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Autore: _Calypso_    16/07/2011    3 recensioni
Blaise, per la prima volta nella sua vita, si trova da solo.
[Seconda classificata al "Twinings Tea Contest" di BS]
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Pubblicare una storia che parla di neve il 15 luglio è a prova di deficienza, ma io sono fatta così. Non mi convince molto ma è stato un bell'esperimento, con un personaggio che non mi piace molto. Può essere considerata, per certi versi uno spin-off di Gioco da serpi. Questa fic si è classificata seconda al "Twinings Tea Contest" di BS, il giudizio è al fondo.
PS: qui nessuno muore e nessuno viene abbandonato.Tranquilli, è solo un'eccezione XD


 

Fiocco di neve

 

Trovarsi da soli capita a tutti, prima o poi. Sentirsi soli con frequenza ancora maggiore, almeno per i comuni esseri umani; per Blaise Zabini no. Infatti durante l’anno scolastico, a Hogwarts, c’era sempre qualcuno con cui prendere una tazza di tè o fare una piacevole chiacchierata – per non parlare delle ragazze, ragazze ovunque, che talvolta lo inseguivano, talvolta si appostavano all’ingresso della sala comune di Serpeverde – e nel periodo di sospensione delle lezioni, sia durante le vacanze natalizie che quelle estive, la corrispondenza così fitta che intratteneva con i compagni di corso e amici di famiglia non gli lasciava un attimo di tregua per provare nemmeno un briciolo di solitudine. Per questo motivo, quando a investirlo in una fredda mattinata dicembrina non fu soltanto una tempesta di neve insolitamente violenta per le spiagge della Cornovaglia, ma anche un’improvvisa ondata di malinconia, il suo mondo si fermò per un istante.

Blaise era affacciato alla finestra della sua stanza. Quel giorno non avrebbe portato a nulla: i gufi non potevano volare a causa della bufera, per lo stesso motivo era impossibile fare un giro sulla scopa e molto probabilmente nessun ospite sarebbe giunto alla tenuta di famiglia per portare i propri saluti. Aveva quindi pigramente Appellato una manciata di foglie di tè, degustando con lentezza il sapore dolce di quella bevanda al gusto di fragola e mango. Il suo profumo era esotico e invitante e scatenava nel mago un forte desiderio di trovarsi in qualunque altro posto, ad eccezione di quella dimora desolata. Se usualmente a circondarlo erano il caos e il rumore di risate fragorose, in quell’istante il suo mondo era immerso nel silenzio; l’unico rumore che udiva era provocato dall’incessante fluire dei suoi pensieri, che come un torrente in piena si succedevano l’uno all’altro a volte addirittura accavallandosi, senza nemmeno dargli il tempo di concluderli. Una delle prime questioni che lo tormentarono fu proprio la presa di coscienza di essere da solo e di sentirsi tale: si chiedeva perché non si fosse mai accorto prima di quanto questa condizione lo attanagliasse da sempre, in realtà, e quanto per lui fosse pesante questo sentimento.

Fino ad ora, a coprire il cuore di Blaise era stata una fitta coltre d’indifferenza nei confronti delle sue pulsioni più vere e profonde, impegnato com’era a soddisfare soltanto le esigenze più esterne e immediate. Come la neve si era lentamente depositata sulle fronde degli alberi che adornavano il giardino della villa in cui abitava, così la sua anima era stata rivestita da uno strato di superficialità; ora gli risultava difficile liberarsi di quel manto che l’aveva reso così freddo e glaciale, per giungere al nocciolo più caldo e vivo del suo animo. Soltanto in quel momento si rendeva conto che aver trattato le persone accanto a lui – soprattutto le ragazze, che non finivano mai di chiedergli appuntamenti e uscite a Hogsmeade – come giocattoli da buttare quando si rompevano. A distruggere il loro cuore in mille pezzi era lui, con sotterfugi, inganni e promesse puntualmente mancate.

Era per questo motivo che soffriva da solo, affacciato a una finestra a guardare il paesaggio circostante per cercare di vedere qualcosa al suo interno. L’unica cosa che era riuscito a scorgere era il bianco, puro, immacolato candore della neve, la quale era formata da un numero infinitamente grande di fiocchi infinitamente piccoli, ognuno diverso dall’altro. Ogni fiocco non significa nulla di per sé: è solo, senza alcun tipo di difesa dal vento e dal calore del sole, pronti a disintegrarlo in un istante rapido come un battito di ciglia. Blaise si sentiva in questo modo soltanto al cospetto del suo io più profondo, ora, in quel momento: la neve nel suo cuore si stava finalmente sciogliendo, per permettergli di splendere senza ombre.


Il giudizio di BS:

2° CLASSIFICATA

_Calypso_ - Fiocco di neve

Lessico e Grammatica: 20/20
Originalità della storia: 19.5/20
Caratterizzazione dei personaggi: 5/5
Giudizio personale: 10/10
Totale: 54.5/55

COMMENTO
Che dire di questa storia? Mi è piaciuta moltissimo.
Partendo dallo stile che ho trovato davvero molto buono, fluido e preciso. Non ho nulla da ridire neanche sul lessico, perfetto, e sulla grammatica altrettanto buona.
L’unico appunto che posso farti riguarda un piccolo errore di distrazione, ovvero la ripetizione della parola “finalmente” nell’ultima frase.
Ho trovato anche l’idea piuttosto originale, non tanto per la trama, al quanto semplice semplice, in quanto per la decisione di fare un’introspezione del personaggio.
Ho letto molte storie su Blaise Zabini, ma davvero pochissime su un suo esame di coscienza ed una sua possibile redenzione.
La caratterizzazione è perfetta, io lo immagino esattamente come l’hai descritto tu.
Per il resto cosa vuoi che ti dica? Hai scritto davvero un’ottima storia.

   
 
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