pochi passi da me si abbassò e prese il suo skate, che aveva finito per arrivare vicino ai miei piedi.

<< Non ti sei fatta male vero? >> chiesi senza pensare.

La ragazza mi guardò con i suoi occhi verde smeraldo.

<< No >> rispose con una voce gentile. << Scusa, mi siedo un attimo vicino a te. Voglio controllare che lo skate non sia rotto. >> disse mentre si sedette.

Dopo aver controllato che il suo skateboard fosse ancora integro allungò una mano verso di me.

<< Flavia. Piacere. >> disse sorridendo.

<< Nicole, piacere mio. >> risposi stringendole la mano.

Flavia era una ragazza davvero divertente. Aveva cominciato a parlare con me come se ci conoscessimo da una vita. Mi raccontò che non andava più a scuola e che i suoi genitori non la consideravano affatto, per questo passava più tempo in strada con i suoi amici che a casa sua.

Mi disse che era l’unica ragazza del gruppo e che per lei quei ragazzi erano come la sua seconda famiglia, loro la trattavano come una sorella minore e non li avrebbe mai lasciati.

<< Dai, andiamo da loro così te li presento. >> disse prendendomi per un braccio.

<< No aspetta… non credo che vogliano conoscermi.>> dissi, ma ormai Flavia mi aveva già trascinata da loro.

<< Ragazzi, questa è Nicole una mia nuova amica. >> disse Flavia.

“Io una sua amica? Ma se ci siamo appena conosciute!”

<< Salve a tutti. >> salutai il gruppo timidamente.

Tutti i ragazzi mi salutarono. Diedi il cinque ad ogni ragazzo che mi veniva presentato. Erano un gruppo di dieci persone compreso Flavia.

Passai un’ ora con loro e, quando finalmente il cielo divenne di nuovo sereno, me ne andai a casa.

***

Il giorno seguente mi trovavo di nuovo lì insieme a Flavia ed al gruppo. Passai tutti i pomeriggi con loro per una settimana intera.

Flavia decise che doveva insegnarmi ad andare sullo skate, ma dopo aver visto che io e quell’oggetto non eravamo per nulla compatibili si arrese. Passavamo molto tempo a parlare, così anche io gli raccontai di me e della mia vita, della mia famiglia e della scuola.

Un giorno mi chiese come mai avevo sempre un libro a portata di mano.

<< Beh, per me i libri sono… come tu con lo skateboard. Inseparabili. >> le risposi, e lei mi sorrise con un sorriso davvero dolce e bello.

<< Allora sono la tua vita… perché andare in skate è la mia. >> mi disse sistemandosi meglio il cappello.

<< Si, lo sono. >> dissi stringendo il libro tra le mani.

***

Ma purtroppo venne il giorno in cui seppi che la mia famiglia si doveva trasferire. Mio padre aveva avuto un’offerta di lavoro dalla sede centrale dove lavorava come architetto ed aveva accettato subito.

Quando lo venni a sapere corsi subito via da casa. Ero scesa senza soldi ne cellulare; avevo solo il mio zaino. Non sapevo dove andare e, dopo aver preso il primo tram che passava vicino casa, arrivai alla piazza centrale. Trovai subito Flavia seduta sotto la porta del vecchio cinema, il resto del gruppo non c’era, e mi sedetti subito accanto abbracciandola.

<< Ciao Nicole… è successo qualcosa? >> mi chiese preoccupata Flavia.

Io mi staccai da lei ed iniziai subito a raccontarle del trasferimento.

<< Io non voglio assolutamente trasferirmi. Qui ho tutto ciò che amo. I miei amici, la mia scuola, i miei luoghi preferiti… e poi ho te, Flavia. >> dissi mentre delle calde lacrime iniziarono a scendere sul mio viso.

<< Quando te ne andrai? >> mi chiese mentre cercava un fazzoletto nelle tasche e me lo porse.

<< Domani mattina presto. >> risposi asciugandomi le lacrime.

Flavia mi guardò sbiancando. Io buttai a terra il fazzoletto con tutta la forza che avevo.

Che rabbia che avevo in quel momento, avrei voluto urlare con tutto il fiato che avevo a disposizione.

<< Nicole. >> la voce di Flavia aveva qualcosa di diverso. Era più decisa.

Mi voltai verso di lei ed i miei occhi azzurri incrociarono quelli verdi della mia amica.

Vidi Flavia avvicinarsi sempre più a me. Vidi il suo viso occupare tutto lo spazio della mia visuale, e sentii il suo respiro a pochi centimetri da me.

La sua mano destra mi prese il collo e mi avvicinò ancora di più a lei, facendo unire le nostre labbra sottili in un morbido bacio. Rimasi stupefatta dal suo gesto e la mia testa andò in corto circuito.

Quando Flavia si staccò da me mi guardò sorridendo. << Nicole, ti amo. >> disse semplicemente.

Credo che in quel momento dovevo avere davvero una faccia sconvolta, perché Flavia mi guardò preoccupata.

<< Scusa, lo so che non è una cosa normale… ma ecco… mi sei sempre piaciuta dal primo momento in cui ti ho vista… e poi mi trovo bene con te… >>

Parlò velocemente e con un tono impacciato che non le si addiceva per niente. Io la guardavo ancora frastornata dall’accaduto ma ad un certo punto qualcosa scatto dentro di me.

Mi spinsi verso di lei cingendole il collo con entrambe le braccia e stavolta fui io a baciare lei. Chiudemmo gli occhi tutte e due mentre i nostri corpi venivano stretti dalle nostre braccia, ed i nostri baci diventavano sempre più lunghi.

Ed arrivò la sera, mentre io mi trovavo seduta sotto la porta del vecchio cinema, stretta tra le braccia di una ragazza che aveva detto di amarmi e che, inconsapevolmente, amavo anche io.

<< Credo che sia ora di tornare a casa. >> dissi triste mentre mi alzavo.

Flavia si alzò con me e mi guardò per qualche istante. Poi notò il mio zaino che avevo buttato a terra al mio arrivo. Lo aprì e tirò fuori il libro che avevo iniziato a leggere. Poi cercò qualcosa, il mio astuccio e prese una penna. Aprì il librò e ci scrisse sopra, poi posò tutto nel mio zaino.

Me lo porse e, mentre mi mise il suo berretto in testa, mi disse:

<< Questo cappello è il mio preferito… Voglio che lo tenga tu Nicole. Sul libro ti ho scritto una cosa, ma vorrei che la leggessi domani, dopo la tua partenza. >>

Io la guardai con le lacrime agli occhi. << Va bene. Grazie per tutto Flavia. Non ti scorderò mai. >>

<< Dai, non fare così che fai piangere anche me. >> disse mentre si avvicinò per darmi un ultimo bacio.

<< Ti amo, non dimenticarlo. >> la voce di Flavia era incrinata

<< Anche tu non dimenticare che ti amo. >> le dissi.

***

Il giorno seguente partii alle sei di mattina. Attraversai con l’auto quasi tutta la città e passai anche per la piazza centrale.

Lì la vidi per l’ultima volta sul suo skateboard, mentre riusciva finalmente ad eseguire l’acrobazia del nostro primo incontro. Sorrisi da dietro il finestrino cercando di trattenere le lacrime. Mi sistemai meglio il cappello di Flavia, che non mi stava molto bene, ed aprii il mio zaino. Non l’avevo toccato dalla sera prima.

Presi il libro dalla copertina dura e di colore blu scuro, e lo aprii alla prima pagina.

Con una bella grafia e con caratteri molto piccoli, vi era una breve dedica:

“ Grazie per essere entrata nella mia vita. Sarai sempre nel mio cuore. Tua Flavia.”

Chiusi il libro e me lo strinsi al petto.





• Ortografia, punteggiatura e grammatica:
8,2
• Originalità: 7,5
• Impostazione delle scene: 8
• Caratterizzazione dei personaggi: 8,5
• Descrizione ambiente: 9
• L’utilizzo delle parole scelte e la loro importanza nel brano: 7,8
• Giudizio personale: 7
+ Punteggio parole utilizzate: 10 punti
+ Commento:
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Molto carina, l’unica vera grande pecca di questa storia è la sua brevità, dove tutto si svolge davvero troppo rapidamente, o avrebbe potuto dare molto di più.
Ortografia, grammatica e punteggiatura in generale vanno piuttosto bene, non presenta errori gravi, ma ricorda che il “sì” affermativo richiede l’accento, o che in un dialogo quando ci si rivolge ad una persona bisogna inserire una preziosa virgola: ricorderò sempre un esempio che gira per il web, “Andiamo a mangiare, nonno!” e “Andiamo a mangiare nonno!” non sono la stessa cosa, nel secondo caso – come nei tuoi dialoghi – la virgola è necessaria o sembra che qualcuno voglia mangiarsi il nonno. Per i dialoghi ti suggerirei di utilizzare le altre tipo di virgolette “«”, che si impostano su word; tutto per una lettura un po’ più chiara del testo. Se posso dire una piccola “pecca” – anche se in verità può essere solo una scelta stilistica dell’autore – è che a mio parere è troppo descrittiva. Un esempio della “troppa descrizione” è ad inizio testo: la protagonista racconta in prima persona l’episodio, quindi sono i suoi occhi che vedono e raccontano, e mi sono così domandata come avesse fatto a vedere il colore degli occhi del ragazzo vestito di nero che era comunque ad una certa distanza da lei… a meno che non abbia una vista più forte del normale, ma non è scritto. Le parole utilizzate nel brano sono importanti fino ad un certo punto: lo skateboard e il libro sono le rispettive passioni delle protagoniste, tuttavia non risaltano, per quanto importanti siano potevano anche avere la passione della bicicletta o dei fumetti che poco sarebbe cambiato nel testo generale. I personaggi risaltano abbastanza seppur è un testo così breve: il lettore riesce a capire il loro profilo psicologico e il loro carattere, anche se in una linea piuttosto generale. Infine posso dire che mi è abbastanza piaciuta questa storia, anche se come ho detto accade tutto troppo rapidamente, è un testo veramente troppo breve, con una trama che di per sé avrebbe potuto offrire molto di più se in più pagine. In particolare però mi è piaciuta la scena del bacio, non so ma mi ha dato un certo piacere.


Totale: 66

   
 
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